La sfida dei Forconi
Sottoscrivi qui per la lista della rivolta siciliana
di Daniela Di Marco
"Qui si fa l'Italia o si muore" è lo slogan che Grillo ha "inventato" per portare voti alla lista M5S in vista delle prossime elezioni siciliane. In verità si tratta di un plagio poiché, come i siciliani sanno, è uno slogan del Movimento dei Forconi (vedi foto sotto). Ma la cosa è sintomatica. Una delle cose che ci diranno le elezioni in Sicilia è chi, tra Forconi e M5S, riuscirà meglio a rappresentare la rabbia diffusa. Con una sostanziale differenza però: che i "grillini" sono un movimento di plastica mentre i Forconi, nati da una sollevazione di massa, sono una parte, la più genuina e combattiva, del popolo siciliano.
Fra
meno di un mese, la Sicilia è chiamata alle urne per eleggere il nuovo Presidente e i 90 deputati che
compongono l’Assemblea Regionale Siciliana. Sono 10 i candidati alla presidenza, 19 le liste ad essi collegate e 1629 i candidati che si contendono uno scranno a Palazzo dei Normanni.
Stanno
facendo molto discutere le esclusioni dalla corsa per la presidenza del candidato di Idv-Sel-Fds-Verdi Claudio Fava (perché non ha acquisito per tempo, nei termini stabiliti dalla legge regionale, la residenza nell’isola), e di Davide
Giacalone (LeAli alla Sicilia) a causa di insufficienza di firme raccolte.
I soliti noti
Dopo
l’attenta analisi della Corte d’Appello di Palermo di tutta la documentazione
presentata, i canditati alla presidenza e le liste principali che li
appoggiano, sono i seguenti:
Palermo, 25 Gennaio 2012 |
Rosario Crocetta (Movimento politico Crocetta presidente, Pd,
Udc, Api), Giacomo Di Leo (Partito comunista lavoratori), Cateno De Luca (Rivoluzione Siciliana),
Giovanna Marano (Sel, Idv, Verdi e Federazione della sinistra), Gianfranco Miccichè (Grande sud, Mpa, Fli, Partito Pensiero e
Azione), Nello Musumeci (Pdl, Pid-Cantiere popolare, La Destra), Lucia Pinzone (Voi Volontari per l’Italia), Gaspare Sturzo (Italiani Liberi e Forti-Sturzo presidente).
Come si comporteranno i siciliani, a chi andranno le loro preferenze?
Il dato più eclatante alla data odierna, ma che certamente subirà modifiche
all’avvicinarsi del giorno fatidico e dell’intensificarsi della campagna
elettorale, è l'astensionismo. Infatti, dati dell’Istituto Nazionale di ricerche Demopolis, quasi due milioni di elettori non voteranno, mentre
novecentomila sono ancora indecisi —il 43% degli avanti diritto. Un dato che nell’Isola non ha precedenti, indicativo della totale disillusione dei cittadini nei confronti
della classe dirigente e della politica in generale. Dato ancor più importante
se si considera il fatto che queste elezioni sono una prova generale di quelle nazionali di primavera 2013. E lo scenario siciliano è veramente peculiare.
Anzitutto per quanto concerne il centrodestra. Scendono in campo Gianfranco Miccichè, che dopo grande indecisione, e dichiarazioni in diverse direzioni, ha finalmente deciso di candidarsi in prima persona. Miccichè è leader di Grande Sud, la federazione di partiti nata nel settembre 2011; a lungo è stato manager di Publitalia, quindi chiamato da Berlusconi, nel 1993, a dirigere Forza Italia come coordinatore regionale in Sicilia. Ha poi ottenuto diversi incarichi nei vari governi dell’ex premier. E’ ora sostenuto dall’ex Mpa di Raffaele Lombardo, ora Partito dei Siciliani-Mpa, e da Fli – Nuovo polo per la Sicilia.
A tenergli testa, nel centro-destra, c’è Nello Musumeci, già parlamentare europeo nelle lista di An, sostenuto dal PDL e dall’Alleanza di Centro (formata da fuoriusciti dell’UDC, e sostenitori di Berlusconi).
Dall’altro lato abbiamo un centrosinistra che vede il Pd e l’Udc sostenere Rosario Crocetta. Con un passato nei Comunisti Italiani, Crocetta entrò nel PD nel 2008, e quindi eletto parlamentare europeo nel 2009.
L’Italia dei Valori, assieme a Federazione della Sinistra, Verdi e Sel, appoggia Giovanna Marano, sindacalista della Fiom Cgil, colei che ha dovuto sostituire Claudio Fava all'ultimo momento.
Anzitutto per quanto concerne il centrodestra. Scendono in campo Gianfranco Miccichè, che dopo grande indecisione, e dichiarazioni in diverse direzioni, ha finalmente deciso di candidarsi in prima persona. Miccichè è leader di Grande Sud, la federazione di partiti nata nel settembre 2011; a lungo è stato manager di Publitalia, quindi chiamato da Berlusconi, nel 1993, a dirigere Forza Italia come coordinatore regionale in Sicilia. Ha poi ottenuto diversi incarichi nei vari governi dell’ex premier. E’ ora sostenuto dall’ex Mpa di Raffaele Lombardo, ora Partito dei Siciliani-Mpa, e da Fli – Nuovo polo per la Sicilia.
A tenergli testa, nel centro-destra, c’è Nello Musumeci, già parlamentare europeo nelle lista di An, sostenuto dal PDL e dall’Alleanza di Centro (formata da fuoriusciti dell’UDC, e sostenitori di Berlusconi).
Dall’altro lato abbiamo un centrosinistra che vede il Pd e l’Udc sostenere Rosario Crocetta. Con un passato nei Comunisti Italiani, Crocetta entrò nel PD nel 2008, e quindi eletto parlamentare europeo nel 2009.
L’Italia dei Valori, assieme a Federazione della Sinistra, Verdi e Sel, appoggia Giovanna Marano, sindacalista della Fiom Cgil, colei che ha dovuto sostituire Claudio Fava all'ultimo momento.
Questi i “VIP” più accreditati, su cui tutti i media tengono gli
occhi puntati, quelli di cui la stampa parla sempre e che e le Tv locali
invitano a parlare, che purtroppo per i siciliani, non costituiscono nulla di
nuovo sotto il sole.
Non solo per le condanne, le indagini e gli scandali di cui sono
macchiati molti dei candidati nelle liste di Musumeci e Miccichè, (si informino
i lettori, attraverso internet, sulle “liste non pulite” e sui nomi di chi con
sfrontatezza osa presentarsi a rappresentare un popolo onesto e di lavoratori) o
per i guai giudiziari di Cateno De Luca, ancora indagato per abuso d’ufficio e
falso. L’ultima Assemblea regionale si è distinta sia per sperpero di denaro pubblico, che per record di inquisiti, con 24 deputati su 90,
tra indagati, imputati e arrestati.
Nulla di nuovo sotto il sole, dicevamo, soprattutto perché i siciliani
hanno ormai capito che dalle stanze dei partiti politici o dai sindacati, dalla
destra, dalla sinistra, dal centro, nessuno fa gli interessi del popolo lavoratore. Tutti i partiti cooperano per mantenere un sistema che invece andrebbe
rovesciato. Varcata la soglia dei palazzi del potere, in Sicilia, come a Roma,
come in tutta Italia, i politicanti diventano casta, un eufemismo per dire associazione per delinquere.
Un'associazione non a caso compatta nel sostenere lo pseudo tecnico Mario Monti e la macelleria sociale che sta attuando, in ossequio a Dio-euro ai dettami della oligarchia euopea e delle banche.
Non ci sono, in Sicilia come in Italia, vere opposizioni, se non a parole.
Le due sole novità
Un'associazione non a caso compatta nel sostenere lo pseudo tecnico Mario Monti e la macelleria sociale che sta attuando, in ossequio a Dio-euro ai dettami della oligarchia euopea e delle banche.
Non ci sono, in Sicilia come in Italia, vere opposizioni, se non a parole.
Le due sole novità
Allora, quale potrebbe essere la novità di queste regionali?
Solo due: il Movimento 5 Stelle con Giancarlo
Cancelleri e il Popolo dei Forconi con Mariano Ferro.
Mariano Ferro |
Come sapete, noi sosteniamo i Forconi di Ferro. Non tanto per il programma politico della lista, per altro ampiamente condivisibile, ma perché, nati dalla più massiccia rivolta di massa degli ultimi anni, essi ne rappresentano l'anima e la speranza.
Cancelleri ha un vantaggio rispetto a Ferro, il fatto che M5S per quanto di plastica, è ormai un partito nazionale, di cui tutti i media parlano, mentre i Forconi, da poco passati da movimento sociale e soggetto politico, e proprio a causa di questo salto, deliberatamente silenziati dai media.
Cancelleri ha alle sue spalle un personaggio di spicco
quale Grillo, pronto a recarsi nell’estremo sud a bordo di un camper, mentre Ferro ha dietro solo agricoltori,
disoccupati, lavoratori, gente comune.
Cancelleri gode del sostegno finanziario di tutto il M5S, mentre Ferro non dispone di un euro, se non dei
soli spiccioli delle collette racimolate fra amici e sostenitori.
Cancelleri vanta un impegno coi grilli sin dal 2007, mentre
Ferro si è fatto conoscere dall’opinione pubblica solo quest’anno, guidando la
“sollevazione siciliana” con i Forconi, vituperata con accuse d'ogni tipo: plebei, cafoni, mafiosi, violenti, ed infine pure fascisti.
Mariano Ferro, come dicevamo, ha solo un vantaggio rispetto a Cancelleri (figuriamoci rispetto a tutti gli altri), di essere stato, con grande coraggio, alla testa di una travolgente sollevazione popolare nel gennaio scorso, segnata non solo dall'attiva partecipazione dei cittadini, ma da forme di lotte durissime e che misero le forze dello Stato con le spalle al muro. Ferro ha poi dalla sua parte il carisma indiscusso di un vero "capo popolo", non nel significato dispregiativo del termine, ma in quello più nobile.
Mariano Ferro, come dicevamo, ha solo un vantaggio rispetto a Cancelleri (figuriamoci rispetto a tutti gli altri), di essere stato, con grande coraggio, alla testa di una travolgente sollevazione popolare nel gennaio scorso, segnata non solo dall'attiva partecipazione dei cittadini, ma da forme di lotte durissime e che misero le forze dello Stato con le spalle al muro. Ferro ha poi dalla sua parte il carisma indiscusso di un vero "capo popolo", non nel significato dispregiativo del termine, ma in quello più nobile.
Voteranno tutti quei cittadini per Mariano Ferro? Terranno alta la loro dignità, schierandosi dalla parte giusta, o si
svenderanno ancora una volta, facendosi comprare per un voto, con la promessa
magari di un lavoro, che, quand’anche dovessero ottenere, perderebbero subito
dopo? Riusciranno i siciliani a liberarsi del voto di scambio, a dare
seguito alla loro indignazione?
Alcuni avversari, furbescamente, si chiedono come possa un "ignorante e straccione" governare
la Regione. A questi rispondo che è molto meglio che sia un "ignorante" e "straccione" a governare, piuttosto che un dotto in giacca e cravatta, che non
aspetta altro che spartirsi la torta con i suoi fedelissimi sodali. Quando si tratterà di
prendere decisioni politiche importanti, per aggredire gli interessi dei potenti, chi meglio di uno del popolo per farne
veramente gli interessi?
Non fanno promesse i Forconi, se non quella di non smettere mai
di lottare e di non rassegnarsi mai come è scritto nel programma elettorale: “a diventare schiavi passivi di un sistema politico-finanziario gestito da oligarchie transnazionali che per mezzo di meccanismi speculativi perversi stanno impoverendo senza scrupoli popoli e nazioni”.
Vogliono fare una rivoluzione vera e portarla dentro Palazzo dei Normanni, e l’unico modo che avevano per non fermarsi a dare continuità alla protesta che nel frattempo viveva un riflusso, era appunto quello di accettare la sfida elettorale. E non è stata una scelta, né facile né indolore.
Vogliono fare una rivoluzione vera e portarla dentro Palazzo dei Normanni, e l’unico modo che avevano per non fermarsi a dare continuità alla protesta che nel frattempo viveva un riflusso, era appunto quello di accettare la sfida elettorale. E non è stata una scelta, né facile né indolore.
Per questo, noi che li abbiamo sempre
appoggiati, stiamo cercando di aiutarli concretamente con la campagna di
sottoscrizione lanciata da questo blog.
Ringraziamo, intanto, tutti quelli che
generosamente hanno già fatto una donazione, sperando che molti altri lo facciano, fino a raggiungere l'obbiettivo.
2 commenti:
Attenti al trucco!
"Rivoluzione Siciliana", che candida Cateno De Luca, è la lista sostenuta dai neofascisti di Forza Nuova. Ecco con chi è finito Martino Morsello dopo che ha abbandonato i Forconi portandosi via il simbolo.
Esatto, quanto scrive l'anonimo di sopra era stato da me precisato in un articolo precedente, che linko qui sotto
Daniela Di Marco
http://sollevazione.blogspot.it/2012/09/elezioni-siciliane.html
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