[ 22 agosto ]
Crescita dei depositi bancari: oltre 80 miliardi (+5%) da giugno 2014 a giugno 2015
Il Quantitative Easing di Draghi? Non causa alcun rilancio del ciclo economico. Proprio come dopo la Grande Depressione del 1929 e nel Giappone della Grande Deflazione negli anni novanta. Oggi come ieri la crisi sistemica alimenta quella che Marx chiamava "tesaurizzazione".
Non siamo solo in un sistema ad economia liberista stagnante, siamo sotto il tallone di un regime economico bancocratico. La keynesiana "trappola della liquidità" è letale per l'economia produttiva ma è una mano santa per la sfera bancaria e finanziaria, in cui si ingrassano coloro che fanno denaro speculando col denaro.
Non basta una politica monetaria "accomodante", occorre rilanciare grandi investimenti e dunque aumentare la spesa pubblica. Cosa possibile solo rovesciando il sistema bancocratico fondato sul debito.
L'accumulo di denaro è senz'altro una virtù dei parsimoniosi, ma in una impostazione consumistica a volte è un riflesso incondizionato che trova le sue radici in una situazione economica fragile, che spaventa le famiglie e impedisce loro di spendere 'con serenità'. Così, additando il timore di nuove tasse e la paura della recessione, Unimpresa traccia una crescita dei depositi bancari, in salita di oltre 80 miliardi (+5%) da giugno 2014 a giugno 2015. Di contro i consumi restano al palo, gli investimenti sono fermi e la ripresa fatica. E' proprio "il paradosso del risparmio", fotografato dall'analisi del Centro studi di Unimpresa sull'andamento delle riserve italiane da giugno 2014 a giugno 2015.
I salvadanai degli italiani sono passati, complessivamente, da 1.477 miliardi di euro a 1.558 miliardi (+5%). Per le famiglie l'incremento dei tesoretti è pari a 15 miliardi (+1,7%) e per le aziende a 14 miliardi (+7%). Il comparto relativo alle assicurazioni e ai fondi pensione è l'unico che ha fatto registrare una diminuzione: le riserve sono calate di 3,4 miliardi (-15,51%). Particolarmente rilevante, inoltre, il dato relativo al settore bancario: nonostante la liquidità delle banche, infatti, sia cresciuta di quasi 52 miliardi (+16%), il totale dei finanziamenti al settore privato continua a diminuire, con i prestiti che registrano un calo di oltre 7 miliardi.
"E' uno degli effetti perversi del rigore e dell'austerity", commenta Paolo Longobardi, presidente Unimpresa. "Le famiglie non spendono più e preferiscono lasciare i soldi in banca: anche se i soldi ci sono non circolano, i consumi ristagnano e la ripresa fatica a crescere"».*
* Fonte: Economia & Finanza
Crescita dei depositi bancari: oltre 80 miliardi (+5%) da giugno 2014 a giugno 2015
Il Quantitative Easing di Draghi? Non causa alcun rilancio del ciclo economico. Proprio come dopo la Grande Depressione del 1929 e nel Giappone della Grande Deflazione negli anni novanta. Oggi come ieri la crisi sistemica alimenta quella che Marx chiamava "tesaurizzazione".
Non siamo solo in un sistema ad economia liberista stagnante, siamo sotto il tallone di un regime economico bancocratico. La keynesiana "trappola della liquidità" è letale per l'economia produttiva ma è una mano santa per la sfera bancaria e finanziaria, in cui si ingrassano coloro che fanno denaro speculando col denaro.
Non basta una politica monetaria "accomodante", occorre rilanciare grandi investimenti e dunque aumentare la spesa pubblica. Cosa possibile solo rovesciando il sistema bancocratico fondato sul debito.
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«Paura di nuove tasse e recessione: non si spende. I salvadanai degli italiani sono passati, complessivamente, da 1.477 miliardi di euro a 1.558 miliardi (+5%). Per le famiglie l'incremento dei tesoretti è pari a 15 miliardi (+1,7%) e per le aziende a 14 miliardi (+7%). Boom di liquidità nelle bancheL'accumulo di denaro è senz'altro una virtù dei parsimoniosi, ma in una impostazione consumistica a volte è un riflesso incondizionato che trova le sue radici in una situazione economica fragile, che spaventa le famiglie e impedisce loro di spendere 'con serenità'. Così, additando il timore di nuove tasse e la paura della recessione, Unimpresa traccia una crescita dei depositi bancari, in salita di oltre 80 miliardi (+5%) da giugno 2014 a giugno 2015. Di contro i consumi restano al palo, gli investimenti sono fermi e la ripresa fatica. E' proprio "il paradosso del risparmio", fotografato dall'analisi del Centro studi di Unimpresa sull'andamento delle riserve italiane da giugno 2014 a giugno 2015.
I salvadanai degli italiani sono passati, complessivamente, da 1.477 miliardi di euro a 1.558 miliardi (+5%). Per le famiglie l'incremento dei tesoretti è pari a 15 miliardi (+1,7%) e per le aziende a 14 miliardi (+7%). Il comparto relativo alle assicurazioni e ai fondi pensione è l'unico che ha fatto registrare una diminuzione: le riserve sono calate di 3,4 miliardi (-15,51%). Particolarmente rilevante, inoltre, il dato relativo al settore bancario: nonostante la liquidità delle banche, infatti, sia cresciuta di quasi 52 miliardi (+16%), il totale dei finanziamenti al settore privato continua a diminuire, con i prestiti che registrano un calo di oltre 7 miliardi.
"E' uno degli effetti perversi del rigore e dell'austerity", commenta Paolo Longobardi, presidente Unimpresa. "Le famiglie non spendono più e preferiscono lasciare i soldi in banca: anche se i soldi ci sono non circolano, i consumi ristagnano e la ripresa fatica a crescere"».*
* Fonte: Economia & Finanza
2 commenti:
Credo che tenere i soldi in banca, sia la cosa più sciocca che si possa fare...
Specialmente quando veniamo a sapere del bailin... ovvero della norma che permette alle banche di appropriarsi dei tuoi denari, stile Cipro, tanto per capirsi ma, questa volta a cifre più piccole.
Per cui se volete fare qualche cosa per i vostri "compagni"... ma ne dubito, ditegli di tirare fuori dalle banche i soldi... prima che spariscono... La Grecia docet.
Cioè tu pensi che noi abbiamo il gruzzoletto in banca?
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