[ 22 giugno ]
Vale veramente la pena leggere, sul Corriere della Sera in edicola oggi, l'intervista rilasciata da Massimo D'Alema ad Aldo Cazzullo. QUI l'intervista. Un'icastica rappresentazione del marasma totale all'interno del Pd, un J'accuse senza sconti a Matteo Renzi, una critica ficcante delle politiche del governo del "bomba", per finire con l'annuncio ufficiale che al referendum di ottobre voterà NO.
Ma... c'è un "ma.
Per quanto concerne il referendum costituzionale di ottobre D'Alema afferma che voterà NO. Sentiamo:
D. L’Italicum è incostituzionale?R. «Secondo me sì. Non sono un giudice costituzionale, ma la sentenza della Corte sollevava due questioni: il diritto del cittadino di scegliere il proprio rappresentante; e il carattere distorsivo del premio di maggioranza, quando è troppo grande. La risposta dell’Italicum è molto parziale e deludente. I sistemi ultramaggioritari funzionano quando i poli sono due. Ma quando sono tre, o quattro, perché nessuno può escludere che nasca un polo alla sinistra di Renzi, il ballottaggio diventa una roulette in cui una forza che al primo turno ha preso il 25% si ritrova con la maggioranza assoluta dei parlamentari; per giunta scelti dal capo. Occorre un ripensamento profondo di questo sistema».
Non ci cascate! L'obiezione di D'Alema è non solo debole, ma infingarda. La ciccia sta da un'altra parte, ed è che con il combinato disposto tra "riforma" e Italicum avremmo una nuova architettura statale, con le leve decisive concentrate nell'Esecutivo, nel governo, ed il Parlamento, da massimo organo istituzionale, espressione della sovranità popolare, diventerebbe un Parlamento-ombra, uno zimbello del governo medesimo. Che è esattamente ciò che i costituzionalisti —dopo le esperienze dell'avvento del fascismo e del nazismo, entrambi chiamati al potere, in un caso dal Re ed a Weimar dal presidente Hindemburg— hanno voluto sventare, limitando fortemente le prerogative dell'Esecutivo e subordinandolo all'assemblea parlamentare, e concependo il capo del governo come Presidente del consiglio, non come un Primo ministro plenipotenziario, e su mandato (revocabile) del Parlamento e non da un plebiscito.
Quindi, mentre diamo il benvenuto a D'Alema nel fronte del NO, nel fronte del rifiuto, allo stesso tempo dobbiamo contestare la debolezza e parzialità della sua critica.
E si capiscono le ragioni di questa voluta parzialità.
D'Alema è corresponsabile delle operazioni di snaturamento della Costituzione e dell'ordinamento democratico, attuate negli ultimi due decenni. Lui è infatti uno degli architetti della "Seconda repubblica". Lui ha condiviso le ben 15 contro-riforme costituzionali, tra cui il pareggio di bilancio, per non parlare delle modifiche elettorali maggioritarie.
Peggio! D'Alema, pur criticando le politiche sociali di Renzi, rivendica, con l'alterigia che lo distingue, le pesantissime politiche neoliberiste dei governi di centro-sinistra e de l'Ulivo —che Renzi spinge ancor più avanti. Sentiamo:
Peggio! D'Alema, pur criticando le politiche sociali di Renzi, rivendica, con l'alterigia che lo distingue, le pesantissime politiche neoliberiste dei governi di centro-sinistra e de l'Ulivo —che Renzi spinge ancor più avanti. Sentiamo:
D.Renzi è in grado di cambiare?
R. «La speranza è l’ultima a morire, ma non mi pare una persona orientata a tenere conto degli altri e neanche della realtà; neanche di quelle più prossime, visto che abbiamo perso a Sesto Fiorentino. Eppure sarebbe necessario un cambio di indirizzo nell’azione di governo, e anche un cambio di stile. Compreso il rispetto che dovrebbe essere dovuto a una classe dirigente che ha vinto le elezioni e ha fatto cose importanti per il Paese: l’euro, le grandi privatizzazioni, la legge elettorale maggioritaria uninominale; non quella robaccia che ci viene proposta adesso».
Tutto fa brodo in vista del prossimo referendum ma... Ci viene in mente l'adagio: «Dai nemici mi guardo io dagli amici mi guardi iddio».
1 commento:
Tra le cose importanti fatte x il paese si è scordato la partecipazione a qualche guerra, o forse quelle non fanno curriculum?
Marco Viglieri
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