[ 27 novembre 2018 ]
Matteo Renzi sarà pure l'uomo più odiato dagli italiani, ma com'è noto ha la battuta pronta.
Allo spaccone non è parso il vero l'annuncio del governo giallo-verde di essere disposto a trovare (sui "numerini") un accordo con la Commissione europea. Cogliendo la palla al balzo, con la sua famigerata postura strafottente, ha dichiarato che dalla "manovra del popolo sono passati alla ritirata del popolo".
E' stato, quello di Renzi, un modo per cantare vittoria, per dire che aveva ragione lui a dire che "i populisti" alla fine cadranno in ginocchio.
Dietro a lui, a stropicciarsi le mani dalla gioia, tutto il "partito dello spread", lo stormo di gufi i quali, da destra all'estrema sinistra, tremavano all'idea che "i populisti", smentendo le loro profezie d'accatto, potessero tenere testa a Bruxelles con quindi conseguente crescita del consenso popolare .
Ma la festa è durata lo spazio di una sera.
E' bastato infatti che il governo confermasse le principali misure sociali che si sono impegnati a realizzare, concedendo semmai uno slittamento di tre mesi per la loro entrata in vigore, che è giunta la risposta di Dombrovskis e Moscovici: "La correzione sui conti dev'essere consistente, la procedura d'infrazione resta" — leggi: di Quota cento e Reddito di cittadinanza non se ne parla nemmeno.
Morale della favola: "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".
Assisteremo ancora, nelle prossime due settimane, ad annunci e controannunci, a stop and go, ma son pronto a scommettere che, alla fine, l'accordo con gli eurocrati non ci sarà e, ove si trovasse, non sarà frutto di una capitolazione del "governo dei populisti", che semmai sarà la Commissione a fare sostanziali concessioni.
Scommettiamo?
Matteo Renzi sarà pure l'uomo più odiato dagli italiani, ma com'è noto ha la battuta pronta.
Allo spaccone non è parso il vero l'annuncio del governo giallo-verde di essere disposto a trovare (sui "numerini") un accordo con la Commissione europea. Cogliendo la palla al balzo, con la sua famigerata postura strafottente, ha dichiarato che dalla "manovra del popolo sono passati alla ritirata del popolo".
E' stato, quello di Renzi, un modo per cantare vittoria, per dire che aveva ragione lui a dire che "i populisti" alla fine cadranno in ginocchio.
Dietro a lui, a stropicciarsi le mani dalla gioia, tutto il "partito dello spread", lo stormo di gufi i quali, da destra all'estrema sinistra, tremavano all'idea che "i populisti", smentendo le loro profezie d'accatto, potessero tenere testa a Bruxelles con quindi conseguente crescita del consenso popolare .
Ma la festa è durata lo spazio di una sera.
E' bastato infatti che il governo confermasse le principali misure sociali che si sono impegnati a realizzare, concedendo semmai uno slittamento di tre mesi per la loro entrata in vigore, che è giunta la risposta di Dombrovskis e Moscovici: "La correzione sui conti dev'essere consistente, la procedura d'infrazione resta" — leggi: di Quota cento e Reddito di cittadinanza non se ne parla nemmeno.
Morale della favola: "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".
Assisteremo ancora, nelle prossime due settimane, ad annunci e controannunci, a stop and go, ma son pronto a scommettere che, alla fine, l'accordo con gli eurocrati non ci sarà e, ove si trovasse, non sarà frutto di una capitolazione del "governo dei populisti", che semmai sarà la Commissione a fare sostanziali concessioni.
Scommettiamo?
7 commenti:
Un po' più di serietà no? Stiamo qui a scommettere come con un gratta e vinci qualsiasi?
Farei pacatamente notare a Sandokan che quando si entra in questa logica, stiamo al tifo puro e semplice.
Mi sembrava ancora che P101 avesse un atteggiamento più da osservatori che da tifosi.
La questione a me dopo tanti anni e tante Grecie, sembra evidente: la UE non può trattare, nel momento in cui ha bocciato formalmente la manovra, ci sono solo due alternative, o il governo si cala le braghe come ha già iniziato a fare, o il muro contro muro e quindi la Troika o l'uscita dalla UE.
La mancanza di disponibilità a trattare da parte della commissione non deriva dal sentirsi forte, ma al contrario è sintomo di debolezza, se arretra, cade, in quanto, non avendo un potere effettivo, può solo nascondersi dietro il rispetto di regole alle quali essi sostengono di essere vincolati, e quindi che non potrebbero aggiustare in corso d'opera. Se davvero fosse possibile trovare degli aggiustamenti, allora si smentirebbe il vincolo rigido delle regole e quindi verrebbe alla luce la discrezionalità pressochè assoluta delle decisioni, e questa è l'unica cosa che la commissione proprio non può fare.
Se come sostiene Sandokan, alla fine il governo non cederà, anzi, usando le parole corrette, non capitolerà, allora la tattica usata si rivelerebbe del tutto errata. Prima dici per mesi che dal 2,4% non ti schiodi, poi dici che i decimali non contano e fai trapelare un ritardo nell'applicazione, cioè ritardi la tua azione sull'economia, come fare finta che il governo non sia ancora insediato, e secondo Sandokan, colpo di scena, ritorni alla rigidità. Magari lo faranno davvero, ma con questi ondeggiamenti avrebbero provocato danni alla saldezza del fronte popolare che avevano costituito, avrebbero inutilmente minato la coerenza logica delle loro politiche, inutilmente perchè non si vede cosa avrebbero guadagnato nel concedere disponibilità.
In ogni caso, io trovo assurdo che questi continuino a difendere la manovra non nel suo complesso come un mezzo adeguato a far ripartire la crescita, ma solo perchè devono mantenere il patto con gli elettori. Dire questo, significa sostenere che il solo rispetto delle promesse sarebbe motivo sufficiente a attuarle, perfino nel caso che dovessero constatare che non sono utili. Questa cosa è insostenibile, la manovra va difesa nel suo complesso, si suppone che abbia un suo equilibrio complessivo, non che comunque le promesse vadano attuate qualunque fossero le conseguenze sul risultato economico complessivo.
Io temo, anche se fino all'ultimo l'ho sperato, ma oggi davvero non lo si può più sperare se le azioni governative conservano uno straccio di logica comprensibile, che questi non abbiano idea alcuna di cosa stiano facendo e della logica UE, o alternativamente che forse da Draghi e Mattarella che costituiscono ormai un fronte comune e compatto (il PdR delle banche finora c'era mancato), sia venuto un esplicito no, il PdR non apporrebbe la sua firma senza assenso della commissione.
In entrambe le ipotesi, l'esperimento giallo-verde sarebbe alla fine, tanto più dopo che i 5S dovessero votare a favore del global compact che così passerebbe, un'indegna fine per una fase politica che aveva fatto sperare.
Amico Cucinotta,
un po' di ironia no eh?
Non si è capito che la mia "scommessa" è allegorica?*
Che poi la "tattica" usata dal governo nel "Negoziare" con la Commissione non sia efficace, che sia addirittura dannosa perché semina scompiglio e spiazzamento nello stesso blocco sociale dei due populismi, posso convenire. Mettiamola così: il braccio di ferro si riduce al gioco del cerino: chi risulterà come il colpevole della eventuale rottura? Chi risulterà il "cattivo" e chi il "buono"?
Detto questo, ciò che scrivo non impegna P101, che se non sbaglio ha già ripetuto in tutte le salse che la manovra vale perché è una prima inversione di marcia ma è del tutto insufficiente rispetto a quel che ci vorrebbe. E quel che ci vorrebbe passa per la riconquista piena della sovranità, politica e monetaria.
Fatta questa precisazione le chiacchiere stanno a zero: malgrado gli enormi limiti questo governo merita di essere difeso dagli attacchi della Ue e del partito dello spread.
* ALLEGORIA: Figura retorica per mezzo della quale l'autore esprime e il lettore ravvisa un significato riposto, diverso da quello letterale.
Ho la passione politica sotto le scarpe.
In questa fase ogni parola in più da scrivere o leggere aumenta in me l'effetto pollaio, di "stupide galline che si azzuffano per niente".
Fatico anche a intervenire quando sull'autobus ascolto passeggeri e conducenti che bestemmiano contro i nigeriani aggressivi e senza biglietto invocando Hitler o Salvini.
Dalla politica alla polizia.
Mentre a Bruxelles si tratta, da avvocaticchi, di decimali.francesco
P.s. compro un gratta e perdi anche io: spolpato il M5s torneranno renzi, berlusconi, la russa, meloni, maroni e...salvini, of course.
Mi limito a questa considerazione .Che il Governo non abbia la statura e le competenze strategiche necessarie all'altezza del momento politico non è in discussione. Tuttavia la modestia del governo "populista" è intrinseca e coessenziale alla privazione che i ceti medi e subalterni hanno subito nel corso di 30 anni in relazione alla disponibilità di una classe dirigente ed intellettuale che rappresentasse il mondo dal punto di vista del proprio interesse di classe. Qualcuno ha detto: i "professori" se ne sono andati e la classe si è arrangiata con i propri mezzi. Detto questo, per la prima volta assistiamo ad un Governo che si propone politiche espansive e cerca di affermarle contro formidabili poteri interni ed esterni. Il processo in corso non è accidentale ma è intrinseco alla realtà sociale. La politica è passione. Cucinotta - sempre apprezzabile - non dovrebbe ricondurre il processo politico solo alla logica fredda dell'esperto, qualificando le passioni tumultuose della storia al "gratta e vinci". Che altro è il tifo se non l'adesione dell'anima?
A parte la pretesa di essere l'unico a conoscere il significato del termine allegoria, non è che poi tu stia a spiegare quale esattamente sarebbe l'allegoria, cioè cosa si nasconderebbe sotto la figura allegorica della scommessa.
Ma lasciamo perdere, come lasciamo perdere di precisare con quali forze noi saremmo in grado di difendere l'attuale governo.
Non posso lasciar perdere invece questo equivoco sul funzionamento della UE.
Non v'è alcun gioco del cerino, la commissione fa di tutto per chiarire che essi non intendono trattare per il semplicissimo motivo che essi traggono la propria legittimazione proprio dal rifiuto di mitigare le proprie pretese, perchè la narrazione che vogliono mandare è che essi si limitano a interpretare delle regole sacre, e quindi non possono trattare senza violare anch'essi le regole delle quali pretendono invece di essere i religiosi custodi.
Se trattativa ci sarebbe dovuta essere, e presumibilmente c'è stata, è avvenuta dietro le quinte, lontano da occhi indiscreti. Una volta che il dado è stato tratto e la procedura di infrazione è partita, è del tutto vano credere che ci possano essere margini di trattativa. Al governo italiano non resta che scegliere se piegarsi o andare allo scontro, pronti quindi alla rottura totale e quindi all'Italexit.
Per questo, la tattica sposata è sbagliata e anche vergognosa, non si fanno battutacce sulla letterina di Babbo Natale per poi l'indomani dire che sei pronto a cedere su ciò che fino ad allora non sarebbe potuto essere oggetto di trattativa.
Caro Cucinotta
la Commissione europea, come ognuno sa, ha già consentito a più riprese e per diversi paesi, deroghe alle "regole" compreso il Fiscal compact. Se tiene duro con l'Italia è per la natura "populista" del governo, primo caso nel cuore della Ue. Tu vedi le regole, essi in realtà vedono che dare spago e ossigeno a Roma sarebbe un precedente che potrebbe fare da apripista ad altri governi populisti. Col che addio Ue. Dietro al paravento delle regole si nasconde quindi una partita tutta politica, che ho descritto con la metafora del cerino. Regole per regole un compromesso sarebbe del tutto fattibile.
Per il resto d'accordo con Radek
Scusate, dovreste secondo me leggere con maggiore attenzione.
Io non ho detto che la commissione segue regole ferree, tant'è che aggiungo che tratta e come se tratta, ma dietro le quinte.
Io dico tutt'altra cosa, e cioè che la commissione è costretta a comportarsi come se non trattasse perchè deve dare di sè questa immagine, una sorta di casta sacerdotale che dispensa regole e sapienza urbi et orbi. Sarò distratto ma a mia memoria, non mi risulta che una volta imboccata una certa strada la commissione si ferma.
Quindi, una cosa è la realtà, la trattativa, un'altra è l'apparenza, niente trattativa.
Questa quindi, ribadisco, non è la logica del cerino, la commissione il cerino se lo vuole tenere ben saldo in mano, e quindi non tratta, ma è disponibile a discutere, purchè la fine della discussione coincida con la sua posizione.
Credo che il governo la pensi come il nostro amico Sandokan, ma sbaglia volendo dare questa immagine di disponibilità alla trattativa perchè inevitabilmente mediaticamente questo atteggiamento appare come un cedimento, e un cedimento reale o apparente che sia, non ti rafforza, ma ti indebolisce: per questo dico che la tattica è sbagliata.
Ora, ognuno si può tenere la sua posizione, ma per favore almeno capite cosa scrivo, evitiamo equivoci.
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