[ 12 aprile ]
Al valico del Brennero le autorità austriache hanno dato inizio ai lavori di costruzione di una barriera, ripristinando così i controlli alla frontiera con l'Italia.
E con l'Austria siamo a 9!
Siamo infatti davanti alla nona reintroduzione "temporanea" dei controlli ai confini interni dentro l'Unione: Ungheria, Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia, Svezia, Germania, Austria con Ungheria e Slovenia e ora con l'Italia.
Fanno dieci se consideriamo i Cavalli di Frisia che Bulgaria e Macedonia hanno eretto ai confini con la Grecia. [vedi cartina sopra]
Sembra che i lavori austriaci al Brennero procederanno speditamente. Chi comanda a Vienna è nel panico: il 24 aprile si vota per il rinnovo del Presidente della Repubblica ed i sondaggi danno i due storici partiti al potere (socialdemocratici e democristiani) perdenti, col rischio che il nuovo Presidente sia il nazional-liberale Norbert Hofer, erede dello xenofobo Haider ma politicamente molto più liberista. Eh sì, liberista sul piano economico, nazionalista su quello politico.
Un ossimoro? Mica tanto! Dall'Olanda alla Svezia, passando per la Germania, è evidente l'avanzata di destre politiche che coniugano il liberismo più radicale con un messaggio anti-Ue e neo-nazionalista.
A vent'anni appena compiuti suonano quindi le campane morto per gli Accordi di Schengen.
Che il ripristino dei confini sia solo temporaneo, in pochi ci credono. Staremo a vedere. Che questa reintroduzione sia dettata solo dalla volontà di bloccare il flusso enorme dei migranti è vero —gli sbarchi degli esuli dalla Turchia alla Grecia è crollato nelle ultime settimane dell'80%—, com'è vero che esso è spia di un fenomeno ben più profondo, lo sfaldamento dell'Unione europea. Un'Unione di cui non si dovrebbe avere nessun rimpianto.
Il giornale della Confindustria di oggi tuona lampi e fulmini contro la decisione del governo austriaco. Il muro al Brennero, ci dice Il Sole 24 Ore, costerà all'economia Italiana più di 170 milioni all'anno, considerando il danno commerciale dei controlli doganali. E con toni allarmistici quanto improbabili il quotidiano afferma che "sono a rischio i 140 miliardi di euro annui che passano per il Brennero verso la Germania ed il nord Europa".
Della situazione penosa e drammatica che tanti migranti bloccati alle frontiere subiscono, Lorsignori, evidentemente, se ne fregano. O meglio, piangono lacrime di coccodrillo per camuffare ciò che per essi solo conta: gli affari.
Il muro al Brennero conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, che l'Unione, assieme ad uno dei suoi simboli (la libertà di movimento di capitali, merci e persone) sta andando in pezzi e che al suo posto, com'è ovvio che sia, riemergono gli stati nazionali. Se un palazzo a venti piani viene giù col terremoto, le sue fondamenta restano, e queste fondamenta sono appunto gli stati-nazione.
Inutile e sbagliato imprecare contro questo processo, esso è nell'ordine delle cose, il terremoto è inevitabile. Si tratta non di aggrapparsi alla Ue moribonda ma di far sì che questo processo non prenda una piega nazionalista e sciovinista. Il processo di ripristino delle sovranità nazionali può avere un carattere reazionario o democratico. Ci si deve battere affinché la riconquista della sovranità si coniughi con la giustizia sociale e lo stato di diritto, e non sia un processo di "Orbanizzazione".
Stati indipendenti e sovrani possono ben coabitare in pace e con spirito cooperativo.
Ps
E' di queste ore la notizia che Stati Uniti e Canada hanno deciso di richiedere ai cittadini di alcuni paesi della Ue un visto d'ingresso. Attualmente gli USA impongono il visto a Bulgari, Romeni, Croati, Ciprioti e Polacchi. Mentre il Canada solo a Romeni e Bulgari.
A conferma di una tendenza, non solo europea ma globale ovvero... la crisi della globalizzazione.
Fra pochi giorni Obama sarà in Europa a discutere del Ttip. Domanda: che fine farà a questo punto il famigerato e liberista trattato transatlantico di libero scambio?
Al valico del Brennero le autorità austriache hanno dato inizio ai lavori di costruzione di una barriera, ripristinando così i controlli alla frontiera con l'Italia.
E con l'Austria siamo a 9!
Siamo infatti davanti alla nona reintroduzione "temporanea" dei controlli ai confini interni dentro l'Unione: Ungheria, Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia, Svezia, Germania, Austria con Ungheria e Slovenia e ora con l'Italia.
Fanno dieci se consideriamo i Cavalli di Frisia che Bulgaria e Macedonia hanno eretto ai confini con la Grecia. [vedi cartina sopra]
Sembra che i lavori austriaci al Brennero procederanno speditamente. Chi comanda a Vienna è nel panico: il 24 aprile si vota per il rinnovo del Presidente della Repubblica ed i sondaggi danno i due storici partiti al potere (socialdemocratici e democristiani) perdenti, col rischio che il nuovo Presidente sia il nazional-liberale Norbert Hofer, erede dello xenofobo Haider ma politicamente molto più liberista. Eh sì, liberista sul piano economico, nazionalista su quello politico.
Un ossimoro? Mica tanto! Dall'Olanda alla Svezia, passando per la Germania, è evidente l'avanzata di destre politiche che coniugano il liberismo più radicale con un messaggio anti-Ue e neo-nazionalista.
A vent'anni appena compiuti suonano quindi le campane morto per gli Accordi di Schengen.
Che il ripristino dei confini sia solo temporaneo, in pochi ci credono. Staremo a vedere. Che questa reintroduzione sia dettata solo dalla volontà di bloccare il flusso enorme dei migranti è vero —gli sbarchi degli esuli dalla Turchia alla Grecia è crollato nelle ultime settimane dell'80%—, com'è vero che esso è spia di un fenomeno ben più profondo, lo sfaldamento dell'Unione europea. Un'Unione di cui non si dovrebbe avere nessun rimpianto.
Il giornale della Confindustria di oggi tuona lampi e fulmini contro la decisione del governo austriaco. Il muro al Brennero, ci dice Il Sole 24 Ore, costerà all'economia Italiana più di 170 milioni all'anno, considerando il danno commerciale dei controlli doganali. E con toni allarmistici quanto improbabili il quotidiano afferma che "sono a rischio i 140 miliardi di euro annui che passano per il Brennero verso la Germania ed il nord Europa".
Della situazione penosa e drammatica che tanti migranti bloccati alle frontiere subiscono, Lorsignori, evidentemente, se ne fregano. O meglio, piangono lacrime di coccodrillo per camuffare ciò che per essi solo conta: gli affari.
Il muro al Brennero conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, che l'Unione, assieme ad uno dei suoi simboli (la libertà di movimento di capitali, merci e persone) sta andando in pezzi e che al suo posto, com'è ovvio che sia, riemergono gli stati nazionali. Se un palazzo a venti piani viene giù col terremoto, le sue fondamenta restano, e queste fondamenta sono appunto gli stati-nazione.
Inutile e sbagliato imprecare contro questo processo, esso è nell'ordine delle cose, il terremoto è inevitabile. Si tratta non di aggrapparsi alla Ue moribonda ma di far sì che questo processo non prenda una piega nazionalista e sciovinista. Il processo di ripristino delle sovranità nazionali può avere un carattere reazionario o democratico. Ci si deve battere affinché la riconquista della sovranità si coniughi con la giustizia sociale e lo stato di diritto, e non sia un processo di "Orbanizzazione".
Stati indipendenti e sovrani possono ben coabitare in pace e con spirito cooperativo.
Ps
E' di queste ore la notizia che Stati Uniti e Canada hanno deciso di richiedere ai cittadini di alcuni paesi della Ue un visto d'ingresso. Attualmente gli USA impongono il visto a Bulgari, Romeni, Croati, Ciprioti e Polacchi. Mentre il Canada solo a Romeni e Bulgari.
A conferma di una tendenza, non solo europea ma globale ovvero... la crisi della globalizzazione.
Fra pochi giorni Obama sarà in Europa a discutere del Ttip. Domanda: che fine farà a questo punto il famigerato e liberista trattato transatlantico di libero scambio?
1 commento:
Shengen era una buona idea "per gli europei" ma adesso che nel contenitore Europa hanno intasato gente delle etnie più svariate, sta generando il disastro per gli aborigeni perché non si è mai visto nella storia nessuna "integrazione culturale" lampo a spese totali degli ospitanti. Goti, Visigoti, Unni eccetera entravano a loro piacimento e mangiavano e bevevano a sbafo a spese dei residenti romani, ma si trattava di invasioni barbariche!!
Perciò la fine di Schengen ben venga. Io ho viaggiato abbastanza nella vecchia Europa e il controllo dei documenti non mi ha mai dato fastidio; anzi: rafforzava il mio senso di sicurezza. Passare il Brennero sia di giorno come di notte dava allegria con tutta quella animazione che c'era a tutele ore e passare in mezzo alle immancabili bancarelle era una consolazione per ii senso di compagnia. anzi, di comunità civile, che ispirava.
Posta un commento