[ 10 agosto 2018 ]
L’ETERNO RITORNO DELL’UGUALE?
La crisi della globalizzazione, il ritorno al centro della scena degli stati nazionali, l’avanzata di populismi, generano la psicosi della minaccia fascista. E’ davvero così? Siamo in una situazione storicamente inedita, che obbliga i rivoluzionari a compiere analisi rigorose della realtà sociale per quindi dotarsi di una linea politica di massa.
A questo è dedicata la giornata di studio del Comitato centrale di Programma 101 che si svolgerà sabato 25 agosto.
Due le lezioni, la prima, che riguarda da vicino la sinistra patriottica, concerne il legame sulla relazione tra lotta di liberazione nazionale e lotta antifascista in Europa. Il caso esemplare è quello dell'invasione della Ruhr, da parte delle truppe franco-belghe nel 1923 (mentre la Germania weimariana era alle corde) e le due posizioni che si confrontarono nel movimento comunista: quella difesista-patriottica e quella disfattista. Su questo tema segnaliamo l'articolo di Daniela Di Marco LA LINEA SCHLAGETER del 13 luglio scorso.
A questo è dedicata la giornata di studio del Comitato centrale di Programma 101 che si svolgerà sabato 25 agosto.
Due le lezioni, la prima, che riguarda da vicino la sinistra patriottica, concerne il legame sulla relazione tra lotta di liberazione nazionale e lotta antifascista in Europa. Il caso esemplare è quello dell'invasione della Ruhr, da parte delle truppe franco-belghe nel 1923 (mentre la Germania weimariana era alle corde) e le due posizioni che si confrontarono nel movimento comunista: quella difesista-patriottica e quella disfattista. Su questo tema segnaliamo l'articolo di Daniela Di Marco LA LINEA SCHLAGETER del 13 luglio scorso.
Per quanto concerne la complessa metamorfosi della Lega segnaliamo due vecchi articoli scritti ai tempi del (defunto) sodalizio con Casa Pound. Il primo di Anna Lami «NÉ DI DESTRA, NÉ DI SINISTRA»: FASCISTI DENTRO del 20 gennaio 2015.
Il secondo IL SALVINISMO E LA FASCISTIZZAZIONE DELLA LEGA di Moreno Pasquinelli
del 2 marzo 2015.
7 commenti:
Io ve lo dico, se state ancora a parlare di queste stronzate quando ormai l'Italia sembra diventata il set del "Pianeta delle scimmie", vuol dire che proprio siete irrecuperabili. Siamo diventati una giungla di merda, una fogna a cielo aperto, una babele invivibile, e voi ancora parlate di fascismo. Siete completamente avulsi dalla realtà del popolo italiano. Andate cortesemente a fanculo!
Per ragioni di spazio dividerò il mio commento in 3 parti.
Io sul fascismo nostrano la penso come segue e mi piacerebbe che qualcuno mi facesse delle osservazioni. Non mi pare di avere scritto delel stupidaggini.
1a parte
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-i_crimini_di_odio_razziale_erano_maggiori_con_il_pd_al_governo_ma_i_media_doverano/82_24912/
Cari amici, è certamente il tempo delle fache nevs che, ormai, si innestano anche nei sogni turbando il sonno con mondi iperuranici.
Non passa giorno che non si leggano sui giornali le parole fascismo e fascista riferite agli avvenimenti più vari. Oggi come oggi, in particolare, quelle due parole sono legate al problema del razzismo, vero o presunto, che staremmo vivendo.
Intanto vi invito a leggere la notizia del link con cui ho aperto che è molto, molto istruttiva.
In generale è noto a tutti che gli italiani, per formazione culturale ed educazione, sono sempre stati razzisti. Il razzismo è parte costituzionale della cultura occidentale. Odium è parola inventata dai cristiani nell’alto medioevo per definire il rapporto con chi non appartiene alla cerchia dei fedeli di Cristo. L’odio verso gli ebrei non è nato sotto i cavoli, né lo ha partorito il caso.
Io, però, mi limito alla osservazione degli italiani che, se non fossero stati razzisti non sarebbero andati a fare inenarrabili porcherie in Libia, in Eritrea, in Somalia, in Abissinia, in Grecia: d’altronde non poteva essere che così se Dio nel nostro immaginario è sempre stato bianco; per taluni magari da bestemmiare pesantemente, ma comunque bianco. Un razzismo con cui ci siamo rivolti fin al nostro stesso meridione: chi ha la mia età almeno, ricorderà certamente gli epiteti razzisti con cui dal nord ci si rivolgeva ai nostri terroni e sono nei libri di Storia le porcherie dei piemontesi nella conquista coloniale del sud…che non è mai cessata.
Correndo però la Storia e modificandosi di conseguenza le condizioni contingenti, mi è parso utile verificare se, al di là del fenomeno storico, sia possibile oggi come oggi dare del fascista a personaggi attuali e alle organizzazioni alle quali appartengono, in base ad effettive ed oggettive caratteristiche. Mi sono divertito perciò a stendere il documento che qui sotto riporto e sul quale, mi pare, nulla ci sia da obiettare così come sulle conclusioni che ne ho tratto.
Lascio a voi di verificare con l’esperienza giornaliera la validità di quel documento. E se vorrete farmi pervenire note o commenti ve ne sarò grato.
Vi ringrazio per l’attenzione e vi saluto con immutata amicizia.
Vostro Manlio Padovan
Manlio Padovan via Parco del Delta, 1 45010 Papozze RO tel. 3460625845
2a parte
Caratteri del fascismo che non si possono negare perché storicamente fondati
1. -esasperato patriarcato nel rapporto degli uomini con le donne e nella società;
2. -idealismo come filosofia ispiratrice: dio, patria, famiglia, civiltà superiore, ecc.;
3. -imperialismo come rapporto con l’estero, alimentato da vero e proprio razzismo; ma il militarismo è in forma
di tragica e/o farsesca teatralità e, di conseguenza, con risultati in guerra da cialtroni e/o da criminali;
4. -negazione della laicità dello Stato e delle sue istituzioni
- accettazione della volontà della chiesa, sovrastruttura idealistica per eccellenza, fino alla firma di un concordato; la chiesa ricambia con la stima esplicita ai gerarchi;
- la scuola è sottomessa alla chiesa e lo è la formazione -il plagio- dei giovani in generale;
5. -abbandono a sé delle masse popolari con conseguente mancata emancipazione di esse:
• nessuna attenzione al divario tra città e campagna (bisogna averne esperienza per sapere cosa significa);
• il regime negli anni venti attuò la sua politica familiare; nel 1925 venne fondata l’Opera Nazionale Maternità che incontrò l’appoggio entusiastico dei cattolici sempre in prima linea a fare i ruffiani del potere, e furono decise riduzioni fiscali per il capofamiglia con moglie e figli, assegni familiari, ecc., mentre nel contempo l’aborto assurgeva a crimine contro lo Stato e venivano proibite educazione sessuale e controllo delle nascite. Ma le innovazioni riguardarono i borghesi e le classi medie; le famiglie contadine, invece, furono lasciate a sé, senza aiuti di alcun genere, abbandonate al sottosviluppo, lasciate nella ignoranza più gretta cui sopperiva l’opera mistificatrice dei preti, nella miseria più degradante per cui l’unico modo che esse avevano per aumentare il livello materiale di vita era quello di aumentare la forza lavoro generando più figli i quali alimentavano anche la manodopera di basso livello direttamente spendibile per la colonizzazione di nuove terre in patria o oltremare (da M. Zucca Storia delle donne/ da Eva a domani);
6. -preferenza della forma sulla sostanza il fascista, in genere e come diretta conseguenza dell’idealismo cui si
abbandona, si avvale più di parole d’ordine, di propaganda, che di analisi dei fatti reali: cosa e perché è
successo; i personaggi del fascismo sono in genere sbruffoni e tracotanti; poi, nella Storia, si possono
riscontrare in loro pose da buffoni;
7. -linguaggio forse la cosa più difficile da definire perché, se l’aggressività delle parole può
essere parte vitale della polemica politica, il linguaggio del fascista può essere definito solo
assegnandogli vari attributi: volutamente sboccato, spudorato, strafottente, sfacciato,
sfrontato, bellicoso e irruente, aggressivo e volgare, i quali sono presenti più o meno tutti,
in modo più o meno appariscente, nella stessa occasione.
Quei caratteri sono, ovviamente, storicamente ben determinati e, di conseguenza, appartenenti ad una data epoca storica. Essi riflettono certamente il carattere dell’uomo fascista e del suo regime. Mi pare opportuna qui una citazione di personaggio non secondario che ha vissuto quell’esperienza: “…approfondendo l’argomento, oggi mi sono dovuto convincere che la soluzione di tutti i problemi -anche di quelli che riteniamo più spiccatamente economici e tecnici- della convivenza civile, è funzione del modo in cui si riesce risolvere il problema della libertà di coscienza, cioè del modo in cui vengono regolati i rapporti fra lo Stato e la Chiesa” (E. Rossi Il manganello e l’aspersorio.
3a parte
Tanto più essi sono importanti oggi se si riscontrano in persone o organizzazioni dell’epoca attuale, in quanto non solo rimandano al fascismo storico ma individuano nelle persone di oggi e/o nelle organizzazioni cui esse appartengono, la permanenza di un carattere fascista che va oltre le strutture economiche o sociopolitiche non sempre note appieno da parte delle masse popolari. Ma i punti 1- 2- 3- 4- 5 sono forme sostanziali dell’economia e della politica.
Quindi dare del fascista, in base a quelle caratteristiche, a persone o organizzazioni di oggi non è proprio fuori luogo. A fini più ampiamente politici, si possono considerare come determinanti nella definizione del grado di fascismo che caratterizza un regime: i rapporti con la chiesa, nonché la mancata considerazione per l’evoluzione delle masse sul piano culturale ed esistenziale: punti 4 e 5…vi sovvien, disse Alberto di Giussano, la DC, cui seguirono i diessini ed il PD? E la LEGA, messer Alberto? Oggi, con la LEGA possiamo anche notare come, nella sua abituale ipocrisia di adattamento ai tempi, la chiesa operi demonizzando i personaggi più in vista per teatralizzare un presunto scontro di cui si nota l’artificiosità nell’uso da sceneggiata che entrambe le parti fanno degli stessi identici amuleti senza smettere di scambiarsi reciproci favori. (1)
A mio avviso già la posizione 4 da sola è più che sufficiente a determinare il grado di fascismo di un regime in quanto la chiesa come istituzione è sempre stata fascista, non lo ha mai nascosto e lo è stata con i fatti nel suo dispiegarsi nella Storia. Infatti è dalla sudditanza alla chiesa, cui consegue la mancata laicità dello Stato, che derivano l’abbandono a sé della masse popolari cui supplisce l’azione mistificatrice dei preti che annulla lo spirito critico sulla realtà distraendolo con panzane idealistiche. Si tratta, insomma, dell’eterno fascismo italiano che va al di là dello specifico regime politico totalitario che abbiano buttato dalla porta ma che abbiamo fatto rientrare dalla finestra con una consolidata prassi politica che disprezza ogni vero percorso di democrazia, di laicità delle istituzioni, di cultura nelle periferie, di emancipazione delle masse popolari. Quello che Marx chiamava l’idiotismo della vita di campagna: un isolamento che abbruttisce ed annoia chi vive in campagna e fino a quando non risolveremo realmente, nei fatti, drasticamente, il rapporto tra lo Stato e la chiesa cattolica (CCAR e Stato della città del Vaticano; ma pure con le religioni tutte perché qualunque religione è un’arma letale per la società, perché il prete a qualunque religione appartenga è comunque un mistificatore) resteremo un paese fascista nei fatti perché è là la cancrena, è da là che viene la metastasi.
O facciamo della laicità dello Stato e delle sue istituzioni, almeno questo!, la frontiera dirimente oppure nulla di buono c’è da aspettarsi, da qualunque parte provengano le idee e le proposte. Non è onesto attendere che sia la Storia a risolvere il problema.
Un proverbio cinese recita: “Se vedi un puntino nero all’orizzonte, spara senza indugio perché potrebbe essere un prete”: è da quella esperienza che nasce in Cina la prassi secondo la quale i vescovi nominati dal Vaticano debbono essere approvati dallo Stato…è ben nota colà la vigliaccheria dei preti, la loro subdola azione…e la religione sopravvive grazie alla diffusa ignoranza in un mondo di squallore sociale.
4a parte (la nota)
(1) Mentre deputati leghisti poche settimane dopo le elezioni hanno depositato una proposta di legge per rendere obbligatorio il crocifisso in tutte le scuole e negli uffici pubblici per farci tornare la fascismo storico, che alla chiesa tanto piacerebbe, in Ungheria ed in Polonia la chiesa ha approvato l’introduzione del riferimento a Dio nelle Costituzioni di quei paesi, ecco che nel gioco delle parti la chiesa, che è riuscita persino a dichiarare santi impenitenti criminali quando la cosa le ha fatto comodo, avverte, con messaggi a noi incomprensibili ma ben comprensibili da parte dei politici interessati, che nell’odio verso le ONG di Salvini non ci deve essere quello per la sua maggiore ONG che è la CARITAS (che opera anche a livello internazionale e non disdegna di riciclare preti condannati o accusati di infami porcherie) che le assicura guadagni ai quali non intende rinunciare…e fino ad ora Salvini la CARITAS si è guardato bene financo dal pronunciarla: alla chiesa Salvini non dispiace, a quelle condizioni; tutt’al più lo troverà un po’ rozzo, poco seminarista. Nel contempo il cosiddetto ministro Lorenzo Fontana fa il reazionario d’ordinanza e da buon fideista semina zizzania tenendo in caldo temi cari alla chiesa per sviare l’attenzione dai problemi reali. E tutti ad agitare identici amuleti.
l primo commento è quello di un cretino.
Ogni tanto li facciamo passare che ci serve a ricordare che la madre dei cretini è sempre gravida.
Il secondo, quello di Manlio, che ringraziamo, obbliga una lettura attenta.
Daremo un giudizio.
Ma sì, dai, facciamoci spiegare da Ernesto Rossi cos'era il fascismo: la lucidità dell'analisi si rispecchia nella lucidità della proposta politica (il Manifesto di Ventotene).
Eh, la laicità: fondamentale, no? Ma secondo il metro di Rossi, La Pira e Dossetti cos'erano? Vi invito a rileggere La finanza in Paradiso, Il Mondo, 13 maggio 1950, dove il buon Rossi si fa atroci beffe del lavoro scritto da La Pira a quattro mani con Caffè, L'attesa della povera gente, guarda tu. in nome della teoria quantitativa della moneta (robe tipo: bastasse stampar denaro, saremmo tutti ricchi!), in armoniosa e riconosciuta consonanza con Angelo Costa (il presidente di Confindustria dell'epoca, per la cronaca). Ma La Pira aveva il gravissimo torto di citare il Vangelo e San Tommaso! Ma possibile che ancora non si sia capito che andar dietro al laicismo liberal-azionista porta al "partito radicale di massa" che abbiamo davanti? E lo dico da ateo!
Posta un commento