[ 20 dicembre ]
Ha fatto scalpore la cinica battuta del ministro del Lavoro Poletti: "Fuga di 100mila giovani? Bene, conosco gente che è andata via e sicuramente il Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi".
«BOOM VOUCHER, GIU' I CONTRATTI FISSI - Nei primi dieci mesi 2016 sono stati stipulati più di 1,3 milioni (1.370.320) di contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) mentre le cessazioni, sempre di contratti a tempo indeterminato, sono state 1.308.680 con un saldo positivo di 61.640 unità. Il dato - si rileva dall'osservatorio Inps - è peggiore dell'89% rispetto al saldo positivo di 588.039 contratti stabili dei primi dieci mesi 2015, risentendo della riduzione degli incentivi per le assunzioni stabili, e anche di gennaio-ottobre 2014 (+101.255 stabili). Nello stesso periodo gennaio-ottobre 2016 sono stati venduti 121,5 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto ai primi dieci mesi del 2015, pari al 32,3%, comunica inoltre l'Inps, sottolineando che nei primi dieci mesi del 2015 la crescita dell'utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 67,6%». [ANSA, 20 dicembre]
Ha fatto scalpore la cinica battuta del ministro del Lavoro Poletti: "Fuga di 100mila giovani? Bene, conosco gente che è andata via e sicuramente il Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi".
Ci sono in questa uscita tutto il cinismo e la tracotanza di chi comanda, il disprezzo sociale di chi sta in alto verso chi sta in basso e subisce non solo le consegeinze dei meccanismi ben noti dell'economia capitalistica, ma per gli atti scellerati e classisti di chi governa.
Il ministro ha poi chiesto scusa. Scuse respinte. Al momento debito chi deve pagare pagherà caro, pagherà tutto —un grido in voga negli anni '70, che, ne siamo certi, rimbomberà per le strade nel prossimo futuro.
Si scrive che il referendum del 4 dicembre, allinea l'Italia a quello britannico sulla Brexit, alla vittoria di Trump negli USA, in riferimento al comune segno di protesta sociale degli esclusi. Vero.
C'è tuttavia un dato peculiare che distingue il referendum italiano: la gioventù italiana, diversamente che in Gran Bretagna e negli USA, ha massicciamente votato NO. Dentro la conclamata frattura sociale che il referendum ha solo fotografato (un italiano su quattro sfiora la soglia della povertà e nel Mezzogiorno si avvicina al 50%) c'è anche una frattura generazionale che avrà profonde conseguenze per la scena sociale dei prossimi anni.
I giovani sono sempre stati la forza motrice di ogni cambiamento, di ogni sollevazione popolare. Così è sempre stato, così sarà.
Contrariamente agli altri paesi dell'Europa occidentale (Grecia, Spagna, Francia e Portogallo inclusi) la maggioranza dei giovani italiani non ha solo detto che la situazione sociale è insostenibile, che si sente abbandonata e senza futuro. Il loro NO mostra che proprio i giovani in Italia non credono più ai racconti ideologici delle élite dominanti: che la globalizzazione è progresso, che flessibile è bello, che è buono tutto ciò che decide il mercato, che l'Europa è il sogno più grande.
Per liberarsi dalle catene sociali occorre prima liberarsi da quelle ideologiche. Siamo solo agli inizi di questo faticoso processo di emancipazione spirituale e culturale che si concluderà nell'abbattimento di tutti i simboli del globalismo. La sollevazione popolare è imminente, ed i giovani ne saranno la prima linea.
2 commenti:
Meglio metter via subito quello slogan pagherete caro ecc. ecc. Perchè a suo tempo non ha pagato nessuno, anzi no, scusate, hanno pagato sempre gli stessi! Maglio agire sul concreto ed evitare certe esuberanti retoriche, perchè qui, dopo tanti anni di crisi, a sinistra non è nato ancora niente di spendibile a livello politico.
Questi "signori" faticano a nascondere i loro "candidi" pensieri
ma non tutto riescono sempre a trattenere.
Mentre questi "signori" si preoccupano di sputtanare il M5S con documentari
di mezz'ora sulla giunta Raggi in apertura di tg, noi dovremmo
fare semplicemente un operazione verità per disvelare
al popolo le loro raggelanti ideologie.
Ho raccolto alcune dichiarazioni di questi "signori" e mi piacerebbe
farne un volantino che ognuno possa duplicare con la stampante di casa.
Se mi date una mano ad ampliare la lista poichè sono convinto che
ci sono molte altre dichiarazioni raggelanti di questo tipo.
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"L'intero mercato è destinato a cambiare e con esso anche
la mentalità dei lavoratori italiani”, ha detto intervistato dall'Espresso.
"Dobbiamo abituare la gente che l'istruzione sarà molto più lunga e costosa,
le assunzioni a tempo indeterminato molte di meno, i tempi di lavoro più lunghi,
i pensionamenti verranno posticipati. Le riforme non hanno solo un fine economico,
ma anche e soprattutto sociale perché servono a modificare la mentalità lavorativa degli italiani".
filippo taddei.
“L’Europa vive un calo demografico importantissimo, per il 2050,
cioè domani, avrà bisogno di 50 milioni di immigrati per sostenere
il proprio sistema di welfare e pensionistico, l’Europa ha bisogno di queste gente.
emma bonino
Dati dicono immigrati si stanno integrando e sostituendo ad autoctoni nella filiera produttiva
enrico borghi
Il suffragio universale comincia a rappresentare un serio pericolo per la civiltà occidentale
fabrizio rondolino
la grecia è il piu grande successo dell'euro.
mario monti
abbiamo bisogno almeno di 30 milioni di immigrati.
d'alema 2011
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