[ 27 agosto 2018 ]
«Non ti piace il 5 stelle? Legittimo, ma esattamente cosa non ti piace dell’idea di tornare ad essere proprietari delle nostre autostrade? Cosa c’è di sbagliato nel togliere le concessioni a chi si è arricchito in modo vergognoso a discapito delle tasche e spesso anche della vita di quei cittadini che con le loro tasse hanno permesso la costruzione della rete stradale?
Ci ho pensato molto e ho capito che quel che non ti piace è che a proporre la nazionalizzazione delle autostrade sia stato proprio il MoVimento 5 stelle. Questa è la ragione della tua avvelenata frustrazione. Avresti voluto che questa posizione l’avesse assunta il partito erede di Berlinguer, ma quel partito non esiste più e Berlinguer si sta rivoltando nella tomba. E allora tu che fai? Al posto di prenderne atto e di sostenere quello che in cuor tuo hai sempre sostenuto, diventi esperto di titoli azionari, di perdita in borsa per Atlantia, quando la sola cosa che dovrebbe allarmarti è la perdita della tua onestà intellettuale. Sei diventato come un Brunetta qualsiasi anche se citi Gramsci.
Dove ti porta tutto questo? A restare suddito. Non di un partito o dei Benetton, ma della tua stessa chiusura mentale. Se ciò nuocesse soltanto a te me ne starei zitto, ma tale atteggiamento non nuoce soltanto a te: nuoce al Paese intero. Un Paese che ha urgente bisogno di riprendersi fette di sovranità, ma a te questa parola non piace più. “Sovranità” è una parola presente nella Costituzione, ma tu ormai la rigetti. Perché a rispolverarla è stato il 5 stelle.
Vuoi odiarci? Fai pure. Contrasta il 5 stelle, critica, attacca, indignati per un verbo sbagliato da Di Maio, continua a scrivere che mi sto pagando la vacanza con l’assegno di fine mandato - anche se sai che non è vero. Ma quando il 5 stelle lotta per qualcosa che conviene anche a te, sostienilo. Ne hai il dovere. Se non per te per chi verrà dopo di te, perché è diritto del Popolo vivere in un Paese dove non sia tutto privatizzato.
Si deve andare diritti con la revoca delle concessioni autostradali. Punto. Anche se fai finta di non essere d’accordo, anche se pare che per te il mercato conti più degli esseri umani, la finanza più della Politica, il prezzo dell’oro più del sudore degli uomini. Si deve andare diritti con la revoca delle concessioni autostradali. Punto. Anche se tale intransigenza ormai ti fa paura perché non sei più abituato. Fortunatamente per milioni di italiani l’intransigenza è tornato ad essere un valore. Oggi più che mai».
«Esiste un’Africa che soffre ed è purtroppo infinitamente più grande della Diciotti. Quest’Africa dovrebbe essere innanzitutto raccontata tuttavia viene sistematicamente ignorata.
È ignorata dalla stragrande maggioranza dei mezzi di informazione i quali se ne ricordano una volta all’anno, magari in occasione della giornata contro la fame nel mondo. Per lavarsi la coscienza fanno sempre il solito macabro giochino: ci ricordano quanti bambini muoiono di fame o di diarrea ogni 10 minuti. Ma non si degnano quasi mai di raccontare cosa e chi sia causa di tale povertà. Andrebbe contro gli interessi di molti editori, campioni di globalismo e di capitalismo finanziario.
Quest’Africa “Vera” viene ignorata dall’Unione Europea, un’associazione di burocrati senza nome e senza volto corresponsabili della povertà africana per via di scelte prese da quegli uffici dei grattacieli di Bruxelles dove i condizionatori raffreddano ogni cosa, cuori compresi.
Quest’Africa viene ormai da anni sostanzialmente ignorata dalla sinistra italiana, le cui frattaglie preferiscono ipocrite passerelle sui ponti delle navi piuttosto che prendere posizioni coraggiose sui ponti crollati. Costoro sono i peggiori nemici dell’Africa perché si fingono amici ma hanno avallato scelte da carnefici, guerre di invasione mascherate da missioni di pace, reati di corruzione internazionale e questa stramaledettissima globalizzazione che nelle zone più povere del pianeta ha trasformato la povertà in miseria.
Quest’Africa ha 1000 diritti disattesi ma il primo è quello a restare! Il diritto a restare nella comunità in cui si è nati ed avere la possibilità di farla prosperare con il proprio lavoro è il diritto più negato nell’epoca moderna. Viene negato in Africa ma anche in Centro America. Viene negato in Europa e soprattutto nel sud Italia. Un governo di cambiamento ha il dovere di occuparsi di tale diritto. Tutto il resto è distrazione di massa».
Ci segnalano, dalla pagina Facebook di Di Battista, e volentieri pubblichiamo, due suoi messaggi.
Il primo del 21 agosto sulla vicenda di Autostrade, il secondo, di ieri, sulla psico-commedia della nave Diciotti.
Il primo del 21 agosto sulla vicenda di Autostrade, il secondo, di ieri, sulla psico-commedia della nave Diciotti.
«Non ti piace il 5 stelle? Legittimo, ma esattamente cosa non ti piace dell’idea di tornare ad essere proprietari delle nostre autostrade? Cosa c’è di sbagliato nel togliere le concessioni a chi si è arricchito in modo vergognoso a discapito delle tasche e spesso anche della vita di quei cittadini che con le loro tasse hanno permesso la costruzione della rete stradale?
Ci ho pensato molto e ho capito che quel che non ti piace è che a proporre la nazionalizzazione delle autostrade sia stato proprio il MoVimento 5 stelle. Questa è la ragione della tua avvelenata frustrazione. Avresti voluto che questa posizione l’avesse assunta il partito erede di Berlinguer, ma quel partito non esiste più e Berlinguer si sta rivoltando nella tomba. E allora tu che fai? Al posto di prenderne atto e di sostenere quello che in cuor tuo hai sempre sostenuto, diventi esperto di titoli azionari, di perdita in borsa per Atlantia, quando la sola cosa che dovrebbe allarmarti è la perdita della tua onestà intellettuale. Sei diventato come un Brunetta qualsiasi anche se citi Gramsci.
Dove ti porta tutto questo? A restare suddito. Non di un partito o dei Benetton, ma della tua stessa chiusura mentale. Se ciò nuocesse soltanto a te me ne starei zitto, ma tale atteggiamento non nuoce soltanto a te: nuoce al Paese intero. Un Paese che ha urgente bisogno di riprendersi fette di sovranità, ma a te questa parola non piace più. “Sovranità” è una parola presente nella Costituzione, ma tu ormai la rigetti. Perché a rispolverarla è stato il 5 stelle.
Vuoi odiarci? Fai pure. Contrasta il 5 stelle, critica, attacca, indignati per un verbo sbagliato da Di Maio, continua a scrivere che mi sto pagando la vacanza con l’assegno di fine mandato - anche se sai che non è vero. Ma quando il 5 stelle lotta per qualcosa che conviene anche a te, sostienilo. Ne hai il dovere. Se non per te per chi verrà dopo di te, perché è diritto del Popolo vivere in un Paese dove non sia tutto privatizzato.
Si deve andare diritti con la revoca delle concessioni autostradali. Punto. Anche se fai finta di non essere d’accordo, anche se pare che per te il mercato conti più degli esseri umani, la finanza più della Politica, il prezzo dell’oro più del sudore degli uomini. Si deve andare diritti con la revoca delle concessioni autostradali. Punto. Anche se tale intransigenza ormai ti fa paura perché non sei più abituato. Fortunatamente per milioni di italiani l’intransigenza è tornato ad essere un valore. Oggi più che mai».
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«Esiste un’Africa che soffre ed è purtroppo infinitamente più grande della Diciotti. Quest’Africa dovrebbe essere innanzitutto raccontata tuttavia viene sistematicamente ignorata.
È ignorata dalla stragrande maggioranza dei mezzi di informazione i quali se ne ricordano una volta all’anno, magari in occasione della giornata contro la fame nel mondo. Per lavarsi la coscienza fanno sempre il solito macabro giochino: ci ricordano quanti bambini muoiono di fame o di diarrea ogni 10 minuti. Ma non si degnano quasi mai di raccontare cosa e chi sia causa di tale povertà. Andrebbe contro gli interessi di molti editori, campioni di globalismo e di capitalismo finanziario.
Quest’Africa “Vera” viene ignorata dall’Unione Europea, un’associazione di burocrati senza nome e senza volto corresponsabili della povertà africana per via di scelte prese da quegli uffici dei grattacieli di Bruxelles dove i condizionatori raffreddano ogni cosa, cuori compresi.
Quest’Africa viene ormai da anni sostanzialmente ignorata dalla sinistra italiana, le cui frattaglie preferiscono ipocrite passerelle sui ponti delle navi piuttosto che prendere posizioni coraggiose sui ponti crollati. Costoro sono i peggiori nemici dell’Africa perché si fingono amici ma hanno avallato scelte da carnefici, guerre di invasione mascherate da missioni di pace, reati di corruzione internazionale e questa stramaledettissima globalizzazione che nelle zone più povere del pianeta ha trasformato la povertà in miseria.
Quest’Africa ha 1000 diritti disattesi ma il primo è quello a restare! Il diritto a restare nella comunità in cui si è nati ed avere la possibilità di farla prosperare con il proprio lavoro è il diritto più negato nell’epoca moderna. Viene negato in Africa ma anche in Centro America. Viene negato in Europa e soprattutto nel sud Italia. Un governo di cambiamento ha il dovere di occuparsi di tale diritto. Tutto il resto è distrazione di massa».
2 commenti:
nella occasione della rilettura di libri già letti in passato, sono ora a proporvi alcune riflessioni che mi sono state sollecitate dalla rilettura del libro Africa di John Reader. Un libro veramente eccezionale sul quel continente e la sua gente che sto rileggendo con passione su suggerimento della situazione sociale e politica del momento. Un libro, però, pur nel momento sociale e politico che tutti viviamo ogni giorno, che mai è stato citato come fonte di importanti informazioni. Un libro, Africa di John Reader, che tratta del continente africano dalla sua fondazione geologica fino alle moderne vicissitudini sociali e politiche, che si presta ad essere usato come manuale di consultazione ma anche per una lettura continua; caratterizzato da una scrittura corretta, ordinata e alla portata di chiunque: insomma un vero libro per la integrazione culturale delle masse popolari e forse è proprio per questo che non se ne parla oggi. Ma nemmeno di altri libri con la stessa finalità mi è stato possibile avere notizia dalla stampa quotidiana a dimostrazione che dei migranti e delle cause che li rendono tali, a noi non ce ne frega nulla; così come alla nostra cultura e al nostro sistema politico. A noi non interessa conoscere la mentalità, la civiltà, la Storia dei migranti. Tanto meno ci interessa sapere se dalla cultura e dalla Storia dei migranti si possa imparare qualcosa.Ho già scritto altrove che il mondo occidentale è da sempre fondamentalmente ipocrita e falso a motivo del fatto che lo è la cultura sulla quale esso si fonda ed il suo tanto sbandierato umanesimo è solo la foglia di fico sotto la quale nasconde i misfatti più imperdonabili. Altro che civiltà superiore! Gli africani frequentarono le città del vecchio continente, in modo assolutamente pacifico, già molto tempo prima che noi andassimo in Africa: la prima visita in Italia di un etiope avvenne nel 1306, il primo esploratore europeo giunse in Etiopia solo nel 1407 e fu un italiano, certo Pietro Rombulo.
I neri in Africa furono maestri nello scoraggiare i comportamenti aggressivi, le avidità, le ostilità fra etnie. “Non ci sono tradizioni di guerra devastante fra i popoli dediti all’agricoltura mista nell’Africa subsahariana prima del XIX secolo.” Alla fine dell’Ottocento, con l’Africa preda di ambizioni colonialistiche delle potenze europee, compare la guerra.
Manlio Padovan
Ci mettemmo in mezzo noi e con i colonizzatori, che conquistarono territori e rapinarono materie prime, mandammo i missionari col compito di portare colà la buona novella e convertirli al nostro dio. E in effetti, sintetizza in modo simpatico e rigoroso Massimo Fini, "...i neri africani non avevano un Dio unico e, spesso, nemmeno un pantheon di dei; la loro concezione era che tutto, a cominciare dalla natura e dalla stessa materia, è spirituale e magico. Ma noi occidentali, che siamo riusciti nell’impresa di materializzare anche l’uomo ci siamo ritenuti in dovere, così come gli islamici, di imporre la nostra totalitaria e cupa religione, con un unico Dio, punitivo e vendicativo, concezioni immacolate, crocifissioni orripilanti, resurrezioni della carne (in che età, please?) tutte cose che per gli africani hanno un senso come per noi i loro riti woodoo.” (IL GAZZETTINO del 23/4/04) E al seguito dei missionari arrivò il colonialismo economico che affamò l’Africa con l’omologare la sua gente alle nostre abitudini e renderla schiava dei nostri mercati. Di conseguenza per risolvere il problema dei migranti, l’unico modo serio è di rendere all’Africa e agli africani ciò che all’Africa e agli africani abbiamo rubato e continuiamo a rubare, e di smetterla di portare guerre in giro per il mondo. Tutto ciò che si sta facendo è solo un continuo sbrodolamento di parole con apparenti conflitti tra istituzioni che impenitenti buffoni, a destra e a sinistra, accompagnano a lacrime di coccodrillo, a sinistra e a destra, pur sapendo bene che nella Storia hanno pagato sempre e solo i poveracci, i più deboli…buffoni che, a destra e a sinistra, non intendono risolvere il problema perché a loro interessa di più mantenere la struttura economica che li conserva.
“Se l’Europa non si fosse intromessa, forse l’Africa avrebbe potuto crescere sviluppando i talenti indigeni e avrebbe potuto trovare una strada propria, ispirata dall’interno invece che da esempi venuti dall’esterno.” L’Africa fu la culla dell’umanità e “senza influenze esterne, l’Africa avrebbe forse sviluppato un modello sociale superiore a quello dell’attuale civiltà e della sua cultura tecnologica. In effetti, l’arte di vivere pacificamente in piccole società senza Stato,…in armonia con l’ambiente,…diffusa in Africa prima della penetrazione di influssi esterni, è un contributo tutto africano alla storia umana.”
Manlio Padovan
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