La svalutazione della lira del 1992 non causò inflazione (clicca per ingrandire) |
Contro lo spauracchio della svalutazione
Da fautori dell'uscita dall'euro e della riconquista della sovranità monetaria (senza la quale è arduo parlare di sovranità politica e di democrazia) siamo intervenuti più volte contro il vero e proprio terrorismo ideologico degli "euristi". Per questi ritorno alla lira significherebbe svalutazione alle stelle e iper-inflazione. Ritorniamo sull'argomento pubblicando un brillante e conciso articolo. Abbiamo solo aggiunto una Tabella (in alto) sull'andamento dell'inflazione dopo la svalutazione della lira del 1992 e l'uscita dallo Sme (Sistema monetario europeo, con cambi praticamente fissi). Come si vede non c'è stato alcun automatismo tra svalutazione e inflazione.
«Ma è proprio dall'andamento dei bond e dai loro differenziali nel periodo pre-euro che possiamo fare una stima (seppure approssimativa) di quanto varrebbero Lira, Dracma, Pesetas, ecc. Prendiamo la Lira italiana, ad esempio. Nel 1996 un Marco tedesco valeva 990 Lire. Nel 1998 quando venne stabilita la parità tra le monete della zona Euro valeva più o meno mille lire, ma a ottobre del 1992 valeva ben 1300 lire. E' probabile che oggi, se si tornasse a monete separate, con un Marco ancor più forte di allora e una Lira leggermente più debole, ci vorrebbero più o meno 2mila lire per fare un Marco».
L'articolo di Wallstreetitalia è scritto con intento sensazionalistico, ma in effetti non dice nulla di nuovo, e genera un equivoco negli italiani.
Il fatto che il marco passerebbe da 1300 a circa 2000 lire (vecchie), significa che la nuova lira si svaluterebbe del 50%, ma in effetti non ha senso, poichè oggi il marco coincide con l'euro, e vale già 1936, 27 lire. La situazione è già così, e gli italiani se ne sono accorti all'indomani dell'introduzione dell'euro, facendo la spesa, o andando al ristorante o acquistando un immobile ecc. Di colpo i prezzi sono raddoppiati o quasi.
Quindi l'articolo non è scritto in modo corretto. Inoltre si fa immaginare al lettore che uscendo dall'euro, gli italiani avrebbero nel portafoglio al posto della moneta da un euro, un banconota con il volto di Marconi. Non è così.
Nel caso di ritorno alla lira, invece della moneta da un euro, ci ritroveremo con una moneta da 1 nuova lira.
Non è pensabile che si ritorni all'unità di conto del passato. Appena introdotta la nuova lira avrebbe il valore di un euro, poi una delle due incomincerebbe a svalutarsi rispetto all'altra. Naturalmente sarebbe la nuova lira a svalutarsi.
Questa analisi l'ha già condotta la banca nipponica Nomura, mesi fa (il cambio €/$ era 1,34):
(clicca per ingrandire) |
Come si vede dallo schema a fianco,
1) l'euro è già il nuovo marco. Infatti si rivaluterebbe dell'1,3%;
2) la nuova lira si svaluterebbe del 27%;
Questa stima è in linea con quanto afferma il prof. di economia Bagnai (Ritorno alla lira, un po' di ottimismo) che prevede una svalutazione del 20-30% in base essenzialmente al differenziale di inflazione Italia-Germania e in base ai fondamentali economici. Secondo il professore, però a regime la svalutazione dovrebbe assestarsi intorno al 20%, grazie alla ripresa economica che si genererebbe automaticamente in Italia a causa della svalutazione stessa.
Quindi in realtà la nuova lira (con valore nominale nel nostro portafoglio = 1) varrebbe 1936 x 1,20 = 2323 vecchie lire contro un marco. Per noi sarebbe sempre 1 lira (come prima era 1 euro), ma ce ne accorgeremo facendo acquisti, perchè un caffè che prima costava 1 euro, dopo costerebbe 1,20 nuove lire. Anche se non è proprio detto sia così, perchè si potrebbero generare delle dinamiche economiche (maggiore competitività del sistema Italia) per cui forse costerebbe meno.
2) la nuova lira si svaluterebbe del 27%;
Questa stima è in linea con quanto afferma il prof. di economia Bagnai (Ritorno alla lira, un po' di ottimismo) che prevede una svalutazione del 20-30% in base essenzialmente al differenziale di inflazione Italia-Germania e in base ai fondamentali economici. Secondo il professore, però a regime la svalutazione dovrebbe assestarsi intorno al 20%, grazie alla ripresa economica che si genererebbe automaticamente in Italia a causa della svalutazione stessa.
Quindi in realtà la nuova lira (con valore nominale nel nostro portafoglio = 1) varrebbe 1936 x 1,20 = 2323 vecchie lire contro un marco. Per noi sarebbe sempre 1 lira (come prima era 1 euro), ma ce ne accorgeremo facendo acquisti, perchè un caffè che prima costava 1 euro, dopo costerebbe 1,20 nuove lire. Anche se non è proprio detto sia così, perchè si potrebbero generare delle dinamiche economiche (maggiore competitività del sistema Italia) per cui forse costerebbe meno.
Terrorismo ideologico di "sinistra |
Anche il prof. Borghi della Cattolica di Milano, sostiene in pratica la stessa cosa di Bagnai, la nuova lira si svaluterebbe del 20% (Italia futuribile). E' una stima più ottimistica della Banca Nomura, ma credo, come già spiegato, non sia lontana dalla realtà. Si consideri che una svalutazione del 20% equivale a dire che la nuova lira varrebbe all'incirca quanto un dollaro.
Psicologicamente, affermare che la nuova lira varrebbe 2300 vecchie lire contro un nuovo marco, provoca disagio e timori nel lettore. Eppure è la stessa cosa affermare che la nuova lira varrà all'incirca un dollaro. Ma la seconda ipotesi sembra più ottimistica. Anche se dal punto di vista del potere d'acquisto è la stessa cosa.
Bisogna però considerare che il valore nominale della moneta non è così fondamentale, a meno che il nostro mestiere sia fare i "turisti per caso". Ci sarebbero grandi vantaggi economici per l'economia italiana dalla svalutazione della nuova lira. Come degli svantaggi per esempio sulla bolletta energetica. Di contro per i tedeschi, l'improvvisa rivalutazione del nuovo marco potrebbe generare delle brutte sorprese economiche: quante Mercedes in meno venderebbero in Europa?
Per questo penso, che soppesando i pro e i contro, alla fine converrebbe alla Germania aderire agli eurobond, e sostenere anche i costi delle "regioni" più povere come la Grecia. Ci guadagnerebbero ancora.
2 commenti:
Anonimo Geremia pensa:
Le teorie economiche sono subordinate alle filosofie politiche ed é per questo che sono spesso contrastanti. Sta di fatto comunque , mi pare, che uno degli obiettivi della guerra finanziaria che infuria sui paesi dell'Euro, é quello di demolire ogni possibilità che questa moneta possa contrastare il prestigio e l'autorità del dollaro in ambito planetario. In questa competizione si sta insinuando la Cina con il suo Yuan con il quale sta già pagando il petrolio iraniano. Noi dei paesi dell'area Euro siamo stati torchiati sanguinosamente e proditoriamente in modo da avere poca scelta come colui a cui si chiede, da chi lo ha catturato e bondizzato: "Vuoi essere impiccato o fucilato?". Il che equivale a trovarsi fra Scilla e Cariddi.
E' affiorata recentemente una proposta da parte di un economista italiano che prevederebbe di rimanere nell'area euro ma di pretendere una certa sovranità monetaria facendoci cedere dalla BCE l'autorizzasione a stampare banconote per conto nostro (Banca d'Italia da Nazionalizzare e quindi signoraggio moneario statale) una certa quota di denaro stabilita dalla BCE in base ai bisogni dello Stato italiano. Grosso modo il progetto sarebbe questo. Voi della Redazione, sareste in grado di informare meglio i Vostri lettori?
Un progetto fantastico! Talmente fantastico che è assurdo.
Basta leggere lo Statuto della Bce e quindi le norme prescrittive per le banche centrali
(http://www.ecb.int/ecb/legal/pdf/it_protocol_18.pdf)
e il TRattato di Maastricht
(http://eur-lex.europa.eu/it/treaties/dat/11992M/htm/11992M.html)
In particolare: il protocollo sullo statuto del sistema monetario di banche centrali e della bce:
http://eur-lex.europa.eu/it/treaties/dat/11992M/htm/11992M.html#0068000004
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