[ 7 luglio 2018 ]
Il Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha respinto l’avvio dei negoziati con il Consiglio (318 no, 278 sì e 31 astenuti), ovvero bloccato la cosiddetta "riforma del copyright".
Due, in particolare, gli articoli che avrebbero cambiato da cima a fondo il web.
L’articolo 11, meglio noto come «link tax», prevedeva che gli editori abbiano il diritto di «ottenere una giusta e proporzionata remunerazione per l'uso digitale delle loro pubblicazioni dai provider di informazioni (You Tube, Google, ecc)». Tradotto nella pratica, la pubblicazione dei cosiddetti snippet (i ritagli di articolo che copia-incollano titolo e prime righe di un articolo, rimandando poi al link) sarebbe dovuta essere vincolata a una licenza, per gratificare economicamente i proprietari dei diritti. L’articolo 13 avrebbe imposto invece di «siglare contratti di licenza con i proprietari dei diritti, a meno che questi non abbiano intenzione di garantire una licenza o non sia possibile stipularne».
In assenza di un'intesa scatterebbe il famoso upload filter, il filtro sui contenuti che riconosce e blocca quelli tutelati da copyright. «Le piattaforme — si leggeva nel testo bocciato — devono intraprendere, in cooperazione con i detentori dei diritti, misure appropriate e proporzionate che portino alla non disponibilità di lavori o altri argomenti che infrangano il diritto d'autore o diritti correlati, mentre quelli che non infrangono queste regole possono rimanere disponibili».
In pratica una "tassa" sui link che avrebbe ucciso, non tanto i colossi del web come Google, Facebook o You Tube ma, anzitutto la blogsfera, quella, per dire, dove sta anche SOLLEVAZIONE, e tutta la massa di piccole testate indipendenti e grazie alla quale centinaia di milioni di cittadini in tutto il mondo non solo s'informano, ma si fanno idee culturali e politiche proprie. Figuratevi cosa accadrebbe se questa legge fosse passata. Ogni volta che avremmo ripreso una notizia, per commentarla, dato che essa ha sempre una fonte, e guarda caso questa fonte è quasi sempre monopolio delle grandi agenzie d'informazione o delle testate più grandi — che sono in mano dappertutto a ristrette consorterie oligarchiche —, avremmo dovuto versare loro un obolo, un pizzo. E nessuno sarebbe potuto scappare alla morsa, visto che col famigerato upload filter, il Grande Fratello avrebbe sgamato in tempo reale chiunque.
"Legge bavaglio", è stata definita. Peggio: sarebbe stata una modernissima Tassa sul macinato.
Nb
Se questa legge indegna è stata bocciata è anche grazie al voto contrario degli euro-parlamentari Cinque Stelle e Lega. Luigi Di Maio. «La seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l'impianto della direttiva bavaglio. La proposta della Commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta, il segnale è chiaro: nessuno si deve permettere di silenziare la rete». Matteo Salvini: «Bavaglio alla rete e a Facebook respinto ora a Strasburgo anche grazie al no della Lega: non ci fermeranno».
Se questi sono "fascisti".....
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