[ 26 maggio ]
LA PIATTAFORMA SOCIALE EUROSTOP SOLIDARIZZA CON I LAVORATORI FRANCESI IN LOTTA
NO alla Unione Europea del Jobs Act
LA PIATTAFORMA SOCIALE EUROSTOP SOLIDARIZZA CON I LAVORATORI FRANCESI IN LOTTA
NO alla Unione Europea del Jobs Act
In Francia sta accadendo quello
che avrebbe dovuto succedere nel nostro paese. Lavoratori, disoccupati,
studenti si stanno mobilitando con determinazione contro il “Jobs Act”
transalpino mettendo con le spalle al muro il governo “socialista” di Hollande.
I sindacati francesi si stanno dimostrando un punto di difesa delle condizioni
di vita di tutti i cittadini e stanno svelando con il conflitto il vergognoso
collaborazionismo dei vertici CGIL, CISL, UIL in Italia che ormai accettano supinamente
tutti i peggiori provvedimenti dei diversi governi che si sono succeduti e per
ultimo quello di Renzi.
A sostegno delle difficoltà del
governo Francese interviene in prima persona la stessa Unione Europea, per
bocca del commissario agli affari economici Pierre Moscovici, dimostrando
ancora una volta la natura reazionaria di questa istituzione e la sua volontà
di ridurre redditi e condizioni di vita dei lavoratori ad esclusivo beneficio
dei capitalisti per incrementare lo sfruttamento ed i profitti. Intervento difensivo
in quanto basato sulle falsità perché si afferma che i paesi che hanno introdotto le “riforme” del lavoro hanno
aumentato l’occupazione. In realtà sono aumentate la precarietà del lavoro e
della vita che oggi impediscono ai giovani di tutti i paesi europei di
costruirsi un futuro, come in Italia dove gli occupati con il Jobs Act nostrano
stanno diminuendo in proporzione diretta alla riduzione dei contributi per le
assunzioni che il governo elargisce alle imprese.
La Piattaforma Sociale Eurostop,
che ha tenuto lo scorso 21 Maggio a Napoli la sua assemblea nazionale, nel
solidarizzare con chi lotta in Francia denuncia la natura profondamente antipopolare
dell’Unione Europea, ribadisce la necessità di battersi per la rottura di
questa costruzione istituzionale reazionaria e contribuisce alle mobilitazioni
proponendo per il prossimo autunno una grande manifestazione nazionale contro
Renzi per dire un netto NO al plebiscito convocato per il prossimo ottobre per
le riforme istituzionali promosse dall’attuale governo e sostenute da
Confindustria e poteri finanziari.
Basta UE,
nemico di tutti i lavoratori europei
Oggi in
Francia domani in Italia
Cacciamo Renzi
votiamo NO
al referendum che distrugge la
Costituzione antifascista per conto delle banche e della Unione Europea
Piattaforma Sociale Eurostop
Email: Eurostop.it@gmail.com
– www.eurostop.info
5 commenti:
Essere entusiasti per quanto avviene in Francia e poi indirizzare tutte le nostre forze sul campo elettorale, significa non aver capito nulla di quanto accade. In Italia abbiamo bisogno di una mobilitazione popolare come quella francese, una mobilitazione fatta nelle piazze, nelle strade, nelle fabbriche. Invece voi proponete di mettere da parte questa mobilitazione e impegnarci tutti per il referendum!
La piramide si comincia a costruire dalla base, non dalla punta
Anonimo delle 09:56
È giusto ma qui da questo orecchio non ci sentono.
Aggiungo che oltre all'importantissimo lavoro di motivazion a contatto con la gente nelle fabbriche e nelle piazze (ovviamente necessario se tutti riscontriamo la triste differenza fra Italia e Francia sul liano delle manifestazioni di protesta) - lavoro da fare soprattutto nei confronti di quelli meno motivati che sono la maggioranza e non solamente con quelli che già da anni hanno raggiunto un certo livello di consapevolezza che però sono nettamente la minoranza - è indispensabile anche un uso più partecipativo di internet, sia da parte dei lettori che devono essere invogliati a intervenire sia da parte di chi scrive gli articoli che deve rispondere direttamente ai lettori.
Se andate a vedere i blog di sinistra vi accorgerete che i commenti sono praticamente a zero e quando ci sono restano lì senza che inizi l'indispensabile dialogo con chi scrive (e fra gli stessi lettori che commentano).
È evidentemente uno dei riflessi di certi vecchi difetti della sinistra comunista.
Invito tutti i lettori che sono dell'avviso dell'Anonimo delle 09:56 e del mio a manifestare il loro sostegno per un progetto di "andata al popolo" sul piano del dialogo e non solo su quello dell'informazione o dell'indottrinamento.
Se ci facciamo sentire probabilmente qualcosa si smuoverà se non qui altrove ma è chiaro che se restiamo zitti non riusciremo a sbloccare questa impasse che ha allontanato la gente dalle idee e dagli ideali della sinistra arrivando paradossalmente a spingerla verso la destra populista.
Ci rendiamo conto che anche dalla nostra parte politica ci si ritrova a tifare sotto sotto per la destra austriaca o per la Le Pen?
Che la nostra unica chance elettorale è ridurci a decidere di votare tutti insieme per Grillo?
Il M5S non è una cattiva alternativa ma convincerci fino a questo punto di non avere carte da giocare se non quella di accodarci ad altri è sintomo che qualcosa nella nostra prassi deve essere ripensata.
Chi la pensa in questo modo lo scriva e lo riscriva.
In Italia non c'è nessun Sindacato che possa essere in grado di organizzare in breve tempo ciò che accade colà. Lo "job act" è passato senza che nessuno si sia adeguatamente opposto.
E poi non c'è tradizione rivoluzionaria qui in Italia: manca lo spirito. In Francia, evidentemente, lo Spirito del 1789 non è ancora estinto.
Chi auspica un referendum che dica NO allo scempio della Costituzione del 1948 fa già previsioni ottimistiche. In Italia non c'è niente che assomigli ad uno spirito rivoluzionario: la gente è pigra, bada più a seguire lo sport e la TV.
DEl resto che fine ha fatto il PC (quello che restava dopo il 1989)? E' diventato PD con Monti, la Fonero e compagnia bella nessuno né Sindacato né opposizione in parlamento ha gridato al massacro del Popolo. Finiremo peggio della Grecia, temo!.
Per il "terzo anonimo": Dici che in Italia non c'è nessun sindacato in grado di fare quello che sta succedendo in Francia. Ti rispondo: nemmeno in Francia c'è. Considera che la CGT non ha ancora proclamato ufficialmente uno sciopero generale. Quello che sta accadendo sono degli scioperi locali, spesso selvaggi, che fatti di continuo e più giorni alla settimana, "de facto" stanno dando vita ad uno sciopero generale non dichiarato. Insomma, basta con questa scusa che la colpa è dei nostri sindacalisti. La colpa è di noi lavoratori. Chiunque di voi lavori sa cosa dicono, pensano, fanno i proprio colleghi. Quanti li loro sarebbero disposti a fare come in Francia domani mattina? Se i lavoratori sono determinati, i sindacati non posso che seguirli, magari tirati per i capelli.
Un'altra considerazione più profonda va fatta sul nazionalismo degli italiani, a cui, da lucida retroguardia, anche Sollevazione ora va appresso. In un mondo dove comanda in capitale finanziario e dove la grande borghesia ormai è la prima classe mondiale della storia (le dichiarazioni dei redditi dell'uomo più ricco di Nigeria è del tutto simile a quelle dell'italiano, del Russo, del cinese, dell'americano più ricco) lottare in ogni singolo paese ricorda uno stalinismo fuori tempo massimo. I lavoratori devono unirsi, al di la del colore della pelle e della bandiera nazionale, da soli le lotte per quanto eroiche si tradurranno sempre in una fatica di Sisifo (Grecia docet).
I Francesi, da popolo fieramente internazionalista, da molti anni ormai, si è mescolato con i migranti e coloro che provendono dalle colonie. Nelle piazze vedi gente di tutti i colori e nemmeno un tricolore (scusate il gioco di parole). La Le Pen che piace agli anti-euristi ha fatto la gaffe di solidarizzare con la polizia ed ora non riesce più a cavalcare la tigre. Che la Francia insegni qualcosa anche alla sinistra nazionalista?
il capitale nasce globale,i lavoratori non lo saranno mai,ecco perche' abbiamo l'euro a mio avviso proprio per questo modo di ragionare
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