27 aprile. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa angosciata lettera riguardo all'incontro tra la delegazione parlamentare di M5S e il Presidente del consiglio incaricato Enrico Letta. Quanto può durare un movimento con degli eletti tanto inadeguati?
Per fortuna che Grillo c'è
«Sono uno degli otto e più milioni di elettori di cinque stelle. Non sono un attivista ma quello che chiamereste "compagno". Ho votato M5S, come penso la grande maggioranza, senza turarmi il naso, convinto che fosse il solo "voto utile", cioè la sola maniera per manifestare la mia rabbia contro la casta politica, la mia volontà di cambiare. Non sono pentito.
Il modo in cui si sta concludendo la vicenda della formazione del governo, dimostra che la casta è obbligata a fare blocco, allo scopo di guadagnare tempo e di sgretolare M5S.
Ma sono francamente sconcertato dalla linea di condotta del Movimento, in particolare riguardo alla questione del Presidente della Repubblica e l'atteggiamento verso il tentativo di Enrico Letta di formare il governo.
Sono rimasto sconcertato dalle cosiddette "Quirinarie". Il solo fatto che hanno votato poco più della metà degli iscritti M5S aventi diritto —dove stavano gli altri? perché non hanno votato se bastava solo un clic sulla tastiera?— demolisce non solo il mito del web come strumento di democrazia partecipata (un'stensione più alta di quella nelle elezioni nazionali), ma anche il discorso dell'uno che vale uno. Se la metà non ha votato uno è infatti valso almeno due.
Ma il fatto che mi ha fatto accapponare la pelle è che politicanti che hanno sulle spalle il disastro in cui versa l'Italia, mi riferisco a Prodi, alla Bonino, a Caselli, siano stati non solo scelti come candidati dalla base, ma abbiamo ottenuto una parte non così irrilevante dei consensi dei militanti cinque stelle. Se questa rosa di candidati ci da la misura delle opinioni in voga nel M5S, c'è di che preoccuparsi. Come si fa a dire che occorre mandarli tutti a casa e poi indicarne alcuni addirittura come possibili presidenti?
Le braccia mi sono cascate quando ho assistito all'incontro tra Enrico Letta e la delegazione parlamentare di M5S guidata da Crini e dalla Lombardi. I rappresentanti di M5S sono stati patetici, quasi commoventi. Bastava poco per mettere Letta con le spalle al muro, bastava ricordargli le responsabilità che ha avuto, come dirigente del Pd, nell'aver sostenuto il macellaio Monti; bastava ricordargli i danni fatti dai governi Prodi in cui era esponenete di spicco; bastava rinfacciargli il suo liberismo. Bastava affermare, con la necessaria fermezza, che M5S non può scendere ad alcun compromesso con partiti che sono al servizio dei predoni delle banche ligi alle direttive degli eurocrati che stanno portando interi popoli alla fame. Bastava incalzarlo ripetendo quello che Grillo ha più volte proposto in campagna elettorale: fine dell'austerità, cancellare il debito, nazionalizzare le banche, ripudiare i trattati europei, riguadagnare la sovranità nazionale. Bastava denunciare il "golpetto" del reincarico a Napolitano e il governo "bunga bunga" e dell'inciucio. Gli italiani avrebbero facilmente capito, dalle risposte di Letta, di che pasta è fatto e che profilo avrà il nascituro governo.
Invece abbiamo assistito solo a dei tristissimi balbettii, a dei no confusi e detti a mezza bocca, a farfugliamenti impolitici che hanno fatto sembrare il Letta un gigante. Provavo pena e rabbia allo stesso tempo. Se queste mezze tacche sono quelli che in Parlamento dovranno fare un'opposizione intransigente siamo messi proprio male. C'è voluto Grillo il giorno dopo a rimettere le cose a posto.
Ma fino a quando questa commedia potrà durare? Quanto può reggere un movimento in cui il grande capo deve intervenire per correggere, un giorno sì e l'altro pure, i suoi goffi nanetti in Parlamento? Può durare poco. Non so chi disse che il socialismo avrebbe reso capaci anche le cuoche di governare. La prova evidente che questo è utopistico l'abbiamo sotto gli occhi. Possiamo andare fieri di aver spedito dei "comuni cittadini" in Parlamento, talmente comuni che rischiano di essere fatti a pezzi, se non faranno prima il salto della quaglia».
Per fortuna che Grillo c'è
«Sono uno degli otto e più milioni di elettori di cinque stelle. Non sono un attivista ma quello che chiamereste "compagno". Ho votato M5S, come penso la grande maggioranza, senza turarmi il naso, convinto che fosse il solo "voto utile", cioè la sola maniera per manifestare la mia rabbia contro la casta politica, la mia volontà di cambiare. Non sono pentito.
Il modo in cui si sta concludendo la vicenda della formazione del governo, dimostra che la casta è obbligata a fare blocco, allo scopo di guadagnare tempo e di sgretolare M5S.
Ma sono francamente sconcertato dalla linea di condotta del Movimento, in particolare riguardo alla questione del Presidente della Repubblica e l'atteggiamento verso il tentativo di Enrico Letta di formare il governo.
Sono rimasto sconcertato dalle cosiddette "Quirinarie". Il solo fatto che hanno votato poco più della metà degli iscritti M5S aventi diritto —dove stavano gli altri? perché non hanno votato se bastava solo un clic sulla tastiera?— demolisce non solo il mito del web come strumento di democrazia partecipata (un'stensione più alta di quella nelle elezioni nazionali), ma anche il discorso dell'uno che vale uno. Se la metà non ha votato uno è infatti valso almeno due.
Ma il fatto che mi ha fatto accapponare la pelle è che politicanti che hanno sulle spalle il disastro in cui versa l'Italia, mi riferisco a Prodi, alla Bonino, a Caselli, siano stati non solo scelti come candidati dalla base, ma abbiamo ottenuto una parte non così irrilevante dei consensi dei militanti cinque stelle. Se questa rosa di candidati ci da la misura delle opinioni in voga nel M5S, c'è di che preoccuparsi. Come si fa a dire che occorre mandarli tutti a casa e poi indicarne alcuni addirittura come possibili presidenti?
Le braccia mi sono cascate quando ho assistito all'incontro tra Enrico Letta e la delegazione parlamentare di M5S guidata da Crini e dalla Lombardi. I rappresentanti di M5S sono stati patetici, quasi commoventi. Bastava poco per mettere Letta con le spalle al muro, bastava ricordargli le responsabilità che ha avuto, come dirigente del Pd, nell'aver sostenuto il macellaio Monti; bastava ricordargli i danni fatti dai governi Prodi in cui era esponenete di spicco; bastava rinfacciargli il suo liberismo. Bastava affermare, con la necessaria fermezza, che M5S non può scendere ad alcun compromesso con partiti che sono al servizio dei predoni delle banche ligi alle direttive degli eurocrati che stanno portando interi popoli alla fame. Bastava incalzarlo ripetendo quello che Grillo ha più volte proposto in campagna elettorale: fine dell'austerità, cancellare il debito, nazionalizzare le banche, ripudiare i trattati europei, riguadagnare la sovranità nazionale. Bastava denunciare il "golpetto" del reincarico a Napolitano e il governo "bunga bunga" e dell'inciucio. Gli italiani avrebbero facilmente capito, dalle risposte di Letta, di che pasta è fatto e che profilo avrà il nascituro governo.
Invece abbiamo assistito solo a dei tristissimi balbettii, a dei no confusi e detti a mezza bocca, a farfugliamenti impolitici che hanno fatto sembrare il Letta un gigante. Provavo pena e rabbia allo stesso tempo. Se queste mezze tacche sono quelli che in Parlamento dovranno fare un'opposizione intransigente siamo messi proprio male. C'è voluto Grillo il giorno dopo a rimettere le cose a posto.
Ma fino a quando questa commedia potrà durare? Quanto può reggere un movimento in cui il grande capo deve intervenire per correggere, un giorno sì e l'altro pure, i suoi goffi nanetti in Parlamento? Può durare poco. Non so chi disse che il socialismo avrebbe reso capaci anche le cuoche di governare. La prova evidente che questo è utopistico l'abbiamo sotto gli occhi. Possiamo andare fieri di aver spedito dei "comuni cittadini" in Parlamento, talmente comuni che rischiano di essere fatti a pezzi, se non faranno prima il salto della quaglia».
20 commenti:
Parole santissime. Sono uscito dal M5S, prima ancora che per la posizione ambigua sull'euro e l'errata diagnosi che imputa al debito pubblico la causa della crisi, per la scelta operata dai vertici di emarginare tanti degli attivisti della prima ora, compagni di strada a partire quali si sarebbe dovuta costruire la classe dirigente politica del movimento. Si è scelto, invece, di puntare sui giovani. Forse perché più malleabili e manipolabili dal vertice? Il M5S, che non è più un movimento, e non ancora un partito, si configura sempre più come una setta.
Serviva un sasso da lanciare contro il sistema: per questo l'ho votato, ma non possiamo lasciare ad una setta il monopolio dell'opposizione. Dobbiamo, ripeto dobbiamo, fare qualcosa.
Sono l'autore delle lettera che gli amici di Sollevazione hanno deciso di pubblicare. Mi pare che il giudizio di eco delle rete sia al contempo, eccessivo e prematuro. Mettiamola così: spero che eco della rete si sbagli. Le conseguenze, se M5S si rivelasse incapace di dare sbocco alla speranza popolare, sarebbero letali. "fare qualcosa" dopo l'ennesima delusione? e cosa per l'esattezza? Con un'altra cocente delusione gli italiani finirebbero per perdere ogni speranza, fuggirebbero dalla politica. A tutto vantaggio delle forze oggi al potere.
NB. Non amo le sette nemmeno io, ma se M5S lo fosse, si deve ammettere gli adepti sono peggio del loro "santone".
Concordo con Eco della Rete. L'unica scelta che si presenta è quella di formare un nuovo soggetto politico, veramente di Sinistra e con le idee ben chiare, capace di trascinare e senza quella sorta di immobilismo che spesso caratterizza i partiti e i partitucoli che si dicono di Sinistra. Il settarismo del M5S e il suo premiare la mediocrità e non la capacità di pensare alla lunga lo condanneranno. Non abbiamo bisogno di speranza ma di azione.
E' una buona idea quella di fondare un movimento di sinistra. Fra sessant'anni forse otterremo il 5%.
Continuate a fare gli schizzinosi, mentre gli altri votano Brunetta e Boccia.
@Vlad Tepes
Ora io domando: se non (ri)nasce ora, questo partito di sinistra, quando può (ri)nascere? Tra dieci anni, quando noi saremo troppo vecchi e quelli che verranno dopo di noi non sapranno nemmeno più quello che è successo? Il rischio è esattamente questo: una vittoria così totale del liberismo da sradicare, per decenni, ogni possibilità di riscossa. Un partito di sinistra (non di sinistrati), anche al 5%, è comunque di più del nulla.
E quando dico "partito di sinistra" mi riferisco a un partito che ponga, al vertice dei suoi obiettivi politici, la difesa della quota salari. Tutto il resto dopo...
E aggiungo: sarebbe bene tenere lontano da questo partito quelli che, alla soglia dell'annientamento totale della stessa idea di sinistra, continuano a sognare la dittatura del proletariato considerando nemico di classe chiunque non indossi una tuta da lavoro.
Per quanto mi riguarda, ho individuato nell'ARS (Associazione Riconquistiamo la Sovranità) e nel MPL due possibili genotipi capaci di favorire questa (ri)nascita. Ritengo che debbano accoppiarsi, se vogliamo che il fenotipo "partito di sinistra" veda alla luce.
Nuovamente concordo con Eco della Rete. Ci sono delle priorità da rispettare e per me sono queste: la difesa dei lavoratori e della loro dignità, la difesa della cultura ed una sua più equa e trasparente distribuzione e proposizione. Come punto di partenza bisogna criticare aspramente l'attuale regime economico e la mancanza di sovranità dello stato Italiano. Bisogna uscire dall'Europa in primo luogo.
Anche io concordo con Ecodellarete, spero che si formi un partito di sinistra per poter affrontare la fase costituente che vogliono imporci. Inutile aggiungere che quando Grillo interviene per rettificare certe posizioni lo fa semplicemente per cerchiobottismo.
Lo scopo è certamente difendere la quota salari ma anche molto altro che non può sintetizzarsi in poche frasi. Per esprimersi sinteticamente invece ritengo più appropriato il richiamo ai diritti costituzionali aggirati da trentanni che contengono anche la difesa della quota salari. Perché sono incostituzionali le manovre finanziarie fin qui attuate, è incostituzionale che ci siamo privati della libertà di decidere da noi le politiche monetarie, è incostituzionale l'esistenza di diverse tipologie contrattuali con diverse tutele per il medesimo tipo di lavoro introducendo magari delle differenze puramente cosmetiche. La costituzione, e l'annullamento di tutte le violazioni ad essa ed a noi fatte, sintetizzano bene le rivendicazioni che il nuovo partito dovrebbe fare. Infatti parlano tutti di modificarla, anche Travaglio, recentemente tornato sul blog di Grillo, lo dice sibillinamente e questo, conoscendolo, non lascia presagire nulla di buono.
M5S, come mi pare dica anche Pasquinelli, si dividerà e parte dei fuoriusciti potrebbe partecipare, speriamo, a questa battaglia di giustizia per il nostro paese.
Completo e chiarisco il mio punto di vista: http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?p=71332
Costruire un nuovo partito. Non penso si costruisca per addizione di pezzi. Mettere assieme debolezze non fa una forza. O forse si pensa ad un "partito leggero", "liquido"? Se non lo si pensa vuol dire che occorre un pensiero forte,stabilire con chiarezza il modello sociale che si vuole, dunque indicare base programmatica e strategia. E' triste dirlo, ma non ne esistono le condizioni. Vedo in giro solo delle parzialità.
Fare blocco invece è non solo necessario ma doveroso. Un blocco di forze sovraniste, unite dalla difesa degli interessi del popolo lavoratore. Il MPL è nato anche pewr questo. Ma abbiamo trovato una sordità su un punto dche per noi è cruciale: che un blocco simile deve porsi come compito mettersi alla testa della sollevazione popolare. Sollevazione che per noi è la sola realistica via per salvare il paese dall'abisso.
Incorreggibili sognatori incoscienti tutti quanti ancora paventano la possibilità di formare un partito comunista o fondamentalmente di sinistra che sia almeno capace di esistere. Davanti al 5% ipotizzato da alcuni compagni ci va a pennello un bello 0, e sarebbe già un successo. Non è attraverso la sinistra che è possibile cambiare un sistema attualmente e mi meraviglio che sopravviva ancora questa illusione dopo tanti e tanti anni di tentativi falliti. L'occasione della nascita, sull'onda della protesta, del M5S ne è l'ulteriore prova lampante. I voti sono andati a loro, non alla sinistra, è chiaro quindi che sono la motrice trainante del cambiamento e se noi cari compagni perdiamo questa più unica che rara occasione, disperdendo in vane ipotesi quel poco di potenziale politico che ci è rimasto, invece di impiegarlo per dare un carattere di sinistra al M5S, pur tra tante contraddizioni, ce lo piglieremo anche stavolta "in tasca", ci rimarrà, come sembra ormai d'abitudine, la colpa di non esserci mai quando serve, perchè fuorviati dal continuo recriminare che ci divide, proprio ciò che noto dai commenti di molti compagni. Penso che i compagni di sollevazione, se ho ben capito, condividono la mia opinione, perciò fatevi decisamente sentire.
Pasquino44, dubito che entrando nel Movimento si possa dare una spinta a sinsitra ad esso:
1) Perchè il duo Grillo-Casaleggio non lo permetterebbe;
2) Perchè così facendo il Movimento perderebbe voti.
sono anche io un voto m5s,pensavo e penso che era la sola da fare per scompaginare il sistema ed è quanto è successo ma non ci facciamo illusioni sono state usate le loro regole per fregarli, le cambieranno.Il m5s è chiaramente inadeguato ma ha assolto al suo compito in modo egregio, ora saranno gli eventi a fare la storia
Parziale risposta a pasquino44.
Hai ragione, diciamo, al 70%.Con le elezioni di febbraio siamo entrati in una nuova fase, segnata dal blocco delle traballanti forze di potere e dalla spettacolare affermaziond i M5S. E' la terza fase dall'inizio della grande crisi, che in Italia è arrivata nel 2009. Prima fase: governo Berlusconi dopo la sua grande vittoria del 2008 (elezioni segnate dalla batosta arcobalenica, la quale metteva fine di fatto all'esperienza di Rifondazione). Seconda fase; segnata dalla defenestrazione di Berlusconi, il commissariamento dell'Italia e il governo del proconsole Monti.
Non possiamo sapere quanto questa fase durerà, probabilmente poco.
E' chiaro a noi che in questa terza fase occorre schierarsi con M5S, la sola opposizione con consenso di massa esistente, tentando di far fecondare in questo mondo idee buone.
Ciò non implica affatto, anzi, che i rivoluzionari debbano ammainare le bandiere. Di rivoluzionari che guardino lontano e che abbiano memoriea ed esperienza per indirizzare la sollevazione che verrà, c'è bisogno oggi più che mai.
Moreno Pasquinelli
Comunque se posso dire la mia, a queste ultime elezioni tutti i partiti di sinistra con un minimo di visibilità non sono mai stati radicalmente critici nei confronti del sistema Europa, di una eventuale uscita e di tutto quello che ne comporta. Un partito di sinistra moderno deve tornare a criticare apertamente il capitalismo finanziario e il capitalismo tout court per proporre poi un modello differente. I partiti di sinistra attualmente esistenti (SEL, PRC, PCL e qualunque altro della galassia comunista) non criticano apertamente l'Europa e sono ampiamente disinformati in materia economica; uno smacco per un partito comunista, socialista o (genericamente) di sinistra che si rispetti, che fonda il suo stesso esistere sulla sua scientificità e sulla ricerca continua. Questa scelta e anche quella di aver eliminato un qualunque dialogo con la base, ha minato profondamente il risultato elettorale, il lavoro di informazione e sensibilizzazione andava fatto molto tempo fa, ma ora, ci aspetta probabilmente un governo che durerà forse almeno un paio d'anni e si potrà rincominciare a lavorare dal basso.
Per rispondere alla redazione:
Un partito si forma da una comunione di intenti. A mio avviso,un partito socialista degno di questo nome, deve avere come obbiettivo la maggiore uguaglianza possibile tra gli uomini e l'affrancamento dal lavoro degli stessi per l'ottenimento di un tempo maggiore per coltivare le proprie passioni ed inclinazioni naturali. Sarò cretino ma è quel che penso. Per quanto riguarda la situazione attuale, vedremo se il M5S sarà in grado di fare un opposizione degna di questo nome. Sono ancora troppo dipendenti dal padrone del loro partito.
Caro Anonimo,
nessuno si è mai sognato di dire che " il socialismo avrebbe reso capaci anche le cuoche di governare". lenin disse invece che il socialismo è quel sistema nel quale anche una cuoca, SE NE HA LE QUALITA', può diventare capo di Stato. Una simile affermazione all'epoca sembrò follia pura, e oggi è invece il fondamento di qualunque democrazia; almeno a parole. Non ti farei perdere tempo su questo dettaglio se non fosse notevole almeno per due ragioni. In primo luogo, se non mi sbaglio, nessuno dei numerosi commenti al tuo intervento si è preso il disturbo di puntualizzare su questo particolare: evidentemente c'è una perdita di memoria storica che mi sembra allarmante. In secondo luogo il tuo è una specie di lapsus che però non riguarda solo te: temo che nella testa di migliaia e migliaia di persone il "socialismo" sia diventato quella strana cosa alla quale si possono attribuire anche le affermazioni più assurde senza che nessuno reagisca: e questo mi sembra non allarmante, ma terribile. Grazie per l'attenzione, e continua a scrivere le cose che pensi perché discuterne ci aiuta tutti molto.
Jacopo
Io sogno un'Italia sociale che dimentichi la guerra civile e le divisioni vecchie e acide tra fascisti e comunisti. Il capitalismo, lo si vede, è il vero nemico: il Bildelberg. Solleviamoci uniti animati dalla voglia di "BENE COMUNE"!!!
antonio
Antonio da Treviso.
Il vero nemico è l capitalismo del Bilderberg. Finiamola con le lotte acide e vecchi tra compagni e camerati in nome della socialità e del bene comune!!!
"pasquino4: " Non è attraverso la sinistra che è possibile cambiare un sistema attualmente e mi meraviglio che sopravviva ancora questa illusione dopo tanti e tanti anni di tentativi falliti"
I tentativi falliti szono colpa vostra e andarvene col mangiapeccati a 5 stelle come stanno facendo pure i vostri secolari avversari in camicia nera non risolverà le cose. Accettate la realtà: avete fallito e salire sul carro dei vincitori dimostrerà soltanto quello la classica gattopardaggine italiota.
Meglio la disgregazione dello stato, che è una dittartura criminale e feroce. Ognuno nei suoi granducati e si provi a fare il socialismo a casa propria.
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