[ 15 aprile ]
Domenica prossima si terrà il referendum che vuol cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste senza limiti di tempo. IlMovimento di liberazione popolare Programma 101 (P101) invita ad andare alle urne ed a votare SI'.
Noti sono i limiti dei referendum abrogativi, ancor più evidente la difficoltà di raggiungere il quorum necessario (50%+1) affinché l'esito della consultazione sia valido. Vi sono tuttavia almeno quattro motivi per impegnarsi per il successo del SI'.
Il primo motivo sta nel quesito referendario. E' inaccettabile che si diano alle compagnie petrolifere, oltretutto in maggioranza straniere, delle concessioni temporalmente illimitate. E' grave la concessione di un bene comune come gli idrocarburi a società private, che peraltro, oltre a godere di agevolazioni fiscali tra le più alte al mondo, versano allo Stato royalties molto limitate, dalle quali sono totalmente esenti le prime 50mila tonnellate ed i primi 80 milioni di metri cubi di gas estratti ogni anno.
Il secondo motivo sta nella difesa dell'ambiente. I mari italiani vengono messi a rischio (emissioni di greggio, oli e metalli pesanti), il paesaggio costiero viene deturpato, per un gioco che davvero non vale la candela. Il totale delle riserve accertate presenti sotto i nostri mari (anche oltre le 12 miglia) consentirebbe di coprire i consumi nazionali di petrolio per 7 (sette!) settimane, quelle di gas basterebbero per sei mesi. Ha senso mettere a rischio un patrimonio prezioso come quello marino a fronte di queste cifre?
Il terzo motivo: basta con il neoliberismo. Con il sistema delle concessioni - non solo quelle in mare, ma anche quelle (più consistenti) sulla terraferma - le società private divengono proprietarie dei giacimenti, potendo così decidere di sfruttarli come e quando credono solo in base al proprio interesse economico. Noi siamo invece perché lo Stato nazionalizzi il sistema energetico, unico modo per realizzare una politica che coniughi la sovranità nazionale con la difesa dell'ambiente.
Il quarto motivo: sconfiggere il governo Renzi. Il presidente del consiglio ha deciso di opporsi al referendum invitando all'astensione. Il suo governo è la manifestazione più clamorosa di dove possa portare l'ideologia e la politica neoliberista, sia nel campo del lavoro, in quello dell'ambiente, come in quello delle privatizzazioni e della svendita del patrimonio pubblico. Nel settore petrolifero il governo Renzi ha brillato per i tanti favori alle compagnie; tra questi lo scandalo dell'emendamento pro-Total ed amici vari, che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi.
Per tutti questi motivi noi voteremo SI': per dire no alla svendita del patrimonio pubblico, per difendere l'ambiente, per dire basta alle politiche neoliberiste, per iniziare il percorso che dovrà mandare a casa Matteo Renzi ed il suo governo.
Consiglio nazionale Programma 101 (P101)
Domenica prossima si terrà il referendum che vuol cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste senza limiti di tempo. IlMovimento di liberazione popolare Programma 101 (P101) invita ad andare alle urne ed a votare SI'.
Noti sono i limiti dei referendum abrogativi, ancor più evidente la difficoltà di raggiungere il quorum necessario (50%+1) affinché l'esito della consultazione sia valido. Vi sono tuttavia almeno quattro motivi per impegnarsi per il successo del SI'.
Il primo motivo sta nel quesito referendario. E' inaccettabile che si diano alle compagnie petrolifere, oltretutto in maggioranza straniere, delle concessioni temporalmente illimitate. E' grave la concessione di un bene comune come gli idrocarburi a società private, che peraltro, oltre a godere di agevolazioni fiscali tra le più alte al mondo, versano allo Stato royalties molto limitate, dalle quali sono totalmente esenti le prime 50mila tonnellate ed i primi 80 milioni di metri cubi di gas estratti ogni anno.
Il secondo motivo sta nella difesa dell'ambiente. I mari italiani vengono messi a rischio (emissioni di greggio, oli e metalli pesanti), il paesaggio costiero viene deturpato, per un gioco che davvero non vale la candela. Il totale delle riserve accertate presenti sotto i nostri mari (anche oltre le 12 miglia) consentirebbe di coprire i consumi nazionali di petrolio per 7 (sette!) settimane, quelle di gas basterebbero per sei mesi. Ha senso mettere a rischio un patrimonio prezioso come quello marino a fronte di queste cifre?
Il terzo motivo: basta con il neoliberismo. Con il sistema delle concessioni - non solo quelle in mare, ma anche quelle (più consistenti) sulla terraferma - le società private divengono proprietarie dei giacimenti, potendo così decidere di sfruttarli come e quando credono solo in base al proprio interesse economico. Noi siamo invece perché lo Stato nazionalizzi il sistema energetico, unico modo per realizzare una politica che coniughi la sovranità nazionale con la difesa dell'ambiente.
Il quarto motivo: sconfiggere il governo Renzi. Il presidente del consiglio ha deciso di opporsi al referendum invitando all'astensione. Il suo governo è la manifestazione più clamorosa di dove possa portare l'ideologia e la politica neoliberista, sia nel campo del lavoro, in quello dell'ambiente, come in quello delle privatizzazioni e della svendita del patrimonio pubblico. Nel settore petrolifero il governo Renzi ha brillato per i tanti favori alle compagnie; tra questi lo scandalo dell'emendamento pro-Total ed amici vari, che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi.
Per tutti questi motivi noi voteremo SI': per dire no alla svendita del patrimonio pubblico, per difendere l'ambiente, per dire basta alle politiche neoliberiste, per iniziare il percorso che dovrà mandare a casa Matteo Renzi ed il suo governo.
Consiglio nazionale Programma 101 (P101)
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