[ 12 novembre 2018 ]
«Siamo all'anticamera della dittatura. Siamo come nel 1994, avevamo allora il pericolo di un partito comunista ma con in più questa volta una più forte ispirazione all'invidia sociale, allo statalismo e un'assoluta incompetenza».
Con queste parole Silvio Berlusconi ha tentato di mettere il cappello ad un fine settimana segnato dalle manifestazioni contro il governo giallo-verde.
Quella di Torino per il sì alla TAV —c'era tutta la Torino borghese, da sinistra a destra, dal Pd a Forza Italia, passando per la Lega. Quella dell'estrema sinistra a Roma contro il "decreto sicurezza" e per "l'accoglienza per tutti". Infine, in diverse città quelle femministe contro il cosiddetto "Ddl Pillon".
In piazza non c'erano Moscovici e Juncker, Macron e la Merkel, il Fmi o i grandi banchieri. Di certo essi hanno gongolato. Tutto fa brodo, dal loro punto di vista, per preparare le condizioni al rovesciamento del governo giallo-verde, quindi spianare la strada ad un governo Monti 2.0 se non direttamente della troika.
Non si discute qui, beninteso, il diritto a protestare contro il governo, tanto più se fa delle porcherie come il "decreto sicurezza". Nè si vuole dire che esse siano dello stesso segno, o che ubbidiscano ad un centro di comando. Si prende atto tuttavia che esse hanno avuto un caratteristica (negativa) comune: tutte quante hanno derubricato, anzi rimosso la questione centrale: lo scontro tra il governo e l'Unione europea. Scontro che formalmente è sullo sforamento del 2,4% ma che nella sostanza tira in ballo la questione della sovranità nazionale.
Sorge la domanda: questo rifiuto di riconoscere che in questo momento al centro c'è la questione centrale della sovranità, quindi la differenza tra nemico principale e secondario, è frutto di insipienza politica? O c'è dell'altro?
C'è dell'altro, purtroppo. Da Forza Italia all'estrema sinistra, passando ovviamente per il Pd, pur declinata in forme diverse, c'è la medesima sciagurata idea, quella per cui la battaglia per recuperare la sovranità nazionale sarebbe un che di retrogrado e antiprogressista nazionalismo. Chi per un verso ("più Europa"), chi per un altro ("via tutte le frontiere") ce l'hanno con lo stato nazione.
Vagli a spiegare che democrazia e sovranità popolare sono nate e cresciute nell'involucro della stato nazionale; vagli a spiegare che il patriottismo democratico e costituzionale non è nazionalismo, o che spianare gli stati nazionali significa fare il gioco delle più potenti multinazionali mai viste. Vagli a spiegare che non c'è il socialismo dietro l'angolo bensì la forma più distante che ci sia dalla democrazia, ovvero quella imperiale e imperialista.
Quelle tra il cosmopolitismo liberista delle destre e il "cosmo-internazionalismo" di certa sinistra, saranno pure "parallele" ma sono pur sempre "convergenze".
«Siamo all'anticamera della dittatura. Siamo come nel 1994, avevamo allora il pericolo di un partito comunista ma con in più questa volta una più forte ispirazione all'invidia sociale, allo statalismo e un'assoluta incompetenza».
Con queste parole Silvio Berlusconi ha tentato di mettere il cappello ad un fine settimana segnato dalle manifestazioni contro il governo giallo-verde.
Quella di Torino per il sì alla TAV —c'era tutta la Torino borghese, da sinistra a destra, dal Pd a Forza Italia, passando per la Lega. Quella dell'estrema sinistra a Roma contro il "decreto sicurezza" e per "l'accoglienza per tutti". Infine, in diverse città quelle femministe contro il cosiddetto "Ddl Pillon".
In piazza non c'erano Moscovici e Juncker, Macron e la Merkel, il Fmi o i grandi banchieri. Di certo essi hanno gongolato. Tutto fa brodo, dal loro punto di vista, per preparare le condizioni al rovesciamento del governo giallo-verde, quindi spianare la strada ad un governo Monti 2.0 se non direttamente della troika.
Non si discute qui, beninteso, il diritto a protestare contro il governo, tanto più se fa delle porcherie come il "decreto sicurezza". Nè si vuole dire che esse siano dello stesso segno, o che ubbidiscano ad un centro di comando. Si prende atto tuttavia che esse hanno avuto un caratteristica (negativa) comune: tutte quante hanno derubricato, anzi rimosso la questione centrale: lo scontro tra il governo e l'Unione europea. Scontro che formalmente è sullo sforamento del 2,4% ma che nella sostanza tira in ballo la questione della sovranità nazionale.
Sorge la domanda: questo rifiuto di riconoscere che in questo momento al centro c'è la questione centrale della sovranità, quindi la differenza tra nemico principale e secondario, è frutto di insipienza politica? O c'è dell'altro?
C'è dell'altro, purtroppo. Da Forza Italia all'estrema sinistra, passando ovviamente per il Pd, pur declinata in forme diverse, c'è la medesima sciagurata idea, quella per cui la battaglia per recuperare la sovranità nazionale sarebbe un che di retrogrado e antiprogressista nazionalismo. Chi per un verso ("più Europa"), chi per un altro ("via tutte le frontiere") ce l'hanno con lo stato nazione.
Vagli a spiegare che democrazia e sovranità popolare sono nate e cresciute nell'involucro della stato nazionale; vagli a spiegare che il patriottismo democratico e costituzionale non è nazionalismo, o che spianare gli stati nazionali significa fare il gioco delle più potenti multinazionali mai viste. Vagli a spiegare che non c'è il socialismo dietro l'angolo bensì la forma più distante che ci sia dalla democrazia, ovvero quella imperiale e imperialista.
Quelle tra il cosmopolitismo liberista delle destre e il "cosmo-internazionalismo" di certa sinistra, saranno pure "parallele" ma sono pur sempre "convergenze".
5 commenti:
Convergenze parallele, dice Piemme.
Siamo sicuri?
A me sembra lo stesso dna culturale.
La piattaforma di “UNITI E SOLIDALI CONTRO IL GOVERNO, IL RAZZISMO E IL DECRETO SALVINI”
«Per il ritiro immediato del Decreto immigrazione e sicurezza varato dal governo. NO al disegno di legge Pillon
Accoglienza e regolarizzazione per tutti e tutte
Solidarietà e libertà per Mimmo Lucano! Giù le mani da Riace e dalle ONG
Contro l’esclusione sociale
No ai respingimenti, alle espulsioni, agli sgomberi
Contro il razzismo dilagante, la minaccia fascista, la violenza sulle donne, l’omofobia e ogni tipo di discriminazione»
La piattaforma di NON UNA DI MENO:
«Il 10 novembre
Ci saremo con la forza globale delle donne e delle soggettività LGBTQI+ (...)
Ci saremo perché non accettiamo di essere subordinate e sfruttate in cambio di pochi spiccioli e pretendiamo un reddito di autodeterminazione universale e incondizionato, senza vincoli morali e di cittadinanza...
Ci saremo perché pretendiamo un permesso di soggiorno europeo incondizionato, svincolato da lavoro, reddito e matrimonio, perché sappiamo che la libertà di movimento praticata ogni giorno dalle migranti e dai migranti è la condizione della nostra libertà».
Quindi Non una di meno, che altrove critica e respinge il reddito di cittadinanza del 5 Stelle, pretende il reddito di autodeterminazione universale. Aggiunge il permesso di soggiorno europeo incondizionato. Sono le specificazioni concrete dell'accoglienza per tutti della piattaforma di Indivisibili.
Mah , se e' vero per il Pd , a Berlusconi poco importa di sovranismo si o no .
A lui interessa solo che non ci si metta troppo di traverso ai poteri della Ue , mettendo a rischio j suoi interessi
Certo , le fnalita' convergono , ma le motivazioni sono agli antipodi .
Salvini lo sa benissimo , anche per questo si e' alleato con 5 stelle .
Col cavolo che Berlusconi avrebbe resistito alle pressioni Eu sul tema migranti ad esempio , portatore com'e' di conflitti d'interesse enormi .
Lo sanno lo sanno per chi combattono queste MINORANZE del paese, perchè di minoranze bisogna parlare;questa volta però la riedizione della "Marcia di vuol solo lavorare",nefasto slogan della famigerata marcia antioperaia del 1980 promossa dai "colletti bianchi"della Fiat,non avrà sul governo l'effetto sperato da lorsignori perché questa volta la maggioranza del paese HA CAPITO,la smettano di agitarsi oltremodo gli utili idioti del sistema,lo scontro con i loro alleati a Bruxelles non sarà certo indolore per le classi dominate ma se Atene piange Sparta non ride quindi, cari sinistrati che siete scesi in piazza contro il governo "fascio/leghista smettete di agitarvi, RESTATE UNA MINORANZA, con appoggi potenti fra gli oligarchi certo, ma contro un popolo intero non avrete alcuna speranza di vincere una guerra che vi trova sempre dalla parte sbagliata della Storia.Luciano
Da molti anni ci sono numerose manifestazioni no Tav censurate o criminalizzate dai media; l’unica manistazione pro Tav tutti i giornali la mettono in prima pagina osannandola. Vergogna, è questa la vera dittatura ( non quella immaginaria di Berlusconi)
Ps. nel commento postato qui sopra riferito agli orridi cartelli esibiti dai quadri della Fiat ho colpevolmente dimenticato un CHI, scritto in molti di questi, in cui si potevano leggere frasi del tipo "questa marcia è rivolta a chi ci impedisce di lavorare"(sic),ed infatti recitavano così: "marcia di chi vuol solo lavorare";in sostanza lo stesso "generone sociale" che HA SEMPRE SOSTENUTO tutte le nefandezze ordite contro i lavoratori senza battere ciglio e che oggi si scaglia contro il governo "nemico della modernità" in nome,(udite udite), del "progresso"(sic),quella ex piccola e media borghesia benpensante e, (ancora per quanto?),benestante, che vota l'asinistra e risiede nei quartieri bene e che tifa,inutile girarci intorno,per la Troika, altro che "democratici e progressisti",la peggior Vandea invece.Luciano
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