[ giovedì 1 luglio 2019 ]
Rino Formica rimane un ottimo analista da tenere in considerazione.
In base alla sua recente previsione sono però necessarie tre riflessioni generali. Formica prevede infatti l’arretramento del leghismo salviniano, sarebbe il populismo conservatore trumpiano, per il Nostro, a decretare la fine della stagione populista italiana e la vittoria interna, per quanto inutile, di quello che definisce il partito “badogliano”. Formica ha ragione quando dice che “prescindere dalla situazione in continuo movimento fa sì che il dibattito avvenga sulle clausole contrattuali prefissate. Ma queste sono continuamente superate, modificate, cancellate dal processo politico in atto. Di per sé già questo sancisce il fallimento del governo giallo-verde” e contesta dunque su tali basi il “contrattualismo” gialloverde. Ma viceversa sembra ben lontano dalla realtà e dai problemi comuni quando sostiene che “chi governa il paese lo ha potato all’esasperazione, additando come cause fattori esogeni: l’immigrazione, l’incertezza sul lavoro, l’Europa, la corruzione, la mancata crescita”.
L’Ue a trazione franco-tedesca ha orbanizzato il quadro politico e sociale euroccidentale, per miopia politica e sudditanza all’ordo-liberismo eurista, che ha necessità di importare schiavitù sottosalariata puntando sull’estinzione sociale della piccola borghesia e del proletario euromeridionale. Formica, stranamente, dato il calibro del personaggio politico, non vede l’incipiente orbanizzazione della vita sociale e civile, messa in moto in Europa occidentale dal ministro piddino Minniti e non da Matteo Salvini.
Accusa Salvini di agitare fattori esogeni della crisi, mentre in realtà Salvini, seppur demagogicamente, opportunisticamente, arrivando però allo scontro reale con i franco-tedeschi sulle quote dei migranti e sulla politica europeistica della deportazione, ha smascherato agli occhi e al sentire dei proletari italiani il razzismo sociale delle élite subimperialiste franco-tedesche. Ignorare questo elemento, che sta portando a contrapposizioni intereuropee nette e alla rinascita dello Stato nazione seppur entro la politica UE, parlando di una presunta stabilità europea, significa falsificare il quadro analitico.
E questo è grave se a farlo è un ex trotzkista e un socialista come Formica. Le recenti nomine europee, peraltro, non sono una vittoria del subimperialismo francotedesco che si sta invece sgretolando a vantaggio di nuovi stati nazionali politicamente sempre più autonomizzati proprio sul nodo migratorio, ma dello stato profondo statunitense, di cui i franco-tedeschi sono quinta colonna russofoba. Chiunque prevarrà, sarà esso il partito “badogliano” evocato da Formica (Conte Tria Moavero) o i Cinque Stelle o Salvini, l’orbanizzazione del quadro politico italiano è irreversibile. La declinazione tattica di tale tendenza sarà però fondamentale e decisiva. Se Salvini si appresta a cavalcare il Sud, come dirò alla fine, ciò significa abbandono del modello orbaniano con cui ha tirato avanti la Lega nazionale sino ad oggi.
Formica si spinge a immaginare che Putin e Trump sacrifichino Salvini nella partita tattica con l’UE.
Difficilmente i russi potranno sacrificare Salvini, poiché a differenza di quanto la propaganda globale della frazione Clinton vuole far credere, i russi – a parte la nota relazione energetica strategica con i precedenti Governi Berlusconi e con ENI – non hanno mai interferito nella vita politica italiana, né penso lo vogliano fare. E’ comunque chiaro che l’unico esplicito sostegno russo nelle vicende interne europee è andato nell’ultimo anno alla frazione sociale, pacifica e democratica dei Gilet Gialli francesi. Su Trump, è assai improbabile che ceda ai desiderata di Angela Merkel, con cui attualmente è in guerra commerciale strategica.
Salvini ha annunciato un giro politico al Sud in agosto. Questo è il fronte strategico che intelligentemente il leader leghista apre, scavalcando il partito “badogliano” o del Quirinale. Una nuova Lega a trazione meridionalista, dunque nazionalpopolare, se effettivamente il progetto si radicasse significherebbe un più convinto sovranismo mediterraneo, uno spostamento interno su posizioni di “destra sociale” o “sinistra nazionale” e una linea geopolitica probabilmente antimperialista non occidentalista e non arabofoba. In quanto, se la geopolitica leghista è quella angloeuropeista che, come il PD e FI, dà voce ai golpisti venezuelani, o quella dei Georgetti, fedele trumpiano ed avversario delle Vie della Seta sul Mediterraneo, o quella di chi, come Usa, sauditi, Tel Aviv ed estrema sinistra, sostiene il francofilo antitaliano Haftar sul fronte libico: non ha molto senso allora continuare a parlare di “interesse nazionale” e sovranismo, in quanto l’unico interesse nazionale del paese è evidentemente sul Mediterraneo, nel Sud e verso Sud. Il sovranismo dunque o è il sovranismo di Roma o non è. Il giro del Sud salviniano potrebbe per questo imprimere una positiva svolta politica alla Lega nazionale.
Rino Formica rimane un ottimo analista da tenere in considerazione.
In base alla sua recente previsione sono però necessarie tre riflessioni generali. Formica prevede infatti l’arretramento del leghismo salviniano, sarebbe il populismo conservatore trumpiano, per il Nostro, a decretare la fine della stagione populista italiana e la vittoria interna, per quanto inutile, di quello che definisce il partito “badogliano”. Formica ha ragione quando dice che “prescindere dalla situazione in continuo movimento fa sì che il dibattito avvenga sulle clausole contrattuali prefissate. Ma queste sono continuamente superate, modificate, cancellate dal processo politico in atto. Di per sé già questo sancisce il fallimento del governo giallo-verde” e contesta dunque su tali basi il “contrattualismo” gialloverde. Ma viceversa sembra ben lontano dalla realtà e dai problemi comuni quando sostiene che “chi governa il paese lo ha potato all’esasperazione, additando come cause fattori esogeni: l’immigrazione, l’incertezza sul lavoro, l’Europa, la corruzione, la mancata crescita”.
Orbanizzazione del quadro politico euroccidentale
L’Ue a trazione franco-tedesca ha orbanizzato il quadro politico e sociale euroccidentale, per miopia politica e sudditanza all’ordo-liberismo eurista, che ha necessità di importare schiavitù sottosalariata puntando sull’estinzione sociale della piccola borghesia e del proletario euromeridionale. Formica, stranamente, dato il calibro del personaggio politico, non vede l’incipiente orbanizzazione della vita sociale e civile, messa in moto in Europa occidentale dal ministro piddino Minniti e non da Matteo Salvini.
Accusa Salvini di agitare fattori esogeni della crisi, mentre in realtà Salvini, seppur demagogicamente, opportunisticamente, arrivando però allo scontro reale con i franco-tedeschi sulle quote dei migranti e sulla politica europeistica della deportazione, ha smascherato agli occhi e al sentire dei proletari italiani il razzismo sociale delle élite subimperialiste franco-tedesche. Ignorare questo elemento, che sta portando a contrapposizioni intereuropee nette e alla rinascita dello Stato nazione seppur entro la politica UE, parlando di una presunta stabilità europea, significa falsificare il quadro analitico.
E questo è grave se a farlo è un ex trotzkista e un socialista come Formica. Le recenti nomine europee, peraltro, non sono una vittoria del subimperialismo francotedesco che si sta invece sgretolando a vantaggio di nuovi stati nazionali politicamente sempre più autonomizzati proprio sul nodo migratorio, ma dello stato profondo statunitense, di cui i franco-tedeschi sono quinta colonna russofoba. Chiunque prevarrà, sarà esso il partito “badogliano” evocato da Formica (Conte Tria Moavero) o i Cinque Stelle o Salvini, l’orbanizzazione del quadro politico italiano è irreversibile. La declinazione tattica di tale tendenza sarà però fondamentale e decisiva. Se Salvini si appresta a cavalcare il Sud, come dirò alla fine, ciò significa abbandono del modello orbaniano con cui ha tirato avanti la Lega nazionale sino ad oggi.
La testa di Salvini?
Formica si spinge a immaginare che Putin e Trump sacrifichino Salvini nella partita tattica con l’UE.
Difficilmente i russi potranno sacrificare Salvini, poiché a differenza di quanto la propaganda globale della frazione Clinton vuole far credere, i russi – a parte la nota relazione energetica strategica con i precedenti Governi Berlusconi e con ENI – non hanno mai interferito nella vita politica italiana, né penso lo vogliano fare. E’ comunque chiaro che l’unico esplicito sostegno russo nelle vicende interne europee è andato nell’ultimo anno alla frazione sociale, pacifica e democratica dei Gilet Gialli francesi. Su Trump, è assai improbabile che ceda ai desiderata di Angela Merkel, con cui attualmente è in guerra commerciale strategica.
La vera partita
Salvini ha annunciato un giro politico al Sud in agosto. Questo è il fronte strategico che intelligentemente il leader leghista apre, scavalcando il partito “badogliano” o del Quirinale. Una nuova Lega a trazione meridionalista, dunque nazionalpopolare, se effettivamente il progetto si radicasse significherebbe un più convinto sovranismo mediterraneo, uno spostamento interno su posizioni di “destra sociale” o “sinistra nazionale” e una linea geopolitica probabilmente antimperialista non occidentalista e non arabofoba. In quanto, se la geopolitica leghista è quella angloeuropeista che, come il PD e FI, dà voce ai golpisti venezuelani, o quella dei Georgetti, fedele trumpiano ed avversario delle Vie della Seta sul Mediterraneo, o quella di chi, come Usa, sauditi, Tel Aviv ed estrema sinistra, sostiene il francofilo antitaliano Haftar sul fronte libico: non ha molto senso allora continuare a parlare di “interesse nazionale” e sovranismo, in quanto l’unico interesse nazionale del paese è evidentemente sul Mediterraneo, nel Sud e verso Sud. Il sovranismo dunque o è il sovranismo di Roma o non è. Il giro del Sud salviniano potrebbe per questo imprimere una positiva svolta politica alla Lega nazionale.
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11 commenti:
Il giro di Salvini al Sud sarà per saldare meglio i collegamenti con le mafie locali vincenti (i perdenti li arrestano, per limitare la concorrenza). Il resto è tutta propaganda per gonzi, soprattutto dati i discorsi autonomisti figli della secessione, che considerano il Sud solo zavorra da buttare, a parte i soldi mafiosi, quelli vanno sempre bene ai politicanti di turno.
Nota finale, dagli ex-comunisti al PD di Renzi, passando per il movimento alberghiero extralusso e ora ai leghisti padani travestiti da sovranisti, il padulo arriverà sempre al popolo lavoratore. Che se lo merita pure, dopo più di vent'anni di come vanno le cose si continua ancora a credere alla befana elettorale (in effetti sempre meno, però).
Appena dopo i risultati elettorali un buontempone su questo sito scrisse una roba tipo l'intelligenza degli operai "comunisti" ('ndò stanno?) per il voto al M5S. Stiamo ancora ridendo per quella barzelletta, al top della comicità politica.
Adesso siamo ai benefici giri al Sud di altri imbonitori chiacchieroni, segniamo anche questa per i posteri.
Saluti,
Carlo.
Formica vaneggia. L'eurodittatura è in crisi profonda, la hard Brexit avanza e senza il tradimento dei 5 stelle il crollo elettorale dei partiti di regime e l'avanzata sovranista avrebbero impedito anche di eleggere un presidente. Il trionfo permanente e duraturo di Bruxelles è un vero e proprio vaneggiamento. D'altro canto coerente colla linea editoriale del Sussidiario, continuamente alla ricerca di titoli a effetto, ipotesi complottiste e prognosi radicali.
E' vero, ha ragione articolista assurdo che a sinistra anche tanti che sembravano antiamericani sostengono haftar un uomo di Usa e Cia
https://www.ilsole24ore.com/art/libia-chi-e-khalifa-haftar-generale--amico-cia-che-piace-trump--AByROwsB?refresh_ce=1
https://www.ilsole24ore.com/art/libia-chi-e-khalifa-haftar-generale--amico-cia-che-piace-trump--AByROwsB?refresh_ce=1
http://www.italiaisraeletoday.it/gli-accordi-di-khalifa-haftar-col-mossad/
l'iran, sul fronte libicom è contro haftar. La sinistra italiana pro
https://it.insideover.com/politica/libia-haftar-accusa-iran-sarraj.html
Chiedo gentilmente alla redazione se fate un articolo sulla crisi libica, oltre a quelli di mesi fa, la situazione è complessa e difficile, vorrei capire meglio, per l'Italia è fondamentale
1) Putin sembrava sostenere Haftar invece si è avvicinato al governo di unità nazionale tripolino
2) Usa Israele e casa saud sostengono da sempre Haftar (sia Obama sia Trump)
3) Francia e Germania pure
4) Al sissi che sembrava filosiriano perche sostiene Haftar?
5) perchè gli iraniani sono intervenuti a fianco di al sarraj?
Grazie
Matteo tr
Per anonimo 2.53
Che linea editoriale segue Il Sussidiario???
sulla Libia non so nulla e non ci capisce nulla
Putin che posizione ha? Non si capisce
la sinistra radicale non ha capito niente della Libia, confermo purtroppo.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/07/24/russiagate-trump-salvini/42975/
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