7 ottobre. Ieri Piemme (L'Unione europea verso la rottura?), interpretando le fibrillazioni tra euro-rigoristi del trio Merkel-Junker-Draghi) ed euro-flessibilisti, capeggiati da Hollande (che ha alle calcagna la Le Pen) e da Renzi, scriveva che si tratta di uno scontro che avrà delle conseguenze molto serie sulle sorti dell'Unione monetaria e concludeva:
«Non riesco a vedere quale possa essere una linea di compromesso tra queste opposte ragioni o, più precisamente, tra questi opposti interessi. L'Unione, in base all'adagio, Ognuno per sé Dio per tutti, procede verso il proprio disfacimento. In altre parole gli Stati nazionali, invece di dissolversi, sono spinti, se non costretti, a riprendersi le quote di sovranità politica che avevano devoluto agli organismi oligarchici europei, ovvero a divincolarsi dalla sudditanza all'egemone Germania».
Dello stesso avviso sembra essere Stefano Fassina. In un denso articolo, di cui consigliamo la lettura, smonta la Finanziaria di Renzi a Padoan, affermando che essa, malgrado implichi, causa sforamenti, la "rottamazione del Fiscal compact, è sostanzialmente prigioniera del paradigma liberista.Non entriamo nei dettagli di questa critica.
Ci pare doveroso segnalare quanto affermi rispetto al destino della moneta unica:
«Per superare la rassegnazione e cambiare agenda, avremmo dovuto impostare in modo radicalmente diverso la nostra presidenza dell'Unione europea che arriva alla conclusione senza alcun risultato politico significativo. Oramai, è evidente che non vi sono in Europa le condizioni politiche, innanzitutto il consenso delle opinioni pubbliche, per fare le correzioni di rotta necessarie alla sopravvivenza della moneta unica. Sono diventati stucchevoli gli appelli al "dover essere" dell'Unione europea di fronte al Paese leader indisponibile a portare avanti con lungimiranza il suo interesse nazionale.
Certo, anche una manovra di finanza pubblica coraggiosa non avrebbe evitato di fare i conti con l'insostenibilità dell'euro, dato il quadro politico dell'euro-zona. Avrebbe però evitato un ulteriore peggioramento delle nostre condizioni sociali, economiche e democratiche e avrebbe "comprato" tempo per provare a costruire il superamento cooperativo dell'euro. Purtroppo, l'unica alternativa alla strada sulla quale siamo inerzialmente incamminati: la dis-integrazione caotica della moneta unica».Un'analisi lucida, una previsione realistica, che la dice lunga su quel che bolle nella pentola non solo del Pd ma tra le teste d'uovo del Palazzo.
Chissà se certa sinistra-sinistrata-eropeista col tabù della sovranità nazionale (non parliamo solo del mondo Lista Tsipras ma pure di certe sette "internazionaliste"), sorda ai nostri ragionamenti, deciderà finalmente di aprire gli occhi.
Ah! Non chiedeteci che ci faceva Fassina nel governo Letta.
5 commenti:
Hanno già fatto marcia indietro in attesa di tempi migliori.
Riccardo.
Marcia indietro
Certo, non vogliono abbandonare il progetto eurista. Certo, immaginano una ritirata tattica sperando che in futuro l'Unione possa riprendere la sua marcia ...
Ma intanto il fatto è che il fronte unionista sta andando in pezzi. E questo è un fenomeno con cui fare i conti.
Meglio o peggio che il fronte avversario vada in pezzi?
Meglio!
Ed è commovente vedere il ragionier Landini evocare di nuovo il conflitto sociale. Quando licenziavano solo me no, eh Maurì? Andava tutto bene! Che i sindacalisti siano tipi loschi mi è sempre stato chiaro pur non avendoli mai incontrati.
Andrà fino in fondo o si ritirerà in buon ordine?
Nulla di Nuovo ,qualcuno si sta già parando il Culo in caso di uscita dal'euro .La cosa peggiore però Sara' che c'è li troveremmo comunque tra i piedi .la stupidità della Gente e tale che non cambia Mai.
Fassina è un attivo collaboratore della dittatura in essere, ha iniziato a prenotarsi il saggio semmai il suo progetto subisca un arresto relativamente momentaneo
potreanno ancora per qualche tempo prendere per il culo la gente con l'idea che qualcuno dei parlamentari non ha fatto l'interesse dei dominanti
quando molti capiranno di essere caduti in schiavitù grazie sopratutto ai Fassina di turno saremo in pieno e liberatorio delirio nazionalista
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