[ 19 giugno ]
Avemmo modo di dire la nostra sul caso Vendola-Utero in affitto il 7 marzo scorso.
Il giudizio di Daniela Di Marco —VENDOLA: POCO CRISTIANO E PER NULLA COMUNISTA— era severo, per alcuni compagni anche troppo.
Forse si saranno ricreduti leggendo l'intervista rilasciata da Vendola a Francesco Merlo di Repubblica, pubblicata con grande spazio in prima pagina [a destra].
Ci sarebbero da dire molte cose, ma Luca D'Elia sulla sua pagina facebook, ha scritto l'essenziale:
«Se fossi in Francesco Merlo mi vergognerei da morire...
Imbarazzante intervista/spot con domande che erano assist...
Senza neppure un minimo di contraddittorio... la Repubblica da cartastraccia qual è si dimostra per l'ennesima volta portavoce del Capitale...
Tutto il pezzo trasuda di un IO straboccante che ignora completamente i vissuti degli altri esseri umani coinvolti...
Ma non è solo qui, nell'esaltazione dell'IO la piena convergenza con il Capitale di cui la "sinistra" si fa ancella...
Mostrandoci l'accattivante vita della surrogante e della sua famigliola, lontana da qualsivoglia sfruttamento, in realtà passa il valore che per un televisore nuovo vale una vita ospitata...
Vale il tuo latte da mandare con il corriere...
Cioè la vita come oggetto di consumo per soddisfare il desiderio dell'IO...
Non è forse questa l'apoteosi del capitale????
Iper classista poi la pratica del commercio di bambini qui ben illustrata da Svendola purché ovviamente riservata solo a chi possiede il denaro per accedervi...
Falso e manipolatorio, in pieno stile La Repubblica, poi, il concetto secondo cui chi si oppone alla commercializzazione della vita odierebbe Tobia, il povero Tobia...
E' esattamente l'opposto...
Lotta per i diritti di Tobia, calpestati dalla Sua creazione artificiale...
In tutta questa storia il primo soggetto di diritto, prima di tutti gli altri è lui, che nasce condannato a non avere una madre, con una confusione in testa fra madre surrogata e donatrice di ovulo...
E per finire quest'ultima, nominata al volo nell'intervista, di striscio, come se non c'entrasse quasi nulla.
Eppure è la vera madre di Tobia....
La violenza del capitale...»
Avemmo modo di dire la nostra sul caso Vendola-Utero in affitto il 7 marzo scorso.
Il giudizio di Daniela Di Marco —VENDOLA: POCO CRISTIANO E PER NULLA COMUNISTA— era severo, per alcuni compagni anche troppo.
Forse si saranno ricreduti leggendo l'intervista rilasciata da Vendola a Francesco Merlo di Repubblica, pubblicata con grande spazio in prima pagina [a destra].
«MONTRÉAL - Nella villetta di mattoni rossi, nella zona nord di Montréal, Nichi Vendola mi dice che mai, quando era ragazzo a Terlizzi, avrebbe potuto immaginare "di avere un giorno un marito canadese e un figlio americano". Tobia non è nato qui, ma a Sacramento. E l'atto di nascita è stato compilato all'anagrafe californiana dove "la legge consente di scrivere quello che vuoi". Il padre biologico è Ed Testa. "In questo modo Tobia è più tutelato e non solo perché Ed è canadese e italiano e dunque assicura a Tobia altri due passaporti". Il cognome? "È Testa e non Vendola". Dunque c'era una volta... "C'era una volta un pezzo di legno e due Geppetto. Ti presento Tobia Antonio Testa, figlio di due papà"».E questo incipit patetico è solo l'antipasto. QUI l'intera intervista.
Ci sarebbero da dire molte cose, ma Luca D'Elia sulla sua pagina facebook, ha scritto l'essenziale:
«Se fossi in Francesco Merlo mi vergognerei da morire...
Imbarazzante intervista/spot con domande che erano assist...
Senza neppure un minimo di contraddittorio... la Repubblica da cartastraccia qual è si dimostra per l'ennesima volta portavoce del Capitale...
Tutto il pezzo trasuda di un IO straboccante che ignora completamente i vissuti degli altri esseri umani coinvolti...
Ma non è solo qui, nell'esaltazione dell'IO la piena convergenza con il Capitale di cui la "sinistra" si fa ancella...
Mostrandoci l'accattivante vita della surrogante e della sua famigliola, lontana da qualsivoglia sfruttamento, in realtà passa il valore che per un televisore nuovo vale una vita ospitata...
Vale il tuo latte da mandare con il corriere...
Cioè la vita come oggetto di consumo per soddisfare il desiderio dell'IO...
Non è forse questa l'apoteosi del capitale????
Iper classista poi la pratica del commercio di bambini qui ben illustrata da Svendola purché ovviamente riservata solo a chi possiede il denaro per accedervi...
Falso e manipolatorio, in pieno stile La Repubblica, poi, il concetto secondo cui chi si oppone alla commercializzazione della vita odierebbe Tobia, il povero Tobia...
E' esattamente l'opposto...
Lotta per i diritti di Tobia, calpestati dalla Sua creazione artificiale...
In tutta questa storia il primo soggetto di diritto, prima di tutti gli altri è lui, che nasce condannato a non avere una madre, con una confusione in testa fra madre surrogata e donatrice di ovulo...
E per finire quest'ultima, nominata al volo nell'intervista, di striscio, come se non c'entrasse quasi nulla.
Eppure è la vera madre di Tobia....
La violenza del capitale...»
4 commenti:
Uno dei grossi problemi della sinistra (quella vera) è non avere qualche mezzo di comunicazione di massa che contrasti giornali come repubblica...
Alla fine questi manipolano come vogliono.
Molto interessante l'osservazione sull'IO nella società capitalistica.
Sono tre:
nel linguaggio la preminenza spropositata dell'IO diventa la preminenza assoluta del "concetto" sul "discorso"
nella persona l'IO propriamente detto diventa non solo l'unico principio regolatore in quanto autocoscienza "razionale" ma addirittura l'unico realmente dotato di esistenza
nei rapporti politici l'IO è il potere fondato sul dominio e lo sfruttamento oggettivato in figure e istituzioni che sono "regolatori e controllori" assoluti di ogni soggettività individuale o di gruppo fra i sudditi e, come dice D'Elia, modello di ogni soggettività che deve conformarsi totalmente all'IO rappresentato dal potere.
Se provate a rileggere il saggio su Las Meninas di Velazquez di Foucault in "Les Mots et Les Choses" vedrete che si parla proprio di questo. Focault in quelle pagine dimostra come il pittore nell'immagine riesca a mettere in contraddizione fra sé stessi i tre IO facendo quindi risaltare una soggettività del tutto nuova nella figura dell'Infanta Margarita, un nuovo tipo di IO non più "regolatore e controllore" e soprattutto "collettivo".
La nostra strada in politica deve andare verso la collettività cercando di realizzare una nuova soggettività politica fondata su concezioni innovative di leadership e partecipazione.
Se riusciamo a interpretare in anticipo queste istanze alternative che stanno evidentemente prendendo corpo in questo periodo storico avremo vinto con certezza.
Vendola è stato il presidente di regione più pagato d'Italia. Alla faccia del comunismo e dei valori della sinistra.
L'ipocrisia di soggetti come questo rasenta livelli mai visti in Europa. Comprare bambini come fossero automobili è la cosa più aberrante che ci sia al mondo, ma evidentemente oggi è di moda nei salotti radical chic.
Che schifo!!!!!!!!!!
Bella la discussione sull'IO che va ben al di la del caso Vendola.
Mi sono convinto (ma se sbaglio mi potete correggere) che l'esaltazione dell'IO è la caratteristica fondamentale che prende piede nella modernità anni '70. L'uomo moderno anni '70 è individualista e liberal. Chiama emancipazione il suo banalizzare. E' affamato del piacere che continuamente cerca nei melting pot sociali come Madame Bovary stoltamente lo cercava nelle feste.
Pensa che tutto provenga da dentro si sé ed esalta le sue pulsioni viscerali. Tale atteggiamento si può commentare solo citando Guzzanti: "la risposta è dentro di te ed è sbagliata". E ci credo che è sbagliata, è la risposta del solipsista.
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