[ 23 maggio ]
Sabato 21 maggio all'hotel Gio di Perugia, si è svolta l'Assemblea Regionale del Pd, che, come tutti sanno, dovrebbe essere il massimo organismo del partito, formata da tutti gli eletti alle primarie.
Peccato che dei 300 delegati, se ne sono presentati solo una decina, quattro gatti.
E sì, è stato un grande flop!
Non si è mai vista una cosa così desolante nella storia di alcun partito!
L'assemblea avrebbe dovuto esprimersi anche sul bilancio, ma, non essendoci i numeri legali, la votazione è stata rimandata alla prossima volta.
I giornali locali compresi quelli online, come c'era da aspettarsi, tacciono sul grande flop, e in maniera molto edulcorata farfugliano di assenze a causa del
Mancato aggiornamento degli indirizzi mail?
Parte una sonora risata.
Vorrebbero farci credere una cosa così ridicola!
Tutte scuse accampate.
Il fatto è che l'assemblea era vuota, il che è sintomatico della grande crisi che attraversa il Pd di Renzi, a livello nazionale e regionale, e che ci fa dire che ormai il Pd renziano è un partito fantasma, è un'astrazione politica se non si tenesse in piedi perchè ai vari livelli detiene potere e distribuisce prebende.
Al suo interno solo lotte intestine per assicurarsi la permanenza su una qualche poltrona.
Come ricorda sempre il nostro Marcello Teti, non si possono attuare severe politiche austeritarie e antipopolari e contemporaneamente continuare a distribuire mance e posti di lavoro ai propri clientes: questa è la vera ragione dello sfaldamento della base sociale su cui si è retto il Partito democratico fino ad oggi.
C'è solo Renzi, "l'uomo solo al comando", e qualcosa ci dice che ci resterà ancora per poco.
Se anche la ministra Boschi, seguendo l'esempio del premier, ha dichiarato oggi alla trasmissione dell'Annunziata, In mezz'ora, che pure lei è pronta ad andare a casa, in caso di vittoria del NO al referendum costituzionale di ottobre, è chiaro che la posta in palio è notevole.
Non si tratta di mera personalizzazione: è evidente che il destino della confraternita renziana è appeso al successo del suo disegno di dare vita ad un regime post parlamentare e presidenzialista.
Lasciateci togliere un sassolino dalle scarpe.
Quando eravamo a contestare la Boschi venuta qui a Perugia per inaugurare la campagna referendaria, i piddini, innervositi, facevano sberleffo, noi però esprimevamo un senso comune contro il renzismo che sta diventando maggioritario.
Assemblea regionale umbra del Pd. 21/05/16 |
Peccato che dei 300 delegati, se ne sono presentati solo una decina, quattro gatti.
E sì, è stato un grande flop!
Non si è mai vista una cosa così desolante nella storia di alcun partito!
L'assemblea avrebbe dovuto esprimersi anche sul bilancio, ma, non essendoci i numeri legali, la votazione è stata rimandata alla prossima volta.
I giornali locali compresi quelli online, come c'era da aspettarsi, tacciono sul grande flop, e in maniera molto edulcorata farfugliano di assenze a causa del
"mancato aggiornamento dell’indirizzario mail di alcuni membri rispetto all’invio della convocazione e le numerose assenze dovute alla concomitanza con la campagna elettorale e con i banchetti per il referendum"
Mancato aggiornamento degli indirizzi mail?
Parte una sonora risata.
Vorrebbero farci credere una cosa così ridicola!
Tutte scuse accampate.
Il fatto è che l'assemblea era vuota, il che è sintomatico della grande crisi che attraversa il Pd di Renzi, a livello nazionale e regionale, e che ci fa dire che ormai il Pd renziano è un partito fantasma, è un'astrazione politica se non si tenesse in piedi perchè ai vari livelli detiene potere e distribuisce prebende.
Al suo interno solo lotte intestine per assicurarsi la permanenza su una qualche poltrona.
Come ricorda sempre il nostro Marcello Teti, non si possono attuare severe politiche austeritarie e antipopolari e contemporaneamente continuare a distribuire mance e posti di lavoro ai propri clientes: questa è la vera ragione dello sfaldamento della base sociale su cui si è retto il Partito democratico fino ad oggi.
C'è solo Renzi, "l'uomo solo al comando", e qualcosa ci dice che ci resterà ancora per poco.
Se anche la ministra Boschi, seguendo l'esempio del premier, ha dichiarato oggi alla trasmissione dell'Annunziata, In mezz'ora, che pure lei è pronta ad andare a casa, in caso di vittoria del NO al referendum costituzionale di ottobre, è chiaro che la posta in palio è notevole.
Non si tratta di mera personalizzazione: è evidente che il destino della confraternita renziana è appeso al successo del suo disegno di dare vita ad un regime post parlamentare e presidenzialista.
Lasciateci togliere un sassolino dalle scarpe.
Quando eravamo a contestare la Boschi venuta qui a Perugia per inaugurare la campagna referendaria, i piddini, innervositi, facevano sberleffo, noi però esprimevamo un senso comune contro il renzismo che sta diventando maggioritario.
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