[ 2 maggio ]
La “perfida Albione” non è sola. Dopo la Gran Bretagna anche la Germania si appresta a dire addio al welfare per gli emigranti degli altri paesi Ue
E’ un altro colpetto ai miti dell’Unione Europea. E neppure tanto piccolo. Un altro segno di un processo di disgregazione che solo i ciechi possono non vedere. Se Cameron aveva chiesto (e ottenuto) il sacrificio dei migranti intra-Ue come prova della forza inglese in vista del referendum sulla Brexit, la mossa del governo tedesco ci dice che siamo ormai alla lotta di tutti contro tutti.
Emigrazione: nel 2014 oltre 100mila in fuga dall’Italia. Germania e Inghilterra prime mete (clicca per ingrandire) |
Di cosa stiamo parlando? Dell’iniziativa della ministra Andrea Nahles che prevede che i cittadini europei che vivono in Germania dovranno aspettare 5 anni (cinque) – cioè uno di più di quanto vuol fare il governo di sua maestà britannica – per poter richiedere assistenza sociale o sussidi di disoccupazione.
Attualmente sono 440mila i cittadini di altri paesi dell’Unione che, risiedendo in Germania, ricevono le prestazioni sociali previste. Per chi ama le statistiche, 92mila sono polacchi, 71mila gli italiani, 70mila i bulgari, 57mila i rumeni, 46mila i greci. Quando la nuova legge sarà passata – e nessuno dubita che il Bundestag l’approverà – questo diritto sarà cancellato per i primi cinque anni di permanenza nel paese.
Ma a chi è venuta questa splendida idea? Alla solita Merkel? Agli uomini del falco Schaeuble? No, certamente ad entrambi l’iniziativa piace, ma la primogenitura non spetta ad esponenti della CDU. La signora Nahles appartiene infatti al partito socialdemocratico (SPD), e dunque alla famiglia europea del PSE, dal cui interno qualcuno pensa (certo non noi) che arriveranno spinte per la mitica, inesistente ed impossibile “Europa sociale”.
Ecco una piccola lezione su come vanno in concreto le cose in Eurolandia. Il fatto è che i disequilibri dell’euro hanno anche questo risvolto. Siccome con la moneta unica i tassi di crescita tra il centro e la periferia dell’eurozona hanno preso a divaricarsi sempre più, si è di conseguenza innescato un potente flusso migratorio verso la Germania da parte di disoccupati in cerca di lavoro provenienti da altri paesi dell’Unione. Nei primi 9 mesi del 2015 sono stati 542.372 (di cui 36.591 gli italiani), giusto per ricordarci che i migranti non sono solo extra-comunitari.
Ecco allora il problema per i governanti tedeschi. Bene, benissimo dal loro punto di vista, l’arrivo di lavoratori da spremere a più non posso, ma perché sobbarcarsi i costi della loro assistenza? Sono o non sono dei semplici disgraziati senza lavoro? Bene che vengano trattati come tali e non se ne parli più.
Vedremo se questo nuovo strappo alle regole europee – lasciamo perdere i cosiddetti “valori”, perché a quelli possono credere solo i gonzi – susciterà almeno una qualche protesta da parte dei governi dei paesi maggiormente colpiti. Ma ce lo vedete Renzi ad alzare la voce in difesa di un diritto della povera gente? Noi, salvo le solite sparate innocue, non ce lo vediamo proprio.
Certo, l’organizzazione prussiana non scherza. E come sempre i tedeschi hanno pensato a tutto. La proposta della ministra prevede infatti una fase transitoria. Di ben 4 settimane, pensate! Una generosità davvero impressionante. Ma per non farci commuovere troppo la proposta specifica che quello di 4 settimane è solo un tetto massimo, che loro intendono sbrigarsela prima.
Dunque, per un massimo di quattro settimane i poveracci avranno un contributo per coprire il costo del cibo, della casa, della sanità. E poi? E poi – qui la munificenza tedesca supera ogni limite – i disgraziati avranno un prestito (un prestito, si badi!) per acquistare un biglietto per ritornare al Paese d’origine.
Capite quanto è bella, quanto è unita, quanto è “sociale” l’Unione Europea?
* Fonte: Programma 101
3 commenti:
La mia opinione è che si sta preparando uno split dell'euro in due zone a due velocità (il tutto ovviamente dietro le quinte in modo da non spargere il panico).
Questo comporta molte implicazioni di cui sarebbe opportuno discutere "prima". Non "dopo".
E poi cosa succederà? Io ho un figlio che lavora in Germania da qualche anno, ma non certo da più di cinque. Come decideranno per l'assistenza sanitaria? e per una eventuale indennità di disoccupazione? e per la previdenza pensionistica? Le paghe sono presso a poco come qui in Italia . Gli affitti sono carissimi (un monolocale circa 900 euro!!! I lavoratori dovranno ricorrere ad assicurazioni private a loro spese, cioè decurtando le loro paghe? Se gli Italiani che lavorano in Germania sono circa 71 mila non sono certo pochi!!
L'insostenibile pesantezza dell' essere europeo
Emigrato nel 1972 in Germania, avevo mantenuto fino al 2009 la doppia cittadinanza italo-tedesca. Poi, stanco di dover spiegare che in quanto cittadino anche italiano non ero né berluscodipendente né illuso del PD, avevo rinunciato alla cittadinanza italiana. Come risultato mi devo da allora vergognare dei governanti di un solo Paese, ma la vergogna resta doppia, vista l'arroganza dei nuovi padroni del vapore. Nessuno ormai mette più in dubbio che di fatto sia in politica economica che in politica estera le decisioni dell' UE sono di fatto dettate dai governanti tedeschi. Quello che non tutti hanno ancora capito è che costoro a loro volta sono le marionette (qualcuno dice: i nuovi Kapo !) degli USA, i fedeli cani da guardia della NATO. Ed infatti la svendita dei pochi "valori" europei della povera Europa Unita (solidarietà, libertà d'opinione e di stampa) come eloquentemente ha dimostrato il tratamento della Grecia e di recente l'abbraccio/sottomissione col despota turco, è opera della "commessa viaggiarice" Merkel, pronta a sottoscrivere accordi scellerati che poi l'intera Unione ratifica. Gli fa da spalla il suo vice premier Gabriel (socialdemocratico): costui è il "commesso viaggiatore" dell'industria bellica tedesca, sempre indaffarato a corteggiare i despoti in Medio-Oriente (Arabia Saudita in primis) per piazzare commesse di armamenti. Ambedue infine non dimenticano i loro doveri di sottomissione alle voglie delle lobby finanziarie ed industriali come dimostra quanto sopra ben illustrato da Mazzei. Tragicamente l'unica opposizione a questa politica suicida in Germania come in Europa sono le destre fascistoidi, visto lo sbracamento incontenibile delle sinistre tradizionali. In Germania ad esempio la "AfD, Alternative für Deutschland" propone sí l'uscita dall'euro e dall'UE, ma nessuna persona sensata si deve illudere che si tratti di proposte serie: raccolti con questo specchietto per allodole i voti popolari, costoro saranno prontissimi a far marcia indietro su ambedue i punti, cosí come ad esempio si appresta a fare il M5S in Italia per l'euro.
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