[ 3 agosto ]
Ormai non è un mistero. Nel Movimento 5 Stelle sulla questione dell'euro ci sono due posizioni fondamentali, una per ed una contro. Casaleggio, coerente con la sua visione sostanzialmente liberista, è per restare nell'eurozona. Della stessa opinione è Luigi Di Maio. L'opinione eurista è in realtà diffusa anche alla base.
Anti-euro e per una posizione sovranista è certamente Beppe Grillo. Qui sotto un suo intervento del 23 luglio che consigliamo di leggere, anche per le lezioni, condivisibili, che tira dopo la tragica resa di Tsipras.
Per quanto tempo queste due linee opposte potranno convivere? Di certo non per molto. Di sicuro la "parte buona" del M5S sarà fondamentale domani per consegnare all'Italia la sua sovranità.
«Era difficile difendere gli interessi del popolo Greco peggio di come ha fatto Tspiras. Solo una profonda miopia economica unita ad una opaca strategia politica potevano trasformare l'enorme consenso elettorale che lo aveva portato al governo a gennaio nella vittoria dei paesi creditori suoi avversari solo sei mesi dopo, nonostante un referendum vinto nel mezzo.
Rifiutare a priori l'Euroexit e' stata la sua condanna a morte. Convinto, come il PD, che si potesse spezzare il connubio Euro & Austerita', Tsipras ha finito per consegnare il suo paese, vassallo, nelle mani della Germania. Pensare di opporsi all’Euro solo dall’interno presentandosi senza un esplicito piano B di uscita ha infatti finito per privare la Grecia di ogni potere negoziale al tavolo dell’Euro debito.
Era dunque chiaro sin dall’inizio che Tsipras si sarebbe schiantato anche se Varoufakis qualche volta ha provato a reagire. Solo Vendola, il PD ed i media ispirati dalla frottola scalfariana (tra i tanti) degli Stati Uniti d’Europa e dai nostalgici del manifesto di Ventotene potevano credere ad un Euro senza austerita’. E sono costretti a continuare a far finta di crederci pur di non dovere ammettere l’opportunita’ di una uscita dopo sette anni di disastri economici.
La conseguenza di questa catastrofe politica e' davanti agli occhi di tutti:
- Nazismo esplicito da parte di chi ha ridotto la periferia d’Europa a suo protettorato attraverso il debito, con ricorsi storici allarmanti.
- Mutismo o esplicito supporto alla Germania da parte degli altri paesi europei vuoi per opportunismo (nord) o per subalternita’ (periferia).
- Mercati finanziari che celebrano con nuovi massimi la fine della democrazia.
- Esproprio del patrimonio nazionale attraverso l'ipoteca di 50 miliardi di euro sui beni greci finiti nel fondo voluto da Adolf Schauble per passare all’incasso dei suoi crediti di guerra.
Era tutto studiato, previsto, pianificato nei minimi dettagli. La Germania e’ sistematica nella sua strategia: prima crea un nuovo precedente e poi lo utilizza nella battaglia successiva imponendo decisioni via via piu’ invasive della democrazia grazie al ‘chi tace acconsente’.
- Irlanda, Spagna e Portogallo dovevano dimostrare che il rigore paga sia in termini di riforme (tassazione per pagare gli interessi sul debito e svalutazione interna attraverso la compressione dei diritti dei lavoratori) che in termini di interessi sul debito riportati a casa e pagati col sangue dei paesi debitori.
- Cipro ha dimostrato che i depositi bancari se serve si possono attaccare attingendo cosi’ non solo alle tasse sul reddito in nome dell’austerita’ ma direttamente al patrimonio privato dei cittadini per ripagare il debito contratto.
- Con la Grecia l’asticella e’ stata posta ancora piu’ in alto al punto di confiscare direttamente il patrimonio pubblico in un fondo la cui sede giuridica Schauble voleva inizialmente trasferire addirittura fuori dalla Grecia.
E’ l'Italia il destinatario finale di questi precedenti seminati lungo il percorso dell’Euro debito in nome della presunta irreversibilita’ dell'Euro. E’ inutile far finta di non vederlo. La Grecia offre dunque una nuova lezione per l’Italia da cui faremmo bene ad imparare se vogliamo farci trovare pronti quando arrivera’ il nostro turno di debitori.
- Un premier che argomenta bene contro l’austerity, ma che resta negazionista nei fatti sulla Euroexit, a digiuno di economia monetaria e con una strategia politica improvvisata in questa fase storica e’ una minaccia nazionale. E’ valso oggi per Tsipras. Varra’ domani per Renzi.
- Un piano B di uscita e' essenziale per l'Italia, chiunque sia al governo. Con un enorme debito pubblico ed una economia manufatturiera orientata all'export e' da irresponsabili non farsi trovare pronti ad una eventuale uscita non necessariamente forzata da noi ma eventualmente subita da decisioni altrui, visto che nessuno puo' prevedere il corso degli eventi.
- Non contare sugli altri perche quando arrivera' il momento saremo soli. Come e’ successo a Tsipras che ha sbagliato i suoi conti sperando di trovare sostegno strada facendo dai cugini periferici che invece si nascondevano nell’ombra del ‘questa volta non tocca a noi’.
- Il referendum proposto dal M5S tramite una legge di iniziativa popolare e' uno strumento essenziale. Potra’ servire a spiazzare l'avversario e a dare legittimita’ democratica all’Euroexit.
- Usare il nostro enorme debito come minaccia. E’ questo infatti un vantaggio che ci consente di attaccare al tavolo di ogni negoziazione futura, non uno spauracchio da subire per abbozzare alle richieste dei creditori. Questo vuol dire non consentire alcuna ingerenza tedesca nel nostro legittimo diritto di ridenominare il nostro debito in un’altra valuta se e quando arrivera’ il momento.
- Rafforzare le banche. La minaccia di fallimento delle banche e la chiusura dei rubinetti della liquidita’ e' cio' che alla fine ha fatto capitolare Tsipras. Prepararsi alla nazionalizzazione delle banche ed al passaggio ad un’altra moneta e’ il modo per non perdere la prima battaglia che dovremo affrontare quando arrivera’ il momento di staccarci dal bocchettone della BCE. Ogni piano B dovra’ dunque prevedere l’introduzione di una moneta parallela che all’evenienza potra’ essere adottata per avviare il processo di uscita in maniera soft.
- Tenere un occhio a Francoforte e l’altro a Washington. Il teatrino dell’Euro proseguira’ fino a quando lo vorranno gli americani e cioe’ fino alla definitiva approvazione del TTIP con cui gli USA assoggetteranno l’Europa in modo non dissimile da come l’Euro ha assoggettato la periferia alla Germania.
L’Euro e’ ormai una guerra esplicita tra creditori e debitori. E’ inutile che il nostro governo si sforzi di apparire schierato dalla parte virtuosa dei vincitori euristi e riformisti. L’Euro non si puo’ riformare dal suo interno e va invece combattuto dall’esterno, abbandonando questa camicia di forza anti democratica. Il nostro debito e la nostra assenza di crescita unita alla deflazione ci collocano a pieno titolo nella categoria degli sconfitti del debito. Faremmo dunque bene a prepararci con ungoverno esplicitamente anti euro all’assalto finale del patrimonio degli italiani sempre piu’ a rischio se non ci riprendiamo la nostra sovranita’ monetaria!.
* Fonte: Beppe Grillo
«Era difficile difendere gli interessi del popolo Greco peggio di come ha fatto Tspiras. Solo una profonda miopia economica unita ad una opaca strategia politica potevano trasformare l'enorme consenso elettorale che lo aveva portato al governo a gennaio nella vittoria dei paesi creditori suoi avversari solo sei mesi dopo, nonostante un referendum vinto nel mezzo.
Rifiutare a priori l'Euroexit e' stata la sua condanna a morte. Convinto, come il PD, che si potesse spezzare il connubio Euro & Austerita', Tsipras ha finito per consegnare il suo paese, vassallo, nelle mani della Germania. Pensare di opporsi all’Euro solo dall’interno presentandosi senza un esplicito piano B di uscita ha infatti finito per privare la Grecia di ogni potere negoziale al tavolo dell’Euro debito.
Era dunque chiaro sin dall’inizio che Tsipras si sarebbe schiantato anche se Varoufakis qualche volta ha provato a reagire. Solo Vendola, il PD ed i media ispirati dalla frottola scalfariana (tra i tanti) degli Stati Uniti d’Europa e dai nostalgici del manifesto di Ventotene potevano credere ad un Euro senza austerita’. E sono costretti a continuare a far finta di crederci pur di non dovere ammettere l’opportunita’ di una uscita dopo sette anni di disastri economici.
La conseguenza di questa catastrofe politica e' davanti agli occhi di tutti:
- Nazismo esplicito da parte di chi ha ridotto la periferia d’Europa a suo protettorato attraverso il debito, con ricorsi storici allarmanti.
- Mutismo o esplicito supporto alla Germania da parte degli altri paesi europei vuoi per opportunismo (nord) o per subalternita’ (periferia).
- Mercati finanziari che celebrano con nuovi massimi la fine della democrazia.
- Esproprio del patrimonio nazionale attraverso l'ipoteca di 50 miliardi di euro sui beni greci finiti nel fondo voluto da Adolf Schauble per passare all’incasso dei suoi crediti di guerra.
Era tutto studiato, previsto, pianificato nei minimi dettagli. La Germania e’ sistematica nella sua strategia: prima crea un nuovo precedente e poi lo utilizza nella battaglia successiva imponendo decisioni via via piu’ invasive della democrazia grazie al ‘chi tace acconsente’.
- Irlanda, Spagna e Portogallo dovevano dimostrare che il rigore paga sia in termini di riforme (tassazione per pagare gli interessi sul debito e svalutazione interna attraverso la compressione dei diritti dei lavoratori) che in termini di interessi sul debito riportati a casa e pagati col sangue dei paesi debitori.
- Cipro ha dimostrato che i depositi bancari se serve si possono attaccare attingendo cosi’ non solo alle tasse sul reddito in nome dell’austerita’ ma direttamente al patrimonio privato dei cittadini per ripagare il debito contratto.
- Con la Grecia l’asticella e’ stata posta ancora piu’ in alto al punto di confiscare direttamente il patrimonio pubblico in un fondo la cui sede giuridica Schauble voleva inizialmente trasferire addirittura fuori dalla Grecia.
E’ l'Italia il destinatario finale di questi precedenti seminati lungo il percorso dell’Euro debito in nome della presunta irreversibilita’ dell'Euro. E’ inutile far finta di non vederlo. La Grecia offre dunque una nuova lezione per l’Italia da cui faremmo bene ad imparare se vogliamo farci trovare pronti quando arrivera’ il nostro turno di debitori.
- Un premier che argomenta bene contro l’austerity, ma che resta negazionista nei fatti sulla Euroexit, a digiuno di economia monetaria e con una strategia politica improvvisata in questa fase storica e’ una minaccia nazionale. E’ valso oggi per Tsipras. Varra’ domani per Renzi.
- Un piano B di uscita e' essenziale per l'Italia, chiunque sia al governo. Con un enorme debito pubblico ed una economia manufatturiera orientata all'export e' da irresponsabili non farsi trovare pronti ad una eventuale uscita non necessariamente forzata da noi ma eventualmente subita da decisioni altrui, visto che nessuno puo' prevedere il corso degli eventi.
- Non contare sugli altri perche quando arrivera' il momento saremo soli. Come e’ successo a Tsipras che ha sbagliato i suoi conti sperando di trovare sostegno strada facendo dai cugini periferici che invece si nascondevano nell’ombra del ‘questa volta non tocca a noi’.
- Il referendum proposto dal M5S tramite una legge di iniziativa popolare e' uno strumento essenziale. Potra’ servire a spiazzare l'avversario e a dare legittimita’ democratica all’Euroexit.
- Usare il nostro enorme debito come minaccia. E’ questo infatti un vantaggio che ci consente di attaccare al tavolo di ogni negoziazione futura, non uno spauracchio da subire per abbozzare alle richieste dei creditori. Questo vuol dire non consentire alcuna ingerenza tedesca nel nostro legittimo diritto di ridenominare il nostro debito in un’altra valuta se e quando arrivera’ il momento.
- Rafforzare le banche. La minaccia di fallimento delle banche e la chiusura dei rubinetti della liquidita’ e' cio' che alla fine ha fatto capitolare Tsipras. Prepararsi alla nazionalizzazione delle banche ed al passaggio ad un’altra moneta e’ il modo per non perdere la prima battaglia che dovremo affrontare quando arrivera’ il momento di staccarci dal bocchettone della BCE. Ogni piano B dovra’ dunque prevedere l’introduzione di una moneta parallela che all’evenienza potra’ essere adottata per avviare il processo di uscita in maniera soft.
- Tenere un occhio a Francoforte e l’altro a Washington. Il teatrino dell’Euro proseguira’ fino a quando lo vorranno gli americani e cioe’ fino alla definitiva approvazione del TTIP con cui gli USA assoggetteranno l’Europa in modo non dissimile da come l’Euro ha assoggettato la periferia alla Germania.
L’Euro e’ ormai una guerra esplicita tra creditori e debitori. E’ inutile che il nostro governo si sforzi di apparire schierato dalla parte virtuosa dei vincitori euristi e riformisti. L’Euro non si puo’ riformare dal suo interno e va invece combattuto dall’esterno, abbandonando questa camicia di forza anti democratica. Il nostro debito e la nostra assenza di crescita unita alla deflazione ci collocano a pieno titolo nella categoria degli sconfitti del debito. Faremmo dunque bene a prepararci con ungoverno esplicitamente anti euro all’assalto finale del patrimonio degli italiani sempre piu’ a rischio se non ci riprendiamo la nostra sovranita’ monetaria!.
* Fonte: Beppe Grillo
13 commenti:
Per voi è più sovranista sul serio Grillo o Fassina?
Se non fosse che lo dice Beppe Grillo sembrerebbe che parli un vero politico.
Beppe Grillo o Fassina?
Grillo, Grillo!
Infatti non sembra scritto da Grillo, eppure se c' è la sua firma vuol dire che lo condivide.
Questo è un buon segnale anche se in seno al movimento ciò è indice di contrapposizione potenzialmente insanabile come quella che si è manifestata in Syriza.
La doppia voce all'interno del m5s dimostra ulteriormente come questo sia formato perlopiù da gente che protesta contro la casta, con tutti i malfunzionamenti che ne derivano. Mancano di un programma politico lungimirante, che raccolga persone con gli stessi ideali, anche se questo gli avrebbe negato il grande consenso che hanno ottenuto. Ora però i nodi stanno avvicinandosi al pettine.
V
Redazione
Sono molto contento che abbiate detto Grillo solo che con tanta enfasi sembra quasi che abbiate voluto essere ironici.
Se è vero sono d'accordo con voi e anche sul fatto che il M5S è profondamente diviso su questo punto.
MA ALLORA CARI COMPAGNI, QUANDO SI SPLITTERANNO VEDIAMO DI INTERCETTARLI OSSIA PREPARIAMO IL TERRENO.
Potreste ospitare qualche intervento di eminenti grillini anti euro.
Per esempio, una domanda se lo sapete: qual'è la posizione di Di Battista (che a me è sempre piaciuto molto più di Di Maio)?
X Anonimo 3 agosto 2015 19:03
c'è una doppia voce anche in Syriza sull'euro, quindi...?
Sarebbe interessante sapere chi ha scritto un'articolo così ben fatto.
Grillo non è stato, non ne sarebbe stato capace.
Questa presa di posizione così chiara e netta da parte di chi fino a ieri ha urlato contro la castacriccacorruzione e il debitopubblicocattivobrutto mi pare assolutamente poco credibile nonchè fuori tempo massimo.
A me sembra puro opportunismo e cerchiobottismo.
Anonimo delle 18:19
Lol...se parla di casta e corruzione sono cose sbagliate e non va bene.
Se parla delle cose giuste non va bene lo stesso perché non è stato lui a parlare ed è fuori tempo ed un opportunista ed è un cerchiobottista.
Fate veramente pena per come siete ridotti.
Ragazzi questo lo fanno fuori fisicamente se continua così.
Comunque vada un bravo a Beppe.
@anonimo 4 agosto 2015 12:47
Speravo di esser stato chiaro, provo a chiarirmi.
Non conosco bene Syriza, parlo del m5s.
Quel che intendevo dire e' che m5s ha funzionato come aggregatore del dissenso, raccogliendo consensi a destra e sinistra, con l'unico scopo di far fuori la casta per mettere al comando gente onesta che avrebbe fatto il bene di tutti. Un discorso un po' semplicistico.
Se puo' andar bene in realta' locali, diventa un casino a livello piu' ampio, come dimostrano le posizioni diametralmente opposte sull'europa. Tent'e' che alle elezioni europee hanno ottenuto uno scarso risultato (rispetto alle politiche).
Quando dico che i nodi verranno al pettine intendo che, non avendo una idea politica precisa, ci saranno diversi gruppi che tireranno da una parte e dall'alltra fino a far esplodere il movimento in tanti piccoli movimenti, ognuno con la propria idea politica.
V
Questo post sul Blog di Grillo non firmato da qualcuno (quindi si suppone proveniente da Grillo...) cambia "la linea" del M5S perchè non parla più di ritorno "secco" alla lira, come indicato ad esempio nei volantini che usava per la raccolta di firme per il referendum. Introduce due cose nuove:
1) .... Prepararsi alla nazionalizzazione delle banche ....
2) prevedere l’introduzione di una moneta parallela che all’evenienza potra’ essere adottata per avviare il processo di uscita in maniera soft....
Finora sia la Lega che il M5S ricopiavano sostanzialmente l'idea della conversione secca di tutti gli euro in lire di Bagnai, Rinaldi e Borghi. Qui ora invece si accenna ad una transizione graduale, tramite l'introduzione di una moneta parallela
Da dove gli viene l'idea ? Questo è il succo del "Piano B" descritto qui più in dettaglio "Uscire dall’Euro introducendo una moneta parallela" http://www.monetazione.it/DocumentiScaricabiliCobraf/76_PDF.pdf
e nel libro online di Micromega con prefazione di Luciano Gallino e altri dieci autori uscito a giugno http://temi.repubblica.it/micromega-online/%E2%80%9Cper-una-moneta-fiscale-gratuita-come-uscire-dallausterita-senza-spaccare-leuro%E2%80%9D-online-il-nuovo-ebook-gratuito-di-micromega/
nonchè nel libro precedente di Hoepli del 2014
http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html
GZ
Stai dicendo che alcuni economisti e intellettuali hanno deciso di sostenere Grillo?
Sarebbe una notizia molto importante. A questo punto il nome di Freccero potrebbe non essere una trovata estemporanea.
Magari, cambierebbero tante cose.
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