[ 2 agosto]
«Le grandi famiglie democristiana e socialdemocratica sono al governo in tutta Europa e l'unico governo estraneo ad esse, quello di Syriza, è stato per l'appunto umiliato. D'altra parte le borghesie nazionali non esistono più, in particolare nei paesi debitori come Italia, Spagna Grecia. I resti dei vertici delle classi imprenditoriali di questi paesi sono oramai parti e appendici del sistema finanziario multinazionale».
Un sondaggio commissionato dalla CGIL
delinea il porto delle nebbie ove si è incagliata la democrazia italiana. Una maggioranza schiacciante della
popolazione esprime un giudizio senza appello sulla Unione Europea e sull'Euro.
Essi ci hanno danneggiato economicamente e ci impongono regole che distruggono
le nostre libertà. L'80% degli intervistati la pensa in questo modo e la
vicenda greca ne ha rafforzato le convinzioni.
Nello stesso tempo però si è
anche rafforzata la maggioranza di chi non vuole cambiare nulla e teme il salto
nel buio di ogni rottura con le istituzioni europee e con la moneta unica.
Stiamo perdendo e continueremo a perdere sia sul piano delle condizioni di vita
che della stessa democrazia, ma non abbiamo alternative alla resa. La
rassegnazione alla inevitabilità
del peggioramento delle proprie condizioni di vita e di libertà, assieme al
timore a reagire, sono il brodo di coltura di ogni operazione autoritaria. Operazione
a cui il sistema economico politico che chiamiamo Europa è perfettamente
funzionale.
Oramai è evidente che nella Unione Europea
un solo parlamento è sovrano, cioè può decidere sulla base dei mandati ricevuti
da chi lo ha eletto, ed è ovviamente quello della Germania. Tutte le altre
assemblee dei rappresentanti, seppure in diversa misura, sono sottoposte al
vincolo della compatibilità delle proprie decisioni con quelle delle
istituzioni europee. Spesso gli europeisti ingenui spiegano che il male dell'Europa
sarebbe l'unione monetaria in assenza di una unione politica. È una
sciocchezza. L'attuale sistema europeo è prima di tutto un sistema politico ove
si prendono decisioni politiche. La scelta di affamare e poi sottomettere la
Grecia ad un memorandum devastatore e anche antieconomico, come ricorda
l'insospettabile Fondo Monetario
Internazionale, è stata squisitamente politica.
Il sistema di potere europeo
doveva punire il governo che aveva osato contrastarlo e ancora di più il
popolo, che con oltre il 60% aveva detto no ai suoi diktat. Giusto quindi il
paragone con il trattato di Versailles, che per ragioni politiche nel 1919
impose alla Germania dei vincoli insostenibili sul piano economico.
Non è
dunque vero che l'Europa politica non esista e che bisognerebbe costruirla per
contrastare lo strapotere dei mercati. L'Europa politica esiste, è quella che
ha schiacciato la Grecia e che le ha imposto un governo coloniale. L'Europa
politica esiste: è un protettorato della Germania che adotta le politiche di
austerità prima di tutto perché esse servono all'interno del paese guida. I salari dei lavoratori tedeschi sono
compressi da anni, se c' è un paese dove ingiustizie sociali e corruzione son
cresciuti a dismisura questo è proprio la Germania. Le classi dirigenti
tedesche han bisogno come il pane dell'austerità, prima di tutto per
controllare il proprio popolo e per questo devono poi imporla a tutta l'Europa.
Le istituzioni, i trattati, la gestione concreta del potere europeo sono la
costituzionalizzazione delle politiche liberiste di austerità in tutto il
continente. La moneta unica a sua volta è il veicolo materiale delle politiche
di austerità, non è separabile da esse, come ci ha ricordato il ministro
tedesco Schauble.
Ma la moneta unica ha anche una enorme funzione ideologica.
Se nel sistema autoritario europeo
vediamo delinearsi il più pericoloso attacco alla democrazia dal 1945 ad oggi,
nell'ideologia della moneta unica vediamo risorgere i mostri dell'identità
razziale. L'euro è sempre più venduto come una moneta razzista. Chi la
possiede, o anche senza possederne sta in uno stato che l'adotta, vive nella
parte giusta del mondo. L'euro è la moneta dei ricchi e austeri popoli del Nord, non vorranno i fannulloni
e corrotti meridionali abbandonarla per finire in Africa? Questo il messaggio
subliminale della minaccia di Grexit rivolta al governo Tsipras, che di fronte
ad essa, invece che raccogliere la sfida,
si è arreso. L'Euro è la moneta dei popoli superiori e quelli inferiori
devono perciò meritarla. Come stupirci che di fronte a questo eurorazzismo
distillato dalle élites e dai mass media, poi ci siano coloro che fanno i
pogrom contro i migranti? Tutto si tiene.
Il ricatto contro i popoli, o euro e
austerità o l'Africa, finora ha funzionato anche perché le principali correnti
politiche di governo se ne sono fatte portatrici. Le grandi famiglie
democristiana e socialdemocratica sono al governo in tutta Europa e l'unico
governo estraneo ad esse, quello di Syriza, è stato per l'appunto umiliato.
D'altra parte le borghesie nazionali non esistono più, in particolare nei paesi
debitori come Italia, Spagna Grecia. I resti dei vertici delle classi
imprenditoriali di questi paesi
sono oramai parti e appendici del sistema finanziario multinazionale. Si
delinea così la vera Troika che governa l'Europa, che si regge su tre gambe. Quella della Germania, quella
delle borghesie europee transnazionali, quella del sistema di potere dei
partiti popolare e socialdemocratico.
È un potere ed un progetto politico europeo quello che ha massacrato e
usato come cavia la Grecia. Un potere che vuol governare l'Europa con austerità
e liberismo e per questo è disposto a cancellare molto della democrazia. Non
tutto? Certo sino ad ora, ma come insegna la storia quando si imbocca la via
autoritaria non si sa mai dove ci sia il punto di arresto. Un fascismo bianco
liberaleggiante e tecnocratico, o uno brutale e apertamente razzista? Nella
Germania del 1930 non si poteva prevedere cosa sarebbe successo. Ma i mostri
son già tutti in campo e la loro fabbrica sta nel' umiliazione della democrazia contenuta in ogni atto
del sistema politico europeo.
La vicenda greca ci consegna un lezione
chiarissima. Questa Europa non è riformabile, o la si accetta così come è
sperando che non esageri in dittatura.
Oppure si organizza la resistenza per rompere la moneta unica e tutto il
sistema politico UE e ricostruire su nuove basi la democrazia e lo stato
sociale. Tertium non datur.
Proprio di questa sua irriformabilità il
sistema di potere europeo a trazione tedesca ha finora fatto largo uso per
vincere tante battaglie. O mangi sta minestra o salti dalla finestra sta oramai
scritto nella bandiera azzurra stellata che sventola nei pubblici edifici. Ma
se, come sempre è avvenuto nel passato, fosse proprio l'irriformabilità del
potere la causa della sua
sconfitta finale? Su questo devono
contare le resistenze alla
Troika che si stanno organizzando in ogni paese.
2 commenti:
Tanto per dirne una sentite le parole del responsabile economico del PD filippo taddei:
"L'intero mercato è destinato a cambiare e con esso anche la mentalità dei lavoratori italiani. Dobbiamo abituare la gente che l'istruzione sarà molto più lunga e costosa, le assunzioni a tempo indeterminato molte di meno, i tempi di lavoro più lunghi, i pensionamenti verranno posticipati. Le riforme non hanno solo un fine economico, ma anche e soprattutto sociale perché servono a modificare la mentalità lavorativa degli italiani".
Mi chiedo come ancora possiamo resistere a sentire queste cose.
Vi chiedo semplicemente se prossimamente potreste preparare un breve
documento contenente tutte le malefatte del PD e le sue dichiarazioni mortifere.
Un PDF da stampare e mostrare a tutti i pensionati e le casalinghe che ancora
si ostinano a votare sto partito DEM...erda.
Ho una grande voglia di sputtanarli.
Filippo Taddei che, tra l'altro, è o forse era un civatiano.
Che spettacolo
Pigghi
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