[ martedì 10 settembre 2019 ]
36 anni, piemontese, Riccardo Molinari [nella foto], è una delle teste d'uovo della Lega salviniana. Probabilmente la migliore. Mi vien da dire, la sua anima di sinistra. Tutt'altra roba (e spessore) rispetto al fascistume capeggiato dal veronese Lorenzo Fontana, o all'ala bocconian-liberista del varesotto Giancarlo Giorgetti.
"Il povero fesso" Matteo Salvini —parole del Giorgetti, che ha ribadito come siano stati lui ed i padani a volere la fine del governo giallo-verde — sta lì in mezzo, a tenerli tutti uniti appassionatamente.
Ieri, mentre in Parlamento Conte chiedeva la fiducia, Molinari ha svolto un intervento che vi consigliamo di ascoltare. Una prolusione patriottica e sovranista impeccabile. Sappiamo (da fonti certe) che egli crede davvero a quel che dice, in buona sostanza che crede come noi che occorra uscire dall'euro e dall'Unione, per riconquistare sovranità democratica e popolare.
C'è un piccolo problema.
Al netto della condivisibile denuncia della capitolazione dei 5 Stelle ai poteri forti eurocratici, la sua ricostruzione della crisi di governo, delle sue tappe e delle sue cause, non solo faceva acqua da tutte le parti, era sostanzialmente falsa. Il suo veemente apologo era tutto teso ad assolvere Salvini e quindi giustificare la mossa di far saltare il governo giallo-verde poiché... non era più sovranista.
Caro Riccardo, sai benissimo che le cose non stanno così. Sai benissimo che è l'ala liberista e padana della Lega che, alla fin fine, ha spinto e convinto Salvini a staccare la spina. Se davvero la Lega avesse voluto spingere il governo giallo-verde a compiere passi più audaci verso una svolta anti-Ue, avrebbe dovuto sparare contro la quinta colonna eurista e mattarelliana del governo, anzitutto chiedendo la sostituzione di Tria. E visto che a Giugno era chiaro che Conte era stato arruolato nella quinta colonna, cercare semmai l'accordo dei 5 Stelle per rimpiazzare anche lui.
Niente di tutto questo. Non solo fino all'ultimo a Strasburgo anche la Lega ha cercato di poter votare per la Von Der Leyen in cambio di importanti postazioni istituzionali — Salvini propose l'eurista Giorgetti a Commissario, non un no-euro. C'è stato momento cruciale del percorso del governo giallo-verde, è stato quando, sotto minaccia di procedura d'infrazione da parte della Ue, il governo ha accettato un compromesso con la Commissione europea che prevedeva un percorso stringente di rientro dal debito e di abbassamento del deficit. Atro che lotta contro Bruxelles! Era l'accettazione di una politica economica austeritaria in linea coi dogmi ordo-liberisti.
Tutto questo venne avallato non solo da 5 Stelle ma anche dalla Lega.
Quella fu la prova del nove che la linea del governo giallo-verde era dettata dal melenso Tria e dalla quinta colonna eurista.
A giugno morirono quindi, coi sogni di gloria del governo giallo-verde, le pretese della Lega di essere un baluardo del sovranismo.
Che ora, tornata all'opposizione, la Lega risollevi l'ascia di guerra, è strumentale e al contempo comprensibile, non solo per risollevarsi dal clamoroso errore d'agosto, ma per espiare il peccato mortale di giugno.
E' meglio o è peggio che ora la Lega dissotterri l'ascia di guerra alla Unione e all'euro? E' un bene. Però c'è poco da fidarsi fino a quando si tiene in seno la serpe del liberismo padano che per vocazione guarda a nord.
Molinari di sicuro lo sa. Speriamo che non finisca a fare la guerra per il re di Prussia...
36 anni, piemontese, Riccardo Molinari [nella foto], è una delle teste d'uovo della Lega salviniana. Probabilmente la migliore. Mi vien da dire, la sua anima di sinistra. Tutt'altra roba (e spessore) rispetto al fascistume capeggiato dal veronese Lorenzo Fontana, o all'ala bocconian-liberista del varesotto Giancarlo Giorgetti.
"Il povero fesso" Matteo Salvini —parole del Giorgetti, che ha ribadito come siano stati lui ed i padani a volere la fine del governo giallo-verde — sta lì in mezzo, a tenerli tutti uniti appassionatamente.
Ieri, mentre in Parlamento Conte chiedeva la fiducia, Molinari ha svolto un intervento che vi consigliamo di ascoltare. Una prolusione patriottica e sovranista impeccabile. Sappiamo (da fonti certe) che egli crede davvero a quel che dice, in buona sostanza che crede come noi che occorra uscire dall'euro e dall'Unione, per riconquistare sovranità democratica e popolare.
C'è un piccolo problema.
Al netto della condivisibile denuncia della capitolazione dei 5 Stelle ai poteri forti eurocratici, la sua ricostruzione della crisi di governo, delle sue tappe e delle sue cause, non solo faceva acqua da tutte le parti, era sostanzialmente falsa. Il suo veemente apologo era tutto teso ad assolvere Salvini e quindi giustificare la mossa di far saltare il governo giallo-verde poiché... non era più sovranista.
Caro Riccardo, sai benissimo che le cose non stanno così. Sai benissimo che è l'ala liberista e padana della Lega che, alla fin fine, ha spinto e convinto Salvini a staccare la spina. Se davvero la Lega avesse voluto spingere il governo giallo-verde a compiere passi più audaci verso una svolta anti-Ue, avrebbe dovuto sparare contro la quinta colonna eurista e mattarelliana del governo, anzitutto chiedendo la sostituzione di Tria. E visto che a Giugno era chiaro che Conte era stato arruolato nella quinta colonna, cercare semmai l'accordo dei 5 Stelle per rimpiazzare anche lui.
Niente di tutto questo. Non solo fino all'ultimo a Strasburgo anche la Lega ha cercato di poter votare per la Von Der Leyen in cambio di importanti postazioni istituzionali — Salvini propose l'eurista Giorgetti a Commissario, non un no-euro. C'è stato momento cruciale del percorso del governo giallo-verde, è stato quando, sotto minaccia di procedura d'infrazione da parte della Ue, il governo ha accettato un compromesso con la Commissione europea che prevedeva un percorso stringente di rientro dal debito e di abbassamento del deficit. Atro che lotta contro Bruxelles! Era l'accettazione di una politica economica austeritaria in linea coi dogmi ordo-liberisti.
Tutto questo venne avallato non solo da 5 Stelle ma anche dalla Lega.
Quella fu la prova del nove che la linea del governo giallo-verde era dettata dal melenso Tria e dalla quinta colonna eurista.
A giugno morirono quindi, coi sogni di gloria del governo giallo-verde, le pretese della Lega di essere un baluardo del sovranismo.
Che ora, tornata all'opposizione, la Lega risollevi l'ascia di guerra, è strumentale e al contempo comprensibile, non solo per risollevarsi dal clamoroso errore d'agosto, ma per espiare il peccato mortale di giugno.
E' meglio o è peggio che ora la Lega dissotterri l'ascia di guerra alla Unione e all'euro? E' un bene. Però c'è poco da fidarsi fino a quando si tiene in seno la serpe del liberismo padano che per vocazione guarda a nord.
Molinari di sicuro lo sa. Speriamo che non finisca a fare la guerra per il re di Prussia...
5 commenti:
Ancora a guardar dentro la lega?
Le false speranze sono come il papa, morta una se ne fa subito un'altra.
L'antieuropeismo della lega e' sempre stato e sempre sara' uno specchietto per le allodole. Di tutti questi euroscettici o eurocritici in tutto l'arco parlamentare ne avessimo intercettato uno che avesse sposato la causa della sinistra patriottica. Perdonatemi la prosaicita' se ne andassero tutti affanculo.
Fontana sarebbe fascista solo perché non vuole le adozioni gay? Allora chi le vuole è mafioso come il PD. Come dice Veneziani iniziamo anche noi ad alzare il tiro e a non farci dettare il vocabolario.
Invece di occuparsi (male)della Lega voglio vedere se avete il coraggio di invitare ancora quella zecca di Fassina che vota con Monti. E' innegabile che difendere l'Italia diventa sempre piu' difficile.
Di sinistra? Avete detto bene. Come la sinistra Molinari si guarda bene dal toccare il tasto dell’americanismo e parla di un fantomatico blocco Franco tedesco, che pare non essere nella NATO
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