11 aprile. Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta al Sindaco de L'Aquila, che ha recentemente denunciato le autorità politiche nazionali di fare poco o nulla per la ricostruzione. Dicono che non ci sono gli euro. Appunto!
Se avessimo la sovranità monetaria
di Michele Signa
Buongiorno Sig. Sindaco Cialente,
Mi riferisco al suo appello di oggi, 1 aprile 2013, che denuncia l’abbandono e l’indifferenza dello Stato Italiano ovvero dei Governi che hanno gestito l’emergenza del terremoto nella sua Città.
Sono un Lucano e ho vissuto l’esperienza del sisma in Irpinia e Basilicata del 1980. Allora a gestire la crisi furono Governi a guida Democristiana con personaggi di cui non ho maggiore stima di quanto ne abbia per gli attuali Leader Politici. Come lei certo sa, c’è stata comunque una differenza abissale tra l’azione dello Stato Italiano all’indomani del sisma del 1980 e quella che lei ha vissuto sulla sua pelle all’indomani del sisma dell’Aquila. Vorrei mandarle un messaggio e un’esortazione perché lei è, in questo momento, sicuramente più sensibile e ricettivo rispetto alla media dei Politici Italiani.
Quello che lo Stato Italiano ha potuto fare in Irpinia e Basilicata dal 1980 e per almeno due decenni a seguire è stato possibile non certo per la sensibilità o la capacità dei politici del tempo quanto perché il Governo semplicemente se lo poteva permettere. Negli anni ottanta Lo Stato Italiano, infatti, poteva finanziare senza problemi la ricostruzione grazie al fatto che l’Italia aveva la sua Moneta Sovrana, la Lira. Una moneta che non doveva essere presa in prestito ma che lo Stato emetteva all’occorrenza per sostenere l’economia Italiana. Lei non ha potuto ricevere lo stesso trattamento non perché nel frattempo il livello della politica e dell’azione di Governo sia peggiorato o si sia innescata la fantomatica crisi economica ma perché il disastro dell’Aquila si è verificato quando l’Italia aveva già adottato l’Euro. L’Euro a differenza della lira è una Moneta Straniera di cui lo Stato Italiano non è proprietario, che deve prendere in prestito e di cui pertanto non può disporre all’occorrenza in quantità illimitata.
Sembra l’uovo di Colombo e ovviamente si tratta di una semplificazione ma il concetto fondamentale che ha condannato la sua bella città alla morte è questo. La colpa della nostra deprecabile classe dirigente quindi non è tanto quella di non essere intervenuti con un piano di emergenza adeguato per salvare L’Aquila ma quello di avere avvallato con la loro incompetenza, corruzione e ignavia l’adesione dell’Italia a un meccanismo, quello della Moneta Unica e dei Trattati Europei, congegnato apposta per destabilizzare e distruggere gli Stati Democratici.
Lo stesso vale ovviamente per tutte le emergenze e per l’economia in generale dell’Italia da quando siamo entrati nell’Euro. Rifletta quindi su queste mie osservazioni Sig. Sindaco, le approfondisca e ne faccia uno strumento di lotta e di denuncia. Solo denunciando il male che ha decretato la condanna a morte dell’Aquila potrà contribuire davvero affinché questa politica dissennata e criminale possa essere messa in discussione e Lei dare un contributo alla rinascita della sua terra. Ogni altra sua iniziativa non avrà effetto alcuno dal punto di vista pratico perché le politiche di Austerità imposte dall’adesione all’Euro e ai Trattati Europei e in ultimo l’approvazione del Fiscal Compact e del MES impediranno qualsiasi azione per salvare la vita della sua città.
Si faccia promotore di questa lotta, organizzi conferenze e dibattiti, dia visibilità a queste idee, ne metta a conoscenza i cittadini dell’Aquila, faccia in modo che il suo mandato sia ricordato perché ha dato una nuova speranza all’Aquila e con essa a tutta l’Italia.
Se avessimo la sovranità monetaria
di Michele Signa
Buongiorno Sig. Sindaco Cialente,
Mi riferisco al suo appello di oggi, 1 aprile 2013, che denuncia l’abbandono e l’indifferenza dello Stato Italiano ovvero dei Governi che hanno gestito l’emergenza del terremoto nella sua Città.
Sono un Lucano e ho vissuto l’esperienza del sisma in Irpinia e Basilicata del 1980. Allora a gestire la crisi furono Governi a guida Democristiana con personaggi di cui non ho maggiore stima di quanto ne abbia per gli attuali Leader Politici. Come lei certo sa, c’è stata comunque una differenza abissale tra l’azione dello Stato Italiano all’indomani del sisma del 1980 e quella che lei ha vissuto sulla sua pelle all’indomani del sisma dell’Aquila. Vorrei mandarle un messaggio e un’esortazione perché lei è, in questo momento, sicuramente più sensibile e ricettivo rispetto alla media dei Politici Italiani.
Quello che lo Stato Italiano ha potuto fare in Irpinia e Basilicata dal 1980 e per almeno due decenni a seguire è stato possibile non certo per la sensibilità o la capacità dei politici del tempo quanto perché il Governo semplicemente se lo poteva permettere. Negli anni ottanta Lo Stato Italiano, infatti, poteva finanziare senza problemi la ricostruzione grazie al fatto che l’Italia aveva la sua Moneta Sovrana, la Lira. Una moneta che non doveva essere presa in prestito ma che lo Stato emetteva all’occorrenza per sostenere l’economia Italiana. Lei non ha potuto ricevere lo stesso trattamento non perché nel frattempo il livello della politica e dell’azione di Governo sia peggiorato o si sia innescata la fantomatica crisi economica ma perché il disastro dell’Aquila si è verificato quando l’Italia aveva già adottato l’Euro. L’Euro a differenza della lira è una Moneta Straniera di cui lo Stato Italiano non è proprietario, che deve prendere in prestito e di cui pertanto non può disporre all’occorrenza in quantità illimitata.
Sembra l’uovo di Colombo e ovviamente si tratta di una semplificazione ma il concetto fondamentale che ha condannato la sua bella città alla morte è questo. La colpa della nostra deprecabile classe dirigente quindi non è tanto quella di non essere intervenuti con un piano di emergenza adeguato per salvare L’Aquila ma quello di avere avvallato con la loro incompetenza, corruzione e ignavia l’adesione dell’Italia a un meccanismo, quello della Moneta Unica e dei Trattati Europei, congegnato apposta per destabilizzare e distruggere gli Stati Democratici.
Lo stesso vale ovviamente per tutte le emergenze e per l’economia in generale dell’Italia da quando siamo entrati nell’Euro. Rifletta quindi su queste mie osservazioni Sig. Sindaco, le approfondisca e ne faccia uno strumento di lotta e di denuncia. Solo denunciando il male che ha decretato la condanna a morte dell’Aquila potrà contribuire davvero affinché questa politica dissennata e criminale possa essere messa in discussione e Lei dare un contributo alla rinascita della sua terra. Ogni altra sua iniziativa non avrà effetto alcuno dal punto di vista pratico perché le politiche di Austerità imposte dall’adesione all’Euro e ai Trattati Europei e in ultimo l’approvazione del Fiscal Compact e del MES impediranno qualsiasi azione per salvare la vita della sua città.
Si faccia promotore di questa lotta, organizzi conferenze e dibattiti, dia visibilità a queste idee, ne metta a conoscenza i cittadini dell’Aquila, faccia in modo che il suo mandato sia ricordato perché ha dato una nuova speranza all’Aquila e con essa a tutta l’Italia.
2 commenti:
Forse l'autore non sa che il Sindaco dell'Aquila è un politico di vecchia data, che è stato parlamentare (se non ricordo male almeno due legislature) e che il suo partito è quello che ha maggiormente sostenuto l'ingresso dell'Italia nell'euro. Per cui il Sig. Signa credo abbia involontariamente sbagliato il destinatario del suo messaggio.
Essendo Cialente politico di un partito che ha fattivamente contribuito alla rinuncia alla lira sovrana per l'accettazione dell'euro straniero, possiamo tranquillamente sostenere che il medesimo prende per i fondelli gli Aquilani?
Posta un commento