[ 20 agosto ]
Un lettore ci scrive:
Un lettore ci scrive:
«Quella di Fabiani a me pare una proposta seria e fattibile perché dipende da chi la attua. Al contrario, chi propone blocchi alle frontiere, forse non si rende conto che nessun paese al mondo ha mai fermato le migrazioni in questo modo. Questo sì, è uno slogan, che mai ha risolto il problema, ma solo alimentato intolleranza e razzismo. Poi non capisco sulla base di quali dati, si sostenga che gli arrivi sarebbero troppi e che gli stranieri sottrarrebbero reddito. E quelli che lavorano e il reddito lo producono, che sono certamente molti di più, non li consideriamo?
A me pare che si citi Marx a sproposito, solo per mascherare la propria xenofobia, intesa proprio come paura dello straniero».
Un commento che vien senza alcun dubbio dalle parti di Piddinia, il cui organo centrale si chiama la Repubblica. Non c'è da stupirsi che ci sia questa convergenza tra piddini e comunisti di ultrasinistra. L'internazionalismo astratto va a braccetto con il cosmopolitismo liberoscambista.
Noi che ci permettiamo di sollevare la questione della "sostenibilità dell'immigrazione" veniamo a nostra volta accusati dai cosmo-internazionalisti di collusione coi razzisti e gli xenofobi.
Mettiamo, a premessa, in chiaro una cosetta: i gruppi ed i movimenti politici razzisti vanno combattuti, quando necessario bastonati.
Poi, però, c'è un "problemino": come contrastare i crescenti sentimenti razzisti e xenofobi che allignano in mezzo al popolo, soprattutto tra gli strati più disagiati e non garantiti della popolazione italiana?
La risposta a questa domanda dipende da un'altra domanda: qual è la causa principale del dilagare del razzismo? I cosmo-internazionalisti sostengono che alla base ci sia la xenofobia, "intesa proprio come paura dello straniero". Ci sia quindi un fattore costitutivo nell'essere umano, egoistico, tenebroso e irrazionale.
Ammesso e non concesso che questo fattore esista, è sbagliato considerarlo il fattore fondamentale. Esso, semmai, sta sullo sfondo. La causa oggettiva del dilagare di sentimenti razzisti è che assistiamo ad un'ondata migratoria dal Sud del mondo senza precedenti. Un'ondata che il sistema neoliberista non solo tollera e auspica —come diceva Marx per aumentare le già nutrite fila dell'esercito industriale di riserva allo scopo di disporre di forza-lavoro a basso costo e di annientare la forza contrattuale ed i diritti dei salariati— la cui pressione il sistema scarica anzitutto sulle aree urbane proletarie, già devastate dalla crisi economica nonché, dal collasso del sistema di welfare e da politiche urbanistiche dissennate.
I cosmo-internazionalisti invertono invece la relazione causa-effetto. Per loro la vera causa del razzismo popolare strisciante o conclamato sarebbe la propaganda dei movimenti politici razzisti e dell'isteria dei mass media. Per loro l'ondata migratoria non sarebbe affatto un problema sociale reale, si tratterebbe invece di una "percezione" fasulla, visto che i flussi in ingresso non sarebbero così enormi e davastanti come si vuole far credere. Il razzismo sarebbe così una sociopatia di massa. Così che, invece di indicare concrete misure politiche, sociali ed economiche, si suggerisce una specie di lavaggio del cervello di massa, una pretesca purificazione della coscienza collettiva.
Torneremo sull'argomento.
Intanto viene utile riportare alcuni dati sulla effettiva consistenza dell'ondata migratoria, in questo caso quella che si rovescia sull'Italia e sull'Europa. I dati sono freschi freschi.
«Tra gennaio e luglio il numero degli ingressi in Ue si attesta a 340mila. Per la prima volta gli arrivi dei migranti nell’Unione europea hanno oltrepassato la soglia dei 100mila in un solo mese. Lo attestano i dati diffusi oggi da Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, che segnalano arrivi di migranti saliti in luglio alla cifra record di 107.500. Più del triplo dello stesso periodo 2014. Così, secondo i dati di Frontex, tra gennaio e luglio il numero degli ingressi in Ue si attesta a 340mila. Nello stesso periodo dello scorso anno la cifra era di 123.500, mentre erano stati 280mila in tutto il 2014. Luglio è il terzo mese consecutivo con cifre record, dopo i 70mila di giugno.
In Italia 20mila sbarchi In Italia gli sbarchi sono stati 20mila, portando il numero complessivo per il 2015 a 90mila: arrivano via Libia e nove su dieci sono eritrei e nigeriani. In Ungheria gli ingressi di migranti sono stati 34.800. «È una situazione d'emergenza per l'Europa che richiede a tutti i 28 Stati di rafforzare il proprio sostegno ai Paesi sottoposti a maggiore pressione», ha dichiarato il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Legger». [Il Sole 24 Ore del 19 agosto 2015]
In sette mesi si sono quindi riversati in Europa occidentale gli stessi abitanti di una città come Bari. Se questa tendenza proseguisse, ad esempio nell'arco di dieci anni, avremmo 3 milioni e mezzo di persone, ovvero più degli abitanti di una metropoli come Madrid. Anche sparpagliandoli, in un continente allo sfascio e con una densità antropica tra le più alte del mondo, si tratta di cifre enormi che avrebbero effetti sociali devastanti, che si farebbero sentire anzitutto sulle aree urbane proletarie, non certo nelle zone "bene".
E' quindi non solo sbagliato ma irresponsabile consolarsi con la barzelletta delle "percezione sbagliata". O forse questa è la sensazione di chi vive ai Parioli, dove certo fa comodo ai benestanti avere schiavi a servizio che per tirare a campare si accontentano di quattro soldi, tanto poi alloggiano nei degradati quartieri di periferia dando il loro contributo allo sfascio sociale.
Procediamo ora con altri dati, quelli sui profughi o cosiddetti tali —sopra abbiamo visto che la maggioranza dei migranti che sbarcano in Italia provengono da Nigeria ed Eritrea: non ci risulta si tratti di valorosi oppositori democratici tantomeno rivoluzionari.
«Da Bruxelles viene fatto rilevare che le richieste arrivate nella prima metà dell'anno corrispondono ai due terzi di quelle di tutto il 2014: oltre 400mila i richiedenti asilo nel semestre 2015 contro i 600mila dei dodici mesi precedenti. La Germania, da parte sua, fa sapere che sono 800 mila i richiedenti asilo attesi per il 2015 in Germania: lo ha detto il ministro dell'Interno Thomans De Maiziere, che presentando i dati ufficiali ha sottolineato che si tratta del doppio di quanto atteso secondo le stime precedenti. Luglio è stato un mese da record, ha spiegato il ministro, rendendo noto che si sono registrate ben 37.500 richieste di asilo. "Il 40 per cento nei primi sei mesi arriva dai Balcani occidentali: questo è inaccettabile", ha aggiunto De Maiziere, rivendicando la necessità di un cambiamento: "Dobbiamo agire diversamente, più velocemente, e più pragmaticamente"». [la Repubblica del 19 agosto]
Quindi solo la Germania, per l'anno prossimo, si attende 800 mila richiesta di asilo. Solo di "rifugiati" la Germania crescerebbe dell'equivalente di due grandi città come Bonn e Hannover.
Alla faccia che... "è solo un problema di percezione" e che la questione della sostenibilità sarebbe un argomento razzista.
Puntate precedenti della saga:
Puntate precedenti della saga:
«ACCOGLIAMOLI TUTTI!» di Aurelio Fabiani
«ACCOGLIAMOLI TUTTI 4» - COSA NE PENSAVA MARX, COSE DOVREMMO DIRE OGGI E FARE NOI DOMANI di Mauro Pasquinelli
7 commenti:
Riporto qui l'articolo che avevo scritto sul mio blog alcuni mesi fa, sperando che possa risultare utile al dibattito:
"Di fronte alle dimensioni crescenti delle tragiche morti nel mediterraneo, penso che dovremmo farci l'unica domanda che possa avere un senso:
"Può l'umanità intera che si è organizzata in società civile in tutto il mondo, fare a meno dell'Africa e di tante altre zone meno fortunate? "
Questo mi pare il limite dell'approccio che anche le persone di buona volontà manifestano, pensare di risolvere il problema dei migranti africani o provenienti da altre parti del mondo accogliendo coloro che ce la fanno a giungere sino a noi, tralasciando il vero problema, la situazione dei luoghi di provenienza di queste persone. A mio parere, si tratta di un approccio errato per una serie di ragioni...
In primis, è errato perchè non si tratta più di una dimensione marginale, stiamo parlando di migliaia di migranti al giorno, che rischiano così di superare le quattrocento mila unità l'anno. La verità è che la forme di convivenza sociale che abbaimo scelto e che comunque vigono in Europa non consentono di accogliere tante nuove persone.
Una seconda ragione è che si tratta di una soluzione che si applica nella fase terminale del fenomeno, cioè a partire dai barconi già salpati dal nord africa. Di tutti coloro che non ce l'hanno fatta a giungere al quel punto, perchè rimasti sulla costa nordafricana, o perchè morti o tornati indietro lungo il tragitto, o di quelli che sono talmente privi di risorse economiche anche soltanto per tentare e rimangono in mezzo alla fame ed alle guerre, ce ne freghiamo, applichiamo un approccio in fondo ipocrita, che si occupa solo di ciò che non può far fingere di non vedere, ma ignora quanto succede ma non in maniera altrettanto clamorosa. Insomma, come coloro che lamnetano la mancanza del filtro libico ai tempi di Gheddafi, facendo finta di non sapere che la maggior parte dei filtrati moriva in modi terribili.
Una terza ragione è che questo approccio asseconda il piano di rapina dell'Africa da parte dei rapaci potenti del mondo. L'Africa diventa così il luogo senza legge, in cui chi ha mezzi economici adeguati, può andare a fare ciò che gli pare, sfruttare le miniere, produrre derrate alimentari da esportare nei paesi ricchi, forse fare esperimenti biomedici su gente inerme, e così via dicendo.
Se queste ragioni appaiono fondate, allora significa che tutti, sia buonisti che xenofobi, assecondano un piano per cui l'Africa viene sottratta agli africani e regalata a pochi potenti come se fosse cosa loro, e una parte anche piccola dei costi di questa rapina, in massima parte a carico degli africani, viene scaricata sulla gente comune, affinchè si perfezioni il piano di crescente proletarizzazione dell'umanità per il progetto criminale di pochi dementi che malgrado la loro demenza comandano in tutto il mondo.
Ritorno pertanto alla domanda iniziale, è questo che vogliamo, salvare una piccola percentuale degli africani, permettendo ai nostri padroni di impossessarsi dell'Africa compiendo un genocidio che farebbe impallidire tutti gli esempi storici precedenti?
Se come spero la risposta è negativa, allora, bisogna che la comunità internazionale sotto l'egida dell'ONU riprenda possesso dell'Africa estirpando tutte le schifezze che l'occidente vi ha scaricato soprattutto negli ultimi decenni e la riconsegni agli africani.
Se non riusciamo in questa impresa, allora è inevitabile che un tragico egoismo nazionale prevalga, ogni popolo non potrà che pensare a salvare sè stesso, questa diventa l'unica forma di difesa possibile dal piano criminale che ho tratteggiato."
Non immaginavo che il mio commento potesse suscitare un interesse tale da dedicargli addirittura un articolo! A parte la sorpresa e tralasciando gli epiteti che mi affibbiate, ingiuriosi per chi come me si considera comunista, i numeri che riportate, ammesso siano corretti, registrano solo un trend, giustificato dal caos mediorientale, ma non dimostrano un bel niente.
Siete voi ad aggiungere il giudizio di valore (politico) ai numeri, affermando che sarebbero troppi. Troppi per chi? Quale numero sarebbe secondo voi “sopportabile” per un paese come il nostro? Come si misura? E poi voi cosa proponete come alternativa all'accoglienza? Quelli che arrivano, mica hanno chiesto il permesso. Sono sbarcati, quindi che ora che facciamo? Li rispediamo indietro e che se la sbrighino i paesi di provenienza? La soluzione sarebbe quindi scaricare il problema su altri paesi.
Fermare le migrazioni, come proponete voi, senza risolvere i problemi che le causano, è pura utopia. Tanto che nessun paese ci è mai riuscito. Gli Stati Uniti hanno costruito un muro lungo il confine messicano eppure negli stati confinanti i clandestini sono decine di migliaia, tanto che non ricordo male, tempo addietro, Obama propose una legalizzazione di massa.
L'accoglienza al contrario, è il minimo che possa fare un paese che vuole considerarsi civile. Non è uno slogan, ed è relativamente facile da organizzare, basta la volontà e l'impegno. Non risolve certo il problema, ma come disse Arrigoni: restiamo umani. Correr dietro alla xenofobia, all'intolleranza e al razzismo fascio-leghista non è la risposta giusta da dare e non renderà certo questo mondo migliore.
Anonimo delle 20.34 abiti in valle d'aosta?
Vorrei portare la mia umile testimonianza.
Non ho dati sottomano ma i miei occhi vedono questa realtà:
Sono un ex operaio, disoccupato da 5 anni e abito in veneto.
Sono iscritto a tutte le agenzie interinali del circondario
ma nessuna mi considera. Se porto il curriculum
in una fabbrica, per bene che vada mi fanno chiamare
dall'agenzia interinale che poi... non mi considera.
Se cerco su internet o apro un giornale leggo...
< cercasi operaio - riferimento agenzia interinale >.
L'ultima fabbrica in cui ho lavorato era composta
per il 10% da italiani 50% indiani del pungjab
20 % senegalesi 20% est europa o ex jugoslavia.
Non mi vogliono nemmeno per la vendemmia; solo
una volta mi hanno preso ed ero l'unico italiano
tra indiani rumeni e albanesi.
Nei distributori di benzina solo indiani o marocchini.
Le badanti sono dell'est. addetti alle pulizie sono dell'est.
Anche negli ospedali ci sono molti infermieri e medici stranieri.
sfalcio erba... indiani, lavapiatti a jesolo... indonesiani.
I discount alimentari sono affollatissimi di allegre famigliole
indiane e africane che fanno la spesa con numerosa prole al seguito.
Io figli non ne ho e non voglio averne... figuriamoci...
costretto come sono a stare in casa per non spendere più
di 30 euro la settimana...
Ma la cosa più devastante è l'incomprensione
dei pensionati o di chi un lavoro ancora ce l'ha,
perchè qui in veneto resiste ancora un luogo
comune secondo cui il disoccupato sarebbe la causa
del suo male in quanto non avrebbe voglia di lavorare.
Mia madre mi tormenta ogni giorno perchè
non sono capace di trovarmi un lavoro; pensa di stare negli anni'60.
Ditemi voi se questo non è un incubo perfetto.
Capisco che molti imprenditori siano in difficoltà per la crisi
ma la mia sensazione è che loro disprezzano ideologicamente
il lavoratore italiano perchè aveva conquistato alcune libertà
ed ora hanno trovato il modo di sostituirci e farci tacere.
Mi ricordo com'era bello il mio veneto di 30 anni fa
e mi chiedo: ho fatto il servizio militare, mio bisnonno
ha combattuto sul piave, è giusta questa discriminazione
verso un figlio del veneto che ha le sue radici nel veneto
che conosce e ama il veneto? ancora un pò e ti odierò... veneto.
Imprenditore veneto, sei ancora sicuro di avere una funzione
sociale? oppure la tua funzione è di portare la divisione,
la disintegrazione della nostra società per farti i tuoi affari
e poi dare la colpa ai comunisti che poverini non esistono neanche più?
Dove siete politici che avreste dovuto difendere il popolo italiano
da questa devastazione promulgando leggi a difesa degli italiani.
Dove sei lega che hai governato l'italia 10 anni e il veneto per 15 anni?
Dove sei governo italiano degli italiani?
a chi dobbiamo implorare aiuto, al governo indiano o quello senegalese?
L'immigrazione si ferma solo in un modo, con le leggi,
GARANTENDO AI NATIVI DIRITTI SUPERIORI ai forestieri,
cosicchè posso soccorrerti ma non mi fotti il lavoro e la casa.
è chiaro? e se tu governo italiano non hai la volontà di fare questo
devi essere spazzato via, con il voto naturalmente...
é chiaro abitante della valle d'aosta?
Prima un articolo che mi è parso alquanto interlocutorio di Moreno (cui ne seguirà un altro da me molto atteso data la profonda stima che ho nella sua lucida intelligenza, preparazione e saldezza teorica, onestà intellettuale e morale; poi il trafiletto di Fabiani commentato dalla redazione in modo a mio parere decisamente tendenzioso e caricaturale; poi gli accenni di Mauro alle tesi di Marx sulla questione irlandese e (fra l’ altro) alcune tendenziali conseguenze negative dell’ immigrazione irlandese nella “metropoli imperialistica britannica”, come si direbbe oggi; considerazioni relative a una situazione enormemente differente dall’ attuale, se non altro per il fatto che non si trattava dell’ attraversamento illegale di confini chiusi fra stati diversi bensì di una migrazione legale e per così dire “intrastatuale”; ma soprattutto considerazioni pure a mio avviso interpretate alquanto tendenziosamente: sono in vacanza e non posso documentarmi, ma non credo proprio che Marx fosse per una regolamentazione o limitazione forzosa di questo flusso migratorio ma casomai per l’ indipendenza irlandese e l’ emancipazione dell’ isola dall’ imperialismo britannico e inoltre e al tempo stesso per il superamento delle “contraddizioni in seno al popolo” fra proletari inglesi e irlandesi e la lotta comune contro il capitalismo britannico.
Poi la pubblicazione di altri interventi di vari compagni (me compreso) interpretati per lo più (ma devo dire non nel mio caso) da commenti redazionali pure a mio avviso alquanto tendenziosi.
Ho la netta impressione che il gruppo dirigente del movimento stia cercando di “traghettare” il più integralmente possibile una base militante ritenuta o temuta almeno in buona parte alquanto recalcitrante verso una posizione di sostanziale chiusura, limitazione e inevitabilmente repressione della crescente immigrazione illegale in Italia e in Europa.
Decisamente strumentale mi sembra la pretesa di appiattire le posizioni dissidenti nella discussione, oltre che su un presunto “moralismo cattolicheggiante”, soprattutto su quella del PD, che a mio avviso in perfetta malafede millanta falsamente un atteggiamento di presunta “accoglienza” mentre in realtà non fa nulla per opporsi alle posizioni decisamente “salviniane” dei governi dei maggiori paesi europei e dell’ UE, straparla ipocritamente di “scafisti” e “trafficanti di uomini” (SIC!) secondo la miserabile mistificazione ideologica corrente (rivolta soprattutto alle masse democratiche e di sinistra) e prepara gravi misure violentemente repressive nominalmente contro costoro, ma di fatto dirette a impedire a chi ne ha un disperato bisogno e lo cerca come può di trovare scampo dalla miseria e dalle persecuzioni omicide imposte al proprio paese dall’ imperialismo occidentale.
(continua)
G. B.
(continuazione)
Concordo con voi che oggettivamente l’ immigrazione odierna è difficilissimamente “sostenibile” e foriera di drammatiche difficoltà per le masse popolari dell’ Occidente.
Ma non credo che facili (relativamente) scorciatoie tolleranti verso la marea montante del razzismo reazionario ci permetterebbero di superare le enormi difficoltà politiche che si prospettano davanti a noi.
La situazione attuale della lotta di classe a livello mondiale è TREMENDA, paragonabile a quella del 1942, prima di Stalingrado, se non peggio; e con scarsissimi barlumi di speranza nell’ immediato futuro!).
Lo strapotere dell’ imperialismo (fra l’ altro) devasta quasi tutta l’ Africa e buona parte dell’ Asia, depredate delle loro risorse naturali e della loro indipendenza da satrapi sanguinari installati da USA – Europa – NATO ecc. e martirizzate da guerre e genocidi puri imposti dalle “nostre” classi dirigenti occidentali (che noi sfruttati di questa parte del mondo non siamo riusciti a fermare, e per questo credo che abbiamo pure un qualche “debito morale e politico” verso le popolazioni di quei paesi).
Voi temete l’ ulteriore peggioramento della già pesantemente deteriorate condizioni delle classi popolari dell’ Occidente in seguito –per dirlo grossolanamente in due parole- all’ incremento dell’ esercito industriale di riserva inevitabilmente conseguente l’ immigrazione; e di conseguenza temete una pericolosissima involuzione reazionaria e razzista delle masse lavoratrici dei nostri paesi.
Concordo assolutamente con questi timori.
Ma credo che le terribili condizioni attuali della lotta di classe vadano guardate in faccia senza timori e senza consolanti illusioni.
La storia passa spesso per decisamente drammatiche “strettoie oggettive” (essendone “levatrice la violenza”!), che vanno affrontate a viso aperto, per poter sperare di superarle.
(continua)
G. B.
(continuazione)
L’ umanità è oggi in grandissima parte sprofondata nella più tragica miseria e nella violenza genocida (e se si pretende di edulcorare la situazione non si va da nessuna parte). Ciò provoca fra l’ altro l’ emigrazione illegale di massa verso l’ Occidente.
A sua volta questa tende a provocare un drammatico immiserimento delle masse popolari dei nostri paesi (compresi i ceti medi o che furono tali) : il “disordine sotto i cieli (anche) occidentali” cresce vertiginosamente; ma questo non può certamente indurci” all’ ottimismo che a suo tempo Mao manifestò in proposito, dal momento che determina il serissimo pericolo di pericolosissime involuzioni reazionarie, per lo meno a breve – medio termine.
La marea montante del razzismo ne è un’ evidente sintomo, un elemento costitutivo e allo stesso tempo un potente fattore propulsivo.
Ma credo che assecondarla con la pretesa di smorzarla sia, oltre che eticamente inaccettabile, anche politicamente inefficace e perdente, che conduca invece inevitabilmente soltanto ad un suo ulteriore rafforzamento: venendo incontro, sia pure in parte, criticamente, fra mille sottili distinguo teorici, alle mene della Lega, dei Fratelli d’ Italia e di Casa Pound non se ne indebolisce ma invece se ne rafforza la presa e la capacità di convinzione sulle masse popolari fortemente disorientate e succubi alle ideologie dominanti.
Far capire agli sfruttati “nostrani”, dopo decenni di “grasso riformismo”, che comunque inevitabilmente l’ immediato e medio futuro richiederà anche a loro sacrifici terribili e lotte durissime per potere sperare di “vedere la luce i fondo al tunnel”, portarle alla consapevolezza di quali sono i loro veri nemici (mortali!) e quali i loro potenziali alleati (stranieri), e nel contempo cercare di favorire un analogo sviluppo di un’ adeguata coscienza di classe socialista in questi ultimi è certamente molto, molto più difficile: un’ impresa QUASI disperata!
Ma credo che questa sia l’ unica strada (quanto mai stretta, accidentata ed impervia) che possa (forse!) condurre al superamento della pessima condizione presente.
Le altre meno ardue e oggi più facilmente accettabili dalle masse popolari occidentali, essendo più “corporative”, basate sul particolaristico se non addirittura individualistico ritaglio di qualche limitato elemento di minor disagio e miseria per se stessi al prezzo di inenarrabili condizioni di rovina e letteralmente della morte di enormi moltitudini di altri sfruttati ancor meno fortunati, non possono che impedirne il difficilissimo ma necessario sviluppo di un’ adeguata coscienza di classe e il favorirne precipitare in un’ ancor più disastrosa condizione di subalternità soggettiva verso le classi dominanti.
Non possono che favorire la barbarie in corso.
Io la vedo così (con molto pessimismo della ragione).
Grazie per l’ attenzione.
Giulio Bonali
SCUSI QUALI SAREBBERO GLI EPITETI?
Forse farebbe bene a rileggere quanto da noi scritto a premessa del suo pistolotto.
Lei chiede: «Troppi per chi? Quale numero sarebbe secondo voi “sopportabile” per un paese come il nostro? Come si misura?»
Provi a leggere con attenzione le nostre argomentazioni:
LAGRANDE IMMMIGRAZIONE NON E' SOSTENIBILE
Uno stato democratico e popolare sovrano, non quello odierno, asservito alle potenze della finanza globale neoliberista, avrebbe il pieno diritto di difendere non solo i suoi confini, ma tutelare gli interessi dei suoi cittadini, dando loro i mezzi per condurre una vita dignitosa. Questo implica diritto al lavoro e reddito adeguato, un limite alle disparità di classe e sociali. Ciò non è possibile restando nella gabbia del capitalismo-casinò. Uno Stato sovrano può e deve porre dei controlli al movimento dei capitali e delle merci, in entrata ed in uscita. Deve potere pianificare o quantomeno programmare l'economia, quindi anche la forza-lavoro di cui ha bisogno. Non c'è nulla di antidemocratico né di utopistico nello stabilire quote ai flussi migratori, sia in entrata che in uscita.
Uno Stato che non faccia ciò, non sarebbe uno Stato, ma solo una zona franca del mercato mondiale, quindi sottoposta alle scorribande delle potenze economico-finanziarie interessate a depredare il paese.
Uno Stato sovrano può e deve avare la facoltà di accogliere o non accogliere non in base ad astratti principi etici, ma in base agli interessi del popolo lavoratore.
Uno Stato sovrano può e deve stabilire in base a quali criteri consegnare lo status di rifugiato —di sicuro la maggioranza di quelli che vengono in Italia, nigeriani e eritrei, non sono certo oppositori politici. E comunque non dovrebbe consegnare questo status erga omnes, ad esempio anche a spie, militanti o associati a movimenti reazionari.
Uno Stato sovrano può e deve stabilire dei criteri in base ai quali consegnare lo status di cittadino a residenti stranieri.
Uno Stato simile potrebbe e dovrebbe rimpatriare chi sia entrato nel Paese senza il consenso dell'autorità.
Rovesciamo il ragionamento: correr dietro all'ideologia anarco-globalista o cosmo-internazionalista per cui non devono essere posti limiti all'immigrazione di massa significa spianare un'autostrada alla xenofobia e all'intolleranza.
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