[ 11 agosto ]
Sembra fatta.
La troika (Ue, Bce e Fmi) hanno trovato la quadra e presentato al governo greco il testo definitivo del cosiddetto "accordo", contenente quindi il pacchetto di cosiddette "riforme" lacrime e sangue che SYRIZA dovrà far digerire al popolo ellenico.
Il documento di ben 27 pagine indica fin nei dettagli le misure austeritarie che Atene dovrà adottare in futuro in cambio degli "aiuti". In questo modo il governo di SYRIZA, non diversamente da quello di Samaras, si trasforma in un mostro a metà tra ufficiale giudiziario e esattore fiscale per nome per conto dei creditori.
Se tutto fila liscio il 20 agosto gli "aiuti" saranno elargiti.
Cosa deve filare liscio? Due cose. La prima è che il parlamento tedesco approvi l'accordo —il Bundestag si riunirà in seduta straordinaria il 17 ed il 18 agosto—, la seconda è che il parlamento greco coti a sua volta l'accordo, confermando la maggioranza che sostiene Tsipras.
Vedremo se la Merkel sarà capace di convincere la grande maggioranza dei suoi deputati o se invece la fronda che si oppone all'accordo sulla Grecia si allargherà.
Ma la sorprese più grandi potrebbero arrivare proprio da Atene.
Tsipras quasi certamente otterrà la fiducia, ma solo grazie al soccorso delle destre, anzitutto di Potami. Sarebbe un cambio di maggioranza de facto, la qual cosa potrebbe determinare le elezioni anticipate.
In questo contesto la scissione di SYRIZA sembra inevitabile.
In un'intervista del 8 agosto al giornale economico greco Kefalaio, l'ex-ministro e portavoce della sinistra di SYRIZA Panagiotis Lafazanis ha lasciato chiaramente intendere che se Tsipras non muta la sua rotta l'uscita dell'ala sinistra è inevitabile e che una nuova formazione politica vedrà la luce.
Molto presto, visto che Tsipras vuole andare ad elezioni anticipate proprio per non dare alla sinistra il tempo per ben organizzarsi.
Sembra fatta.
La troika (Ue, Bce e Fmi) hanno trovato la quadra e presentato al governo greco il testo definitivo del cosiddetto "accordo", contenente quindi il pacchetto di cosiddette "riforme" lacrime e sangue che SYRIZA dovrà far digerire al popolo ellenico.
Il documento di ben 27 pagine indica fin nei dettagli le misure austeritarie che Atene dovrà adottare in futuro in cambio degli "aiuti". In questo modo il governo di SYRIZA, non diversamente da quello di Samaras, si trasforma in un mostro a metà tra ufficiale giudiziario e esattore fiscale per nome per conto dei creditori.
Se tutto fila liscio il 20 agosto gli "aiuti" saranno elargiti.
Cosa deve filare liscio? Due cose. La prima è che il parlamento tedesco approvi l'accordo —il Bundestag si riunirà in seduta straordinaria il 17 ed il 18 agosto—, la seconda è che il parlamento greco coti a sua volta l'accordo, confermando la maggioranza che sostiene Tsipras.
Vedremo se la Merkel sarà capace di convincere la grande maggioranza dei suoi deputati o se invece la fronda che si oppone all'accordo sulla Grecia si allargherà.
Ma la sorprese più grandi potrebbero arrivare proprio da Atene.
Tsipras quasi certamente otterrà la fiducia, ma solo grazie al soccorso delle destre, anzitutto di Potami. Sarebbe un cambio di maggioranza de facto, la qual cosa potrebbe determinare le elezioni anticipate.
In questo contesto la scissione di SYRIZA sembra inevitabile.
In un'intervista del 8 agosto al giornale economico greco Kefalaio, l'ex-ministro e portavoce della sinistra di SYRIZA Panagiotis Lafazanis ha lasciato chiaramente intendere che se Tsipras non muta la sua rotta l'uscita dell'ala sinistra è inevitabile e che una nuova formazione politica vedrà la luce.
Molto presto, visto che Tsipras vuole andare ad elezioni anticipate proprio per non dare alla sinistra il tempo per ben organizzarsi.
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