[venerdì 2 agosto 2019]
Intanto c’è un malinteso linguistico da sfatare, il suffisso fobo viene dal tema greco ϕοβέομαι che vuol dire temere, ora io non temo l’Islam, quindi definirmi islamofoba, non ha senso, seconda precisazione, l’Islam non esiste, ovvero non si può parlarne come fosse un monolite religioso, nei secoli si sono originate diverse tendenze, scuole filosofiche, correnti (sunniti, ibaditi, sciiti, sufi…), non avendo le cognizioni necessarie per scrivere un trattato sul tema, posso solo invitarvi alla lettura di alcuni testi che potrebbero esservi utili per informarvi a riguardo, né, malgrado gli esami che ho dato sull’argomento e la lettura del Corano in arabo classico, ho voglia di redigere un’esegesi.
Vogli fare un discorso da bar, di quelli da far accapponare la pelle a tutti gli “intellettuali” che leggessero questo pezzo, voglio trasmettere la percezione di una donna occidentale, madre ed impegnata politicamente, di Questo Islam, dell’Islam che vediamo nelle nostre strade, nei quartieri periferici delle grandi città, nelle nostre scuole e dichiarare che 2,6 milioni di musulmani in Italia, cioè più del 4% della popolazione, tenendo conto che si parla solo di quelli regolari, sono una cifra enorme.
Io abito in un quartiere proletario, non periferico, di una città operaia, quando sono arrivata qui, dieci anni fa, sebbene ci fosse qualche straniero, islamico o meno, la situazione era piuttosto tranquilla, di convivenza pacifica, ebbene, nel corso degli anni, ci sono stati cambiamenti evidenti: hanno aperto una sorta di moschea, sono iniziate a circolare moltissime velate, non in senso raffaellesco del termine, hanno iniziato a palesarsi barbuti soggetti vestiti di nero. Niente di grave, direte voi, manco per niente, rispondo io.
Io non sono una giovin ninfetta, pur tuttavia mi aggrada portare vestiti scollati o/e corti in estate, jeans attillati ed altri normalissimi capi d’abbigliamento, orbene l’essere squadrata da quei soggetti sopra citati, mi infastidisce di molto, mi disturba non lo sguardo ma il torvo nello sguardo che, istintivamente, mi determina a ricambiarlo. Ogni volta che mi sono recata in un paese islamico, ho avuto gran cura di rispettare le regole che in esso vigono e non mi sono mai sognata né di avere un abbigliamento inappropiato al luogo, né di squadrare nessuno per strada.
Ora, una breve parentesi sul velo, nel Corano c’è una sola Surat in cui si raccomanda l’uso del velo, molto simile a quello in voga nella religione cattolica, la numero XXIV, in cui si raccomanda di entrare in moschea per pregare, coprendo gli ornamenti, cioè orecchini e collane, perché lì tutte le donne sono uguali, per altro raccomanda pure di non battere i piedi da cui l’aberrante costrizione, imposta, per esempio da alcuni fondamentalisti scriteriati, tra cui quelli afgani, alle donne, di camminare senza far rumore! Questo velo ha un senso logico ma il Burqa? A chi mi tira in ballo la cultura o ancor peggio il multiculturalismo, ribatto che intanto il concetto di tradizione è diverso da quello di cultura, inoltre, spesso accade che certe tradizioni tribali siano impensabili in occidente e viceversa, le spose bambine, il concetto di bambino come essere non perfetto, la Id-al-adha (giornata del sacrificio) o l’infibulazione…Io sono occidentale e voglio morire tale, credo nella lotta delle giovani donne dell’Arabia Saudita per emanciparsi dalla totale sottomissione all’uomo, credo nella voglia di liberarsi da costrizioni che reputano assurde, ho creduto alle lotte per la parità di genere che le donne hanno portano e portano avanti, dovunque sia. La libertà di scelta non è uno slogan, è un diritto fondamentale, ma per scegliere è necessario poter conoscere, essere informati adeguatamente, il parallelismo è facile, la scienza che diventa dogma è fede, la fede che diventa imposizione è costrizione, se poi la costrizione viene esercitata da un gruppo su un altro, allora siamo di fronte alla coercizione, al non rispetto dell’individuo, alla scomparsa dell’uguaglianza. Io non faccio politica per vivere in un mondo così, mi sono educata, sono cresciuta ed ho cresciuto i miei figli con altri concetti etici e nessun islamico, con la sua fede cieca, mi farà cambiare idea.
Ci sono delle nozioni chiave che devono essere almeno sfiorate, se non analizzate, il primo è quello di tolleranza: tollerare cioè sopportare, se estendiamo semanticamente il termine, dall’ambito medico a quello sociale, esso non diventa, automaticamente, ambivalente, nel momento in cui vai, liberamente, a vivere in un altro paese, ne devi conoscere e rispettare almeno le norme comportamentali, giuridiche e sociali, ovvero devi adeguare il tuo comportamento a quelle norme, non può, in nessun modo essere il contrario. Potrei anche aggiungere che la tolleranza non è proprio un concetto così sviluppato nell’Islam sunnita, specie quello salafita che è quello più diffuso in paesi come l’Arabia Saudita, un esempio di stato all’avanguardia nel rispetto dei diritti umani!!!
L’altra idea da analizzare è quella di cultura legata al rispetto ed alla tolleranza per culture diverse che però non può e non deve, in alcun modo, diventare un alibi per una regressione etica che ci porti a tradire i principi fondamentali della nostra cultura, altrimenti si chiama capitolazione e sarebbe la fine dell’Occidente.
Il multiculturalismo! Questa è la parola magica che riempie la bocca di sinistri soggetti, allora, il multiculturalismo si ha in presenza di cultura, è uno scambio tra diverse culture, scambio e non appiattimento o sottomissione! Io non ho nulla da poter scambiare con Questo Islam, con una certa spocchia, né borghese, né intellettuale, affermo che nella maggior parte di costoro non c’è traccia di alcuna cultura e perfino le tradizioni son ben lontane, non tanto perché siano o meno analfabeti, moltissime donne ahimè lo sono, ma perché vengono da periferie allucinanti, da contesti sociali inverosimili, senza una traccia seppur minima di una qualche forma di coscienza sociale o civile. Allora di quale multiculturalismo andate farneticando? Forse vi riferite ad un Islam teorico, quello di molti centri di nobili paesi, quello storico del pensiero filosofico, il problema è che nelle periferie delle nostre città non v’è traccia di tutto questo tesoro intellettuale, c’è il cipiglio di chi ti giudica inferiore, c’è l’arroganza di chi odia le tue libertà, il tuo pensiero, il tuo modo di vivere; per costoro siamo solo degli impuri, non so se è chiaro al di là della favola a cui avete deciso di credere.
Per chi volesse approfondire, sull’Islam:
Alberto Ventura, L’esoterismo islamico, Adelphi
Henry Corbin, Storia della filosofia islamica. Dalle origini ai giorni nostri, Adelphi
L’immaginazione creatrice. Le radici del sufismo, Laterza
Seyyed Hosein Nasr, L’Islam tradizionale nel mondo moderno, Casadeilibri
Scienza e civiltà nell’Islam, Feltrinelli
Sul rapporto tra Europa ed Islam:
Bernard Lewis, Europa barbara e infedele, Mondadori
Franco Cardini, Europa e Islam, storia di un malinteso, Editori Laterza
Sul rapporto tra donne, occidente ed Islam:
Fathia Agag-Boudjahlat, Le grand détournement, Les édition du cerf
17 commenti:
Questo articolo di Bartolucci conduce a un suprematista attacco contro tutti quelli che in occidente si professano o si ispirano (per lei) alla oscura, arretrata e non libera religione islamica in quanto essi stanno minando e sfasciando con la loro impurezza e inciviltà la bellezza e la bontà della civiltà occidentale che sta dominando, depredando e infestando il mondo e rivendicando con orgoglio e felicità l’appartenenza ad essa così scrive: “…… io sono occidentale e voglio morire tale”. Questa acculturata, determinata e gentile signora, affermando questo, dimostra di avere accettato, introiettato e fatto propri valori (per un comunista disvalori) come la competizione, l’arrivismo, l’egoismo personale, l’arricchimento personale a scapito della collettività, il predominio dell’economia, la società classista, i privilegi (detti libertà) individuali e una religione che, nonostante le apparenze, li sostanzia e li consente, ed è comprensibile e normale che essa si spenda e si batta in difesa e in sostegno di questo schifo definito civiltà occidentale costruita e realizzata sulla pelle e sui corpi degli ultimi, gli indifesi, i deboli e gli umili e sulla distruzione e annientamento di ogni cultura che si opponeva o si frapponeva ad essa e ai suoi scopi, fini o interessi. Ma invece, per coloro che da sempre (come i comunisti) rifiutano e respingono i principi e i valori posti alla base della società capitalista che sono stati espressi e tutelati dal nazionalismo capitalista, figuriamoci se essi possano avere o adottare a modello e a riferimento, la civiltà capitalista occidentale fondata e costruita sul dominio dell’uomo sull’uomo dove ogni essere umano è e deve essere lupo dell’altro. L’unica civiltà o patria a cui può sentirsi legato o appartenere un comunista è quella in cui non vi è e non vi può essere più lo sfruttamento dell’uomo, la diseguaglianza sociale, l’ingiustizia economica ma vi è la libertà dal bisogno, l’uguaglianza tra diversi e la fratellanza tra popoli.
Mario
Caro Mario
Il comunismo (ultimo Lenin a parte) è stato storicamente islamofobo come i capitalisti.
Non è un caso che la più grande Rivoluzione Islamica della storia, dopo quella del martire Hossein e di Muhammad, abbia posto a base della propria azione politica “Ne Oriente Ne Occidente Ne Comunismo Ne Capitalismo”
Caro signore, lei non mi conosce affatto, nulla sa di me e, pur tuttavia, si crede in diritto di poter esprimere un giudizio nei miei confronti, questo non sarebbe di per sé grave, lo diventa nel momento in cui è, come nel suo caso, pregiudizio, cioè quanto di più distante può esserci dalla politica, il pregiudizio e l'ignoranza permeano tutto il suo commento inficiandolo e rendendolo inutile, oltre che banale. Se parlo di Questo Islam, lo faccio con una profonda cognizione di causa, come da premessa, che rende nulla la parte iniziale del suo commento. Sarebbe bastato leggere senza pregiudizi inutili e fuorvianti, ma lei si è spinto oltre, mettendo in causa me in quanto marxista. Vede carissimo, io faccio politica, dalla stessa parte, da più di trent'anni, sono visceralmente anti
imperialista, contraria al transfemminismo, alla teoria gender ed ogni sorta di liquame pseudo ideologico prodotto dalla "mondializzazione ipercapitalistica", morirò quindi, necessariamente, proletaria, marxista, materialista dialettica e, di conseguenza, atea, non islamica e senza velo; la mia fede nel futuro comunista dell'umanità è più forte oggi di quanto non lo fosse negli anni della mia gioventù, parafrasando Trotsky. Lei non ha, quindi, nulla da insegnarmi e non può farlo; la invito, prima di emettere superficiali giudizi o verdetti su qualcuno, ad informarsi, perché come ho detto nell'articolo che non ha letto, la base di tutto è la conoscenza, se avesse esposto il contenuto del suo intervento in forma di domanda o di dubbio sarebbe stato, sicuramente, politicamente più credibile, così è un intervento invece totalmente inutile che mi fa rispedire al mittente tutte le accuse, le insinuazioni ed i giudizi da lei espressi. Come ho scritto altre volte, purtroppo, un bel tacer non fu mai scritto!
M.Micaela B.
rispondo all'anonimo che scrive che:
"Il comunismo (ultimo Lenin a parte) è stato storicamente islamofobo come i capitalisti.
Non è un caso che la più grande Rivoluzione Islamica della storia, dopo quella del martire Hossein e di Muhammad, abbia posto a base della propria azione politica “Ne Oriente Ne Occidente Ne Comunismo Ne Capitalismo".
Sono letteralmente saltato sulla sedia...
La tesi è una sciocchezza, e potrei citare una valanga di esempi, a partire dagli atti del II Congresso dell'Internazionale comunista del 1920, che dedicò giornate di discussione all'Oriente e al rapporto con l'Islam. La cosa ci porterebbe lontano...
Venendo alla rivoluzione iraniana si vede che l'anonimo non si è ben documentato. A parte piccole sette insiginificanti, tutto il grosso del movimento comunista mondiale (con le sue litigiose correnti d'accordo) sostenne a spada tratta (anche troppo a dire il vero) la rivoluzione khomeinista, malgrado lo slogan dei mullah fosse "Né est né Ovest".
Solo quando, un anno dopo la rivoluzione, ovvero nel 1980, la frazione khomeinista iniziò a reprimere e spazzare via con la forza il Tudeh (partito comunista iraniano per chi non lo sapesse), il sostegno divenne critica, senza mai tuttavia che fosse venuta meno la solidarietà alla rivoluzione (vedi il giudizio sull'occupazione dell'ambasciata). Alcuni trotskysti stalinofobi continuarono a sostenere il khomeinismo anche dopo il 1980, considerando quella iraniana "la più grande rivoluzione antimperialista dopo la II guerra mondiale".
Quindi, caro amico, come scrisse Wittegenstein: “Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”
Secondo il documento pubblicato dall’ambasciata iraniana di Roma 1980 L’epopea della rivoluzione iraniana , il Tudeh era una corrente del PCUS moscovita, i Fedayn uccisero deliberatamente moltissimi giovani islamici, l’ayatollah prediletto da Imam Khomeini fu ucciso da terroristi marxisti. Per non parlare dell’invasione irachena sostenuta da Mosca Pechino e Usa su tutta la linea e del genocidio dell’eroico popolo afghano a cui si imponeva l’ateismo kemalista forzato.
Per l’anonimo delle 18,51
Infatti Khomeini fu Il Politico Rivoluzionario che difese gli oppressi e i mostafazin, mando’all’aria la coalizione anglorussoamericana sull’Iran e realizzo la più grande e avversata Rivoluzione di tutta la storia contemporanea
Caro Mario,
direi invece che tu dall’alto o dal basso del tuo punto di vista – euroccidentalocentrico e razzista – hai perso la buona occasione di tacere.
Sulla politica di sterminio Islamofobo e annientamento dell’Islam nel territorio geopolitico sovietico, ti consiglio il saggio di una casa editrice di sinistra radicale (Samona Savelli): L’Oppressione delle nazionalità in URSS
Sulla strategia sionista dell’URSS, ti rimando invece a Mlecin: Perché Stalin creò Israele, Teti ed
Sul ruolo ebraico e antislamico nel movimento comunista russo, ti rimando a: Solzenicyn, Due Secoli Assieme, Vol. II.
Sulla persecuzione – nella lotta staliniana tra elite – della corrente ebraica ashenazita russofoba, una persecuzione a intermittenza e forse insicura (dato che Mlechis, Kaganovitch e Beria non furono mai sfiorati e i cosiddetti medici di Pietroburgo poterono finire il loro lavoro), ti rimando, ma cum grano salis dato la faziosità dell’autore, al saggio di Rapoport: La guerra di Stalin contro gli ebrei. Ci sarebbe anche Platonov, vecchio quadro del PCUS, ma non è tradotto in italiano!
Sullo stalinismo quale regime grande-russo, panslavista e islamofobo, basta leggere attentamente le realistiche Conversazioni con Stalin di Djilas. Vedi il modello staliniano quale era; ultranazionalista, razzista e asiatofobo. Altro che euriasiatismo; ovunque Russia……..
SEGUE
Quanto all’imam Khomeini, “principe dei credenti e faro degli oppressi del mondo” secondo la felice definizione dell’ex presidente Ahmadinejad, vorrei ricordarti che secondo la concezione politica sciita Taghuti è quel sistema che riduce l’uomo in schiavitù e lo priva della libertà, che ottunde il senso critico, così le cattive azioni appaiono accettabili. Il capitalismo in occidente, il materialismo marxista e l’imperialismo fascista sono per l’imam esempi perfetti di sistemi taghuti che hanno il fine di allontanare l’uomo dal divino, secondo le ispirate parole del Corano rende l’uomo mostafaz. Mostaz’af non significa solo indigente, misero, diseredato, poiché come si deduce dal libro sacro dell’Islam sono mostaz’af coloro che vivendo in sistemi non conformi alle norme divine hanno perso le doti spirituali, i diritti individuali e sociali e la libertà. Il Profeta Alì invita coloro che sono oppressi a schiacciare le catene della schiavitù, a liberarsi dalle potenze Taghuti, fonti demoniache, a entrare nel regno della Fede in Dio che è regno di fratellanza, luce, libertà. Il ruolo che attribuisci ai comunisti nella Rivoluzione Islamica non è esistito. Il partito comunista Tudeh fu sempre disprezzato dal popolo in quanto eterodiretto da Mosca e negli ultimi 25 del regime taghuti monarchico la politica del Cremlino fu in sostanza quella di stabilizzare la dittatura dello shah, di conservare gli ottimi rapporti energetici e le reciproche posizioni economiche. Le attività del partito comunista in questo periodo si limitarono al rilascio di comunicati e al mantenimento di una stazione radio all’estero. In realtà al tudeh non interessava nulla del popolo iraniano ma agivano per puntellare gli interessi geopolitica brezneviani. Per non parlare dei Mujahidin Khalq e dei Fedayan e Khalq che furono anni luce indietro rispetto alle tecniche propagandistiche messe in moto dall’imam e dai suoi seguaci (pensa tu alla rivolta gloriosa del 15 di Khordad). Dovresti vedere, caro Mario, le confessioni politiche dei 20 dirigenti del tudeh dopo la rivoluzione islamica. Kianouri e gli altri 19 comunisti ripercorsero la storia dei precedenti 100 anni in Iran. I comunisti avevano tradito il popolo iraniano in tutti gli snodi cruciali della vita politica del Paese: dalla Rivoluzione Costituzionale del 1906 alla Repubblica Sovietica del Ghilan 1917-1921, che Lenin fece giustamente reprimere!; dall’ascesa del kemalista Reza Shah all’inizio degli anni ’20 alle rivolte separatiste del 45 dove i comunisti uccidevano i patrioti iraniani assieme agli angloamericani e ai russi; dalla partecipazione dell’allora sionista (sic!) tudeh al governo Qavam del ’46 alla nazionalizzazione del petrolio del 53. Kianouri disse che l’azione dell’imam gli aveva dato la possibilità di comprendere perché la Shia, a differenza del comunismo, ha una tale attrattiva sulle masse:
“Noi comunisti, dai tempi della Rivolta islamica del Tabacco, sapevamo più sull’Europa e sull’occidente che dell’Iran” disse con grande obiettività. Durante il processo contro le spie comuniste filoirachene (durante la Guerra Imposta che costerà al popolo iraniano un milione di morti), nell’aula del tribunale fu esposto per mesi lo striscione con un motto khomeinista: “L’America sionista è peggio dell’Inghilterra ebraica. Il giudeocomunismo mondiale è peggio di tutte e due”.
Nella visione globale dell’imam, Yalta e la nascita dell’entità sionista denominata Israele furono battezzate da una grande menzogna storica che avrebbe finito per descrivere gli ebrei come vittime quali mai vi erano state nella storia. Il fine era la spartizione da parte dell’Imperialismo Unitario (Usa Europa Urss) ai danni dei popoli musulmani e islamici, gli oppressi del XX secolo. Questo il messaggio della più grande Rivoluzione degli Oppressi del XX secolo, che non ha ancora finito di esercitare i suoi effetti più di 40 anni dopo la scintilla attivata. Ahmadinejad radicalizza oggi la visione geopolitica globale dell’imam, ma questo è un altro discorso.
Qui Mario caro trovi immagini autentiche della unica vera Rivoluzione, della rivoluzione di Dio e del Mahdi della storia odierna.
Dove erano i comunisti qui? Dove erano i liberali? Dove i mossadeqisti? Dove i seguaci dello shah taguh? dove gli occidentalisti nelle loro multiformi pose?
Il popolo , i bazari, i mostafazin volevano solo l'imam e la Repubblica del mahdi Imam zamam. Quando stava tornando in aereo dalla Francia, la stampa gli chiese cosa provava sapendo che milioni di persiani lo stavano aspettando. Lui rispose: NULLA. Cosa volete che sia per Dio questo? La nostra via è quella di Hossein!
Guarda qui...e non parlare più di agenti di imperialismo straniero come tudeh o mossadeqisti, ci fai solo brutta figura
https://www.shiatv.net/video/1617009469
Caro anonimo delle 9,41 che mi critichi, non si sa per quale ragione, perche' non vai a vivere in Iran, tra i Mullah, tra gli Ayatollah? Lo sai quanti comunisti, antimperialisti, (tudeh, mujaidin, fedahin) omosessuali, donne libere ree solo di adulterio, sono state uccise sotto il regime Khomeinista? Se non lo sa meglio che taccia. Questo recupero dell'islam, dell'ultimo minuto, puzza di amarcord, e' un refrein della destra radicale che vice dei ricordi pro-mussulmani di Mussolini.
E lei Bartolucci come mai risponde con tono acrimonioso ad un comunista come me e non fa altrettanto contro questo rappresentante dell'islamo-fascistoidismo?
Mario
Dopo aver lasciato sfogare per giorni i nuovi patrioti, professorini alla Fusaro, come l'anonimo che ha inviato 4 stucchevoli commenti contro di me, difendendo Khomeiny, volevo chiarire che il mio intervento non era e non voleva essere assolutamente né una difesa dell’Islam né della sua religione perché per un comunista la religione era, è e sempre sarà l’oppio dei popoli e, come tale va trattata ma esso era ed è un franco e aperto attacco a chi si riconosceva, rivendicava e gongolava nel far parte della civiltà occidentale che ha generato e partorito il più violento, ingiusto e disumano modello politico e sociale per opprimere e schiacciare l’uomo. Riguardo poi il fatto di vantarsi, della gentile signora Bartolucci, di essere stata da più di 30 anni sempre “anti”, voglio ricordare che io da molto prima di lei, prima di essere “anti”, sono sempre stato “per” il comunismo e in questo tempo, mio malgrado, ho visto tante, troppe persone che si definivano “anti” divenire e trasformarsi in anticomunista o, nei casi migliori, acomunista. Comunque, contenti voi tutti, contento anch’io.
Mario
Imam Khomeini, Supreme Leader of Iran, Voice Of Mahdi Imam Zaman, man of peace, lover of Soharawardi and al Ghazzali, 7 1 89 Letter to Mrs Gorbachev
"Mr. Gorbachev,
It is clear to everybody that from now on communism will only have to be found in the museums of world political history, for Marxism cannot meet any of the real needs of mankind. Marxism is a materialistic ideology and materialism cannot bring humanity out of the crisis caused by a lack of belief in spirituality—the prime affliction of the human society in the East and the West alike.
Mr. Gorbachev,
You may have not in theory turned your back on certain aspects of Marxism—and may continue to profess your heartfelt loyalty to it in interviews—but you know that, in practice, the reality is not so. The leader of China3 struck the first blow to communism and you have
struck the second and, apparently, final blow. Today we have no such thing as communism in the world.
I earnestly call on you, however, not to get trapped, while tearing down the walls of Marxist illusions, in the prison of the West and the Great Satan.4 I hope you will attain the honor of removing the decayed layers of 70-year communist aberration from the face of history and of your country. Today those allies of yours that are genuinely concerned about their homelands and people are no longer willing to sacrifice their subterranean and surface resources to keep alive the myth of the success of communism—an ideology whose din of collapse has already reached the ears of their children.
Mr. Gorbachev,
When after 70 years the call, “Allah is Great” and the testimony to the prophethood of the Seal of the Prophets, Muhammad (peace be upon him and his posterity) were heard from the minarets of the mosques in some of your Republics, all the followers of the pure Muhammadan Islam were moved to tears out of ecstasy.
Therefore, I have found it necessary to remind you to reflect once again on the materialistic and theistic worldviews. Materialists consider sense to be the sole criterion of knowledge and are of the opinion that whatever cannot be known through the senses falls outside the realm of knowledge. They identify existence with matter and consider as nonexistent anything that has no material body. Inevitably, they regard the world of the unseen—God Almighty, Divine Revelation, Prophethood, and the Resurrection—as mere fiction.
On the other hand, theists consider both sense and reason to be the criteria of knowledge, and maintain that whatever can be known through reason lies within the realm of knowledge, although it is not perceptible. To theists, therefore, existence is inclusive of both the unseen and the manifest. For a thing to exist it is not necessary to have a material body. In the same way that a material thing depends on an incorporeal thing,5 sensory perception is dependent on rational perception.6"
caro Mario,
il suo comunismo è quel comunismo che era nella Cia e della Cia, nel Mossad e del Mossad, contro il popolo iraniano, era ed è il comunismo del PMOI - MEC o MKO? Lei sa chi sono? Quanti fiumi di sangue innocente hanno versato? Conosce il loro ruolo nella Guerra Imposta (da tutte le superpotenze dell'epoca) contro l'Iran? Lei, che sentenzia su Islam, Iran shiita, storia della civiltà persiana, cosa sa di Ali Ibn Abi Talib? E' lei che ha fatto commenti provocatori sull'azione (nefasta) del tudeh, senza nulla sapere della storia politica e sociale dell'Iran.
Lei, forse non sa, visto che parla di nostalgismo, che quando l'Imam Khomeini tornò in Iran, disse e scrisse che l'Islam rivoluzionario avrebbe sconfitto prima il materialismo comunista, poi quello capitalista.
Le rigiro la domanda; se le piacciono così tanto i movimentismi capitalisti alla Lgtb, come fa a dichiararsi anticapitalista e antiliberale e antimperialista?
Qualora decidesse di studiare seriamente la storia della più grande rivoluzione del '900, quella di imam khomeini, non sarebbe troppo tardi.
Buona giornata sign Mario
Sign Mario
studi la storia di questo grande italiano, gliela consiglio..
https://www.youtube.com/watch?v=bs3bTPhHRUw
E' lei sign Mario che ha fatto un commento così sprezzante e mistificatore come quello del 4 agosto ore 18,51. Io non ho nulla contro di lei, assolutamente, ma certo non concordo con la sua visione cripto-imperialista su lgtb, ateismo forzato, negazione di ogni valore spirituale ecc
Buona giornata sign Mario
Bizzarra e barocca, quantomeno, la diatriba sviluppatasi in margine a questo articolo.
Doveroso precisare la nostra opinione.
(1) L'islamofobia, come ogni fobia, è da respingere. Ogni fenomeno è storicamente determinato, la sua fenomenologia va analizzata e compresa alla luce del contesto di cui è parto. Non c'è un'essenza posta e immutabile di un dato fenomeno storico, che è invece esso stesso sottoposto alla legge del divenire. per cui evitare conclusioni metafisiche e pseudo-ontologiche.
(2) Che la religione sia l'oppio dei popoli, con tutto il rispetto per Marx, è una cretinata. Lo testimonia la rivoluzione iraniana del 1979, una mobilitazione di massa enorme, all'interno della quale grandi masse si sono mobilitate (non addormentate) per rovesciare il regime dello Scia. Marx non vide la potente rinascita del movimento di massa islamico nel '900, ma certamente conosceva la storia nostrana, tra cui le guerre di religione tra cattolici e protestanti, di cui quella dei TRENT'ANNI, che sconvolse il continente e, dalla cui fine (Westfalia) nacquero gli odierni stati nazionali. Altro che oppio!
(3) La rivoluzione iraniana fu una grande rivoluzione antimperialista, e per questo tutti i rivoluzionari del mondo la difesero in modo inequivoco. Ma come ogni rivoluzione essa non sta ferma, muta. Dopo la prima fase antimperiaista, liberato il paese , la seconda fase fu segnata dalla lotta per il potere tra le diverse frazioni e blocchi sociali. La potente sinistra, dilaniata dalle divisioni, dovette soccombere (e pagò col sangue la sconfitta) alla supremazia del movimento islamista guidato da Khomeini.
Visto che tutti o quasi i commentatori amano vivere in società e sistemi sociali di merda, e non gli basta di vivere già in quello capitalista, e aspirano a vivere persino in quello khomeinista, per ora dovrete accontentarvi di vivere nella bellezza e nello splendore della civiltà capitalista occidentale, orgogliosamente rivendicata come irrinunciabile dalla suprematista Bartolucci, in attesa del nuovo sol dell’avvenire della realizzazione e instaurazione della civiltà khomeinista. Da acerrimo nemico faccio a tutti voi i miei più sentiti e sinceri “auguri” di avere ed ottenere un grande e perenne insuccesso. Riguardo poi il fatto se la religione sia o non sia un oppio, purtroppo è un dilemma che può aver afflitto soltanto chi è affetto da analfabetismo funzionale. La religione, come tutte le droghe, può essere utilizzata sia per “eccitare” che per “addormentare” ma non è questo che la determina, Ciò che la determina come droga è l’assuefazione e la dipendenza che questa produce a chi la assume e la usa rendendolo incapace di lucidità, di volontà e di comprensione della realtà diventando un burattino succube e servo di chi ne è in possesso. La religione potrà portare anche a fare delle rivoluzioni ma ciò che nascerà da queste rivoluzioni non potrà mai essere una società libera e liberata perché essa, come tutte le droghe, sopravvive grazie a persone infelici, disadattate, prive di valori o annichilite da essi, in perenne ricerca di scorciatoie e di risposte facili e immediate alle difficoltà e alle complessità del vivere. Nella religione offerta e' sublimata con un Dio che dona loro la vita eterna, mentre i tossici comuni questa sublimazione la trovano con tutte le sostanze che provocano loro piacere e conforto nella loro esistenza. Quindi la religione era, è e resterà sempre l’oppio dei popoli.
Mario
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