[ 18 agosto ]
Di combriccole e sette comuniste ne esistono di diversi tipi e per tutti i gusti. Ognuna ritiene di possedere la verità, quindi di stare nel giusto. Per stare nel giusto c'è per esse solo un modo, difendere alla lettera il "vero verbo marxista". Se gli dici, "guardate che c'è un problema, di verbi marxisti non ce n'è uno solo ma molti", ogni conventicola ti risponderà che solo il proprio è quello autentico e che le altre sette o sono guidate da opportunisti in malafede o malintepretano la giusta dottrina.
Uno di questi gruppi si chiama P-Carc, che sta per "Partito dei Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo". Con il P.Carc avemmo modo di polemizzare sulla questione dell'Euro, spiegando perché essa è centrale nella battaglia per cambiare da cima a fondo il nostro paese.
Nel numero 50, appena uscito di La Voce, un bollettino di riferimento del P-carc, leggiamo:
Che la crisi, per noi di Mpl, sia storico-sistemica e non solo finanziaria lo abbiamo spiegato in svariate occasioni e in diverse lingue, non solo in occasione della polemica di cui sopra. Ad esempio, ed in modo specifico, QUI e QUI.
Si vede che i nostri amici del P-Carc poco si curano di studiare davvero i contributi altrui. Parlano a vanvera.
Siccome non avremmo capito la natura della crisi economica, siccome proponiamo l'uscita del paese dalla gabbia dell'euro, il P-Carc ci definisce "sinistra borghese". Qualche lettore sprovveduto potrebbe intenderlo come un complimento. Al contrario! In bocca queste sette è il peggiore degli epiteti —poiché è sempre meglio avare a che fare con la destra borghese, che almeno sono reazionari manifesti, che con i borghesi di sinistra, i quali ingannerebbero le masse.
I compagni del P-Carc non sono cattivi, non mangiano bambini, sono anzi persone per bene, che credono in quello che dicono. E se affermano che siamo dei fottuti "borghesi di sinistra" è per il nostro bene, per aiutarci a liberarci da questo peccato mortale.
Ringraziamo i compagni del P-Carc per la loro fraterna ammonizione, ma temiamo che non riusciremo affatto a fare ammenda.
Di combriccole e sette comuniste ne esistono di diversi tipi e per tutti i gusti. Ognuna ritiene di possedere la verità, quindi di stare nel giusto. Per stare nel giusto c'è per esse solo un modo, difendere alla lettera il "vero verbo marxista". Se gli dici, "guardate che c'è un problema, di verbi marxisti non ce n'è uno solo ma molti", ogni conventicola ti risponderà che solo il proprio è quello autentico e che le altre sette o sono guidate da opportunisti in malafede o malintepretano la giusta dottrina.
Uno di questi gruppi si chiama P-Carc, che sta per "Partito dei Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo". Con il P.Carc avemmo modo di polemizzare sulla questione dell'Euro, spiegando perché essa è centrale nella battaglia per cambiare da cima a fondo il nostro paese.
Nel numero 50, appena uscito di La Voce, un bollettino di riferimento del P-carc, leggiamo:
«Di fronte all’attuale corso delle cose alcuni gruppi borghesi, di destra (come in Italia la Lega Nord) o di sinistra borghese (come in Italia il Movimento Popolare di Liberazione, la Rete dei Comunisti, il M5S e altri) propongono come via per porre fine ala crisi il ricupero della sovranità nazionale, l’uscita dell’Italia dall’euro, il ritorno alla moneta nazionale.
In questa sede non mi interessa distinguere chi lo fa per demagogia (mobilitazione reazionaria: giocare al nemico tedesco come si gioca al nemico immigrato) da chi per ignoranza e da chi lo fa per non sapere a che santo votarsi.
In questa sede mi interessa solo mettere in chiaro che si tratta di proposte alla base delle quali vi è la convinzione (proposte che stanno in piedi solo sull’ipotesi) che la crisi in corso sia solo o principalmente una crisi finanziaria: cioè derivante da una cattiva regolazione della emissione e circolazione della moneta e dei titoli finanziari.
Mentre, in realtà, come abbiamo in altra sede e in dettaglio mostrato, la crisi in corso è una crisi strutturale, deriva dalla impossibilità di valorizzare tutto il capitale accumulato come capitale produttivo di plusvalore nel circuito denaro-merci-produzione-nuovemerci-piùdenaro».
Che la crisi, per noi di Mpl, sia storico-sistemica e non solo finanziaria lo abbiamo spiegato in svariate occasioni e in diverse lingue, non solo in occasione della polemica di cui sopra. Ad esempio, ed in modo specifico, QUI e QUI.
Si vede che i nostri amici del P-Carc poco si curano di studiare davvero i contributi altrui. Parlano a vanvera.
Siccome non avremmo capito la natura della crisi economica, siccome proponiamo l'uscita del paese dalla gabbia dell'euro, il P-Carc ci definisce "sinistra borghese". Qualche lettore sprovveduto potrebbe intenderlo come un complimento. Al contrario! In bocca queste sette è il peggiore degli epiteti —poiché è sempre meglio avare a che fare con la destra borghese, che almeno sono reazionari manifesti, che con i borghesi di sinistra, i quali ingannerebbero le masse.
I compagni del P-Carc non sono cattivi, non mangiano bambini, sono anzi persone per bene, che credono in quello che dicono. E se affermano che siamo dei fottuti "borghesi di sinistra" è per il nostro bene, per aiutarci a liberarci da questo peccato mortale.
Ringraziamo i compagni del P-Carc per la loro fraterna ammonizione, ma temiamo che non riusciremo affatto a fare ammenda.
4 commenti:
Chi ancora punta su settarismi davvero ridicoli va semplicemente lasciato a se stesso. Tanto più che le differenze sono spesso microscopiche e cercate col lanternino pur di poter essere la minoranza della minoranza
Scusate ma chissenefrega di questo sconosciuto P-Carc.
Il problema vero è che la gente non vuole uscire dall'euro.
Cosa oesnereste voi di Redazione se nelle elezioni anticipate in Grecia rivincesse Tsipras e in quelle in Spagna Podemos non diventasse il primo partito? E questo dando per ammesso che Podemos voglia uscire dall'euro cosa che sapete benissimo che non è...
Siccome è questo che succederà ne dobbiamo dedurre che il popolo vuole lo status quo.
P-Carc è solo una piccolissima conferma.
aspettiamo l'esito di quelle due consultazioni elettorali ma personalmente mi sento di poter dire che non c'è più nienet da fare.
Siamo davvero troppo pochi.
Anonimo delle 17:48
"Siamo davvero troppo pochi"...
...e quei pochi sono divisi per cui se ne riparla nella prossima vita, qui i giochi sono ampiamente fatti e strafatti.
Il problema é che la gente non vuole uscire dall'euro? E dove sta scritto?
Al massimo la gente non sá che restare nell'euro vuol dire morire da schiavi, e quando vota per uscire, come in Grecia, non trova uno straccio di rappresentanza politica che voglia accontentarli.
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