[ 5 dicembre ]
«M5S si adopri affinché prenda vita, in vista delle prossime elezioni, un blocco politico costituzionale pronto a prendere in mano le redini del Paese».
Noi l'avevamo detto.
Non solo contri i "gufi", anche contro coloro che negli ultimi giorni si stavano facendo prendere dal panico: (1) avremo una vittoria ampia e rotonda del NO, (2) Renzi si dimetterà e, (3) la legislatura non arriverà alla sua naturale conclusione, si voterà nel 2017.
Così è stato, così è, così sarà.
Da dove veniva tanta nostra sicumera? Da un'analisi lucida della situazione drammatica del Paese, dal fatto che la maggioranza del cittadini avrebbe usato le urne per lanciare un potente grido di protesta sociale. Contro chi? Non solo contro l'indisponente Matteo Renzi (ed il suo governo), ma contro il Palazzo, contro l'establishment, contro le élite che stanno nella stanza dei bottoni, contro le oligarchie europee e sovranazionali. Questo è infatti anche un implicito NO all'Unione euro-tedesca, che infatti ora è più traballante.
Il referendum lascia sul terreno anche altri cadaveri. La lista sarebbe lunga, ma due li vogliamo indicare: (1) la leggenda auto-razzista dei piagnoni per cui il popolo italiano sarebbe un popolo bue, assuefatto, docile, succube di chi comanda, incapace di alzare la testa; (2) la tesi che l'indignazione di massa sarebbe una paccottiglia..."antipolitica". Mai voto popolare è stato più politico di questo.
Le urne ci hanno consegnato, assieme alla fotografia di un Paese in cui chi sta sotto non segue più chi sta sopra, un segnale di speranza, di ottimismo. Ce n'era bisogno dopo tanta auto-flagellazione. Una vittoria che ha del formidabile visti la potenza dello schieramento nemico ed il bombardamento martellante e senza precedenti dei media per il Sì.
La frattura è profonda, è sociale prima ancora che politica, è tra due blocchi sociali: quello di chi ancora se la passa bene, e preferisce la conservazione, e quello, maggioritario, di chi se la passa male e preme per un cambiamento radicale, anzi, una inversione ad U.
Adesso, come avevamo pronosticato, si entra in una nuova fase politica.
I poteri forti, italiani europei e sovranazionali, tenteranno di prendere tempo, di sostituire Renzi con un altro loro fantoccio. Cercheranno di evitare come la peste elezioni anticipate che ci darebbero un Parlamento conforme al risultato del referendum, che potrebbe dare vita ad un governo per la prima volta disobbediente ai grandi poteri oligarchici.
I teorici della "accozzaglia", i pennivendoli di regime, ci dicono che dal NO non verrà fuori niente di buono per il Paese.
E' invece possibile, certamente auspicabile, dopo un trionfo di tali proporzioni, che in vista delle prossime elezioni anticipate prenda forma un blocco costituzionale, un'alleanza politica che lanci la sfida e sia pronto a dare vita ad un governo popolare d'emergenza. E' il Movimento 5 Stelle che deve fare la prima mossa. I pentastellati sanno che mentre la maggioranza degli italiani chiede un governo di alternativa, che essi da soli mai potranno governare il Paese. Ci auguriamo che ne prendano atto e la facciano finita con la politica,a questo punto pericolosissima, dell'autosufficienza.
M5S si adopri affinché prenda vita, in vista delle prossime elezioni, un blocco politico costituzionale pronto a prendere in mano le redini del Paese.
«M5S si adopri affinché prenda vita, in vista delle prossime elezioni, un blocco politico costituzionale pronto a prendere in mano le redini del Paese».
Noi l'avevamo detto.
Non solo contri i "gufi", anche contro coloro che negli ultimi giorni si stavano facendo prendere dal panico: (1) avremo una vittoria ampia e rotonda del NO, (2) Renzi si dimetterà e, (3) la legislatura non arriverà alla sua naturale conclusione, si voterà nel 2017.
Così è stato, così è, così sarà.
Da dove veniva tanta nostra sicumera? Da un'analisi lucida della situazione drammatica del Paese, dal fatto che la maggioranza del cittadini avrebbe usato le urne per lanciare un potente grido di protesta sociale. Contro chi? Non solo contro l'indisponente Matteo Renzi (ed il suo governo), ma contro il Palazzo, contro l'establishment, contro le élite che stanno nella stanza dei bottoni, contro le oligarchie europee e sovranazionali. Questo è infatti anche un implicito NO all'Unione euro-tedesca, che infatti ora è più traballante.
Il referendum lascia sul terreno anche altri cadaveri. La lista sarebbe lunga, ma due li vogliamo indicare: (1) la leggenda auto-razzista dei piagnoni per cui il popolo italiano sarebbe un popolo bue, assuefatto, docile, succube di chi comanda, incapace di alzare la testa; (2) la tesi che l'indignazione di massa sarebbe una paccottiglia..."antipolitica". Mai voto popolare è stato più politico di questo.
Le urne ci hanno consegnato, assieme alla fotografia di un Paese in cui chi sta sotto non segue più chi sta sopra, un segnale di speranza, di ottimismo. Ce n'era bisogno dopo tanta auto-flagellazione. Una vittoria che ha del formidabile visti la potenza dello schieramento nemico ed il bombardamento martellante e senza precedenti dei media per il Sì.
La frattura è profonda, è sociale prima ancora che politica, è tra due blocchi sociali: quello di chi ancora se la passa bene, e preferisce la conservazione, e quello, maggioritario, di chi se la passa male e preme per un cambiamento radicale, anzi, una inversione ad U.
Adesso, come avevamo pronosticato, si entra in una nuova fase politica.
I poteri forti, italiani europei e sovranazionali, tenteranno di prendere tempo, di sostituire Renzi con un altro loro fantoccio. Cercheranno di evitare come la peste elezioni anticipate che ci darebbero un Parlamento conforme al risultato del referendum, che potrebbe dare vita ad un governo per la prima volta disobbediente ai grandi poteri oligarchici.
I teorici della "accozzaglia", i pennivendoli di regime, ci dicono che dal NO non verrà fuori niente di buono per il Paese.
E' invece possibile, certamente auspicabile, dopo un trionfo di tali proporzioni, che in vista delle prossime elezioni anticipate prenda forma un blocco costituzionale, un'alleanza politica che lanci la sfida e sia pronto a dare vita ad un governo popolare d'emergenza. E' il Movimento 5 Stelle che deve fare la prima mossa. I pentastellati sanno che mentre la maggioranza degli italiani chiede un governo di alternativa, che essi da soli mai potranno governare il Paese. Ci auguriamo che ne prendano atto e la facciano finita con la politica,a questo punto pericolosissima, dell'autosufficienza.
M5S si adopri affinché prenda vita, in vista delle prossime elezioni, un blocco politico costituzionale pronto a prendere in mano le redini del Paese.
8 commenti:
Io guardo con qualche apprensione all'intenzione di mettere in piedi una costituente per magari fare una nuova costituzione. Si tratta di rammendare quelle del 48, non di farne una nuova. Si potrebbe finire dalla padella sulla brace!!!
Io guardo con qualche apprensione all'intenzione di mettere in piedi una costituente per magari fare una nuova costituzione. Si tratta di rammendare quelle del 48, non di farne una nuova. Si potrebbe finire dalla padella sulla brace!!!
PER UNA NUOVA ALBA MEDITERRANEA
Appunti urgenti di un programma minimo:
1- Ritiro delle missioni militari all'estero.
Immigrazione di guerra a carico dei paesi promotori delle scorrerie internazionali
Abolizione delle sanzioni alla Russia
2- Reddito garantito da finanziare anche con tassa sui grandi patrimoni...dimezzamento stipendi e numero dei parlamentari
3- Piano organico di grandi investimenti per il riassetto idrogeologico di tutto il paese
4- Abolizione della legge Fornero e del Jobs-act
5- Ritiro delle agevolazioni fiscali alle grandi imprese e grande tassazione alle transazioni finanziarie e alle imprese che delocalizzano e che poi importano
Una domanda alla Redazione
Probabilmente ne parlerete nei prossimi giorni, ma parlando di legge elettorale cosa ci aspetta? L'italicum corretto dalla consulta senza premi di maggioranza diverrebbe solo un finto proporzionale?
Il "toninellum" dei 5stelle si tratta ancora di quella proposta alla spagnola su cui era già intervenuto il Mazzei tempo fa?
Pigghi
Pigghi ci chiede cosa diventerà l'Italicum dopo la sentenza della Consulta prevista a gennaio (la data non è ancora nota, ma credo che a questo punto accelereranno).
Sicuramente la Corte cancellerà il ballottaggio. Il vero nodo sarà però il premio di maggioranza al 40%.
Qualora venisse abolito anche questo (il diritto lo esigerebbe, ma non è detto che la spunti sulle esigenze politiche del blocco dominante) avremmo un proporzionale con sbarramento al 3%.
Qualora invece il premio venisse lasciato, sarebbe questo un assist formidabile alle forze oligarchiche che a quel punto interverrebbero sulla legge (PD + berluscones) assegnando questo premio alle coalizioni anziché (come adesso) alle singole liste.
Volendo pensare ancora peggio, potremmo immaginare un intervento ancor più profondo sulla legge (fermo restando il premio alla soglia del 40%) in base al cosiddetto Provincellum per colpire meglio M5S. Ma su questa ipotesi non entro nel dettaglio
L'importante è capire che non va consentito a questo parlamento di tornare ad intrugliare la legge.
Da qui la richiesta di elezioni immediate, dando per scontato nel frattempo l'intervento della Consulta.
Per quanto riguarda il "toninellum": sì è la stessa legge modello spagnolo di cui abbiamo già parlato, ma a questo punto credo che M5S la usi solo come bandiera.
Leonardo Mazzei
Carissimo Leonardo sono d'accordo con te che il voto ha dato una fotografia classista e ce ne voleva dell'Italia di oggi.La gente ha bisogno di soldi e di lavoro dignitoso che il capitale non vuole e in parte non puole più dare.Il futuro governo popolare se dovrà nascere ha questo imperativo da assolvere e non elemosine in quà e là.La strada di uscire dalla fase delle privatizzazioni e invece di un rafforzamento dello stato sociale che governo e istituzioni rinnovate per adempiere all'esigenza della costituzione del 1948 che in regime capitalista non può essere assolto.Comunque ritengo improbabile,per tutta una serie di motivi,che i 5 stelle siano in grado di dare le risposte che il proletariato nel nostro paese si attende e men che mai uscire dal loro guscio di autoreferenzialità e dal loro stato organizzativo con a capo un monarca.Non coglieranno quello che te auspichi,neppure ci proveranno ad essere catalizzanti.Io penso che dovremo invece partire dai coordinamenti costituiti e rafforzarli con estrema decisione e affidando ad essi il compito propositivo per una costituzione da applicare in tutte le sue indicazioni.I 5 stelle quasi certamente faranno flop e i coordinamenti devono avere la capacità di assorbire quel flop anche in termini numerici e di offrire una sponda politica di movimento ma di classe in senso comunista e marxista.Lo stesso discorso vale per i rapporti da tenere come coordinamenti con i centri sociali che sono altrettanto autoreferenziali ed anche un pochino settari.VM
A VM
con tutto il rispetto per il costituzionalisti e tutto ciò che hanno fatto e rappresentano, e con lo stesso rispetto per i Comitati del No del Coordinamento Democrazia Costituzionale. Non penso che affidarsi a loro sia una soluzione adeguata, anche perchè dubito fortemente della loro capacità di fare da collante e soprattutto breccia fra gli strati bassi.
In primis il CDC ha rivelato una miopia politica imperdonabile, a suo stesso discapito e credendo al principio di governabilità più che a quello della rappresentanza ed è terrorizzato dalle dimissioni di Renzi tanto quanto quelli che hanno votato sì.
Il CDC, dentro cui ho operato, obtorto collo, non ha la minima intenzione di sentir vagamente parlare di uscita dall'euro, non ha la più pallida idea di cosa dover fare per la maggioranza del popolo, si limita ad un semplice appannaggio vuoto e parolaio di difesa dei diritti. Mi si obietterà che il 5 Stelle non ha una posizione chiara sull'euro, ma la consapevolezza che questa europa è irriformabile attiene molto più al 5 Stelle che a tutto il sinistrume del CDC, di cui fanno parte anche gli tsiprioti che vogliono "un'altra europa"... viene da ridere!
Per di più i 5 Stelle stanno iniziando a ipotizzare una chiamata agli italiani in piazza, parlano di reddito garantito e piani di lavoro, e vogliono le elezioni anticipate, per non dare ai forti il tempo di organizzarsi.
Un'altra cosa, a VM, fra il sinistrume e i 5 Stelle, il vero settario è proprio il sinistrume, che parla del 5 Stelle con spocchia, in casi aberranti lo definisce fascista... Il sinistrume come un cieco, non ha capito che nel 5 Stelle è confluita tutta la rabbia del popolo che proprio il sinistrume ha tradito barbaramente e anche dalla destra che non ha saputo fare nulla per la base sociale, il 5 stelle rappresenta meglio di altri il coacervo di quello che si chiama popolo, ormai incazzato nero, con tutte le sue contraddizioni e suoi limiti...
Filippo Carboni
Grazie per la delucidazione.
Ho letto che la consulta si pronuncerà il 24 gennaio, speriamo in un proporzionale più sincero.
Comunque qualcosa s'è mosso con questo referendum, anche se ovviamente non è ancora abbastanza.
Tra i giovani "di sinistra" c'è stata una sorta di resa dei conti tra chi ha sempre avuto tradizioni un minimo più "radicali" (diciamo popolari) e coloro che invece pur dichiarandosi tali hanno sempre avuto un piglio più "modernista" e liberal.
Forse ci si sta rendendo un po' conto di quanta ipocrisia e "snobismo" ci sia in giro e soprattutto quanto élitarismo e disprezzo del prossimo che aleggiano anche a sinistra.
La speranza è che ci si renda conto a breve anche della pochezza delle idee di questa sinistra liberale.
Pigghi
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