[ 27 ottobre 2010 ]
Le prospettive economiche a medio termine
Con o senza stagnazione,
l'Occidente è destinato a perdere terreno
l'Occidente è destinato a perdere terreno
di Ennio Bilancini
L'enfasi recentemente data alla scarsa crescita dei paesi ricchi, ed in particolare alla scarsa crescita dei paesi occidentali, potrebbe indurre a pensare che con un eventuale ritorno ad una crescita vicino al potenziale (stimata attorno al 3%) possa scongiurare il declino relativo a favore dei paesi emergenti. Le recenti previsioni di crescita pubblicate da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale sembrano cancellare ogni dubbio: l'Occidente è destinato a perdere ulteriormente terreno.
Vediamo innanzitutto le prospettive di crescita del PIL fino al 2012 per il mondo nel suo complesso, e per paesi ricchi e resto del mondo separatamente (vedi la figura 1 in alto, fonte: World Bank, Agosto 2010).
Dopo la recessione del 2009, l'economia mondiale dovrebbe tornare a crescere in modo sostenuto. Tuttavia, la crescita è palesemente sbilanciata a sfavore dei paesi ricchi. Si poterbbe obiettare che un crescita percentuale minore non è di per sè un grande problema se si è più ricchi, poichè essa è compatibile con un incremento del reddito comunque maggiore che nel resto del mondo. E' quindi utile andare a vedere quanto ciascun gruppo di paesi contribuisca alla crescita mondiale (vedi figura 2, fonte: International Monetary Fund, Giugno 2010). In tale modo è possibile avere un'idea di quanto sia l'importanza relativa della crescita dei paesi ricchi rispetto a quella del resto del mondo.
Il contributo dei paesi ricchi alla crescita del reddito mondiale è ormai stabilmente dell'ordine del 50%, quando per altre ragioni non diventi addirittura inferiore. Questo deve tradursi necessariamente in una perdita di importanza relativa delle economie ricche poichè esse, tradizionalmente, rappresentano ben più del 50% del PIL mondiale. E' quindi lecito domandarsi quale sia il peso relativo delle economie dei paesi ricchi e quale peso esse siano destinate ad avere nei prossimi anni. Recenti dati pubblicati dalla Banca Mondiale ci permettono di fare questa analisi (vedi figura 3., fonte: World Bank, Agosto 2010).
La frazione del reddito mondiale detenuta dai paesi ricchi è rimasta sostanzialmente stabile per tutti gli anni '80 e '90 intorno al 65%. A partire dal nuovo secolo però la frazione del reddito detenuta dai paesi ricchi ha iniziato a calare in modo sistematico, con o senza stagnazione di questi. Nelle previsioni della Banca Mondiale per il 2014 i paesi ricchi dovrebbero addirittura scendere sotto il 50% del PIL mondiale, nonostante nel complesso si preveda una crescita degli stessi paesi di almeno il 2% annuo (vedi figura 2).
Questi nuovi dati ci forniscono due importanti indicazioni. In primo luogo, il declino relativo dei paesi ricchi a favore del resto del mondo pare un fenomeno difficilmente arrestabile, anche in caso di ritorno alla crescita. In secondo luogo, tale declino non sembra essere causato dalla crisi finanziaria del 2007, ma al più pare essere solo aggravato da essa.
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