[ 28 giugno ]
Un'analisi comparata del voto del 26 giugno, con particolare attenzione al risultato deludente della coalizione tra Podemos e Izquierda Unida.
Sono passati solo due giorni e i media spagnoli registrano la riacutizzazione delle tensioni interne a Podemos, tra
'errejonistas' e 'pablistas'. L'ala di Íñigo Errejón era contraria alla alleanza elettorale con Sinistra Unita.
Nella foto da sinistra: Pablo Iglesias di Podemos e Alberto Garzon leader di IU, nelle elezioni nella stessa coalizione.
Era la novità principale della campagna elettorale rispetto alle elezioni del 20 dicembre. Dopo diversi mesi di urticante telenovela Podemos e Izquierda Unida (IU) hanno alla fine raggiunto un accordo storico per partecipare insieme alle elezioni del 26 luglio. L'obiettivo dei partiti di Pablo Iglesias e Alberto Garzón era chiaro: contendere la vittoria al partito Popolare (PP). Davano per scontato, come quasi tutti i sondaggi, che sarebbero diventati la seconda forza del Paese incollati al PP.
Invece no, l’atteso sorpasso sui socialisti del PSOE non è arrivato. Non solo. L’alleanza Unidos Podemos, che si pensava avrebbe moltiplicato i voti, ne ha, al contrario, persi per strada più di un milione —esattamente 1.089.670— rispetto alla somma che Podemos, IU e le diverse liste territoriali ottennero a dicembre. Questi dati si traducono comunque in 71 seggi, esattamente gli stessi che ottennero le due formazioni separatamente.
La somma dei voti di Podemos, In Comú Podem, En Marea, Compromis-Podem e IU-20D Unidad Popular il 20 dicembre scorso fu di 6,139,404 voti. Questo 26 luglio la stessa coalizione ne ha presi 5.049.734. Catalogna e Paesi Baschi si sono dimostrate le comunità autonome con i risultati migliori. In Catalogna, In Comú Podem, guidata da Xavier Domenech conserva la prima posizione ed i suoi 12 seggi, malgrado abbia perso 81.354 voti. Nei Paesi baschi è la lista con il maggior numero di voti (31.000 voti in più del 20 dicembre), ottenendo 6 seggi, uno in più del Partito Nazionalista Basco (PNV).
Nella Comunità Valenciana Compromis-Podem conserva la seconda posizione ed i suoi 9 seggi. Anche se rispetto alla somma di voti ottenuta a dicembre con Esquerra Unida del Pais Valencià (EUPV) ne perde 129,617. Situazione simile in Navarra e nelle Isole Baleari dove la coalizione ottiene due seggi e conserva il secondo posto ma con meno voti rispetto alla somma di dicembre quando andarono separati.
Particolarmente impietoso è il caso di Madrid, dove l'alleanza sperava di superare i 10 seggi ottenuti da Podemos e IU separatamente il 20 dicembre scorso. Ne hanno ottenuti invece 8 e avendo perso più di 216.580 voti. Conservano sì la seconda posizione, ma lontano dal PP, che ha quasi il doppio dei voti. Anche in Galizia En Marea ha anche preso una batosta, dando il secondo posto al PSOE, perdendo uno dei 6 seggi che aveva e quasi 66.445 voti. Il secondo posto è stato perso nella Canarie anche se in questo caso si conservano 3 deputati. In Aragona si manifesta la medesima tendenza generale, con gli stessi deputati, 2, e meno voti rispetto a quelli ottenuti separatamente tra Podemos e IU.
In Andalusia, considerata una regione chiave da Unidos Podemos, la coalizione passa da 10 a 11 seggi, ma ha perso più di 200.000 voti rispetto alla somma di Podemos e IU nel mese di dicembre. Curiosamente perdono il seggio ottenuto nella provincia di Almería, dove si era presentato il generale Julio Rodriguez, una delle stelle di Podemos e dove Iglesias stesso era andato a sostenere la sua campagna. Al contrario, ottengono un seggio a Jaén con il sindacalista Diego Cañamero che diventa deputato. Mantiene d’altra parte i suoi record a Cordoba (Manolo Monereo sarà deputato), Málaga, Huelva, Granada e Cadice. A Siviglia i seggi passano da 2 a 3.
Nelle due Castillas, dove ottennero i risultati più poveri risultati il 20 dicembre, non sono riusciti a decollare, conservando 1 seggio nella regione di Castilla-La Mancha e conservando i 3 in Castiglia e Leon. Essi hanno inoltre mantenuto l’unico seggio in Estremadura, Murcia, Cantabria e La Rioja oltre ai due delle Asturie.
I musi lunghi dei leader dell’alleanza Unidos Podemos erano il tratto predominante quando sono comparsi in pubblico una volta avuti i risultati definitivi. Tutti hanno riconosciuto i brutti risultati, ma Iglesias ha ribadito la continuità della alleanza. "I risultati delle elezioni non sono soddisfacenti, avevamo aspettative diverse. Siamo preoccupati per la perdita di sostegno del blocco progressista", ha affermato. "Forse abbiamo bisogno di tempi più lunghi", ha detto Iglesias a proposito dell’aspettativa del suo partito di vincere le elezioni.
Se ci sarà questa “continuità” lo sapremo presto dai risultati delle prossime riunioni dei dirigenti. Nessuno scenario è da escludere.
Sono passati solo due giorni e i media spagnoli registrano la riacutizzazione delle tensioni interne a Podemos, tra
'errejonistas' e 'pablistas'. L'ala di Íñigo Errejón era contraria alla alleanza elettorale con Sinistra Unita.
Nella foto da sinistra: Pablo Iglesias di Podemos e Alberto Garzon leader di IU, nelle elezioni nella stessa coalizione.
Era la novità principale della campagna elettorale rispetto alle elezioni del 20 dicembre. Dopo diversi mesi di urticante telenovela Podemos e Izquierda Unida (IU) hanno alla fine raggiunto un accordo storico per partecipare insieme alle elezioni del 26 luglio. L'obiettivo dei partiti di Pablo Iglesias e Alberto Garzón era chiaro: contendere la vittoria al partito Popolare (PP). Davano per scontato, come quasi tutti i sondaggi, che sarebbero diventati la seconda forza del Paese incollati al PP.
Invece no, l’atteso sorpasso sui socialisti del PSOE non è arrivato. Non solo. L’alleanza Unidos Podemos, che si pensava avrebbe moltiplicato i voti, ne ha, al contrario, persi per strada più di un milione —esattamente 1.089.670— rispetto alla somma che Podemos, IU e le diverse liste territoriali ottennero a dicembre. Questi dati si traducono comunque in 71 seggi, esattamente gli stessi che ottennero le due formazioni separatamente.
La somma dei voti di Podemos, In Comú Podem, En Marea, Compromis-Podem e IU-20D Unidad Popular il 20 dicembre scorso fu di 6,139,404 voti. Questo 26 luglio la stessa coalizione ne ha presi 5.049.734. Catalogna e Paesi Baschi si sono dimostrate le comunità autonome con i risultati migliori. In Catalogna, In Comú Podem, guidata da Xavier Domenech conserva la prima posizione ed i suoi 12 seggi, malgrado abbia perso 81.354 voti. Nei Paesi baschi è la lista con il maggior numero di voti (31.000 voti in più del 20 dicembre), ottenendo 6 seggi, uno in più del Partito Nazionalista Basco (PNV).
Nella Comunità Valenciana Compromis-Podem conserva la seconda posizione ed i suoi 9 seggi. Anche se rispetto alla somma di voti ottenuta a dicembre con Esquerra Unida del Pais Valencià (EUPV) ne perde 129,617. Situazione simile in Navarra e nelle Isole Baleari dove la coalizione ottiene due seggi e conserva il secondo posto ma con meno voti rispetto alla somma di dicembre quando andarono separati.
Particolarmente impietoso è il caso di Madrid, dove l'alleanza sperava di superare i 10 seggi ottenuti da Podemos e IU separatamente il 20 dicembre scorso. Ne hanno ottenuti invece 8 e avendo perso più di 216.580 voti. Conservano sì la seconda posizione, ma lontano dal PP, che ha quasi il doppio dei voti. Anche in Galizia En Marea ha anche preso una batosta, dando il secondo posto al PSOE, perdendo uno dei 6 seggi che aveva e quasi 66.445 voti. Il secondo posto è stato perso nella Canarie anche se in questo caso si conservano 3 deputati. In Aragona si manifesta la medesima tendenza generale, con gli stessi deputati, 2, e meno voti rispetto a quelli ottenuti separatamente tra Podemos e IU.
In Andalusia, considerata una regione chiave da Unidos Podemos, la coalizione passa da 10 a 11 seggi, ma ha perso più di 200.000 voti rispetto alla somma di Podemos e IU nel mese di dicembre. Curiosamente perdono il seggio ottenuto nella provincia di Almería, dove si era presentato il generale Julio Rodriguez, una delle stelle di Podemos e dove Iglesias stesso era andato a sostenere la sua campagna. Al contrario, ottengono un seggio a Jaén con il sindacalista Diego Cañamero che diventa deputato. Mantiene d’altra parte i suoi record a Cordoba (Manolo Monereo sarà deputato), Málaga, Huelva, Granada e Cadice. A Siviglia i seggi passano da 2 a 3.
Nelle due Castillas, dove ottennero i risultati più poveri risultati il 20 dicembre, non sono riusciti a decollare, conservando 1 seggio nella regione di Castilla-La Mancha e conservando i 3 in Castiglia e Leon. Essi hanno inoltre mantenuto l’unico seggio in Estremadura, Murcia, Cantabria e La Rioja oltre ai due delle Asturie.
Da sinistra: Alberto Garzon (IU) e Pablo Iglesias |
I musi lunghi dei leader dell’alleanza Unidos Podemos erano il tratto predominante quando sono comparsi in pubblico una volta avuti i risultati definitivi. Tutti hanno riconosciuto i brutti risultati, ma Iglesias ha ribadito la continuità della alleanza. "I risultati delle elezioni non sono soddisfacenti, avevamo aspettative diverse. Siamo preoccupati per la perdita di sostegno del blocco progressista", ha affermato. "Forse abbiamo bisogno di tempi più lunghi", ha detto Iglesias a proposito dell’aspettativa del suo partito di vincere le elezioni.
Se ci sarà questa “continuità” lo sapremo presto dai risultati delle prossime riunioni dei dirigenti. Nessuno scenario è da escludere.
* Fonte: Cuarto Poder
** Traduzione a cura della Redazione
4 commenti:
Per PODEVAMOS concordo con questo commento su altro blog:
"Personalmente penso che il narciso iglesias avrebbe già dovuto presentare le sue dimissioni, ma mi sembra sia della stessa pasta dei rifondaroli nostrani e degli tsipras greci."
Marco Viglieri
Podevamos... questa è proprio buona!
Condivisibile la triste conclusione, ma...
C'è un ma.
Se si dimette Iglesias la spunta Errejon, che è molto peggio.
Beh, se Iglesias é il "meno peggio", allora che Pdemos vada pure a ramengo: il popolo spagnolo avrebbe solo da guadagnarci!
Non è che noi stiamo messi tanto meglio: Landini: “Problema non è uscita da Euro o no ma cambiare Europa”
Posta un commento