[ venerdì 9 agosto 2019 ]
In altri tempi si sarebbe chiamata "crisi balneare". Invece la cosa è molto più seria.
Siamo ad una nuova puntata di una crisi che è sistemica ("organica" avrebbe detto Gramsci): economica, sociale, politica e istituzionale. Che il governo fosse "in coma", per la precisione un governo-zombi, lo avevamo scritto un mese fa, come avevamo detto che approfittando del marasma tra i due litiganti il terzo (leggi: la Quinta colonna mattarelliana Conte-Tria) fosse quello che godeva. Prima il Def, poi l'accordo con Bruxelles per evitare la cosiddetta "procedura d'infrazione", quindi il passaggio dei 5 stelle nel campo eurista col voto alla Von Der Leyen. Morale: il governo giallo-verde era stato addomesticato dai poteri forti.
Tuttavia questi stessi poteri oggi tirano un sospiro di sollievo. Per quanto siano riusciti a tagliare le unghie ai "populisti", per quante siano le incognite future e deboli le loro protesi politiche (Pd anzitutto), la morte del governo è per essi una sostanziale vittoria; fa premio alla loro campagna di opposizione e denigrazione sistematica dei "populisti" come inaffidabili, incapaci a governare il Paese. Tanto più essi gongolano per il modo farsesco con cui questo governo "del cambiamento" si è autoaffondato. Faranno quindi salti di gioia anche a Bruxelles, Berlino e Parigi: muore il primo governo che nell'Unione europea non era sorto sotto i loro auspici.
Il "capitano" Matteo Salvini chiede che la parola passi ai cittadini, convinto che presto ci saranno elezioni anticipate che lo incoroneranno nuovo Duce.* Non sappiamo se egli c'è o ci fa. Con il suo atto di forza, infatti, egli passa la palla al Quirinale, a Mattarella, che esperirà ogni possibile tentativo per evitare che si torni alle urne in autunno. Egli tenterà di far nascere un governo "di transizione" o "ponte" che approvi la legge di bilancio — "ce lo chiede l'Europa" — per promettere di votare in primavera. Ma la primavera è lontana e il governo "ponte", fatta la legge di bilancio, potrebbe dare il tempo che serve ai poteri forti per compattarsi e calare il loro asso nella manica. Un asso che potrebbe avere un nome e un cognome: Mario Draghi — se non lui qualcuno di pari spessore. Solo dopo semmai si andrebbe alle urne. Come andrà a finire lo scontro tra l'esercito eurista con capo Draghi e la paccottiglia guidata da Salvini? Sono aperte le scommesse. La crisi sistemica è come un Moloch implacabile che divora chi sale alla ribalta. E' toccato a Grillo, a Renzi, a Di Maio. Salvini ha appeso il suo destino al filo di elezioni immediate. Ha in mano un assegno che potrebbe andare protestato ove non gli fosse permesso di portarlo subito all'incasso.
Il nostro, nel suo delirio di onnipotenza, immagina di essere Napoleone, ma non ne ha né la stoffa né la visione strategica. Ha scelto di staccare la spina ad agosto, scoprirà che ha fatto un clamoroso errore politico. Lo abbiamo detto: per votare a settembre avrebbe dovuto staccare la spina a giugno, massimo a luglio. Quello era il momento giusto anche perché avrebbe potuto giustificare la rottura con motivazioni potenti: il rifiuto di sottostare ai diktat eurocratici, facendo dunque appello al sempre più diffuso sentimento patriottico che monta nel Paese. Non lo ha fatto, anche perché, ammesso che la mossa gli sia balenata in testa, non glielo avrebbe permesso la Lega nordista ed eurista che, per nome e per conto della borghesia padana, se non lo tiene in pugno, condiziona ogni suo passo.
In questo contesto che fine fa la manifestazione del 12 ottobre?
Essa diventa ancora più necessaria. Comunque vada a finire non c'è nulla di buono all'orizzonte per i cittadini. I poteri forti, l'Unione europea, approfitteranno del disastro del governo giallo-verde per imporci nuovamente il cammino dell'austerità, tanto più mentre è in arrivo una recessione internazionale con il rischio fortissimo di una devastante bolla finanziaria. Non ci sono alternative alla mobilitazione dal basso, alla protesta popolare ferma e consapevole, per aiutare il nostro Paese a riconquistare la sua sovranità nazionale.
* Nel discorso di Pescara che ha aperto de facto la crisi di governo, Salvini le ha sparate grosse mostrando a quale livello sia giunto il suo delirio di onnipotenza. Ha chiesto di vincere per "avere pieni poteri". Ha detto che "l'Italia ha bisogno di regole, ordine e disciplina". Quindi ha ringraziato "Dio per non essere nato comunista. O magari di esserlo nato e di aver avuto modo di cambiare"; Quindi giù con l'invocazione della vergine Madonna...
In altri tempi si sarebbe chiamata "crisi balneare". Invece la cosa è molto più seria.
Siamo ad una nuova puntata di una crisi che è sistemica ("organica" avrebbe detto Gramsci): economica, sociale, politica e istituzionale. Che il governo fosse "in coma", per la precisione un governo-zombi, lo avevamo scritto un mese fa, come avevamo detto che approfittando del marasma tra i due litiganti il terzo (leggi: la Quinta colonna mattarelliana Conte-Tria) fosse quello che godeva. Prima il Def, poi l'accordo con Bruxelles per evitare la cosiddetta "procedura d'infrazione", quindi il passaggio dei 5 stelle nel campo eurista col voto alla Von Der Leyen. Morale: il governo giallo-verde era stato addomesticato dai poteri forti.
Tuttavia questi stessi poteri oggi tirano un sospiro di sollievo. Per quanto siano riusciti a tagliare le unghie ai "populisti", per quante siano le incognite future e deboli le loro protesi politiche (Pd anzitutto), la morte del governo è per essi una sostanziale vittoria; fa premio alla loro campagna di opposizione e denigrazione sistematica dei "populisti" come inaffidabili, incapaci a governare il Paese. Tanto più essi gongolano per il modo farsesco con cui questo governo "del cambiamento" si è autoaffondato. Faranno quindi salti di gioia anche a Bruxelles, Berlino e Parigi: muore il primo governo che nell'Unione europea non era sorto sotto i loro auspici.
Il "capitano" Matteo Salvini chiede che la parola passi ai cittadini, convinto che presto ci saranno elezioni anticipate che lo incoroneranno nuovo Duce.* Non sappiamo se egli c'è o ci fa. Con il suo atto di forza, infatti, egli passa la palla al Quirinale, a Mattarella, che esperirà ogni possibile tentativo per evitare che si torni alle urne in autunno. Egli tenterà di far nascere un governo "di transizione" o "ponte" che approvi la legge di bilancio — "ce lo chiede l'Europa" — per promettere di votare in primavera. Ma la primavera è lontana e il governo "ponte", fatta la legge di bilancio, potrebbe dare il tempo che serve ai poteri forti per compattarsi e calare il loro asso nella manica. Un asso che potrebbe avere un nome e un cognome: Mario Draghi — se non lui qualcuno di pari spessore. Solo dopo semmai si andrebbe alle urne. Come andrà a finire lo scontro tra l'esercito eurista con capo Draghi e la paccottiglia guidata da Salvini? Sono aperte le scommesse. La crisi sistemica è come un Moloch implacabile che divora chi sale alla ribalta. E' toccato a Grillo, a Renzi, a Di Maio. Salvini ha appeso il suo destino al filo di elezioni immediate. Ha in mano un assegno che potrebbe andare protestato ove non gli fosse permesso di portarlo subito all'incasso.
Il nostro, nel suo delirio di onnipotenza, immagina di essere Napoleone, ma non ne ha né la stoffa né la visione strategica. Ha scelto di staccare la spina ad agosto, scoprirà che ha fatto un clamoroso errore politico. Lo abbiamo detto: per votare a settembre avrebbe dovuto staccare la spina a giugno, massimo a luglio. Quello era il momento giusto anche perché avrebbe potuto giustificare la rottura con motivazioni potenti: il rifiuto di sottostare ai diktat eurocratici, facendo dunque appello al sempre più diffuso sentimento patriottico che monta nel Paese. Non lo ha fatto, anche perché, ammesso che la mossa gli sia balenata in testa, non glielo avrebbe permesso la Lega nordista ed eurista che, per nome e per conto della borghesia padana, se non lo tiene in pugno, condiziona ogni suo passo.
In questo contesto che fine fa la manifestazione del 12 ottobre?
Essa diventa ancora più necessaria. Comunque vada a finire non c'è nulla di buono all'orizzonte per i cittadini. I poteri forti, l'Unione europea, approfitteranno del disastro del governo giallo-verde per imporci nuovamente il cammino dell'austerità, tanto più mentre è in arrivo una recessione internazionale con il rischio fortissimo di una devastante bolla finanziaria. Non ci sono alternative alla mobilitazione dal basso, alla protesta popolare ferma e consapevole, per aiutare il nostro Paese a riconquistare la sua sovranità nazionale.
* Nel discorso di Pescara che ha aperto de facto la crisi di governo, Salvini le ha sparate grosse mostrando a quale livello sia giunto il suo delirio di onnipotenza. Ha chiesto di vincere per "avere pieni poteri". Ha detto che "l'Italia ha bisogno di regole, ordine e disciplina". Quindi ha ringraziato "Dio per non essere nato comunista. O magari di esserlo nato e di aver avuto modo di cambiare"; Quindi giù con l'invocazione della vergine Madonna...
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11 commenti:
In tutta questa esperienza politica , una cosa non l'ho capita e vorrei cheederla a Di Maio
Perche' hanno fatto una campagna elettorale europea tutta rivolta ad attaccare Salvini .
Io penso che sia stato questo l'inizio del declino . Eppure io avevo votato 5 stelle ma non li ho mai capiti , siccome ho votato per loro ho il diritto di sapere ! Avranno avuto pure i loro motivi ma li vorrei conoscere
Questo mostra che Sollevazione e la sinistra populista hanno sbagliato a nutrire speranze sui 5 stelle, ora Salvini, che è il nuovo Duce nè il nuovo Napoleone ma il nuovo Berlusconi o il nuovo Andreotti, può avere buon gioco a legittimarsi come un'unica antagonista dell'UE
Quindi il partito di Mattarella non vorrebbe le elezioni? e per fare cosa? per intestarsi una prossima manovra lacrime e sangue secondo i diktat europei, con la Lega che dall'opposizione gli spara contro a palle incatenate?
Cos'é un modo per portare l'antieuropeismo alle stelle, e magari sufficiente a convincere Salvini a uscire dall'euro?
Non sono cosí scemi, Salvini deve governare subito e deve fallire il prima possibile, l'onda sovranista del 4 marzo adesso é in mano sua, ed il suo fallimento é l'unico modo per disattivarla.
Chi nasce quadro non muore tondo diceva mia nonna e mi sono fatto la convinzione che certi detti o proverbi che sia , sono piu' veritieri di tante verita' presunte .
La lega si e' data una verniciata superficiale cambiando il logo "lega nord" con "lega per salvini" dandosi cosi' una impronta nazionale , ma la sostanza non e' cambiata per nulla , altrimenti mi si dovrebbe spiegare perche' ha portato nel contratto questa "autonomia differenziata" camuffamento del suo solito vecchio istinto secessionista o separatista .
Grave averlo accettato da parte dei 5 stelle , avrebbero dovuto troncare subito la trattativa .
Si dira' , ma ci sono stati dei referendum in Lombardia e Veneto , e chi se ne frega , andassero a trovarsi altri alleati che su queste richieste fossero piu' in sintonia .
Sono convinto che ai lombardi non interessa poi tanto di questa autonomia , diverso discorso per il Veneto dove le spinte separatiste stanno nel proprio dna nostalgico della vecchia Rep. Serenissima .
Le pressioni dei pres. di queste due regioni , sono state decisive a mio parere nelle decisioni prese da Salvini negli ultimi giorni , oltre ad altre naturalmente , anche extra nazionali a mio parere . Non basta indossare magliette che riportano luoghi di paesi e citta' dove ci si reca a fare comizi per accattivarsi la gente del luogo , forse Salvini pensa che il Sud abbia ancora bisogno di salvatori della Patria o di uomini forti ( a parole) sperando in gente facilmente abbindolabile e bisognosa , insomma la solita politica clientelare dei secoli passati , spero che il mio caro Sud capisca che non e' piu' il tempo dei chiacchieroni di turno e sappia distinguere finalmente il grano dal loglio .
Però dire qualche parola anche sull'appoggio di Bannon non sarebbe stato male. Costui ha rilasciato un intervista giusto poco prima che il capitan dei capitani aprisse la crisi, tu guarda a volte le coincidenze eh.
Per non dire che Salvini fa avvenire la rottura su tematiche pienamente liberiste ed autonomiste come è sempre stato nelle sue corde. A questo sono dovuti gli strepiti anticomunisti (che voi segnalate nella nota) come da bolso copione di sit-com berlusconoide (mancano solo le finte risate in sottofondo).
Salvini e la Lega sono stati molto furbi nel loro agire. Sono andati al governo insieme con i 5stelle per fare propaganda e realizzare alcuni loro cavalli di battaglia (provvedimenti sulla sicurezza e sull'immigrazione) ben sapendo che non sarebbero riusciti a raggiungere subito il loro VERO obiettivo: l'autonomia differenziata. Grazie a questa loro politica (...e all'incapacita'/complicita' del Movimento) hanno visto crescere in misura esponenziale il loro consenso. Adesso che all'orizzonte si intravede una manovra di bilancio (ovviamente dettata dall'esterno) "lacrime e sangue" hanno fatto cadere il governo per non farsi intestare le responsabilita' dell' "affondamento della nave".
Resta da capire cosa succedera' per quanto riguarda le elezioni. Se si terranno in autunno Salvini probabilmente le vincera' senza pero' poter governare da solo (e quindi si alleera' con i berlusconses e la Meloni) se le elezioni si terranno in primavera (quindi DOPO la manovra "lacrime e sangue") Salvini potrebbe addirittura riusvire a ottenere un risultato tale da permettergli di governare da solo. In un caso e nell'altro lui e la Lega potranno realizzare l'autonomia differenziata indisturbati e se poi il nuovo governo dovesse cadere non ne faranno una tragedia visto che cio' che volevano lo avranno ottenuto. Tenete presente che se Salvini fosse stato sinceramente antieuropeista avrebbe causato la crisi di governo al momento della prossima legge di bilancio, nel prossimo autunno e non adesso, in estate. (Anch'io, da meridionale mi auguro che i miei conterranei non si lascino abbindolare da un personaggio simile...)
Francesco F.
Manduria (TA)
Esiste un'ipotesi - dico ipotesi - più generosa verso Salvini per spiegare questa crisi balneare.
Il Nostro sa che bisogna fare la maxifinanziaria e che (come avete più volte ripetuto) o si sfida l'eurodittatura o si fa pagare la crisi ai lavoratori italiani. Si è reso conto che con Tria all'economia, Conte presidente e i pentastellati che dopo aver salvato la Der Leyen ogni giorno chiedevano garanzie sulle coperture, si sarebbe finiti nella seconda ipotesi. E ha staccato la spina per avere le mani libere.
Come ho già detto le vere intenzioni di Salvini le vedremo (o cominceremo a vederle) quando avrà formato un suo governo, non prima.
Al commento precedente aggiungo:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/08/10/crisi-di-governo-salvini-sfida-pure-bruxelles-faremo-la-flat-tax-anche-se-lue-non-vuole-la-lega-prepara-la-sua-manovra-in-deficit/5380455/
Ancora una cosa: voi pensate alla rottura con la UE come a una seconda Resistenza e tale, effettivamente, sarà, ma per come ebbe luogo nella realtà storica e non per come l'ha reinventata l'iconografia repubblicana di regime.
Esattamente come avvenne nella seconda guerra mondiale la rottura con l'eurogermania si può realizzare solo aggregandosi più strettamente all'impero mondiale a stelle e strisce. Proprio come pensa di fare l'Inghilterra di Boris Johnson, e come intende fare Salvini col suo appiattimento rispetto a tutte le invadenze dell'imperialismo a stelle e strisce, dal Venezuela in poi. Il massimo che può fare una media potenza, ed è già tanto, è scegliersi il padrone.
Siccome padroni socialisti all'orizzonte non se ne vedono, l'unica Italexit verosimile è quella da destra, e anche questa solo grazie alla presidenza Trump (senza la quale non vi sarebbe nemmeno la Brexit).
Paradossalmente (rispetto alla vostra concezione integrata del mondo) proprio la politica di apertura pentastellata verso la Cina e le contestazioni antiamericane hanno preluso alla svolta filoeurista dei 5 stelle.
Date un'occhiata a questo articolo: https://it.insideover.com/politica/quello-scontro-tra-superpotenze-dietro-la-crisi-di-governo.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect
Condivido totalmente anonimo 19.40, hai perfettamente ragione, uscire dall’eurogermania si può solo così, Pechino ci porterebbe più euro e più Germania.
Esatto. Per combattere questa UE occorre allearsi col più forte: gli USA.
https://il99per100.blogspot.com/2019/04/italia-che-fare-strategia-e-tattica.html?m=1
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