[ 16 dicembre ]
Questa non è un'altra tegola sulla testa di Virginia Raggi, qui sta venendo giù il tetto, e il sindaco rischia di lasciarci le penne, causando un danno enorme al Movimento 5 Stelle tutto.
Raffaele Marra, capo del personale del comune di Roma e braccio destro della Raggi, è stato arrestato per corruzione (per fatti risalenti ad anni addietro). L'arresto viene dopo l'avviso di garanzia per la Muraro, un'altra dirigente che, al pari di Marra, è stata difesa dal sindaco.
C'è un "complotto" giudiziario per azzoppare i Cinque Stelle?
Forse sì, o forse per niente.
Quando parliamo di personaggi come Marra e la Muraro (e Frongia?), parliamo di persone che hanno svolto incarichi apicali nelle giunte precedenti, tra cui quella di Alemanno, una vera e propria fabbrica del malaffare.
Vale la presunzione d'innocenza, ma vale anche la logica: è molto difficile pensare che questi dirigenti non abbiamo avuto le mani in pasta.
Come si dice, la Giustizia farà il suo corso, staremo a vedere.
Sul piano politico c'è poco da vedere: la Raggi, già consigliere comunale dei Cinque Stelle, diventata sindaco, ha voluto questi ceffi accanto a sé. Non solo, li ha strenuamente difesi, li ha anzi promossi con stipendi stellari a ruoli più importanti, e li ha protetti anche contro chi, nello stesso Movimento 5 Stelle (Beppe Grillo in testa) chiedeva alla Raggi di sbarazzarsene.
Non vogliamo nemmeno pensare che la Raggi sia collusa nel malaffare.
E allora come si spiega tutto questo casino?
Insipienza? Dabbenaggine? Improvvisazione? Tutte queste cose messe assieme?
Certo, non si tratta di reati penali, sul piano politico errori pacchiani, clamorosi. Che la Raggi ne sia consapevole o meno, sembra il Cavallo di Troia perfetto dei nemici del M5S.
Nell'estate scorsa la Raggi, avvalendosi del grande potere che il sistema consegna ai sindaci (vedete dove porta il meccanismo presidenzialistico!?) rispose con indisponente arroganza alle pressioni di Grillo e di chi gli suggeriva di fare il necessario repulisti nella cabina di regia del comune.
I fatti dimostrano che ebbe torto, in poche parole che ella non possiede né la stoffa né la capacità di fare il sindaco di una città tremenda come quella di Roma.
Resterà abbarbicata alla sua funzione? Speriamo di no.
Il Movimento 5 Stelle, prima ne prenderà apertamente le distanze, meglio sarà. Ne va della prospettiva di liberare presto il Paese dalla presa dei poteri oligarchici e dei loro lacchè.
Vi sono poi questioni delicatissime che chiamano in causa tutto il Movimento: il meccanismo con cui scelgono i loro candidati, le modalità con cui formano dirigenti politici, la sciocca pretesa di considerarsi autosufficienti.
Morale della favola: se non sei in grado di governare Roma come puoi sperare di governare l'Italia?
Ps
Gli amici cinque stelle obietteranno che l'onestà della Raggi non è in discussione, che quindi va difesa comunque. E siamo ad un punto decisivo, al vero e proprio dilemma pentastellato: Roma dimostra che l'onestà è una condizione necessaria ma del tutto insufficiente per prendere le redini del Paese. Non basta essere onesti, occorre avere idee chiare, soluzioni radicali a problemi radicali, acume nella scelta della squadra di governo, liberarsi dal narcisismo autoreferenziale.
Questa non è un'altra tegola sulla testa di Virginia Raggi, qui sta venendo giù il tetto, e il sindaco rischia di lasciarci le penne, causando un danno enorme al Movimento 5 Stelle tutto.
Raffaele Marra, capo del personale del comune di Roma e braccio destro della Raggi, è stato arrestato per corruzione (per fatti risalenti ad anni addietro). L'arresto viene dopo l'avviso di garanzia per la Muraro, un'altra dirigente che, al pari di Marra, è stata difesa dal sindaco.
C'è un "complotto" giudiziario per azzoppare i Cinque Stelle?
Forse sì, o forse per niente.
Quando parliamo di personaggi come Marra e la Muraro (e Frongia?), parliamo di persone che hanno svolto incarichi apicali nelle giunte precedenti, tra cui quella di Alemanno, una vera e propria fabbrica del malaffare.
Vale la presunzione d'innocenza, ma vale anche la logica: è molto difficile pensare che questi dirigenti non abbiamo avuto le mani in pasta.
Raffaele Marra |
Sul piano politico c'è poco da vedere: la Raggi, già consigliere comunale dei Cinque Stelle, diventata sindaco, ha voluto questi ceffi accanto a sé. Non solo, li ha strenuamente difesi, li ha anzi promossi con stipendi stellari a ruoli più importanti, e li ha protetti anche contro chi, nello stesso Movimento 5 Stelle (Beppe Grillo in testa) chiedeva alla Raggi di sbarazzarsene.
Non vogliamo nemmeno pensare che la Raggi sia collusa nel malaffare.
E allora come si spiega tutto questo casino?
Insipienza? Dabbenaggine? Improvvisazione? Tutte queste cose messe assieme?
Certo, non si tratta di reati penali, sul piano politico errori pacchiani, clamorosi. Che la Raggi ne sia consapevole o meno, sembra il Cavallo di Troia perfetto dei nemici del M5S.
Nell'estate scorsa la Raggi, avvalendosi del grande potere che il sistema consegna ai sindaci (vedete dove porta il meccanismo presidenzialistico!?) rispose con indisponente arroganza alle pressioni di Grillo e di chi gli suggeriva di fare il necessario repulisti nella cabina di regia del comune.
I fatti dimostrano che ebbe torto, in poche parole che ella non possiede né la stoffa né la capacità di fare il sindaco di una città tremenda come quella di Roma.
Resterà abbarbicata alla sua funzione? Speriamo di no.
Il Movimento 5 Stelle, prima ne prenderà apertamente le distanze, meglio sarà. Ne va della prospettiva di liberare presto il Paese dalla presa dei poteri oligarchici e dei loro lacchè.
Vi sono poi questioni delicatissime che chiamano in causa tutto il Movimento: il meccanismo con cui scelgono i loro candidati, le modalità con cui formano dirigenti politici, la sciocca pretesa di considerarsi autosufficienti.
Morale della favola: se non sei in grado di governare Roma come puoi sperare di governare l'Italia?
Ps
Gli amici cinque stelle obietteranno che l'onestà della Raggi non è in discussione, che quindi va difesa comunque. E siamo ad un punto decisivo, al vero e proprio dilemma pentastellato: Roma dimostra che l'onestà è una condizione necessaria ma del tutto insufficiente per prendere le redini del Paese. Non basta essere onesti, occorre avere idee chiare, soluzioni radicali a problemi radicali, acume nella scelta della squadra di governo, liberarsi dal narcisismo autoreferenziale.
8 commenti:
Una capra pentastellata purtroppo ...
Non è stato un errore di percorso, di ingenuità o da perdita-dell'-innocenza.
La Raggi ha consapevolmente costruito il suo cerchio di potere pescando in una determinata area tecnico-dirigenziale che come dici tu è collusa con il passato. I nomi dei personaggi di cui si è parlato negli ultimi giorni sono i più famosi, ma non sono gli unici.
Ripeto, è stata una decisione consapevole. Presa e portata avanti già prima delle elezioni.
E mi chiedo: perché l'ha fatto? In cambio di cosa?
Io ho sempre avuto l'impressione della Raggi come una persona a cui è stata preparata dall'esterno la scalata al ventre molle di un movimento-partito che non ha meccanismi di controllo interno, come affondare una lama nel burro.
Il M5S era il cavallo buono per tornare al potere e qualcuno ci è salito sopra con facilità sorprendente, senza incontrare nessuna resistenza.
Colpa del M5S che lo ha permesso, sia chiaro.
Nessun errore di percorso, bensì, come in informatica, un errore di sistema. Il movimento 5 stelle, ad di la di quanto sostenuto da questa redazione, è un movimento borghese. Un movimento interclassista, appunto. Ed ogni movimento interclassista è un movimento in cui vincono i forti, quindi i borghesi.
La giunta Raggi, la squallida Appendino, ne sono la prova.
Per governare la società, se non fai la rivoluzione, devi accettare le competenze dei dominanti. E' tecnicamente impossibile fare diversamente.
E siamo solo al comune di Roma. Immaginatevi questi cialtroni al governo del paese: dover nominare i vertici dei servizi segreti, delle aziende pubbliche, dell'esercito, gli ambasciatori, la RAI.
La magistratura si dimostra ancora una volta elemento di stabilizzazione del sistema, smentendo clamorosamente coloro che vedevano nella magistratura un elemento di contraddizione. Ora non si voterà certo nel 2017. Grillo ha bisogno di tempo per districare la matassa. Renzi ha il congresso. Berlusconi ha paura di scompararire a favore di Salvini. Un bel regalo alle elitè. Ora però cominciamo a venire a prendere per le orecchie, uno per uno, tutti i traditori che ci hanno infilato in questo vicolo cieco col sostegno alle forze giustizialiste
Mi pare evidente a tutti che per governare il Comune di Roma con l'onestà ci voleva una figura tipo "Prefetto Mori", introvabile e fuori tempo. Al contrario si è scelta la Raggi, che ha piuttosto il "physique du role" della brava mammina acqua e sapone.
A questo punto per avere una qualche probabilità di sopravvivenza il neo sindaco non poteva far altro che circondarsi di personaggi scafati, pena la totale ingovernabilità della città, e conseguente fallimento totale.
Una scelta rischiosa, conoscendo le capacità siluratorie della casta, e le caratteristiche di una parte della magistratura che nel tempo ha dato ampie prove di "gestione politica" della giustizia, nel bene e nel male. E puntualmente la trappola è scattata, con un sincronismo che non lascia dubbi in proposito.
Se prima la scelta di Grillo, di lasciar fare alla Raggi, è stata quasi obbligata, ora diventa inevitabile. Un bel guaio, che i 5* faticheranno a gestire, ma se ci riuscissero speriamo serva di lezione sulle scelte di metodo alla base del mov.
Vi segnalo Fassina (che è nel consiglio comunale di Roma)
«In questi giorni siamo stati impegnati nella delicata discussione sul bilancio previsionale per Roma.
Si tratta di un bilancio in sostanziale continuità con il passato, dati i vincoli assunti dalla Giunta Raggi, che rende impossibili gli interventi necessari alla città. Il piano di rientro va messo in discussione innanzitutto sul debito storico. Va rinegoziato il mutuo con Cassa Depositi e Prestiti.
Proponiamo anche, a risorse invariate, di intervenire per:
1) Rendere progressiva l'addizionale comunale Irpef, al di là delle soglie di esenzione
2) Differenziare la Tari per premiare i comportamenti virtuosi.
3) Utilizzare parte del fondo di riserva per aumentare i trasferimenti ai municipi, soprattutto per intervenire e sugli individui più esposti ai rischi di esclusione sociale (anziani e minori), e per assicurar maggiori risorse alla manutenzione delle scuole.
Qui le nostre proposte
La sindaca Raggi e la Giunta devono avviare un'iniziativa affinché le condizioni finanziarie di Roma diventino questione nazionale, siano alla base del "Patto per Roma" e quindi messe nell'agenda del Governo. Se la Sindaca e il M5s sono in grado di resettare tutto e ripartire lo facciano senza ulteriori ambiguità, altrimenti si torni a dare la parola ai cittadini.
Un abbraccio
Stefano Fassina»
Si vede che in casa M5S hanno deciso di tenersi la Raggi:
http://www.beppegrillo.it/2016/12/la_conferenza_stampa_di_virginia_raggi_in_campidoglio.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+beppegrillo%2Fatom+%28Blog+di+Beppe+Grillo%29
Marra è un dirigente del comune di Roma che è stato assunto con un concorso di Stato ed ha 'servito' diversi sindaci di centrodestra e centrosinistra e non può essere licenziato da un sindaco.
I FATTI di cui all'arresto si riferiscono a una compravendita di un appartamento avvenuta nel 2013 sotto la consiliatura MARINO, Pd.
Raggi lo ha demansionato relegandolo a capo del personale e non al patrimonio del Comune di Roma.
Se un dipendente di un comune con incarichi amministrativi (assunto con concorso pubblico) commette un reato con la giunta precedente e viene arrestato, la colpa è per caso del nuovo sindaco?
Ps. Sala è indagato, e De Luca pure. Non la Raggi. Non facciamo confusione .
I fatti di Marra risalgono al 2013. Amministrazione Marino.
Personalmente mi sembra l'ennesimo attacco mediatico contro la giunta 5stelle a Roma, che seppur con difetti e problemi gestionali (chi non li avrebbe nella capitale di oggi?) torna ad essere sotto il fuoco dell'informazione. La Raggi non si fidò della diffidenza di Grillo su Marra (ma non era quindi la bambolina del leader secondo i media?va beh sorvoliamo..) e a quanto pare fece male. Un errore?certo, che capita sicuramente in un periodo poco felice dopo le dimissioni (giuste) della Muraro. Cosa fare quindi? dimettere tutta la giunta per uno che fino a ieri era collaboratore della giunta Marino di cui non si sapeva manco il nome?(oibò..) Il caso è servito su di un piatto d'argento ai media, e i 5 stelle non sono esenti da colpe ), ma hanno ringraziato la magistratura per aver fatto luce su cose di cui non potevano certo sapere.
Sono un semplice cittadino che ha votato per i 5s e lo ho fatto ben conscio che una classe dirigente non si forma in poco tempo e che per combattere il potere consolidato non è uno scherzo. Ho messo in conto pertanto errori di percorso, trappole ed insidie di ogni tipo. Non dimentichiamo che anche tra le br pare ci fossero infiltrati. Come me, credo, che chiunque ha votato i 5s avesse questa consapevolezza e che non sono gli scivoloni presenti e futuri che gli faranno cambiare idea.
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