La prima pagina del Secolo XIX del 30 dicembre 2001 |
Ecco l'ennesima stangata: il Ddl «stabilità»
di Leonardo Mazzei
di Leonardo Mazzei
Il "tecnico" Monti si dimostra un "fine politico", ovvero un bugiardo di prima cartella. In ben tre occasioni aveva assicurato che dopo il "Salva Italia" non ci sarebbero state più "manovre". Ve le rammentiamo: il 30 dicembre 2011, il 20 febbraio 2012 e poi il 20 luglio. Il bello è che la ripetuto ieri,19 ottobre, a Bruxelles in occasione del Vertice europeo: «Non prevediamo una manovra aggiuntiva. Se la congiuntura peggiora il disavanzo nominale peggiorera' un po' ma non quello in termini strutturali, e quindi non c'e' ragione per una manovra aggiuntiva" e non ci sara' "alcuna deviazione dagli obiettivi di bilancio». E' proprio il caso di toccare ferro. Lupus infabula.
Hanno negato di aver fatto una nuova manovra. Ma ormai tutti hanno compreso che si tratta soltanto dell'ennesima menzogna del governo Monti. Una menzogna da 13 miliardi di euro, giusto per non perdere l'abitudine. La manovra toccherà, e pesantemente, milioni di famiglie. Le stesse già tartassate da questo governo come da quello precedente.
Per nascondere questa verità hanno fatto il giochetto sull'Irpef, una finta restituzione, nel migliore dei casi più che compensata dall'aumento dell'IVA e dal taglio delle deduzioni e delle detrazioni fiscali, nel peggiore (quello dei redditi sotto i 15mila euro) un'autentica presa in giro, dato che per questa fascia più povera ci sarà solo da pagare l'incremento dell'IVA senza alcuna contropartita.
Il «governo dei professori» continua così la sua rapina ai danni del popolo lavoratore. Questa volta il furto è articolato e sminuzzato in mille provvedimenti, in modo da renderlo meno evidente. Ma i rapinatori hanno lasciato ugualmente ampie tracce del loro passaggio. Il parlamento modificherà alcune delle norme approvate? Probabilmente sì, ma solo i dettagli, lasciando inalterato il senso complessivo della manovra. Nel centrosinistra, Vendola si vanta di aver imposto al Pd di andare oltre l'«agenda Monti», un «oltrismo» volto ad un indefinito futuro che non può certo cancellare un presente nel quale il Pd dà pieno sostegno politico e parlamentare al governo Monti. E gli atti del governo, inutile dirlo, contano assai più della cosiddetta «agenda».
I cardini della Legge di stabilità sono sostanzialmente due: 1. i nuovi tagli, 2. l'insieme delle misure fiscali. I tagli colpiscono i soliti settori: i lavoratori pubblici, la sanità, la scuola. Ai lavoratori pubblici si tagliano ancor di più i salari, mentre si buttano fuori dalla scuola migliaia di precari. In quanto alla spesa sanitaria, si riduce di un altro miliardo di euro, come se non fosse già stata falcidiata con i tagli degli ultimi anni.
Ma è sul fisco che il governo ha dato il meglio di se. L'aumento dell'IVA, che si diceva di voler impedire, scatterà di un punto il primo luglio del 2013. Come se non bastasse, con il taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali, grazie sopratutto alla cosiddetta «franchigia» di 250 euro, lo stato aumenterà di un importo equivalente le tasse per milioni di famiglie, da chi ha da pagare un mutuo, a chi ha i figli all'università, ma la casistica è vastissima.
Al momento della stesura finale del Ddl da consegnare al parlamento c'è stata qualche marcia indietro. Il governo ha infatti rinunciato a due misure annunciate nei giorni scorsi: la tassazione delle pensioni di invalidità e delle indennità di accompagnamento, il taglio dei permessi previsti dalla legge 104 per l'assistenza ai disabili. Ma nessuno si illuda. E' questa una tecnica ormai consolidata. Si annuncia di tutto e di più, per poi «rinunciare» a qualcosa, fingendo così di avere una qualche sensibilità sociale. Intanto si è posto l'obiettivo, e il momentaneo passo indietro servirà soltanto a prendere meglio la rincorsa per la prossima manovra, di certo non troppo lontana nel tempo.
Quel che non può sfuggire a nessuno è l'accanimento con le fasce popolari. Abbiamo già visto che chi sta sotto i 15mila euro di reddito avrà solo aggravi fiscali, ma verrà colpito (190 euro di maggior tassazione) chi paga un mutuo per la casa, mentre aumenteranno sensibilmente le tasse sulla liquidazione, un'ennesima misura volta a costringere i lavoratori a versarla nei fondi pensione integrativi. Non parliamo poi dei lavoratori pubblici: per il blocco dei contratti (e dunque il mancato recupero dell'inflazione) a fine 2014, secondo stime della Cgil, avranno cumulato una perdita media di 240 euro al mese.
Di fronte a questa rapina permanente, cosa dice il teatrino della politica? Praticamente niente. Pdl e Pd dicono sì di non essere d'accordo - le elezioni si avvicinano e non potrebbero fare altrimenti - ma senza il loro voto verrebbe bocciata non solo la manovra, ma anche il governo che l'ha proposta. Ed è ovvio che questo non vogliono e non possono farlo. Prepariamoci dunque a lunghe sceneggiate, a qualche tira e molla nelle aule parlamentari, ma ben sapendo che non potrà di certo cambiare la direzione di marcia intrapresa.
Intrapresa non da oggi, ma da anni. E diventata «vangelo» con il governo Monti.
E' questo il nocciolo della questione. Serve a ben poco dibattere questo o quel provvedimento, se non si mette in discussione tutto l'impianto. E, prima ancora, se non si ribaltano le premesse da cui tutto nasce: la subordinazione all'Unione europea, la folle idea della «irreversibilità» dell'euro, l'accettazione del peso di un debito pubblico sempre più insostenibile, l'adesione ai dogmi liberisti e mercatisti.
Ragionare su questa ennesima stangata - altro che «non manovra» - a questo serve: a capire la spirale in cui ci stanno avvolgendo. Una dinamica greca, certo con ritmi e modalità italiane, ma pur sempre senza uno sbocco che non sia quello di sofferenze sempre più pesanti per il popolo lavoratore. La «cura» applicata dal governo ha un solo ed unico obiettivo: garantire i potentati finanziari che il debito verrà onorato, pagare le cedole e tirare avanti.
Anche la Legge di stabilità ce lo conferma. La «cura» che dovrebbe guarire il malato deprime ancor di più l'economia, e nuove manovre si imporranno, anche a voler prescindere dall'applicazione delle folli regole del Fiscal Compact. Una spirale infinita, che potrà essere spezzata solo da una rottura rivoluzionaria, unica alternativa ad un'agonia senza fine.
Per nascondere questa verità hanno fatto il giochetto sull'Irpef, una finta restituzione, nel migliore dei casi più che compensata dall'aumento dell'IVA e dal taglio delle deduzioni e delle detrazioni fiscali, nel peggiore (quello dei redditi sotto i 15mila euro) un'autentica presa in giro, dato che per questa fascia più povera ci sarà solo da pagare l'incremento dell'IVA senza alcuna contropartita.
Il «governo dei professori» continua così la sua rapina ai danni del popolo lavoratore. Questa volta il furto è articolato e sminuzzato in mille provvedimenti, in modo da renderlo meno evidente. Ma i rapinatori hanno lasciato ugualmente ampie tracce del loro passaggio. Il parlamento modificherà alcune delle norme approvate? Probabilmente sì, ma solo i dettagli, lasciando inalterato il senso complessivo della manovra. Nel centrosinistra, Vendola si vanta di aver imposto al Pd di andare oltre l'«agenda Monti», un «oltrismo» volto ad un indefinito futuro che non può certo cancellare un presente nel quale il Pd dà pieno sostegno politico e parlamentare al governo Monti. E gli atti del governo, inutile dirlo, contano assai più della cosiddetta «agenda».
I cardini della Legge di stabilità sono sostanzialmente due: 1. i nuovi tagli, 2. l'insieme delle misure fiscali. I tagli colpiscono i soliti settori: i lavoratori pubblici, la sanità, la scuola. Ai lavoratori pubblici si tagliano ancor di più i salari, mentre si buttano fuori dalla scuola migliaia di precari. In quanto alla spesa sanitaria, si riduce di un altro miliardo di euro, come se non fosse già stata falcidiata con i tagli degli ultimi anni.
Ma è sul fisco che il governo ha dato il meglio di se. L'aumento dell'IVA, che si diceva di voler impedire, scatterà di un punto il primo luglio del 2013. Come se non bastasse, con il taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali, grazie sopratutto alla cosiddetta «franchigia» di 250 euro, lo stato aumenterà di un importo equivalente le tasse per milioni di famiglie, da chi ha da pagare un mutuo, a chi ha i figli all'università, ma la casistica è vastissima.
Al momento della stesura finale del Ddl da consegnare al parlamento c'è stata qualche marcia indietro. Il governo ha infatti rinunciato a due misure annunciate nei giorni scorsi: la tassazione delle pensioni di invalidità e delle indennità di accompagnamento, il taglio dei permessi previsti dalla legge 104 per l'assistenza ai disabili. Ma nessuno si illuda. E' questa una tecnica ormai consolidata. Si annuncia di tutto e di più, per poi «rinunciare» a qualcosa, fingendo così di avere una qualche sensibilità sociale. Intanto si è posto l'obiettivo, e il momentaneo passo indietro servirà soltanto a prendere meglio la rincorsa per la prossima manovra, di certo non troppo lontana nel tempo.
Quel che non può sfuggire a nessuno è l'accanimento con le fasce popolari. Abbiamo già visto che chi sta sotto i 15mila euro di reddito avrà solo aggravi fiscali, ma verrà colpito (190 euro di maggior tassazione) chi paga un mutuo per la casa, mentre aumenteranno sensibilmente le tasse sulla liquidazione, un'ennesima misura volta a costringere i lavoratori a versarla nei fondi pensione integrativi. Non parliamo poi dei lavoratori pubblici: per il blocco dei contratti (e dunque il mancato recupero dell'inflazione) a fine 2014, secondo stime della Cgil, avranno cumulato una perdita media di 240 euro al mese.
Di fronte a questa rapina permanente, cosa dice il teatrino della politica? Praticamente niente. Pdl e Pd dicono sì di non essere d'accordo - le elezioni si avvicinano e non potrebbero fare altrimenti - ma senza il loro voto verrebbe bocciata non solo la manovra, ma anche il governo che l'ha proposta. Ed è ovvio che questo non vogliono e non possono farlo. Prepariamoci dunque a lunghe sceneggiate, a qualche tira e molla nelle aule parlamentari, ma ben sapendo che non potrà di certo cambiare la direzione di marcia intrapresa.
Intrapresa non da oggi, ma da anni. E diventata «vangelo» con il governo Monti.
E' questo il nocciolo della questione. Serve a ben poco dibattere questo o quel provvedimento, se non si mette in discussione tutto l'impianto. E, prima ancora, se non si ribaltano le premesse da cui tutto nasce: la subordinazione all'Unione europea, la folle idea della «irreversibilità» dell'euro, l'accettazione del peso di un debito pubblico sempre più insostenibile, l'adesione ai dogmi liberisti e mercatisti.
Ragionare su questa ennesima stangata - altro che «non manovra» - a questo serve: a capire la spirale in cui ci stanno avvolgendo. Una dinamica greca, certo con ritmi e modalità italiane, ma pur sempre senza uno sbocco che non sia quello di sofferenze sempre più pesanti per il popolo lavoratore. La «cura» applicata dal governo ha un solo ed unico obiettivo: garantire i potentati finanziari che il debito verrà onorato, pagare le cedole e tirare avanti.
Anche la Legge di stabilità ce lo conferma. La «cura» che dovrebbe guarire il malato deprime ancor di più l'economia, e nuove manovre si imporranno, anche a voler prescindere dall'applicazione delle folli regole del Fiscal Compact. Una spirale infinita, che potrà essere spezzata solo da una rottura rivoluzionaria, unica alternativa ad un'agonia senza fine.
13 commenti:
Anonimo Demetrio dice:
Eppure, nonostante il massacro di classe, un partito che dovrebbe costituire un baluardo difensivo, se non altro con il diniego della sua approvazione, continua ad essere complice e, per di più, gode ancora di una certa fiducia da parte dei massacrati. Il massacratore delegato, intanto, è gradito nei sondaggi per una percentuale incredibile.
Cosa pensare?
Anonimo
C'é la "guerra infinita" e adesso in Italia (e in Europa) abbiamo "la manovra infinita";
Da parte di molti italiani c'é invece "l'ignoranza infinita". Questo è logico pensare, caro Amico che soffri nel constatare nella Gente tanta stupefacente e masochistica perseveranza in "malis opinionibus";
>>> Cosa pensare?
Quel che ho sempre pensato: che la democrazia è una pagliacciata, o meglio un serissimo strumento di potere al servizio della plutocrazia finanziaria.
Il gregge, completamente privo di interessi in campo storico e politico e incline soltanto a essere rassicurato, si limita ad introiettare le goffe mitologie propalate dai media e a votare la faccia, l'immagine, la frase che avverte come più simpatica o meno inquietante.
E quindi in regime di plutocrazia demagogica (V. Pareto) prevale chi ha il denaro per stiupendiare il maggior numero di pennivendoli: dai direttori di giornali e reti televisive agli intellettuali da università o da think-tank sovvenzionato.
"La stampa [...] non serve a diffondere la "libera opinione" ma a fabbricarla [...]. Cos'è la verità? Per la massa è ciò che sente ripetere continuamente [...]. Chi controlla la stampa crea, trasforma, cambia le verità. Bastano tre settimane di lavoro giornalistico e tutto il mondo conosce la "verità". Gli argomenti così diffusi rimarranno inconfutabili finché vi sarà denaro per ripeterli senza interruzione [...]. Ma verranno ripudiati nel momento in cui una più cospicua potenza finanziaria si schieri a favore di argomenti opposti, facendoli circolare con più insistenza" (O. Spengler).
Anonimo 3
Dicono che in guerra non ci sono regole e che, di conseguenza, tutto é lecito per arrivare allo scopo. Perciò è inutile aspettarsi la verità da chi conduce i giochi da una posizione di potere. Il guaio è che non è ben chiaro quale scopo si cerchi di raggiungere quando "La «cura» che dovrebbe guarire il malato deprime ancor di più l'economia, e nuove manovre si imporranno, anche a voler prescindere dall'applicazione delle folli regole del Fiscal Compact". Una "spirale infinita" come questa equivale ad una guerra di classe infinita. Non si vorrà mica arrivre ad un genocidio per caso?
Anonimo Demetrio
"Di fronte a questa rapina permanente quel che non può sfuggire a nessuno è l'accanimento con le fasce popolari". Si tratta effettivamente di una torchiatura incessante ai danni del popolo lavoratore, un qualosa che ha del persecutorio e, poichè viene attuato da parte di chi professa ideologie darwiniste e malthusiane, non può non far venire i più inquietanti sospetti.
Anonimo Geronimo segnala:
Purtroppo non sarebbero sospetti infondati. Consiglierei di andarsi a leggere:
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
Jurriaan Maessen
Fonte: http://explosivereports.com
Link: http://explosivereports.com/2012/10/09/eu-funded-group-outlines-draconian-population-control-scenarios-for-the-next-forty-years/
10.10.2012
Dove si parla dell'Agenda 21 e dei programmi di contenimento demografico nonchè di incentivazione e legalizzazione dei suicidi per i prossimi quarant'anni.
Seconda il mio parare state scrivendo delle sciocchezze.
Il vostro pessimo funereo è ingiustificato. Il popolo proletario dorme non tanto perché la macchina mediatica e dispotica è tanto efficace, ma perché preferisce dormire. Mi spiego meglio: la grande maggioranza vien da un lungo periodo di benessere, ha conosciuto un capitalismo dell'opulenza diffusa. Va bene, adesso sta in crisi. Ma perché non sperare o credere che questa sia solo una recessione momentanea. Perché fare casino? forse è meglio stringere la cinghia e credere a Monti e Bersani che dopo un po', tutto si rimetterà a posto, e ricomincerà la gozzoviglia consumistica.
le cose stanno così: c'è una volontà soggettiva nel voler credere ad una narrazione, e quindi, questa non-volontà di ribellarsi si spiega con l'esiistenza materiale. L'accettare sacrific sperando che la promessa che servano affinché tutto torni come prima sia vera.
Bè... in Grecia di sacrifici ne hanno accettati ben più di noi, i partiti asserviti alla UE sono riusciti lo stesso a vincere le elezioni, i comunisti rimangono all'8% e Alba dorata rimane un movimento di minoranza.
La tua 'volontà soggettiva' è talmente tenace da meritare una spiegazione.
Anonimo SPKS
Il Popolo Proletario non dorme, ma subisce perchè si trova nello sconcerto più totale. E' come se in guerra chi sta nelle trincee venisse sottoposto a un cannoneggiamento continuo e spietato mentre i suoi generali e i suoi ufficiali, dopo aver mentito vilmente, parteggiano per il nemico. Quando i capi tradiscono, l'esercito è come un gigante senza testa. Ora cerca disperatamente un capo, ma se lo dovesse trovare la prima cosa che farebbe sarebbe quella di impalare i traditori, o, quanto meno, li defenestrerebbe.
Anonimo Geremia dice
Descrivere con realismo il quadro cupo della drammatica situazione in cui si trovano le classi "inferiori" (ma anche quelle cosiddette medie) italiane (ed europee) sarebbe dire delle "sciocchezze" ?
Allora: Tout va tres bien, madame la Marquise! Tout va tres bien; tout va tres bien!
Geremia, ma che tutto va bene??!?!! Hai capito fischi per fiaschi. E che contesto la vostra spiegazione come superficiale. Le cose stanno molto peggio di come dite voi, poiché, come penso io, il popolo dorme non perché è ipnotizzato, ma consapevolmente tace e accetta l'austerità, sperando che il capitalismo consumistico abbia solo una piccola influenza e poi si ritorni al tran tran precedente. Il popolo vuole una vita tranquilla, è sostanzialmente conservatore e finché può evita di mandare tutto all'aria. Mi sono spiegato?
Anonimo Geremia
"Il vostro pessimismo funereo è ingiustificato": non l'ho mica scritto io, mi pare. Allora poichè dire morte alla morte significa dire delle sciocchezze, i-r-o-n-i-c-a-m-e-n-t-e, mi sono messo a cantare una filastrocca.
Che il massacratore delegato goda di ampi consensi, nonostante la scure, è significativo di quanto male abbia operato classe politica.
Si, preferiamo essere massacrati da Monti che vedere di nuovo "quelli lì" in poltrona.
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