[20 agosto 2018 ]
Il governo Conte non era ancora nato ma su questo blog, vista l'alta probabilità che M5S e Lega avrebbero alla fine chiuso l'accordo per formare il loro governo, avevo azzardato un pronostico: SCATENERANNO L'INFERNO. Chi lo avrebbe fatto era chiaro: le potenti oligarchie eurocratiche in combutta con l'aristocrazia finanziaria globale.
Subito dopo la nascita del governo Conte, il 1 luglio, la Terza Assemblea nazionale di Programma 101 approvava una risoluzione che indicava come la prossima Legge di bilancio avrebbe rappresentato il terreno dello scontro tra il governo "populista" e le euro-oligarchie e come quindi una SINISTRA PATRIOTTICA avrebbe dovuto incalzare il governo a resistere, pena essere travolto assieme al Paese.
Il 13 agosto, tenuto conto delle diverse avvisaglie Leonardo Mazzei, senza giri di parole, prevedeva L'ATTACCO IMMINENTE al governo, con l'uso della stessa arma di distruzione di massa che defenestrò Berlusconi: lo spread sui titoli di stato. Lo stesso Giancarlo Giorgetti (che non è certo un falco), in un'intervista del 13 agosto a LIBERO era giunto alle stesse conclusioni.
A noi pare quindi, di contro a tanti quaquaraquà e azzeccagarbugli, di aver visto giusto: se il governo, con la prossima Legge di bilancio, terrà fede anche solo alla metà dei suoi intendimenti, se cioè non si inginocchierà ai poteri forti esterni in sodalizio con quelli interni (leggi il grande capitalismo neoliberale e globalista), quelli che fino ad oggi hanno dettato le politiche economiche, lo scontro sarà inevitabile. In mezzo non ci sarà posto per nessuno.
Che non vediamo sbagliato ce lo conferma un articolo del Wall Street Journal, la bibbia del capitalismo globale, con un articolo pubblicato il 18 agosto e chiosato dal CORRIERE DELLA SERA di ieri. Il titolo è tutto un programma: "L'Italia alimenta la paura del risveglio della crisi dell'euro". Lo pubblichiamo qui sotto, non senza segnalare le reazioni che il brutale avviso ha suscitato dalle parti del governo.
* * *
Wall Street Journal:
«L’Italia un pericolo per l’euro».
Salvini: «I poteri forti vogliono stroncarci»
«L’Italia un pericolo per l’euro».
Salvini: «I poteri forti vogliono stroncarci»
Secondo il quotidiano il «pericolo» è rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma»
di Paola Di Caro
Il primo era stato Giancarlo Giorgetti una decina di giorni fa: «L’attacco io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono». Parole, quelle del sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, che avevano scosso la scena politica, e che erano state subito raccolte da altri esponenti del governo. Come Luigi Di Maio, che si era subito detto pronto a reagire nel caso in cui la tanto temuta tempesta sui mercati dovesse arrivare: «Se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili. A Palazzo Chigi non c’è Berlusconi che rinunciò per le sue aziende».
L'articolo del quotidiano americano
Il 19 agosto a riprendere il tema di un possibile assalto al governo e «all’esperimento italiano» da parte dei «poteri forti» internazionali è stato Matteo Salvini, con un duro avvertimento: «Cercheranno di stroncarci, ma non arretreremo di un millimetro. Quasi ad aprire un fronte polemico preventivo, anche — forse — per reazione ad un articolo del Wall Street Journalsecondo il quale la fine della «lunga maratona» per salvare la Grecia segnerà «la chiusura della crisi dell’Eurozona», se non fosse però «per l’Italia e il fastidioso timore che l’euro non sia dopo tutto così stabile». Un «pericolo», quello italiano, rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma», che potrebbero portare ad una «destabilizzante fuga dei capitali». Il giornale finanziario spiega che il banco di prova decisivo sarà in autunno, quando « il governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori».
L'articolo del quotidiano americano
Il 19 agosto a riprendere il tema di un possibile assalto al governo e «all’esperimento italiano» da parte dei «poteri forti» internazionali è stato Matteo Salvini, con un duro avvertimento: «Cercheranno di stroncarci, ma non arretreremo di un millimetro. Quasi ad aprire un fronte polemico preventivo, anche — forse — per reazione ad un articolo del Wall Street Journalsecondo il quale la fine della «lunga maratona» per salvare la Grecia segnerà «la chiusura della crisi dell’Eurozona», se non fosse però «per l’Italia e il fastidioso timore che l’euro non sia dopo tutto così stabile». Un «pericolo», quello italiano, rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma», che potrebbero portare ad una «destabilizzante fuga dei capitali». Il giornale finanziario spiega che il banco di prova decisivo sarà in autunno, quando « il governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori».
La controffensiva di Salvini
E Salvini percepisce perfettamente il messaggio, tanto da passare alla controffensiva. «Questo governo — dice il vicepremier — è partito da due mesi e mezzo, facendo cose giuste e l’apprezzamento degli italiani è ai massimi storici. Noi — assicura — siamo contenti, ma c’è qualcuno che è meno contento, perché se con questo governo l’Italia dimostra di non dipendere dai soliti poteri forti, dai banchieri, dai finanzieri, quelli sono terrorizzati perché allora potrebbero farlo anche altri Paesi». Ecco perché, denuncia Salvini «cercheranno in ogni maniera di stroncare l’esperimento italiano con il debito pubblico, lo spread, il declassamento delle agenzie di rating, i richiami e le penalità». Un grido d’allarme forte nel momento in cui il governo dovrà mettere mano alla legge di Bilancio, sulla quale già da settimane si registrano posizioni non coincidenti sia tra i parti della maggioranza, sia con il ministro dell’Economia Tria, su scelte da compiere e coperture. Anche a questo sembra pensare Salvini quando chiede al suo popolo di farsi sentire, sostenendo l’azione del governo e del suo partito: «Noi — avverte — non arretriamo di un millimetro, ma quando inizieranno a bastonare ci sarà bisogno di voi, della vostra reazione»
7 commenti:
Il crollo del ponte di genova ha aperto in modo imprevedibile una questione di importanza storica: quella delle privatizzazioni degli anni '90. Tale questione è il centro della storia italiana dell'ultimo quarto di secolo: da tangentopoli, al Britannia, alla formazione di quella classe politica di mediatori della finanza chiamata Pd, allo stato sociale, perfino all'entrata nell' Euro. Il Pd nelle sue varie denominazioni ha demolito le partecipazioni statali, ha messo i suoi uomini e le sue donne nei consigli di amministrazione delle società neo privatizzate e ne ha ottenuto appoggio e sostegno. La questione del "Ponte di Genova" pottrebbe rappresentare, se gestita adeguatamente, la fine dell'Ancien Régime in Italia. E tu, Piemme, ritieni che "lo scontro di autunno" sia se il governo sfonderà o meno i parametri imposti dalla commissione europea. Di quanto? Se avverrà, magari dello 0,7 % portando dallo 0.9 % previsto all'1,6. Faccio notare che il solo gettito delle autostrade è di 7,8 miliardi di euro, che rappresenta all' incirca lo 0,5% del Pil. Che il fatturato della ricezione alberghiera, o para alberghiera in Italia, sul quale cercano di gettarsi le multinazionali delle prenotazioni on line con le loro commissioni del 20% è di 12,5 miliardi di euro. Solo due esempi. Sembra che Marx, che certamente P101 conosce, sia stato riletto sulle dispense di Warren Mosler, e che sosteniamo un deficit di spesa qualsiasi magari realizzato con la flat tax- che pagheremmo qualche tempo dopo con ulteriori privatizzazioni e riduzioni dei servizi sociali. Ho già espresso il mio dissenso- prima dei fatti del ponte di Genova- nell'articolo "Qual'è lo scontro principale", ma sembra che P 101 non lo abbia tenuto in alcun conto. Che dire...? Auguri. (a.c.)
Ricordate il motto di successo: "Resistere, resistere, resistere!"?.Speriamo che questa volta il motto trovi piena attuazione.
A.Z.
Non entro in dettagli tecnici perché culturalmente non sono all'altezza opportuna.
Mi preme di affermare che se sacrifici ci saranno,mi parrebbe giusto che essi fossero sopportati da tutti, dico da tutti, in rapporto alla ricchezza personale. Ciò che, mi pare di avere capito ad 82 anni, mai si verifica e a pagare sono sempre i soliti. Così fu per esempio con l'entrata in vigore dell'euro.
Non chiedo nemmeno che chi col metodo vigente ha fatto i soldi debba restituire il maltolto.
Manlio Padovan
Sullo scontro principale ma soprattutto su cosa bolle in pentola vorrei sottolineare qualcosa che può aiutare e mettere a fuoco la situazione. Faccio due citazioni, la prima è questo articolo delle rivista di destra Eurasia del quale estraggo:
"significa che gli USA [..] si stiano adoperando perché l'Europa imploda a cominciare dall'euro? Non necessariamente [..] in questo disegno non è detto che sia stato contemplato [..] un guadagno effettivo per chi [..] si è ribellato alla dittatura di turno."
La questione può essere sottolineata forse più efficacemente con una narrativa più semplice. Ai tempi della polemica sul manifesto di solidarietà europeo, nel giugno 2013, ero molto contrariato e sul blog del Valerio commentai segnalando un articolo di Petrosillo. L'articolo originale è questo ed anche qui ne posto un estratto (grassetto mio):
"Berlino sta guardando alle sue tradizionali aree d’influenza [..] Anche qui non avrà vita facile, dovendo agire tra russi e americani, ma almeno potrà misurarsi in questa sfida, puntando a familiarizzare più celermente con Mosca, senza rompere con Washington, mentre l’Italia, presa di sorpresa, perderà ancora tempo a rimettere insieme i cocci dello Stivale, sempre che non finisca impietosamente soffocata dalle sue stesse rovine. In questo scenario, al momento fantapolitico, ma non si può mai dire, quel che avanzerà dell’Europa, a guida francese, subirà l’ulteriore stretta degli Usa, con un peggioramento indicibile delle condizioni di esistenza delle altre nazioni, specialmente mediterranee."
Ovviamente la parte in grassetto è quella più rilevante per noi. Certo niente può essere preso alla lettera, ibis redibis, lo scenario è fantapolitico e l'articolo vecchiotto ma le due letture evidenziano in modo chiaro i pericolosi tempi storici che stiamo vivendo. Su questo si misurerà la reale azione sovranista dei giallo-verdi. Ovviamente lo dico non per deprimere ma per evitare che eccessivi entusiasmi ci facciano perdere la lucidità.
Giovanni
Di qua o di là?
Di sicuro non di là, ma non in prima fila di qua, ammesso che ci sia posto, tra i zelanti fedeli di Salvini-Casaleggio.
Ma prima di questo valuto la fuga in montagna o al limite imboscarmi in fureria.francesco
Francé imboscati pure in fureria, quello è il tuo posto
Caro A.C. e dove sarebbe la differenza con te?
Anche dalla nazionalizzazione di Autostrade giudicheremo questo governo.
Ti sarà chiaro che orami tutto, anche questo eventuale provvedimento, finirà nel calderone della Legge di bilancio
Piemme
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