[ 27 agosto 2018 ]
Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere: Matteo Salvini è indagato dalla procura di Agrigento per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere: Matteo Salvini è indagato dalla procura di Agrigento per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
Il terzo potere, quello giudiziario, saldamente in mano ai poteri forti e all'élite, è sceso ufficialmente in campo contro il primo ed il secondo — passati di mano dopo il terremoto elettorale del 4 marzo.
La battaglia d'autunno è così ufficialmente iniziata.
Primo risultato (a conferma della massima maoista secondo cui "i reazionari si danno la zappa sui piedi"): Salvini veleggia al 45% nel gradimento degli italiani (sondaggio Piepoli)
Che la battaglia sia iniziata sulla questione degli immigrati non deve trarre in inganno. Ogni guerra comincia con un casus belli, che non è mai la sua vera causa del conflitto. La Grande guerra non scoppiò certo per l'assassinio, il 28 giugno 1914 a Sarajevo, degli arciduchi d'Austria.
Qual è infatti vera posta in palio della battaglia appena iniziata? Si tratta niente meno che del destino stesso di quell'ircocervo che è l'Unione europea con la sua bislacca moneta unica. Quindi dell'intero assetto sociale, di classe e geopolitico affermatosi negli ultimi decenni.
Le cose come stanno? Stanno che stante l'apparente solidità dell'asse strategico franco-tedesco (carolingio) e la volontaria sudditanza delle diverse nazioni vassalle, Spagna in primis, l'Italia, con la sua insubordinazione, si trova a poter/dover essere l'elemento di innesco della definitiva dissoluzione della Ue. In palio, insomma, una posta enorme, con effetti devastanti per l'oligarchia euro-globalista dominante la quale, considerandosi una specie di divino kathekon, l'ultimo baluardo che terrebbe a freno l'avanzata dell'Anticristo, minaccia sfracelli.
Che Di Maio e Salvini siano all'altezza di questa gigantesca battaglia noi non crediamo. Diciamola tutta: non lo sono. Ma non parliamo qui delle intenzioni dei due leader, che sembrano contraddittorie e ineffabili, bensì di ciò che essi potrebbero essere costretti a fare. E da quali fattori dipende anzitutto ciò che saranno costretti a fare? I filosofi stoici, segnalavano che gli uomini si dividerebbero in saggi e non, i primi, esseri perfetti, compiono azioni moralmente buone e gli altri, imperfetti, cattive. Entrambi ubbidendo alla loro natura.
Ovviamente le cose non stanno così. Nella battaglia le circostanze, gli interessi delle diverse classi sociali, le spinte storico-nazionali; sono questi i fattori che condizionano e spesso determinano l'azione e l'orientamento delle parti in lotta. Una cosa è certa: per vincere occorre non solo avere un Piano di battaglia ma essere disposti a cambiarlo ove le circostanze lo richiedessero necessario.
E qui sta il punto: mentre l'élite eurista, oltre ad una panoplia di mezzi offensivi e un Piano di battaglia, è determinata nel ricorre ad ogni mezzo per far fuori l'esperimento populista italiano ed evitare il contagio dissolutivo dell'Unione, non altrettanto possiamo dire di Di Maio e Salvini. La sensazione è che essi navighino a vista e, quel che più conta, non abbiano alle spalle eserciti compatti. Che succederà a M5S e Lega ove l'élite, fallito (ci auguriamo) il tentativo di addomesticarli e ammansirli (con Tsipras gli è perfettamente riuscito), "scateneranno l'inferno?
Come recita il recente comunicato di P101 non solo c'è dentro il governo una Quinta colonna eurista. Ci sono, sia nella Lega che nel M5s componenti che non vogliono la rottura con i poteri forti. Nell'eventualità pressoché certa dello scontro la possibilità di fratturazioni in seno al campo populista è insomma molto alta. Il fatto è che entrambi questi populismi sono ectoplasmatici, fragili, instabili. La qual cosa le élite sanno e per questo lo attaccano, per non dargli il tempo di consolidarsi.
Logica vorrebbe che in queste concrete circostanze Di Maio e Salvini, anche solo per non essere battuti, travolti e umiliati dall'eventuale sconfitta, agiscano in modo offensivo e attacchino per primi. Come? Con un atto preventivo, magari per liberarsi della Quinta colonna, quindi per spiazzare e neutralizzare i nemici interni (ancora disorganizzati) e sventare il rischio di una fratturazione devastante del campo populista.
In parole povere — dal momento che il banco di prova sarà la Legge di bilancio, dal momento che questa essendo sfornata dal Ministero dell'economia saldamente in mano alla camarilla eurista, dal momento dunque che sarà una Finanziaria in linea con i dettami di Bruxelles — per Di Maio e Salvini converrebbe aprire una crisi di governo per andare a passo di corsa verso elezioni anticipate e così raccogliere il crescente consenso popolare. Che solo in questo appoggio consiste la loro arma più potente.
Mattarella non vorrà sciogliere le Camere? Tramerà per riportare al governo le "larghe Intese"? Sì, tenterà di farlo. Lo faccia e vedremo. E lì si consumerà un passaggio politico e sociale determinante: o piena sovranità nazionale o definitiva soggezione.
C'è una maniera per sventare un nuovo colpo di Stato: chiamare il popolo alla mobilitazione generale. Di Maio e Salvini hanno solo quest'arma; trasformare il consenso popolare, fino ad oggi passivo, in attivo. E lì vedremo se i semi che siamo andati spargendo in questi anni duri daranno frutti, vedremo se la sinistra patriottica occuperà, sul campo di battaglia, il posto che le spetterebbe.
Gli stoici dicevano che la morale dell'azione non risiede nell'azione stessa, ma nella intenzione che la dirige. Il saggio che agisca per il bene, dev'essere dunque assolto anche in caso la sua azione non vada a buon fine.
In caso Di Maio e Salvini faranno (loro) saltare il banco di questo governo ibrido e infedele per primi, contestualmente chiamando il popolo nelle strade, essi saranno assolti dal tribunale della storia, poiché farebbero combaciare intenzione e azione.
13 commenti:
COMUNICATO NAZIONALE DI: ANPI, ARCI, ARTICOLO21, CGIL, LEGAMBIENTE, LIBERA
Documento congiunto ANPI, ARCI, ARTICOLO 21, CGIL, LEGAMBIENTE, LIBERA
Con la vicenda della Diciotti si è superato ogni limite! Il comportamento del Governo non solo è deplorevole ma irresponsabile. Non si può accettare che delle istituzioni continuino ad avere un atteggiamento superficiale e disumano nei confronti dei più deboli.
L’ostinazione a non far attraccare una nave della Guardia Costiera, prima, per poi non far sbarcare le persone sulla Diciotti è una palese violazione del codice penale oltre che della Carta costituzionale.
Riteniamo l’inchiesta aperta dalla procura di Agrigento, che ipotizza anche il reato di sequestro di persona, un messaggio chiaro: la politica sarà pure legittimata a prendere decisioni e assumere provvedimenti, ma non può contravvenire a quanto previsto nella nostra Costituzione.
Per fortuna osserviamo una differenza di comportamento fra la Guardia costiera e il governo. Chi per vocazione è portato a salvare vite umane, nello spirito del proprio mandato, può e deve dare lezioni a chi ha perso la bussola su ciò che sia giusto e lecito.
In queste ore siamo in presidio a Catania e continueremo a mobilitarci per difendere la democrazia, la libertà e i diritti umani.
Ci starebbe anche la solita posizione ambigua di contropiano. Anche questi non scherzano mica.
Inizia col dire e non dire e poi conclude che "esiste un substrato internazionalista che, sul piano del pensiero politico, va recuperato, aggiornato, valorizzato al di fuori dalle pericolose infatuazioni sovraniste" e che "una divisione della sinistra alle elezioni europee risulterebbe esiziale".
E ti pareva, ancora con l'unità della sinistra. Ormai siamo ai riti apotropaici.
COCCI DI TUTT'ITALIA UNITEVI!
Unità in vista delle elezioni europee?
Ne vedremo delle belle... chissà quale accrocchio faranno questi zombi pur di esserci.
Che tristezza vedere Eurostop/rete dei comunisti nell'ammucchiata.
Ops, ho dimenticato a firmarmi. E' che quando leggo 'sta roba mi innervosico.
Il messaggio delle 18:09 è mio.
Giovanni
"In caso Di Maio e Salvini faranno (loro) saltare il banco di questo governo ibrido e infedele per primi, contestualmente chiamando il popolo nelle strade..."
Moreno, caro amico, sono veramente in difficoltà. Ricordo, tanti anni fa, la prima volta che intervenni a un vostro convegno. In quell'occasione, se la memoria non mi inganna, vi organizzai anche una diretta streaming, una cosa che all'epoca non faceva nessuno, nemmeno i five stars. Presi la parola e vi dissi: "nell'800 bastava una barricata per far tremare un trono, perché prima che si prendessero le contromisure passavano settimane o mesi. Ad esempio, nel 1849 la repubblica romana ebbe il tempo di stendere la sua costituzione, prima dell'arrivo delle truppe francesi. Oggi, invece, dopo mezz'ora avreste gli elicotteri che vi volteggiano sulla testa."
Questo significa che non sono possibili manifestazioni di popolo, anche oceaniche? Ovvio che ci saranno. Solo che le manifestazioni oceaniche non saranno l'innesco di un cambiamento, bensì la celebrazione di un cambiamento già avvenuto.
Capisci perché sono in difficoltà? Dopo dieci anni non hai ancora capito questo dato di fatto, e non è facile per me, che ti stimo tanto, ricordarti questa banalità.
A mio parere il tuo errore di fondo è sempre lo stesso, quello di pensare che una piccolissima componente politica ben organizzata, grazie alla sua capacità di analizzare la realtà, possa, per effetto leva, incidere in profondità. Al contrario, io penso che in questo periodo storico la sola cosa possibile, il compito della nostra generazione, sia quello di lottare per non far morire le idee socialiste. Il che significa costruire, insieme con altri, una piccola formazione politica che sia capace di giocarsela sul piano elettorale. Questo, e solo questo, possiamo lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi.
Il cambiamento, caro Moreno, probabilmente ci sarà, ma il popolo scenderà nelle strade a cose fatte. Chi l'avrà voluto e organizzato questo cambiamento? Il m5s e la Lega? Bene, allora domandiamoci: cosa sono il m5s e la Lega? Certamente non sono forze socialiste! Ma soprattutto, questo cambiamento sarà stato fatto per il popolo, dal popolo, nel popolo, oppure da ben altri interessi?
Ora una cosa è guardare con favore a un cambiamento - sia pure organizzato e voluto da interessi non popolari - che migliora le condizioni di vita dei lavoratori, altro è farlo dimenticando di rimarcare ogni volta, con rigorosa monotonia, che il socialismo patriottico è ben altra cosa. E quindi dedicare ogni energia della propria vita alla costruzione del partito che lo rappresenti.
Ti chiedi cosa faranno Di Maio e Salvini? Te lo dico io: faranno quello che gli verrà chiesto di fare. Da chi? Dalla fazione del Capitale che (entrambi ci auguriamo) prevarrà su quella euromane, se prevarrà. Tifiamo affinché ciò avvenga? Certo che sì, ma non basta.
O ti illudi che lo scontro tra le fazioni in lotta del Capitalismo possa degenerare in scontri di piazza, nei quali una piccola formazione potrà inserirsi e giocare un ruolo decisivo? Se fosse così, perdonami ma devo dirti che mi faresti pensare a quelle giovani attricette della provincia americana che arrivavano a Hollywood sognando di diventare grandi dive.
Con affetto.
Che la sinistra patriottica costruisca se stessa e che abbuia un ruolo lo speriamo, ma la speranza in questo caso resta virtù teologica.
Aspettiamo la legge di bilancio e vedremo.
Non mi aspetto grandi cose e non sono ottimista.
Forse avremo un po' di sovranità nazionale in più per l'immigrazione.
Una concessione in questo senso i poteri forti la potrebbero fare.
Per il resto sono come san Tommaso.
Voglio vedere.
Ma dubito che vedremo la tanto desiderata rottura, benchè confusa e contraddittoria in questa alleanza tra destra apparentemente nazionale e sovranista e e la formazione post-ideologica dei cinque stelle.
Una prima valutazione seria su questo governo la faremo entro l'anno in corso.
Franz Alt
Rispondo, con rispetto e se mi è permesso in maniera telegrafica a Fraioli e Franz Alt:
CHI VIVRA' VEDRA'
Rispetto pienamente ricambiato Moreno. A volte penso che tu abbia informazioni che molti di noi non hanno, e che non puoi/vuoi divulgare. Ad esempio, risulta anche a me difficile pensare ad una conversione altreuropeista di Bagnai e LBC, per di più per motivi carrieristici. Se le cose stessero così, cioè se hai buoni motivi per essere ottimista, allora fai bene a tacere e ad insistere con la tua lettura della situazione. Per quanto mi riguarda, non avendo di tali informazioni ma neppure essendo del tutto convinto della svolta carrieristica di Bagnai e LBC, mi ritrovo nella condizione di non sapere come comportarmi. Infatti scrivo sempre più di rado sul mio blog, e quando lo faccio è spesso un esercizio di equilibrismo.
Che Di Maio e Salvini siano all'altezza di questa gigantesca battaglia noi non crediamo. Diciamola tutta: non lo sono. Ma non parliamo qui delle intenzioni dei due leader, che sembrano contraddittorie e ineffabili, bensì di ciò che essi potrebbero essere costretti a fare. A fare cosa se non la mobilitazione popolare di cui si parla appresso? E pare possibile che una forza interclassista come il M5 stelle, completamente avulsa dalle dinamiche "di piazza" possa sostenere una mobilitazione popolare? Per non parlare della Lega, un partito filopadronale il cui Leader (in pieno delirio narcisista) continua a parlare del "popolo", anche di quello che si è astenuto dal voto o non l'ha votato. Dilettanti allo sbaraglio (appunto)oltre che imbroglioni.
Carmine, sai chi era a capo della manifestazione di massa che accese la scintilla della rivoluzione russa del 1905?
Un prete ortodosso, il pope Gapon.
I seguaci protestavano con le insegne dei santi e le icone della madonna. vennero attaccti dalla guardia imperiale che fece una strage.
Si scoprirà anni dopo che Gapon era anche a libro paga dell'Okrana, la polizia segreta russa.
Mi pare di capire che pasquinelli intenda dire questo: né Di Maio né Salvini puntano alla rottura diretta con la Ue ma potrebbero esservi costretti dalle cricche europeiste, italo-tedesche-francesi.
Ne va del loro potere, della loro ambizione, del loro orgoglio ... e del loro narcisismo e, quel che più conta: essi sono appesi al consenso popolare che se lo perdono spariscono.
Condivido quindi a pieno la tattica di P101. Con le idee di Fraioli .. aspetta e spera!
Un piccolo nucleo rivoluzionario può e deve avere un ruolo solo se le masse si scatenano e scendono in piazza. lì si aprono spazi e si può crescere e guadagnarsi un posto nel campo popolare.
Gia' come se l'Italia di oggi fosse la Russia del 1905
Risposta a Rodolfo.
In troppi non riescono a vedere che la Storia non procede lungo una circonferenza, replicando sempre gli stessi canoni, ma seguendo (quanto meno) una spirale: le cose "girano" ma, dopo 360 gradi, non ci si ritrova al punto di partenza, bensì un po' spostati.
Inoltre il percorso spilariforme non è lineare, ma costellato di multi-biforcazioni. Per me, che vedo questo fatto come evidente, è sempre stato difficile rapportarmi con coloro che, al contrario, immaginano una perenne replica di quanto già avvenuto in passato. Non ho la pretesa di avere ragione, ma ho l'obbligo di segnalare il mio punto di vista, giusto o sbagliato che sia, ed è esattamente questo ciò che ho fatto quando portai l'esempio della barricata che, nell'800, bastava per far tremare un trono, mentre oggi dopo mezz'ora ci sarebbero gli elicotteri che volteggiano sulla testa.
Fatene ciò che volete di questo punto di vista. Una volta che l'ho comunicato, io ho fatto il mio dovere e mi sento a posto.
Fraioli, guarda che sono d'accordo con la idea che lo sviluppo proceda "a spirale".
Però, se la mia analogia, come ogni analogia, va presa con le pinse, occorre anche stare attenti a stabilire una equivalenza tra storia e natura. Se in natura i processi sono irreversibili —una volta che la larva è diventa farfalla non è che questa può ridiventare larva — nella storia, almeno a questo mi portano i mei studi, opera il concetto di reversibilità. Col che non dico che un evento possa ripetersi nella stessa forma, ma con la stessa sostanza sì che può. Se non si esce a sinistra da questa crisi sistemica, se questa crisi si aggrava, io non escludo affatto che se ne esca con un NUOVO fascismo.
Con ciò penso di aver risposto anche a Carmine.
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