17 ottobre. Oggi si è svolto a Terni, ad un mese e mezzo dall’inizio della lotta degli operai, lo sciopero generale contro i licenziamenti di massa decisi dalla ThyssenKrupp. Si attendeva con ansia quanto grande sarebbe stata la risposta della città.
Essa è giunta, ed è stata grandiosa, impressionante, a tratti emozionante, come quando, tra l’immensa folla che abbracciava il corteo, potevi vedere donne e uomini in lacrime.
Tutta Terni è scesa in strada, stretta, come un sol uomo, attorno alle maestranze Ast, noi della Marcia della Dignità eravamo con loro, in testa al corteo.
Tutti gli esercizi commerciali sono rimasti chiusi, affiggendo cartelli e striscioni in solidarietà con i lavoratori.Ma non solo Terni.
Sono venuti da tutta l'Umbria, la regione si è mobilitati in solidarietà ai lavoratori Ast.
Tantissimi i giovani e gli studenti, un rappresentante dei quali, dal palco, ha svergognato il governo Renzi, suddito della Germania, chiedendo l'estensione dell'articolo 18 a tutti i lavoratori, nessuno escluso e la nazionalizzazione dell'Ast. L'intervento più applaudito!
Una rabbia vera, sana, si respirava lungo tutto il percorso, esplosa nelle contestazioni, che abbiamo subito condiviso, ai sindacati, complici dell'azienda.
Si urlava "Complici! Buffoni! Vergognatevi! Andatevene!", tra fischi e pernacchie.
Ora nessuno ha più alcun alibi.
Non ce l’ha il governo, non ce l’hanno i partiti e le istituzioni locali, non ce l’hanno i sindacati e la loro Rsu, non ce l’hanno nemmeno gli operai dell’acciaieria. E’ proprio a questi ultimi, anzitutto a quelli che in queste settimane hanno dato vita alle forme di lotta più dure ed improvvise, che ci rivolgiamo.
Quello che dovevamo infatti dire a governo, istituzioni e sindacati l’abbiamo detto oggi in piazza, unendoci alla generale contestazione.
E qui sta il punto.
Brontolare, contestare e fischiare, non basta più.
Tutti sanno tutto.
Tutti sanno che la ThyssenKrupp alla fine chiuderà l’impianto condannando a morte Ternii; tutti sanno che il governo Renzi se ne laverà le mani per non avere problemi con la Merkel; tutti sanno che politici e istituzioni locali sono dei venduti; tutti sanno che alla fine i sindacati chineranno il capo.
Brontolare, contestare e fischiare non basta più.
Cos’è che occorre fare allora? Se davvero gli operai dell’Ast vogliono salvare posti di lavoro e impianti, devono smetterla di sperare nella Divina provvidenza, di credere alle promesse di governo e politicanti, di fidarsi di sindacati complici della multinazionale.
L'obiettivo è nazionalizzare l'Ast, e per farlo occorre che gli operai si organizzino in un comitato di lotta indipendente.
* Fonte: Marcia della Dignità
Essa è giunta, ed è stata grandiosa, impressionante, a tratti emozionante, come quando, tra l’immensa folla che abbracciava il corteo, potevi vedere donne e uomini in lacrime.
Tutta Terni è scesa in strada, stretta, come un sol uomo, attorno alle maestranze Ast, noi della Marcia della Dignità eravamo con loro, in testa al corteo.
Tutti gli esercizi commerciali sono rimasti chiusi, affiggendo cartelli e striscioni in solidarietà con i lavoratori.Ma non solo Terni.
Sono venuti da tutta l'Umbria, la regione si è mobilitati in solidarietà ai lavoratori Ast.
Tantissimi i giovani e gli studenti, un rappresentante dei quali, dal palco, ha svergognato il governo Renzi, suddito della Germania, chiedendo l'estensione dell'articolo 18 a tutti i lavoratori, nessuno escluso e la nazionalizzazione dell'Ast. L'intervento più applaudito!
Una rabbia vera, sana, si respirava lungo tutto il percorso, esplosa nelle contestazioni, che abbiamo subito condiviso, ai sindacati, complici dell'azienda.
Si urlava "Complici! Buffoni! Vergognatevi! Andatevene!", tra fischi e pernacchie.
Ora nessuno ha più alcun alibi.
Non ce l’ha il governo, non ce l’hanno i partiti e le istituzioni locali, non ce l’hanno i sindacati e la loro Rsu, non ce l’hanno nemmeno gli operai dell’acciaieria. E’ proprio a questi ultimi, anzitutto a quelli che in queste settimane hanno dato vita alle forme di lotta più dure ed improvvise, che ci rivolgiamo.
Quello che dovevamo infatti dire a governo, istituzioni e sindacati l’abbiamo detto oggi in piazza, unendoci alla generale contestazione.
E qui sta il punto.
Brontolare, contestare e fischiare, non basta più.
Tutti sanno tutto.
Tutti sanno che la ThyssenKrupp alla fine chiuderà l’impianto condannando a morte Ternii; tutti sanno che il governo Renzi se ne laverà le mani per non avere problemi con la Merkel; tutti sanno che politici e istituzioni locali sono dei venduti; tutti sanno che alla fine i sindacati chineranno il capo.
Brontolare, contestare e fischiare non basta più.
Cos’è che occorre fare allora? Se davvero gli operai dell’Ast vogliono salvare posti di lavoro e impianti, devono smetterla di sperare nella Divina provvidenza, di credere alle promesse di governo e politicanti, di fidarsi di sindacati complici della multinazionale.
L'obiettivo è nazionalizzare l'Ast, e per farlo occorre che gli operai si organizzino in un comitato di lotta indipendente.
* Fonte: Marcia della Dignità
2 commenti:
Grazie.
Riccardo.
autogestione operaia delle lotte, la sola arma vincente!
Posta un commento