[ 8 giugno ]
Il Primo Ministro, il governo e la stampa subalterna si scatenano contro la CGT e qualificano gli scioperi che coinvolgono le raffinerie di “terrorismo sociale”. Il discorso tenuto da Manuel Valls è in totale contraddizione con quello che egli tenne nel 2010. Verità nell’opposizione, errore nella maggioranza…
Ma ciò che preoccupa è che, con la sua pratica, come una gestione esclusivamente poliziesca del movimento o per l’uso eccessivo dell’articolo 49.3 per far passare la legge “El Khomri”, (Un Consiglio dei ministri del 10 maggio 2016, ha autorizzato il Primo ministro ad impegnare la responsabilità del governo di fronte all’Assemblea Nazionale per il voto in prima lettura del progetto di legge che mira ad istituire nuove libertà e tutele per le imprese e gli attivi societari - “legge Lavoro” o “legge El Khomri” - . L’art. 49.3 della Costituzione francese del 1958 dà la possibilità al capo dell’esecutivo di adottare immediatamente un progetto di legge senza essere sottoposto al voto del Parlamento. N.d.T.), o per il suo linguaggio, egli instaura un clima di guerra civile in Francia.
Egli lo attua mentre viviamo, almeno in teoria, in uno stato di emergenza. Questo comportamento completamente irresponsabile costituisce oggi una minaccia per la pace civile.
Il ricatto dell’UE e dell’euro
La verità, negata dal governo ma ampiamente rivelata dalle molteplici dichiarazioni di dirigenti dell’UE, è che questa legge “El Khomri” è il ricatto che dobbiamo pagare a Bruxelles, all’Unione Europea e all’euro per far ammettere un deficit che supera le norme.[2] E’ per questo che il governo vi tiene tanto e che non vuole, e non può, ritornare sulla sua decisione.
Siamo dunque ricattati, cosa logica poiché non siamo più sovrani. Ma, questa legge non costituisce più precisamente una parte del ricatto. Già Emmanuel Macron, ministro dell’economia, annuncia una politica di moderazione salariale, cioè la dieta per i salariati, nel momento stesso in cui si oppone ad una misura simile per il padronato. Bel ragionamento di un uomo che confonde un governo con un consiglio d’amministrazione. Perché, nello spirito del Signor ministro, è ben presente il fatto che la Francia non potendo più svalutare, non può ristabilire la propria competitività che con la corsa al minor costo salariale. La volontà di condurre ogni negoziato nello stretto quadro degli “accordi di impresa” a discapito degli accordi di categoria o degli accordi nazionali, indebolisce in modo drammatico il rapporto di forza dei salariati nei confronti dei padroni.
Rapporto di forza e legittima difesa
Rapporto di forza, ecco la parola che irrita ma che comunque si impone. Non vi è buon negoziato se non con un rapporto di forza costruito e, spesso, affinché sia così occorre fare intervenire agenti esterni al negoziato. Cosa che ci conduce direttamente alla questione degli scioperi e dei blocchi attuali. C’è conflitto, e questo è evidente per tutti. Questo conflitto oppone il governo, e gran parte della “classe politica” di “sinistra” come di destra, ad una larga maggioranza della popolazione che i sondaggi danno tra il 70% e il 74% in opposizione a questa legge.[4] Da questo punto di vista, il ricorso a forme di lotta più violente costituisce una forma di legittima difesa. Una legittima difesa sociale, sicuramente, contro misure contenute in una legge che sono state imposte dall’estero in disprezzo delle regole democratiche, ma tale legittima difesa sociale non è meno legittima.
E’ chiaro che queste forme di lotta creano disordine, e coinvolgono persone che non sono direttamente implicate. Ma, questo disordine non fa che rispondere ad un disordine iniziale, che risulta dall’utilizzo dell’articolo 49-3. Pretendere allora di urtarsi per le conseguenze e non per la causa, rivela la più pura ipocrisia. Non si possono condannare i blocchi se, in origine, non si condanna l’uso del 49-3, e più in generale la tattica del governo che non apporta che risposte poliziesche ad un movimento sociale. Di fatto Manuel Valls si rivela un emulo di Jules Moch (uomo politico francese. Entrò in Parlamento nel 1928 per la SFIO. Nel 1938 fece parte del secondo governo di Leon Blum; dal 1940 entrò a far parte della Resistenza, rifugiandosi poi in Gran Bretagna. Rientrato poi in Francia dopo la liberazione, fu ministro dei Lavori Pubblici dal 1945 al 1947 e successivamente degli Interni dal 1947 al 1950. Si segnalò per la repressione dei grandi scioperi a guida CGT del 1947-1948, N.d.T.).
Ipocrisie e coerenza
Eppure, queste non sono le uniche ipocrisie suscitate da questo movimento di protesta. Come qualificare diversamente l’atteggiamento dei dirigenti di un partito che proclama a parole la sua opposizione alle pratiche e alle politiche promulgate dall’UE, ma che non ha che “l’ordine” in bocca quando si tratta dei blocchi delle raffinerie e dei depositi di carburanti. Tuttavia, si sappia, essi non condannano la legittima difesa in modo sistematico. Che riflettano dunque sull’origine dei disordini che pretendono di condannare e vedranno tutta l’incoerenza delle proprie posizioni.
C’è anche molta ipocrisia nelle condanne dei blocchi da parte di quei deputati di opposizione che sono i primi ad indignarsi contro le misure europee e contro la perdita di sovranità che queste comportano, ma che hanno la nausea quando i lavoratori passano concretamente all’azione contro queste misure.
C’è infine un’immensa ipocrisia nel comportamento di quei membri del P “S” che condannano senza condannare la legge El Khomri, e che rifiutano di dire le cose come effettivamente sono perché capiscono bene che l’origine di tali questioni sono l’Unione europea e l’euro.
Ciò che minaccia oggi la Francia, è la combinazione di due fenomeni. Da un lato, la testardaggine di questo governo che non è altro che il procuratore di una potenza straniera e che, per non dispiacere ai suoi veri padroni, è pronto a far piombare il paese nella guerra civile. Dall’altro, l’ipocrisia generalizzata di molti, e la mancanza di coerenza che rivela questa ipocrisia. Poiché, i nostri avversari, quelli di Bruxelles e di Francoforte, quelli che cercano di imporre alla Francia ciò che hanno già imposto in Grecia, in Spagna e in Italia, loro, sono coerenti.
Note
[1] Si veda http://www.lefigaro.fr/vox/politique/2016/05/17/31001-20160517ARTFIG00137-ce-que-la-loi-el-khomri-doit-a-l-union-europeenne.php
[2] Si veda il “Rapporto per la Francia” redatto nel febbraio 2016 dai servizi della commissione europea, pp. 82 e ssq. http://ec.europa.eu/europe2020/pdf/csr2016/cr2016_france_fr.pdf
[3] http://leplus.nouvelobs.com/contribution/1512903-les-francais-hostiles-a-la-loi-el-khomri-le-peuple-a-ete-et-reste-tres-mal-informe.html
[4] Si veda Sapir J., “Nous y voilà (49-3)” nota pubblicata sul giornale RussEurope l’11 maggio 2016,https://russeurope.hypotheses.org/4941
Fonte communcommune.com
Traduzione di Massimo Marcori per Marx21.it
Il Primo Ministro, il governo e la stampa subalterna si scatenano contro la CGT e qualificano gli scioperi che coinvolgono le raffinerie di “terrorismo sociale”. Il discorso tenuto da Manuel Valls è in totale contraddizione con quello che egli tenne nel 2010. Verità nell’opposizione, errore nella maggioranza…
Ma ciò che preoccupa è che, con la sua pratica, come una gestione esclusivamente poliziesca del movimento o per l’uso eccessivo dell’articolo 49.3 per far passare la legge “El Khomri”, (Un Consiglio dei ministri del 10 maggio 2016, ha autorizzato il Primo ministro ad impegnare la responsabilità del governo di fronte all’Assemblea Nazionale per il voto in prima lettura del progetto di legge che mira ad istituire nuove libertà e tutele per le imprese e gli attivi societari - “legge Lavoro” o “legge El Khomri” - . L’art. 49.3 della Costituzione francese del 1958 dà la possibilità al capo dell’esecutivo di adottare immediatamente un progetto di legge senza essere sottoposto al voto del Parlamento. N.d.T.), o per il suo linguaggio, egli instaura un clima di guerra civile in Francia.
Egli lo attua mentre viviamo, almeno in teoria, in uno stato di emergenza. Questo comportamento completamente irresponsabile costituisce oggi una minaccia per la pace civile.
Il ricatto dell’UE e dell’euro
La verità, negata dal governo ma ampiamente rivelata dalle molteplici dichiarazioni di dirigenti dell’UE, è che questa legge “El Khomri” è il ricatto che dobbiamo pagare a Bruxelles, all’Unione Europea e all’euro per far ammettere un deficit che supera le norme.[2] E’ per questo che il governo vi tiene tanto e che non vuole, e non può, ritornare sulla sua decisione.
Siamo dunque ricattati, cosa logica poiché non siamo più sovrani. Ma, questa legge non costituisce più precisamente una parte del ricatto. Già Emmanuel Macron, ministro dell’economia, annuncia una politica di moderazione salariale, cioè la dieta per i salariati, nel momento stesso in cui si oppone ad una misura simile per il padronato. Bel ragionamento di un uomo che confonde un governo con un consiglio d’amministrazione. Perché, nello spirito del Signor ministro, è ben presente il fatto che la Francia non potendo più svalutare, non può ristabilire la propria competitività che con la corsa al minor costo salariale. La volontà di condurre ogni negoziato nello stretto quadro degli “accordi di impresa” a discapito degli accordi di categoria o degli accordi nazionali, indebolisce in modo drammatico il rapporto di forza dei salariati nei confronti dei padroni.
Rapporto di forza e legittima difesa
Rapporto di forza, ecco la parola che irrita ma che comunque si impone. Non vi è buon negoziato se non con un rapporto di forza costruito e, spesso, affinché sia così occorre fare intervenire agenti esterni al negoziato. Cosa che ci conduce direttamente alla questione degli scioperi e dei blocchi attuali. C’è conflitto, e questo è evidente per tutti. Questo conflitto oppone il governo, e gran parte della “classe politica” di “sinistra” come di destra, ad una larga maggioranza della popolazione che i sondaggi danno tra il 70% e il 74% in opposizione a questa legge.[4] Da questo punto di vista, il ricorso a forme di lotta più violente costituisce una forma di legittima difesa. Una legittima difesa sociale, sicuramente, contro misure contenute in una legge che sono state imposte dall’estero in disprezzo delle regole democratiche, ma tale legittima difesa sociale non è meno legittima.
E’ chiaro che queste forme di lotta creano disordine, e coinvolgono persone che non sono direttamente implicate. Ma, questo disordine non fa che rispondere ad un disordine iniziale, che risulta dall’utilizzo dell’articolo 49-3. Pretendere allora di urtarsi per le conseguenze e non per la causa, rivela la più pura ipocrisia. Non si possono condannare i blocchi se, in origine, non si condanna l’uso del 49-3, e più in generale la tattica del governo che non apporta che risposte poliziesche ad un movimento sociale. Di fatto Manuel Valls si rivela un emulo di Jules Moch (uomo politico francese. Entrò in Parlamento nel 1928 per la SFIO. Nel 1938 fece parte del secondo governo di Leon Blum; dal 1940 entrò a far parte della Resistenza, rifugiandosi poi in Gran Bretagna. Rientrato poi in Francia dopo la liberazione, fu ministro dei Lavori Pubblici dal 1945 al 1947 e successivamente degli Interni dal 1947 al 1950. Si segnalò per la repressione dei grandi scioperi a guida CGT del 1947-1948, N.d.T.).
Ipocrisie e coerenza
Eppure, queste non sono le uniche ipocrisie suscitate da questo movimento di protesta. Come qualificare diversamente l’atteggiamento dei dirigenti di un partito che proclama a parole la sua opposizione alle pratiche e alle politiche promulgate dall’UE, ma che non ha che “l’ordine” in bocca quando si tratta dei blocchi delle raffinerie e dei depositi di carburanti. Tuttavia, si sappia, essi non condannano la legittima difesa in modo sistematico. Che riflettano dunque sull’origine dei disordini che pretendono di condannare e vedranno tutta l’incoerenza delle proprie posizioni.
C’è anche molta ipocrisia nelle condanne dei blocchi da parte di quei deputati di opposizione che sono i primi ad indignarsi contro le misure europee e contro la perdita di sovranità che queste comportano, ma che hanno la nausea quando i lavoratori passano concretamente all’azione contro queste misure.
C’è infine un’immensa ipocrisia nel comportamento di quei membri del P “S” che condannano senza condannare la legge El Khomri, e che rifiutano di dire le cose come effettivamente sono perché capiscono bene che l’origine di tali questioni sono l’Unione europea e l’euro.
Ciò che minaccia oggi la Francia, è la combinazione di due fenomeni. Da un lato, la testardaggine di questo governo che non è altro che il procuratore di una potenza straniera e che, per non dispiacere ai suoi veri padroni, è pronto a far piombare il paese nella guerra civile. Dall’altro, l’ipocrisia generalizzata di molti, e la mancanza di coerenza che rivela questa ipocrisia. Poiché, i nostri avversari, quelli di Bruxelles e di Francoforte, quelli che cercano di imporre alla Francia ciò che hanno già imposto in Grecia, in Spagna e in Italia, loro, sono coerenti.
Note
[1] Si veda http://www.lefigaro.fr/vox/politique/2016/05/17/31001-20160517ARTFIG00137-ce-que-la-loi-el-khomri-doit-a-l-union-europeenne.php
[2] Si veda il “Rapporto per la Francia” redatto nel febbraio 2016 dai servizi della commissione europea, pp. 82 e ssq. http://ec.europa.eu/europe2020/pdf/csr2016/cr2016_france_fr.pdf
[3] http://leplus.nouvelobs.com/contribution/1512903-les-francais-hostiles-a-la-loi-el-khomri-le-peuple-a-ete-et-reste-tres-mal-informe.html
[4] Si veda Sapir J., “Nous y voilà (49-3)” nota pubblicata sul giornale RussEurope l’11 maggio 2016,https://russeurope.hypotheses.org/4941
Fonte communcommune.com
Traduzione di Massimo Marcori per Marx21.it
1 commento:
Guardate questo video con Juncker ubriaco che accoglie i leader europei barcollando, facendo il pagliaccio e infine prendendoli schiaffetti in faccia
https://m.youtube.com/watch?v=XPgiI46FCDU
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