Dalla vittoria del No, più precisamente dalla costellazione dei comitati di base sorti in tante parti del Paese, contro ogni smobilitazione, sorge la spinta a dare vita ad un blocco o movimento politico che faccia della sovranità popolare la sua stella polare, e che segni una discontinuità profonda con tutti i pasticci compiuti nei decenni dalla cosiddetta "sinistra radicale". Riceviamo e volentieri pubblichiamo un importante documento prodotto da alcuni Comitati del Trentino. Importante questo documento in vista dell'assemblea nazionale del Coordinamento Democrazia Costituzionale nazionale (CDC) che si svolgerà a gennaio (terremo informati i nostri lettori).
«Care amiche e cari amici del direttivo del Coordinamento Democrazia Costituzionale nazionale (CDC),
a distanza di pochi giorni dal voto, emerge attorno a noi, sentita ed urgente, la necessità di fare sintesi politica di questa esperienza referendaria e di questo schiacchiante NO.
Il processo di aggregazione non riuscito, dopo il referendum sull'acqua, oggi non può e non deve attendere.
Il quadro politico è in rapida evoluzione, c'è chi afferma che è finita la seconda Repubblica, vedremo in questi giorni cosa succederà.
Sarebbe bello immaginare il voto in tarda primavera, ma poteri esterni premono per la stabilità e la prosecuzione con governi di scopo e un Parlamento ormai completamente delegittimato sia dal punto di vista giuridico che politico.
I nostri Comitati formatisi alla nascita del CDC a gennaio hanno lavorato intensamente organizzando eventi e coordinando sui territori tutta la campagna con uno sforzo che a volte è stato immenso. C'è stanchezza, ma abbiamo vinto questa sfida che però ora ci impegna a non smobilitare, a rimettersi al lavoro.
Per fare cosa? Per porre le basi di un progetto politico che definisca questo NO sui dettami della Carta Costituzionale e che ci possa vedere interpreti nei territori in vista delle prossime sempre più incerte fasi post referendarie. Abbiamo fatto campagna coinvolgendo e rimanendo in contatto con gli esponenti del M5S e siamo nella convinzione che questo sia un valore aggiunto che dobbiamo far crescere per immaginare, perché no, un fronte politico nuovo a difesa della Costituzione.
Diamo la sveglia ai Comitati, creiamo una rete, strutturiamoci coinvolgendo anche i soggetti già organizzati che hanno partecipato alla campagna, elaboriamo un progetto di Paese condiviso, ripartiamo dall'analisi del reale e intrecciamolo con i dettami costituzionali, diamoci gli strumenti di critica e culturali per riportare alla luce un discorso troppo presto accantonato dall'ascesa del neoliberismo e dell'ordoliberismo tedesco all'interno dell'UE.
Così si deve ripartire, da una Carta che può tornare a vivere facendoci ritornare comunità, facendo tornare il nostro Paese luogo di contrapposizioni ma anche di emancipazione.
L'affluenza così elevata al referendum ci impegna a dare risposte politiche che vadano al sodo delle questioni aprendo dibattiti di ampio respiro magari centrali ma oggi ideologicamente sopiti. Quell'81% di NO giovanili va coinvolto in tutto e per tutto, nelle piazze, nelle università, nelle associazioni. Tutte le energie che si sono sviluppate necessitano di una guida attenta, di una visione che tragga la sua forza dalle contraddizioni presenti nella società, di un progetto ben allineato e ancorato alla Carta Costituzionale.
Richiamiamo quindi tutti gli organi centrali del Comitato e del CDC a una presa di responsabilità e di impegno al fine di non gettare al vento un'occasione così
importante e per la maggior parte di noi tanto attesa.
Riprendiamo in mano i rapporti economici, la funzione sociale della proprietà privata, lo Statuto dei lavoratori supportandoli con un lavoro di ampia ricerca di alleanze "costituzionali" e un lavoro condiviso di sintesi programmatica.
Facciamolo guardandoci in faccia, con sguardo franco e con la nobile umiltà di chi accantona l'ego autoreferenziale, per riportare al collettivo ogni nostro gesto e sforzo. Rimettiamoci in gioco per il desiderio fisso e imperturbabile di un Paese diverso.
Non abbiamo bisogno di personalismi, abbiamo bisogno di competenze, di sobrietà, di onestà intellettuale e responsabilità. Come i primi Comitati del CLN ritorniamo a lavorare nei territori per arrivare a una nuova insurrezione democratica che reclami ciò che la nostra Carta Costituzionale prevede e che poteri esterni e interni al Paese ci continuano a negare con l'inganno e con l'aiuto dei mass media.
Vogliamo fare questo passo?
Noi crediamo che i tempi siano maturi per prendere saldamente in mano la nostra Costituzione che lo scorso 4 dicembre abbiamo difeso, per farne lo strumento democratico con cui opporci chi non ci permette di costruire il Paese che noi vogliamo e che i nostri Padri e le nostre Madri Costituenti pensarono per noi.
Realizziamo la nostra Carta, a partire dall’art.1 della Costituzione, secondo comma, con l’esercizio della sovranità popolare».
Firmatari
Lidia Menapace per il Comitato 2 giugno per la difesa della Costituzione BZ
Comitato per la Democrazia Costituzionale della Vallagarina
Comitato 2 giugno per la difesa della Costituzione Alto Garda e Ledro
Comitato 2 giugno - Trento
Percorsi Ricostituenti - Trento
2 commenti:
M'aspettavo ammenda per aver avuto il peggior risultato referendario tra tutte le regioni italiane. Invece no, toni trionfalistici ed esortazioni agli altri comitati sparsi su tutta la penisola. Beati gli ultimi .... perchè saranno i primi! Sperem.
Caro Alberto,
in realtà la cosa non sta come la descrivi tu.
Vero è che in Trentino Alto Adige ha vinto il sì. Ma il dato importante è che nella regione autonoma, due sono le province, una è Bolzano, dove sono sud tirolesi, di lingua tedesca, e ovviamente lì ha vinto il sì con il 53,9% purtroppo spostando l'esito regionale; ma l'altra provincia è Trento, roccaforte del Pd, e proprio qui il No ha stravinto con il 54,3% contribuendo significativamente con il resto d'Italia a dare una bella batosta al tracotante Renzi ed accoliti.
Quale ammenda?
Giusto che i Comitati del No trentini adesso facciano questo appello.
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