[ 29 aprile ]
Oggi, a Pisa, per i 30 anni di internet
Breve cronaca di una contestazione riuscita
Renzi ha avuto il coraggio di parlare di «scontri incomprensibili». Eppure chi meglio di lui dovrebbe «comprenderli». A manganellare sono state le "sue" forze del dis(ordine). Ed in quanto all'aria che tirava a Pisa qualche informazione doveva pur averla, dato che - annunciato da settimane - alla cerimonia dell'Internet day presso il Cnr della città, all'ultimo ha preferito darsela a gambe. Il che, per un presenzialista come lui, la dice lunga assai.
Siamo arrivati a Pisa di buon mattino, recandoci subito al presidio nei pressi del Cnr. Qui si è ricongiunto il corteo partito dal centro della città. Un migliaio di manifestanti assai variegato. Studenti, esponenti del sindacalismo di base, ma anche una piccola delegazione dei truffati di Banca Etruria.
Diversi gli slogan contro le banche ed il governo dei banchieri. Poi un chiaro e forte «Renzi a casa», a racchiudere il comune sentire dei manifestanti.
Nonostante l'assenza del premier e degli altri esponenti del governo che avrebbero dovuto presenziare alla cerimonia, notevole è stato lo schieramento delle forze di polizia che ci hanno costretti a stazionare nella zona retrostante il Cnr, dato che l'ingresso dello stesso era presidiato e del tutto inaccessibile.
Ad un certo punto, prendendo a pretesto un lancio di verdura, è partita la carica. Nell'arretramento che ne è seguito diversi manifestanti sono caduti. E' su questi che si sono avventati, a manganellate, sia i carabinieri che i poliziotti. In diversi, alla fine, hanno dovuto ricorrere alle cure mediche mentre due manifestanti sono stati fermati.
Successivamente il presidio è proseguito, ma dovendo sempre fronteggiare l'azione delle forze di polizia tesa a disperderci.
Questa mattinata pisana ci insegna alcune cose. La prima è che Renzi è in difficoltà. La sua cura dell'immagine non può ammettere contestazioni. E, se queste ci sono e sono annunciate, lui decide di starsene a casa. Utile a sapersi per le prossime volte. La seconda cosa è che, di fronte alle contestazioni, le forze di polizia hanno l'ordine di non andarci troppo per il sottile. Evidente il tentativo di stroncare sul nascere un movimento di piazza contro il governo.
Ma la terza cosa è ancora più importante. Se si chiama alla mobilitazione contro Renzi la risposta c'è. Non ancora come ci vorrebbe, ma c'è. E questa è l'indicazione più preziosa in vista degli appuntamenti dei prossimi mesi.
Appena disponibile pubblicheremo il video della manifestazione e degli scontri.
Oggi, a Pisa, per i 30 anni di internet
Breve cronaca di una contestazione riuscita
Renzi ha avuto il coraggio di parlare di «scontri incomprensibili». Eppure chi meglio di lui dovrebbe «comprenderli». A manganellare sono state le "sue" forze del dis(ordine). Ed in quanto all'aria che tirava a Pisa qualche informazione doveva pur averla, dato che - annunciato da settimane - alla cerimonia dell'Internet day presso il Cnr della città, all'ultimo ha preferito darsela a gambe. Il che, per un presenzialista come lui, la dice lunga assai.
Siamo arrivati a Pisa di buon mattino, recandoci subito al presidio nei pressi del Cnr. Qui si è ricongiunto il corteo partito dal centro della città. Un migliaio di manifestanti assai variegato. Studenti, esponenti del sindacalismo di base, ma anche una piccola delegazione dei truffati di Banca Etruria.
Diversi gli slogan contro le banche ed il governo dei banchieri. Poi un chiaro e forte «Renzi a casa», a racchiudere il comune sentire dei manifestanti.
Nonostante l'assenza del premier e degli altri esponenti del governo che avrebbero dovuto presenziare alla cerimonia, notevole è stato lo schieramento delle forze di polizia che ci hanno costretti a stazionare nella zona retrostante il Cnr, dato che l'ingresso dello stesso era presidiato e del tutto inaccessibile.
Ad un certo punto, prendendo a pretesto un lancio di verdura, è partita la carica. Nell'arretramento che ne è seguito diversi manifestanti sono caduti. E' su questi che si sono avventati, a manganellate, sia i carabinieri che i poliziotti. In diversi, alla fine, hanno dovuto ricorrere alle cure mediche mentre due manifestanti sono stati fermati.
Successivamente il presidio è proseguito, ma dovendo sempre fronteggiare l'azione delle forze di polizia tesa a disperderci.
Questa mattinata pisana ci insegna alcune cose. La prima è che Renzi è in difficoltà. La sua cura dell'immagine non può ammettere contestazioni. E, se queste ci sono e sono annunciate, lui decide di starsene a casa. Utile a sapersi per le prossime volte. La seconda cosa è che, di fronte alle contestazioni, le forze di polizia hanno l'ordine di non andarci troppo per il sottile. Evidente il tentativo di stroncare sul nascere un movimento di piazza contro il governo.
Ma la terza cosa è ancora più importante. Se si chiama alla mobilitazione contro Renzi la risposta c'è. Non ancora come ci vorrebbe, ma c'è. E questa è l'indicazione più preziosa in vista degli appuntamenti dei prossimi mesi.
Appena disponibile pubblicheremo il video della manifestazione e degli scontri.
2 commenti:
Mah... speriamo che si riempiano le urne, perchè altrimenti siamo sempre lì...
C'è ancora chi si ricorda del ministro Tambroni e della reazione della stampa, dell'opinione pubblica e pure di qualche partito che ne causarono le dimissioni.
I fatti di Pisa che hanno coinvolto un numero notevole di dimostranti non sono meno pesanti delle bastonature di allora.
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