22 aprile. L'onda lunga del terremoto elettorale di febbraio colpisce ancora. Le convulsioni del Partito democratico potrebbero anticipare una scissione, quella dei "socialdemocratici". Vi anticipiamo chi potrebbero essere i protagonisti.
di sollevAzione
Il prossimo 30 aprile a Bologna la Fiom di Maurizio Landini promuove un seminario che farà molto rumore. Lavoro e welfare i temi in discussione. Una scusa per mettere attorno ad un tavolo vecchie cariatidi della sinistra che fu. Sono annunciati, oltre a Landini, Sergio Cofferati, Marco Revelli (promotore di ALBA), Carlotta Cossutta, niente meno il Ministro di Monti Fabrizio Barca e forse lo stesso Stefano Rodotà.
La vociferata scissione del Pd potrebbe quindi prendere corpo. Scontata l'adesione dei vendoliani di Sel. Obbiettivo? Dare vita, ora che il Pd si va sfasciando, ad un partito "socialdemocratico". Siccome quello che nascerà sarà probabilmente un "governicchio del Presidente" che precede nuove elezioni anticipate a breve, i "socialdemocratici" devono fare presto. Devono organizzare le loro truppe per occupare prima possibile lo spazio elettorale che l'implosione del Pd lascia libero.
Verrebbe da dire, ma non è così, che la situazione è tragica, ma non è seria. Un'operazione di riciclaggio di reperti fossili i quali, sentita puzza di scranni liberi in Parlamento, si attrezzano alla bisogna. E' tragica e seria perché, vedrete, quest'ammucchiata di reduci, sarà come una calamita anche nell'area della sinistra "radicale", Rifondazione in primis.
L'area di militanti e simpatizzanti che ancora s'incardina nel Prc, uscita terremotata dal risultato patetico della lista di "Rivoluzione civile", potrebbe essere ampiamente risucchiata dai "socialdemocratici". Il gruppo dirigente del Prc non sapendo più dove sbattare la testa, potrebbe infatti essere tentata di partecipare al sodalizio. L'appello lanciato da Paolo Ferrero il 18 aprile scorso, se letto nella giusta luce, va in questa direzione.
Un fatto è certo. Il grande casino della rielezione di Napolitano, accellera le grandi manovre di posizionamento e riposizionamento delle varie sinistre in cerca di resurrezione.
In questo rimescolamento c'è poi il tentativo di dare vita ad una Syriza italiana. Il 16 aprile scorso pubblicammo il documento, sottoscritto da Giorgio Cremaschi e altri, dal titolo Per un movimento politico di massa anticapitalista e libertario.
L'11 maggio si svolgerà, indetta dai firmatari di questo documento, e proprio a Bologna, un'assemblea nazionale. Essa ci dirà molte cose, tanto più perché si svolgerà dopo quella dei "socialdemocratici".
Ci pare di poter dire una cosa. L'eventuale nascita di un blob "socialdemocratico" complica non poco le cose alla sinistra anticapitalista. Questa è obbligata, se vuole essere capita dai cittadini, se vuole farsi spazio tra l'incudine dei "grillini" e il martello dei "socialdemocratici", a distinguersi con nettezza. E non ci si distingue urlando o giocando al "più 1" sul piano delle rivendicazioni. Ci si distingue soltanto avendo una visione strategica d'insieme, indicando come uscire da questa crisi e dal capitalismo, e precisando un programma di fase che dica che solo rompendo l'Unione europea e riconquistando sovranità politica e monetaria sarà possibile evitare una catastrofe di portata storica.
Ci si distingue avendo il coraggio di dire che per come siamo messi, anche per fare riforme che si rispettino, occorre una sollevazione popolare.
di sollevAzione
Il prossimo 30 aprile a Bologna la Fiom di Maurizio Landini promuove un seminario che farà molto rumore. Lavoro e welfare i temi in discussione. Una scusa per mettere attorno ad un tavolo vecchie cariatidi della sinistra che fu. Sono annunciati, oltre a Landini, Sergio Cofferati, Marco Revelli (promotore di ALBA), Carlotta Cossutta, niente meno il Ministro di Monti Fabrizio Barca e forse lo stesso Stefano Rodotà.
La vociferata scissione del Pd potrebbe quindi prendere corpo. Scontata l'adesione dei vendoliani di Sel. Obbiettivo? Dare vita, ora che il Pd si va sfasciando, ad un partito "socialdemocratico". Siccome quello che nascerà sarà probabilmente un "governicchio del Presidente" che precede nuove elezioni anticipate a breve, i "socialdemocratici" devono fare presto. Devono organizzare le loro truppe per occupare prima possibile lo spazio elettorale che l'implosione del Pd lascia libero.
Verrebbe da dire, ma non è così, che la situazione è tragica, ma non è seria. Un'operazione di riciclaggio di reperti fossili i quali, sentita puzza di scranni liberi in Parlamento, si attrezzano alla bisogna. E' tragica e seria perché, vedrete, quest'ammucchiata di reduci, sarà come una calamita anche nell'area della sinistra "radicale", Rifondazione in primis.
L'area di militanti e simpatizzanti che ancora s'incardina nel Prc, uscita terremotata dal risultato patetico della lista di "Rivoluzione civile", potrebbe essere ampiamente risucchiata dai "socialdemocratici". Il gruppo dirigente del Prc non sapendo più dove sbattare la testa, potrebbe infatti essere tentata di partecipare al sodalizio. L'appello lanciato da Paolo Ferrero il 18 aprile scorso, se letto nella giusta luce, va in questa direzione.
Un fatto è certo. Il grande casino della rielezione di Napolitano, accellera le grandi manovre di posizionamento e riposizionamento delle varie sinistre in cerca di resurrezione.
In questo rimescolamento c'è poi il tentativo di dare vita ad una Syriza italiana. Il 16 aprile scorso pubblicammo il documento, sottoscritto da Giorgio Cremaschi e altri, dal titolo Per un movimento politico di massa anticapitalista e libertario.
L'11 maggio si svolgerà, indetta dai firmatari di questo documento, e proprio a Bologna, un'assemblea nazionale. Essa ci dirà molte cose, tanto più perché si svolgerà dopo quella dei "socialdemocratici".
Ci pare di poter dire una cosa. L'eventuale nascita di un blob "socialdemocratico" complica non poco le cose alla sinistra anticapitalista. Questa è obbligata, se vuole essere capita dai cittadini, se vuole farsi spazio tra l'incudine dei "grillini" e il martello dei "socialdemocratici", a distinguersi con nettezza. E non ci si distingue urlando o giocando al "più 1" sul piano delle rivendicazioni. Ci si distingue soltanto avendo una visione strategica d'insieme, indicando come uscire da questa crisi e dal capitalismo, e precisando un programma di fase che dica che solo rompendo l'Unione europea e riconquistando sovranità politica e monetaria sarà possibile evitare una catastrofe di portata storica.
Ci si distingue avendo il coraggio di dire che per come siamo messi, anche per fare riforme che si rispettino, occorre una sollevazione popolare.
5 commenti:
Magari ci fosse sta sollevazione! Ma pragmaticamente cosa proporreste? Non è che invocando la sollevazione questa arriva! Non basta desiderare! I vari Landini Camusso ecc ecc facilmente potrebbero mobilitare i lavoratori, tre giorni di sciopero generale metterebbero in ginocchio il sistema......ma non lo fanno! E chissà perchè!!?? Mah....!
E' un po' che vi seguo con interesse, ma comincio a pensare che anche voi ...con tutto il rispetto, nei fatti siate un po' deboli . E oramai siamo fritti, la scudisciata europea sta arrivando!
Enea
Caro Anonimo di sopra.
Non è che in un singolo articolo si può dire e spiegare tutto. Prova a leggere i nostri documenti più importanti. Sulla colonna di destra, nella sezione I DOCUMENTI PRINCIPALI DEL MPL
Bisognerà aspettarli al varco e capire che posizione prenderanno rispetto ad euro, UE e soprattutto rispetto alle riforme costituzionali che ci vengono chieste e che sappiamo bene nascondono lo smantellamento di ciò che resta dei diritti civili e della democrazia.
Mi aspetto che prendano posizioni ambigue e su questo bisognerà smascherarli.
Secondo me è bene porre la questione in termini di ripristino dei diritti costituzionali, che sono stati calpestati in questi trentanni dall'europa del neoliberismo, da contrapporre alle riforme regressive.
Comunque vada, inizia un periodo convulso.
Eccellente articolo.
In effetti una delle grosse carenze del manifesto della "Syriza italiana"
mi pareva proprio essere che sembrava "farcito di tante cose", ma inesistente nelle idee proposte.
A mio avviso "basterebbe" semplicemente mettere in primis uno dei problemi critici della società moderna:
Il lavoro.
Già solo a risolvere quello mi sembra un'impresa non indifferente.
Scusate, redattori di sollevazione, ho recentemente visionato su youtube il dibattito tenuto da Moreno Pasquinelli il cui paralava come alcuni principi del swocialismo non sono applicabili e bisogna conivnere col mercato. Forse sono riduttivo, ma mi spiegate dove sussite quindi l'anticapitalismo nelle vostre posizioni?
La mia non è una polemica, nè una critica, ma solo una domanda cui spero si costruisca un dialogo.
Grazie,
Luigi
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