[ 16 luglio 2018 ]
Contro il "decreto Dignità", siccome pone dei limiti alla precarizzazione del lavoro che viene avanti da decenni, la borghesia tuona e minaccia sfracelli.
Lorsignori (Confidustria, Pd, Forza Italia...) dopo aver sostenuto politiche austeritarie che hanno causato milioni di disoccupati, strillano che detto decreto... causerebbe la perdita di 80 mila posti di lavoro in dieci anni.
Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
E su cosa si baserebbe questa fosca previsisone? Sulla relazione "tecnica" diffusa dall'INPS e condivisa (guarda caso) anche dal Ministro Tria.
Ma è attendibile questa previsione? Boeri scrive: che: "In presenza di un inasprimento del costo del lavoro complessivo, l'evidenza empirica e la teoria economica prevedono unanimemente un impatto negativo sulla domanda di lavoro".
Per quanto non condivida (e si sbaglia!) la tesi che lo sgambetto di Boeri sia un atto deliberato di sabotaggio —il tassello di un più insidioso complotto per rendere la vita impossibile al governo giallo-verde—; per quanto ritenga che questo mettere i bastoni fra le ruote al governo sia "legittimo" (sic!), Stefano Fassina la dice giusta. I numeri lanciati da Boeri
Contro il "decreto Dignità", siccome pone dei limiti alla precarizzazione del lavoro che viene avanti da decenni, la borghesia tuona e minaccia sfracelli.
Lorsignori (Confidustria, Pd, Forza Italia...) dopo aver sostenuto politiche austeritarie che hanno causato milioni di disoccupati, strillano che detto decreto... causerebbe la perdita di 80 mila posti di lavoro in dieci anni.
Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
E su cosa si baserebbe questa fosca previsisone? Sulla relazione "tecnica" diffusa dall'INPS e condivisa (guarda caso) anche dal Ministro Tria.
Ma è attendibile questa previsione? Boeri scrive: che: "In presenza di un inasprimento del costo del lavoro complessivo, l'evidenza empirica e la teoria economica prevedono unanimemente un impatto negativo sulla domanda di lavoro".
Per quanto non condivida (e si sbaglia!) la tesi che lo sgambetto di Boeri sia un atto deliberato di sabotaggio —il tassello di un più insidioso complotto per rendere la vita impossibile al governo giallo-verde—; per quanto ritenga che questo mettere i bastoni fra le ruote al governo sia "legittimo" (sic!), Stefano Fassina la dice giusta. I numeri lanciati da Boeri
«Non hanno nulla di oggettivo, nonostante la conciliante accusa di "negazionismo economico" da parte del Presidente dell'Inps a chi osa criticare. Sono frutto di un paradigma economico, l'impianto neo-liberista, assolutizzato da decenni e sbandierato come "tecnico". In realtà, uno dei paradigmi possibili. Uno, soltanto uno. La teoria economica, come riconosciuto dagli economisti "classici", è politica: dipende dalle visioni del mondo, dall'ideologia, presente anche quando negata in nome di neutre valutazioni empiriche».Quindi Fassina conclude:
«La risposta è semplice: l'Inps, legittimamente, continua a applicare il paradigma neo-liberista che, come associa un'espansione dell'occupazione e del Pil a misure di "flessibilizzazione" delle regole del mercato del lavoro, "prevede" minore occupazione e minore espansione dell'economia reale a fronte di modesti interventi di riduzione della precarietà».
Il 16 maggio scorso, mentre si profilava l'accordo tra M5s e Lega per dar vita al governo, scrivevo che ove questo avrebbe davvero anche solo iniziato a porre fine all'austerità, le élite avrebbero SCATENATO L'INFERNO. L'imboscata di Tito Boeri, fatta per nome e per conto degli oligarchi globalisti ed euristi, è infatti solo un assaggio di quel che saranno in grado di fare in vista del Def e della legge di Bilancio, o di "stabilità".
Il fatto è che queste élite hanno sì perso la postazione di palazzo Chigi, ma conservano il controllo di tutte le altre: Bankitalia, il Ministero dell'economia, enti potenti come appunto l'INPS, ecc. Si tratta, come si dice in gergo burocratico, di enti strumentali del governo, organismi non godono quindi, come la magistratura, di alcuna indipendenza. In poche parole non possono mettersi di traverso o addirittura boicottare le sue decisioni (tanto più per nome e per conto di una borghesia "prenditrice" che tanto ha avuto in questi decenni).
Per questo Salvini ha ragione da vendere, Boeri si deve fare da parte e, se non lo fa di sua sponte, proceda il Consiglio dei ministri. Lo impone non solo la volontà popolare manifestatatasi il 4 marzo ma la stessa Costituzione.
Il pesce in barile che siede al Mef sarà così avvertito. Le casematte in mano all'élite oligarchica vanno espugnate, una ad una.
Ps
E che ti fa la sinistra antagonista davanti a questo scontro strategico? Parla d'altro, parla dei migranti....
4 commenti:
Boeri è lo stesso che dice ci vogliono più clandestini per pagarci le pensione tra un furto ed uno spaccio di droga. Cacciarlo subito!
"In presenza di un inasprimento del costo del lavoro complessivo, l'evidenza empirica e la teoria economica prevedono unanimemente un impatto negativo sulla domanda di lavoro".Scusate compagni,ma qualche anno fa non fu l'allora economista capo del FMI,Olivier Blanchard, ad ammettere di essersi sbagliato,la precarizzazione del lavoro non faceva crescere l'occupazione,anzi erano di più i casi in cui la faceva scendere?
Non cachinnava su questo, con la sua solita arguzia, Bagnai,quando diceva di essere felice che gli economisti avessero finalmente scoperto il moltiplicatore keynesiano?
Il boaro Boeri dovrebbe dimettersi solo
per aver detto che ci servono i migranti che
ci pagano le pensioni. Troppo timido Salvini...
non ha avuto il coraggio di rinfacciarli che abbiamo
eserciti di disoccupati italiani pronti a lavorare
per pagare le pensioni.
Come al solito, chiacchiere da bar ma al nocciolo della questione non ci va nessuno.
Prima domanda: esiste la possibilità legale da parte del governo, del ministro competente o almeno del parlamento di sollevare dal suo incarico (cioè: licenziare) il capo dell'Inps? Esiste o no, nell'infinita accozzaglia di leggi italiane, una che stabilisca questo? Se sì (o anche se no) qualcuno potrebbe fare chiarezza? Oppure qualche soggetto molto, molto infantile prima blatera di costituzione qua, costituzione là, ma poi crede che un governo in carica abbia i poteri del Re Sole?
Seconda domanda: se non fosse possibile sollevare dall'incarico anzitempo il capo dell'Inps stanti le leggi vigenti, allora una bella abolizione dell'Articolo 18 anche per il settore pubblico - dico: ma perché 'sto trattamento è stato inflitto solo ai dipendenti privati? - non taglierebbe la testa al toro? Il capo dell'Inps, da funzionario, quindi dipendente pubblico, diverrebbe licenziabile in ogni momento e senza necessità di una giustificazione. Fra l'altro, un simile asso nella manica del governo permetterebbe di mettere in riga tutte le amministrazioni pubbliche e, finalmente, di farle funzionare decentemente, anziché essere da sempre una specie di assistenzialismo gonfiato per gente disposta a prostituire il voto e poi stare lì a non far niente, perché intoccabile. A patto, ovvio, che chi abbia il potere voglia veramente far funzionare le cose...
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