[ 18 agosto 2018 ]
Ci segnalano e volentieri pubblichiamo questo articolo dell'Unione Cristiani Cattolici Razionali sulle malefatte di Roberto Saviano
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Per il moralizzatore, arriva la terza condanna
VIOLATORE DI DIRITTI
Noi cattolici prendiamo lezioni da chiunque, ci mancherebbe. Certo, non ci sembra corretto che a mettersi in cattedra, ergendosi a maestro di morale e “difensore dei diritti”, sia proprio Roberto Saviano, un pluri-condannato per diffamazione e plagio (immoralità “laica”?). Ieri la terza condanna, mentre si attende la quarta se verrà confermato il reato di diffamazione verso Salvini, ministro dell’Interno.
Secondo Saviano, «i cattolici non possono influenzare o boicottare nuove leggi. Questo è profondamente ingiusto». Quindi, scordiamoci di entrare in politica o esporre le nostre idee: sarebbe ingiusto, non ci è concesso. Anzi, per lo scrittore è «forte violenza culturale» qualunque manifestazione -ad esempio- in difesa della famiglia naturale (cioè, la unica prevista dalla Costituzione, come ha stabilito la sentenza n.138/2010 della Corte Costituzionale). Nessuno, ci dice Saviano, può permettersi di «fermare il diritto a sognare di avere una famiglia e dei figli, nonostante la propria omosessualità». Questo Paese, ha concluso, «può ripartire solo dai diritti».
Saviano, come si evince, si occupa continuamente di “diritti”, è considerato un maestro, un eroe. Ma, contemporaneamente ai suoi appelli moralizzatori, lo scrittore pratica «un’illecita riproduzione» di articoli altrui, come ha affermato il Tribunale d’Appello di Napoli il giorno della condanna per plagio (confermata nel 2016). La seconda sezione civile della Corte di appello di Milano, invece, ha confermato che Saviano ha violato anche i diritti di Vincenzo Boccolato, esponendolo al pubblico ludibrio nel suo libro Gomorra come affiliato alla camorra. Grave diffamazione, hanno sentenziato i giudici, chiedendo allo scrittore un risarcimento di 30mila euro. Il “maestro di morale”, non contento, ha fatto comunque ripubblicare il suo bestseller senza eliminare il riferimento a Boccolato, ripresentandolo quindi come camorrista. Ieri è arrivata, perciò, un’altra condanna, per «nuovo illecito diffamatorio».
Per vedere l’effetto che fa, nel 2013 Saviano ha tentato di passare per una volta dalla parte della vittima, denunciando per diffamazione il giornalista di Liberazione, Paolo Persichetti. Un clamoroso autogol. Quest’ultimo, infatti, scoprì che lo scrittore si era completamente inventato -per chiari intenti autocelebrativi-, di aver ricevuto telefonate di stima dalla madre di Peppino Impastato (giornalista ucciso dalla mafia), vantandosene nel suo libro La bellezza e l’inferno e raccontando una collaborazione con la donna, di nome Felicia. Peccato che la madre di Impastato era deceduta da tempo e i parenti hanno smentito qualunque rapporto di Felicia con Saviano, la quale -tra l’altro- non possedeva nemmeno il telefono. Persichetti svelò la menzogna dell’autore di Gomorra, il quale per ripicca lo querelò. Ma i giudici diedero ragione al giornalista, oltretutto acquisendo un’ulteriore testimonianza contro Saviano, quella di Umberto Santino, presidente del Centro siciliano di documentazione “G.Impastato”.
Come se non bastasse, pochi giorni fa l’ex parroco di Scampia, don Aniello Manganiello, ha distrutto l’aura di “eroe contro la mafia” che Saviano si è faticosamente costruito negli anni. Il sacerdote è noto per combattere in prima linea a favore del recupero dalla strada dei ragazzi, spesso figli dei camorristi, delle periferie di Napoli. «Anch’io sono stato minacciato di morte dai Lo Russo», ha raccontato, «ma ho sempre rifiutato la scorta per stare in mezzo alla mia gente. Saviano deve sapere che il suo gioco è ormai scoperto: non ha trascorso nemmeno una intera giornata a Scampia, altrimenti ci saremmo incontrati o almeno i miei parrocchiani me lo avrebbero riferito». L’impegno mediatico dello scrittore è «interessante sul piano narrativo, ma sul piano pratico, oltre a gonfiare a dismisura a dismisura il suo portafoglio, non salverà una sola vita. Quando i camorristi mi chiedono di organizzare il futuro dei figli per evitare che facciano la loro fine, io non mando quei ragazzi ai cortei anticamorra con una bandiera e un megafono in mano e non propongo loro i sermoni di Saviano. No. Io devo trovare le soluzioni, i soldi per farli mangiare, per impedire che le ragazze vadano ad abortire, per comprare i pannolini e pagare le bollette. Ma è difficile far soldi per gli ultimi, il quartiere è povero, non c’è borghesia e il denaro sono costretto a cercarlo fuori».
E dal milionario Saviano -definito “falce e cachemire”-, mai è arrivata una moneta per i ragazzi di Scampia. «Il fatto è», ha proseguito don Manganiello, «che lo scrittore simbolo dell’anticamorra a Scampia lo hanno visto soltanto in tv. Si può scrivere di camorra senza conoscere concretamente il fenomeno: bastano le carte passate da avvocati e magistrati da cui ricavare storie per editori modaioli e reti tv in cerca di nuovi mercati. Solo così si spiega il fenomeno perché, a dirla tutta, Saviano mi sembra un modesto scrittore. Se lo invitiamo a Scampia non risponde nemmeno. Alla Municipalità hanno tentato più volte. A lui non interessa la realtà, è uomo di fiction».
Dunque, tirando le fila, scopriamo quel che sul Gruppo L’Espresso non si leggerà mai. Il maestrino di Repubblica, eroe dei “diritti”, per la giustizia italiana è: un plagiatore, un doppiamente diffamatore ed un bugiardo. Per gli eroi anti-mafia, invece, è un pupazzotto televisivo che usa la camorra per vendere libri e pagarsi il suo attico a New York. L’ultimo, cioè, a potersi avventurare in sermoni etici. Di falsi maestri è già pieno il mondo. Di professorini di morale pluri-condannati, pure.
La redazione
5 commenti:
Per carità… Tutto quello che volete, ma per favore evitiamo gli integralisti cattolici nati in contrapposizione all'UAAR, che alla fine hanno ben poco di razionale.
E sul transumanesimo, piuttosto che ammonire e condannare, cerchiamo di avere una posizione chiara sul futuro.
Sarei anche stufo che a guidare il progresso siano sempre gente come Steve Jobs e Elon Musk.
La scienza ci può dare grandi prospettive, soprattutto per il popolo. Ma bisogna cavalcarla a nostro favore e non farne a meno o vederla in contrapposizione ai nostri interessi.
Piuttosto bisogna fermare la visione capitalista della scienza proponendo altre soluzioni a favore del popolo.
Nell'URSS il transumanesimo era in definitiva il cosmismo. Vediamo di agganciarci a questa tradizione.
Interessante ragionamento . Vediamo un po' lo svolgimento :
a) il tema è se gli omosessuali possano fare anche loro una famiglia .
b) tal Saviano ( che a me non piace molto , per altre questioni , ma questa è un'altra storia ) dice di si , sostenendo che essendo la fede religiosa ( in uno stato civile e democratico , dove Dio e Cesare sono separati ) una questione privata , le tesi dei cattolici , nella loro veste di cattolici , non hanno validità .
c) questi cattolici dell'articolo rispondo che però Saviano è stato condannato per aver scopiazzato .
Mah...
Adesso anche gli integralisti cattolici …
Capisco criticare Saviano , ma qui stiamo toccando il fondo ( intendo in fondo a destra , dove si trova il cesso come diceva Gaber ) .
UN IDIOTA SOTTO SCORTA
Roberto Saviano rivolgendosi al Ministro dell'Interno e leader leghista Matteo Salvini ha scritto: “Confessi piuttosto: quanto piacere le dà la morte inflitta dalla guardia costiera libica, sua (mi fa ribrezzo dire “nostra”) alleata strategica? Lei che sottolinea continuamente di essere padre, “da papà” quanta eccitazione prova a vedere morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l’odio che ha seminato la travolgera'".
Il "ministro della malavita" viene quindi invitato da Saviano a confessare il "piacere" sadico che prova a vedere morire persone e bambini in mare.
È evidente che l'autore di Gomorra non riconosce alcuna dignità morale ed etica all'interlocutore.
Atteggiamento legittimo se riconoscesse a tutti di poter fare altrettanto nei confronti di coloro che si considerano avversari irriducibili.
Ma il noto intellettuale, in un articolo su Repubblica del 28 febbraio del 2012 scrive:
"Fa un certo effetto rileggere le parole con cui un intellettuale raffinato come Gramsci definiva un avversario, non importa quale: "La sua personalità ha per noi, in confronto della storia, la stessa importanza di uno straccio mestruato". Invitava i suoi lettori a ricorrere alle parolacce e all'insulto personale contro gli avversari che si lamentavano delle offese ricevute: "Per noi chiamare uno porco se è un porco, non è volgarità, è proprietà di linguaggio".
Parole che "mostrano come quel vizio d'origine abbia influenzato e condizionato la vita a sinistra, e come l'eredità peggiore della pedagogia dell'intolleranza edificata per un secolo dal Partito Comunista sopravviva ancora. Naturalmente, oggi, nel Pd erede del Pci, non c'è più traccia di quel massimalismo verboso e violento, e anche il linguaggio della Sel di Vendola è molto meno acceso.
Ma c'è invece, fuori dal Parlamento, una certa sinistra che vive di dogmi. Sono i sopravvissuti di un estremismo massimalista che sostiene di avere la verità unica tra le mani.","Amano Cuba e non rispondono dei crimini della dittatura castrista","non rispondono dei crimini di Hamas o Hezbollah, hanno in simpatia regimi ferocissimi solo perché antiamericani, tollerano le peggiori barbarie e si indignano per le contraddizioni delle democrazie. Per loro tutti gli altri sono venduti."
Ora mi sembra difficile contestare l'incoerenza del signor Saviano che riserva a quelli che hanno idee diverse dalle sue una violenza verbale e una condanna senza appello, di gran lunga superiore di quella che, con puerile leggerezza, attribuisce ad Antonio Gramsci. Per non parlare dei presunti "massimalisti estremisti" figli, secondo il nostro, della violenza rivoluzionaria del grande dirigente comunista sardo e del PCI, ai quali si attribuiscono idee e simpatie assolutamente, dal suo punto di vista, ingiustificabili.
Parole destinate ad avversari, "non importa quali", a cui l'intellettuale "riformista", granitico nelle sue certezze inopinabili, non riconosce alcuna dignità e ragione.
A Roberto Saviano, minacciato da organizzazioni mafiose, lo Stato deve garantire, come a qualsiasi altro cittadino vittima di gravi intimidazioni ( e ce ne sono molti, anzi troppi) le necessarie condizioni di sicurezza e quindi mettergli a disposizione una scorta senza se e senza ma. Non importa che egli sia un idiota supponente, lo Stato italiano ha il dovere di tutelare anche gli idioti.
Indipendentemente se siano pessimi governanti o squallidi oppositori.
"Cristiani cattolici" e "razionali" nella stessa frase non si possono leggere, ma davvero esiste gente così?
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