[ 22 novembre 2018 ]
SPIFFERI DAL PALAZZO
Mentre la Commissione europea — tanto per ricordare chi è davvero sovrano —, ha scagliato il suo fendente nella speranza di ottenere la capitolazione del governo o di spaccarlo, a Roma si litiga sul... peculato.
Cos'è successo? Che martedì sera, una fronda di parlamentari della Lega ha mandato sotto il governo sull'emendamento ribattezzato come "salva-corrotti". Baruffe che in verità nascondono la divergenza vera: disobbedire o ubbidire al Diktat della Commissione europea?
Intanto i gazzettieri di regime gongolano e parlano di crisi della maggioranza e sognano un ... "governo dei responsabili".
IL MESSAGGERO (giovedì 22 novembre)
«E la testuggine, evocata nei giorni scorsi proprio da Di Maio, si mette in posizione di guerra contro il Carroccio. Matteo Salvini si affanna agitato per il Transatlantico, riunisce i suoi in una saletta, pri- ma di pranzo si vede anche con Di Maio. «Matteo» fa capire a «Luigi» che non c’entra «sul serio» in questa faccenda. E così le ombre e i sospetti scivolano addosso ancora volta a Giancarlo Giorgetti, «il frenatore», quello che «rema contro», «l’uomo dei poteri forti».
HUFFINGTON POST (giovedì 22 novembre)
Quando si parla di trame, giochi d'aula, manovre sottotraccia i sospetti si addensano sempre su Giancarlo Giorgetti, il terminale dell'insofferenza del partito del Nord su questo governo gialloverde. Quotidianamente riceve decine di telefonate in cui si sente ripetere che così non si va avanti. E, in fondo, non la pensa tanto diversamente. Tutti quelli che parlano con lui, e non sono pochi né a palazzo Grazioli né dalle parti della Meloni gli attribuiscono una frase diventata un cult: "Dopo la manovra può succedere di tutto".
CORRIERE DELLA SERA (giovedì 22 novembre)
Due visioni contrapposte, dentro un esecutivo dove ormai i ministri sembrano posizionarsi in vista di nuovi equilibri. E se Tria — come raccontano fonti accreditate — sfruttando il buon rapporto stretto con Salvini pensa di avere un ruolo importante anche in futuro, Savona appare disilluso. Ieri in un convegno, prima ha citato «il maestro Cossiga» per dire che «l’economia è un grande imbroglio politico», poi ha puntato l’indice contro i «sovranismi» che «quasi certamente» danneggeranno lo sviluppo globale. Una visione argomentata e tranciante, che fa il paio con il giudizio espresso riservatamente sul governo a margine dell’ultimo Consiglio dei ministri: «Non si può più andare avanti così, non ha senso. E la manovra com’è non va più bene: è da riscrivere». L’affermazione di Savona parte da un convincimento, è la previsione di come andrà a finire l'estremo tentativo di mediazione di Conte con Juncker. E in politica come nello sport squadra (e tattica) che perde si cambia.
IL SOLE 24 ORE (giovedì 22 novembre)
SPIFFERI DAL PALAZZO
Mentre la Commissione europea — tanto per ricordare chi è davvero sovrano —, ha scagliato il suo fendente nella speranza di ottenere la capitolazione del governo o di spaccarlo, a Roma si litiga sul... peculato.
Cos'è successo? Che martedì sera, una fronda di parlamentari della Lega ha mandato sotto il governo sull'emendamento ribattezzato come "salva-corrotti". Baruffe che in verità nascondono la divergenza vera: disobbedire o ubbidire al Diktat della Commissione europea?
Intanto i gazzettieri di regime gongolano e parlano di crisi della maggioranza e sognano un ... "governo dei responsabili".
IL MESSAGGERO (giovedì 22 novembre)
«E la testuggine, evocata nei giorni scorsi proprio da Di Maio, si mette in posizione di guerra contro il Carroccio. Matteo Salvini si affanna agitato per il Transatlantico, riunisce i suoi in una saletta, pri- ma di pranzo si vede anche con Di Maio. «Matteo» fa capire a «Luigi» che non c’entra «sul serio» in questa faccenda. E così le ombre e i sospetti scivolano addosso ancora volta a Giancarlo Giorgetti, «il frenatore», quello che «rema contro», «l’uomo dei poteri forti».
HUFFINGTON POST (giovedì 22 novembre)
Quando si parla di trame, giochi d'aula, manovre sottotraccia i sospetti si addensano sempre su Giancarlo Giorgetti, il terminale dell'insofferenza del partito del Nord su questo governo gialloverde. Quotidianamente riceve decine di telefonate in cui si sente ripetere che così non si va avanti. E, in fondo, non la pensa tanto diversamente. Tutti quelli che parlano con lui, e non sono pochi né a palazzo Grazioli né dalle parti della Meloni gli attribuiscono una frase diventata un cult: "Dopo la manovra può succedere di tutto".
CORRIERE DELLA SERA (giovedì 22 novembre)
Due visioni contrapposte, dentro un esecutivo dove ormai i ministri sembrano posizionarsi in vista di nuovi equilibri. E se Tria — come raccontano fonti accreditate — sfruttando il buon rapporto stretto con Salvini pensa di avere un ruolo importante anche in futuro, Savona appare disilluso. Ieri in un convegno, prima ha citato «il maestro Cossiga» per dire che «l’economia è un grande imbroglio politico», poi ha puntato l’indice contro i «sovranismi» che «quasi certamente» danneggeranno lo sviluppo globale. Una visione argomentata e tranciante, che fa il paio con il giudizio espresso riservatamente sul governo a margine dell’ultimo Consiglio dei ministri: «Non si può più andare avanti così, non ha senso. E la manovra com’è non va più bene: è da riscrivere». L’affermazione di Savona parte da un convincimento, è la previsione di come andrà a finire l'estremo tentativo di mediazione di Conte con Juncker. E in politica come nello sport squadra (e tattica) che perde si cambia.
IL SOLE 24 ORE (giovedì 22 novembre)
E qualcuno comincia a pensare a qualche ritocco in corsa sulla manovra per ammorbidire una procedura ormai scontata. Dicono per esempio che Matteo Salvini – spinto da Giancarlo Giorgetti – stia ragionando su qualche passo indietro sulle pensioni. E al Ministero dell’Economia ricordano come il ministro dell’Interno - nella stesura iniziale del bilancio - fosse molto più accomodante su un deficit all’1,9% mentre Di Maio s’impuntò sul 2,4. Insomma, il clima di questi giorni racconta di una Lega più moderata e sembra che anche per questa ragione Salvini si sarebbe avvicinato a Tajani e Berlusconi. Non è un caso che proprio dalle parti del Cavaliere siano state fatte circolare ad arte alcune notizie su un incontro al Quirinale tra l'ex premier e Mattarella in cui, secondo fonti azzurre, si sarebbe parlato di scenari di crisi e della disponibilità a proseguire la legislatura ma con una maggioranza di centro-destra.
LIBERO (giovedì 22 novembre)
La gravità della situazione dopo l'ultima bocciatura della Commissione europea alla manovra è tale che Sergio Mattarella ha smesso di lanciare i più formali moniti presidenziali, per passare a un vero e proprio pressing a tutto campo sul governo. L'obiettivo del Colle è convincere il triumvirato dell'esecutivo, Conte-Di Maio-Salvini, che non c'è altra soluzione con Bruxelles se non quella di trattare, senza perdere davvero la pazienza, limando e smussando ogni tipo di angolo molesto per il raggiungimento di un accordo.
La gravità della situazione dopo l'ultima bocciatura della Commissione europea alla manovra è tale che Sergio Mattarella ha smesso di lanciare i più formali moniti presidenziali, per passare a un vero e proprio pressing a tutto campo sul governo. L'obiettivo del Colle è convincere il triumvirato dell'esecutivo, Conte-Di Maio-Salvini, che non c'è altra soluzione con Bruxelles se non quella di trattare, senza perdere davvero la pazienza, limando e smussando ogni tipo di angolo molesto per il raggiungimento di un accordo.
1 commento:
Tutti e 3 carta da pesce.
Standoli a sentire il governo sarebbe dovuto cadere 6 mesi fa.
Posta un commento