[ 6 luglio 2018 ]
Sinistra radicale
grandi manovre in corso in vista delle elezioni europee del maggio 2019
Su questo blog segnalammo la notizia della firma della Dichiarazione di Lisbona, sottoscritto il 12 aprile 2018. Firmatari del documento J-L Mélenchon (France Insoumise), Pablo Iglesias (Podemos) e la portoghese Catarina Martins (Bloco de Esquerda). Scrivevamo:
«Si tratta di una dichiarazione di compromesso, che resta sul piano della "riforma della Ue", in cui le posizioni più sovraniste dei francesi sono state sfumate così da essere potabili per Podemos — sappiamo che Pablo Iglesias, personalmente, dopo l'errore del sostegno aperto a SYRIZA, è oggi molto vicino alle posizioni di Mélenchon — ed i portoghesi. Una dichiarazione che da avvio alle grandi manovre in vista delle elezioni europee del 2019».
Sulla scia di quella Dichiarazione, il primo luglio scorso si sono incontrati a Madrid, con tanto di evento pubblico, J-L Mélenchon e Pablo Iglesias. [vedi foto sopra] Lo scopo non era un segreto: consolidare l'asse tra France Insoumise e Podemos in vista delle prossime elezioni europee. I due hanno così abbozzato quello che sarà il profilo dell'eventuale listone della sinistra radicale alle prossime europee. Un resoconto puntuale di cosa essi abbiano detto e proposto ce lo fornisce EL PAIS del 2 luglio.
Ma si sta davvero consolidando l'asse tra France Insoumise e Podemos? C'è di che dubitarne. Il pomo della discordia ha un nome: Tsipras. Mélenchon vorrebbe tenerlo fuori dall'alleanza elettorale in vista delle prossime elezioni europee, mentre Pablo Iglesias (che per Tsipras ci aveva messo non solo la faccia), sembra voglia tenerlo dentro. In verità (altra divergenza con Mélenchon) Iglesias vorrebbe un accordo anche con Varoufakis. Staremo a vedere...
Una cosa forse decisiva unisce Mélenchon e Iglesias, il giudizio sul governo M5s-Lega. Quale esso sia è preso detto: si tratterebbe di un governo, se non compiutamente fascista, semi-fascista. Mélenchon l'aveva dichiarato il 20 maggio, ancor prima che Conte ricevesse l'incarico. Egli affermò infatti: "Évidemment, ce sont des fachos" — dove "fachos" sta per fascisti.
Da parte sua Iglesias ha suonato lo stesso spartito. L'ha sostenuto il 30 giugno in una trasmissione sul canale di Podemos FORT APACHE, il cui titolo parla chiaro "Italia vuelve (torna) al fascismo".
La cosa è sotto diversi profili sintomatica. Anzitutto, con un simile approssimativo e ingenuo giudizio, sia Mélenchon che Iglesias dimostrano di essere sotto scacco della violenta campagna di satanizzazione del governo giallo-verde messa in atto dalle élite eurocratiche e in vigore in tutti i paesi. In secondo luogo il giudizio dimostra quanto, dal punto di vista della cultura politica essi siano figli di una cultura per niente marxista ma massimalista e riformista. In terzo luogo questo loro giudizio fa l'occhiolino alle sinistre radicali italiane, che fanno dell'accusa di "fascio-leghismo" un elemento fondamentale, di posizionamento e identità.
E quali sono le correnti che guardano con interesse al blocco elettorale a guida Mélenchon-Iglesias? Non c' è solo Potere al Popolo (con annessi e connessi, anzitutto Rifondazione e Eurostop). Ci sono quindi pezzi sparsi de L'Altra Europa con Tsipras. Alla finestra ci sono Stefano Fassina e i dissidenti di Sinistra Italiana. C'è poi— in barba a tutti di discorsi d'accademia su superamento destra-sinistra, populismo laclausiano ecc. — Senso Comune. Una coalizione a cui ognuno si aggrappa nella speranza che superato lo sbarramento elettorale (4%).
Speranza alquanto difficile. In agguato e in concorrenza ci sono infatti altri due poli di sinistra... "radicale". Quello attorno al blocco SYRIZA-Die Linke, e quello di Diem-25 di Yanis Varoufakis. Com'è noto il movimento Dema appena costituito dal sindaco di Napoli De Magistris (Dema) è alleato proprio a Varoufakis. De Magistris rischia di diventare l'ago della bilancia. Alla sua corte in diversi stanno andando col cappello in mano, e tirandolo per la giacca.
Potremmo sbagliarci ma c'è un'alta probabalità che la necessità di superare lo sbarramento, costringa tutti, soprattutto qui in Italia, all'inciucio elettoralistico, a costruire un'Armata Brancaleone —i n poche parole una versione 2.0 di L'Altra Europa con Tsipras. Un blocco elettorale che farà dell'opposizione frontale al "fascio-leghismo" la sua cifra principale, e nella quale quindi, il pur sfumato e patriottismo repubblicano alla Mélenchon* verrà non solo annacquato, ma soppresso in nome, ancora una volta dell'altreuropeismo....
* Abbiamo più volte espresso al nostra simpatia per France Insoumise e il suo profilo patriottico (e la sua idea di PIANO B di sucita dall'euro). Il fatto è che Mélenchon sembra avere un atteggiamento tipicamente francese (leggi: di spocchia); per cui il patriottismo, se è francese, se lo rivendica lui, è di natura democratica e progressiva, se lo fanno all'estero è nazionalista e reazionario. Se poi il patriottismo è italiano puzza sicuramente di... fascismo. Stesso dicasi per il PIANO B: questo può essere privilegio esclusivo della "grande Francia", non certo per gli italiani che di "B" conoscono solo il rango di cui fan parte....
12 commenti:
Si va be', fino a qui ci si arriva da soli. E quindi?
Insomma: alla larga.
Proponiamogli sfidandoli, una lista che abbia come dizione espressa: SINISTRA CONTRO L'EURO. Cio' metterebbe in chiaro tante cose....
Io penso che ci si debba impegnare per il superamento di "questa" Unione Europea.
O si ritiene che l'attuale Unione Europea sia realisticamente riformabile in senso democratico e popolare oppure, se non lo si ritiene, ci si adopera per superarla, seriamente e con determinazione.
Credo che dovremmo incalzare la nuova maggioranza di Governo e costringerla ad un'azione più determinata e conseguente nei confronti delle istituzioni europee e delle loro politiche economiche.
Un'uscita dall'euro in questo momento può realisticamente avvenire solo attraverso un'improvvisa drammatizzazione del contesto politico ed economico europeo, che potrebbe anche essere favorito da una crescita di conflittualità tra l'attuale governo italiano e la UE.
In termini tattici credo che ci si debba adoperare affinché questa conflittualità si imponga anche attraverso un più deciso protagonismo dell'opinione pubblica favorevole a questa soluzione.
Un referendum sull'Europa sarebbe la soluzione ideale ma credo assai difficile da ottenere. Allora perché non cercare di trasformare le prossime elezioni europee in un referendum di fatto, facendo coincidere la scelta astensionista con un NO esplicito a questa Unione Europea, incalzando le forze di maggioranza a disertare la competizione elettorale e cercando di metterne in evidenza le contraddizioni, la scarsa determinazione e il possibile opportunismo?
L'alternativa qual'è? l'ennesima lista destinata ad un quasi sicuro insuccesso ed assolutamente irrilevante? Io sfrutterei l'occasione per intervenire nel dibattito politico con maggiore efficacia, anche per fare chiarezza all'interno della sinistra d'alternativa. Temo però che prevalgano le solite logiche perdenti...
Finalmente Sollevazione prende la larga dai "sinistri". Era l'ora.
Davvero forti certi nostri lettori.
«Si va be', fino a qui ci si arriva da soli. E quindi?»
Essi ci arrivano da soli e capiscono anzi in anticipo tutte le mosse di tutti su tutte l scacchiere.
mandateci dunque, siccome siete tanti lesti, i vostri articoli dunque, che ve li pubblichiamo.
Anche ove solo fornissero informazioni di prima mano....
Posso chiedervi gentilmente cosa ne pensate di questa iniziativa?
https://www.thistimeimvoting.eu/it?recruiter_id=8532
Un lettore ...che risponde alla ombrosa e permalosa Redazione.
No, io non anticipo niente, semplicemente leggo di tutto e su tutti, e voi avete semplicemente riportato cose accessibili a chi vuole e sente il dovere di di informarsi, nulla più. E informarsi non è solo una vostra prerogativa. Voi, piuttosto, siccome siete la Redazione del blog di un'organizzazione, avete il dovere di fare la sintesi dei fatti che elencate, e soprattutto quello di produrre proposta politica.
Se poi vi piace la "competizione" a chi è più bravo, a chi ne sa di più, o a chi ce l'ha più lungo, con i vostri lettori (quando questi non "leccano") fate pure ...da parte mia è solo un metro con cui misurarvi....
Scusate ma questo qui sopra che accidenti vuole,ma soprattutto che diavolo scrive?Dice:"Siete una organizzazione politica ed in quanto tale dovete fare la sintesi oltre ad avere lettori "lecchini".Se questo presunto fustigatore "critico" non è un troll si spieghi meglio affinché noi anime semplici si possa capire il senso o il non senso di tali "suggerimenti".
(1) Che ne pensiamo dell'appello a votare in vista delle elezioni europee?
Ne pensiamo un po' male e non lo firmeremo.
Più della metà dei cittadini dell'Unione non voteranno per un Parlamento fantoccio. Figurarsi se noi ci uniamo al coro votazionista!
(2) All'anomimo che pensa che facciamo la gara a chi ce l'ha più lungo...
Mi pare che la redazione e P101 non esitino a dire come la si pensi sui vari fatti o eventi, o altrui opinioni.Siamo anzi spesso accusati di essere fin troppo assertivi. Non è però che ogni volta, su ogni singolo fatto, si sia obbligati a tirare obbligatoriamente una conclusione. E comunque, chi bel legga l'articolo, avrà facilmente compreso che non condividiamo le diverse ricette elettoralistiche che si stanno preparando nelle cucine della sinistra radicali.
Quindi approvereste e promuovereste una campagna astensionista attiva per il NO a questa Unione Europea e all'Euro? Perché è evidente, per quanto mi riguarda, che partecipare alla prossima competizione elettorale, anche appoggiando posizioni critiche però possibiliste circa la riformabilita' democratica dell'UE, di fatto significa sostenere questa Unione Europea e tutto quanto ne consegue.
Non è assolutamente mia intenzione crearvi delle difficoltà o di recarvi fastidio ma mi interesserebbe davvero tantissimo sapere che cosa ne pensate di una posizione di astensionismo attivo alle prossime elezioni europee contro la UE e contro l'euro. Vi ringrazio per l'attenzione.
Posta un commento