Non solo idee, ci vogliono dei fatti, degli esempi
A causa del maltempo l’assemblea nazionale prevista per il 4-5 febbraio è stata posticipata al 10-11 marzo prossimi, sempre a Chianciano Terme. L'assemblea —tranne la sessione serale tra le ore 21:00 e le 24:00, dedicata all'approvazione del Manifesto e all'elezione della direzione politica— è aperta a tutti i simpatizzanti. La giornata di domenica tavola rotonda sulla costruzione del Fronte ampio.
La battaglia contro lo strozzinaggio legalizzato di Equitalia è decisiva: mentre smaschera lo Stato come stato usuraio che espropria ai poveri per dare ai ricchi, solleva la questione della giustizia sociale e di chi paga la crisi, e quindi tende ad unificare tutto il popolo lavoratore—che invece il governo e i partiti vogliono dividere, presentando gli espropri ai danni del popolo lavoratore sotto le mentite spoglie della “lotta all’evasione”.
Per questo noi sostentiamo e suggeriamo di sostenere la campagna “OCCUPARE EQUITALIA”, per farla scendere dal cielo virtuale della rete sulla terra delle piazze e delle strade.
La lotta sociale è fatta anche di battaglie dall’alto valore simbolico, che possono dare una spinta alla resistenza aiutando i processi aggregativi. Il miglior alleato di chi comanda è la rassegnazione che paralizza i cittadini. Tutti hanno coscienza degli abusi, delle angherie, e dei veri e propri crimini sociali che commettono i dominanti, ma prevale ancora l’idea che contro non possiamo farci niente. Occorre vincere questa remissività, affermare che la pazienza ha un limite, che non tolleriamo più subire genuflessi le ingiustizie. Occorre mettere i colpevoli della tragedia sociale che subiamo sul banco degli imputati. Non è possibile che quando lo spread scende è tutto merito loro e quando esso sale, quando i salari e le pensioni scendono, quando i disoccupati e i precari aumentano e alcuni si ammazzano per disperazione... è tutta colpa dei mercati. Occorre smontare questo alibi, bisogna dimostrare all’opinione pubblica, con atti e fatti, che governi e governanti, in quanto messisi al servizio dei parassiti delle banche e della grande finanza predatoria, sono colpevoli della rapina sociale in atto e del dramma che vive la maggioranza dei cittadini.
Per questo abbiamo pensato ad istituire un TRIBUNALE POPOLARE SUI CRIMINI SOCIALI.
«Cari amici,
non vi sembra che siamo arrivati ad un punto di non ritorno?
Non ritenete che l’assalto per spremerci l’ultima goccia di energia abbia raggiunto la soglia oltre la quale la vita non è più vita?
Mentre i ricchi diventano più ricchi noi subiamo i licenziamenti, la precarietà più estrema, i tagli alle pensioni, alla sanità e ai servizi sociali.
Obbligati all’insolvenza siamo quindi vittime della ritorsione. Lo Stato e le banche ci espropriano la casa, ci pignorano le poche cose che abbiamo, ci sfrattano se siamo in affitto, ci tagliano il gas, la luce e l’acqua.
L'aumento vertiginoso dei suicidi tra il popolo lavoratore è il simbolo stesso di questa catastrofe sociale. Chi non ha più speranza preferisce la morte ad una vita senza dignità, all’umiliazione della miseria e del proprio fallimento.
Il fallimento, tuttavia, non è dei singoli cittadini che si tirano fuori dalla folle rincorsa ad un benessere aberrante, il fallimento è del sistema, di coloro che ci impongono la guerra di tutti contro tutti perché solo così essi possono dominare.
Dobbiamo dire basta! Resistere e non arrenderci!
Per tutte queste ragioni il MOVIMENTO POPOLARE DI LIBERAZIONE, ha intenzione di promuovere un TRIBUNALE POPOLARE SUI CRIMINI SOCIALI da celebrare entro la fine del 2012, un anno che si prevede ancor più difficile di quelli precedenti. Un Tribunale popolare per mettere sul banco degli imputati, non le vittime, ma finalmente i veri colpevoli della tragedia sociale in atto.
Se condividete anche voi questa idea fatevi sentire. Insieme stabiliremo i passi da compiere e come costituire questo Tribunale, se imputare organismi e istituzioni o anche singole persone».
PER ADERIRE invia una mail: movimentopopolarediliberazione@gmail.com
con NOME, COGNOME, CITTA’, MAIL, TEL.
Invitiamo sia coloro che avevano già prenotato, sia coloro che non l’avevano fatto ma che il 10-11 marzo vorranno esserci, ad inviarci una nuova e-mail di prenotazione a questo indirizzo: movimentopopolarediliberazione@gmail.com.
Nel frattempo altra carne è venuta sul fuoco....
Abbiamo già spiegato che l’incedere della crisi obbliga alla formazione di un ampio fronte popolare, intanto per contrastare il governo Monti, poi per gettare le premesse di un’alternativa. E abbiamo altresì spiegato l’idea che ci siamo fatti su come questo Fronte potrà vedere luce: esso non sarà un’addizione di partiti mezzi morti, ma un’alleanza dei movimenti sociali, quelli già esistenti e quelli che inevitabilmente sorgeranno —la Sardegna, con la nascita della Consulta dei movimenti sociali, ci offre una soluzione possibile.
Abbiamo già spiegato che l’incedere della crisi obbliga alla formazione di un ampio fronte popolare, intanto per contrastare il governo Monti, poi per gettare le premesse di un’alternativa. E abbiamo altresì spiegato l’idea che ci siamo fatti su come questo Fronte potrà vedere luce: esso non sarà un’addizione di partiti mezzi morti, ma un’alleanza dei movimenti sociali, quelli già esistenti e quelli che inevitabilmente sorgeranno —la Sardegna, con la nascita della Consulta dei movimenti sociali, ci offre una soluzione possibile.
Da questo deriva che per promuovere il Fronte popolare occorre non solo essere portatori di idee e proposte generali e non solo parziali—chi ha letto il Manifesto, chi ci segue sa che noi proponiamo 4 punti imprescindibili: l’uscita dall’Unione europea, l’abbandono dell’euro e la riconquista della sovranità politica e monetaria, il ripudio del debito pubblico e la nazionalizzazione delle banche— ma incoraggiare l’unità dei movimenti sociali. E’ in questo quadro che, malgrado l’attuale modestia dei nostri mezzi, operiamo. Da una parte mettendo al centro della riflessione la questione di come uscire dal marasma economico, sociale e politico, tutti materiali pubblicati sul nostro sito. Dall’altra operando per l’unità dei movimenti sociali, ciò che implica conoscerli, visitarli (siamo andati già due volte in Sicilia), sostenerli.
“Cento fiori sboccino”. Malgrado le difficoltà e una certa rassegnazione (in alcuni casi di disperazione, come dimostra il numero crescente di suicidi “economici”) , l’Italia è un pullulare di iniziative positive auto-organizzate. Forse occorrerà un evento traumatico per vincere la dispersione, superare i particolarismi e innescare un processo virtuoso si aggregazione generale. Nel frattempo le diverse iniziative vanno sostenute, per evitare che l’unione arrivi troppo tardi. Una di quelle che a noi paiono avere una portata generale è quella contro Equitalia. Equitalia, come scritto sugli striscioni dei Forconi siciliani, «è un organismo usuraio autorizzato dallo Stato». L’inadempienza ad un pagamento da parte di qualsiasi cittadino, viene gravata di interessi che giungono al 100%. Così molti si vedono pignorata la busta paga, la propria vettura, la prima casa, gli strumenti di lavoro.
“Cento fiori sboccino”. Malgrado le difficoltà e una certa rassegnazione (in alcuni casi di disperazione, come dimostra il numero crescente di suicidi “economici”) , l’Italia è un pullulare di iniziative positive auto-organizzate. Forse occorrerà un evento traumatico per vincere la dispersione, superare i particolarismi e innescare un processo virtuoso si aggregazione generale. Nel frattempo le diverse iniziative vanno sostenute, per evitare che l’unione arrivi troppo tardi. Una di quelle che a noi paiono avere una portata generale è quella contro Equitalia. Equitalia, come scritto sugli striscioni dei Forconi siciliani, «è un organismo usuraio autorizzato dallo Stato». L’inadempienza ad un pagamento da parte di qualsiasi cittadino, viene gravata di interessi che giungono al 100%. Così molti si vedono pignorata la busta paga, la propria vettura, la prima casa, gli strumenti di lavoro.
La battaglia contro lo strozzinaggio legalizzato di Equitalia è decisiva: mentre smaschera lo Stato come stato usuraio che espropria ai poveri per dare ai ricchi, solleva la questione della giustizia sociale e di chi paga la crisi, e quindi tende ad unificare tutto il popolo lavoratore—che invece il governo e i partiti vogliono dividere, presentando gli espropri ai danni del popolo lavoratore sotto le mentite spoglie della “lotta all’evasione”.
Per questo noi sostentiamo e suggeriamo di sostenere la campagna “OCCUPARE EQUITALIA”, per farla scendere dal cielo virtuale della rete sulla terra delle piazze e delle strade.
La lotta sociale è fatta anche di battaglie dall’alto valore simbolico, che possono dare una spinta alla resistenza aiutando i processi aggregativi. Il miglior alleato di chi comanda è la rassegnazione che paralizza i cittadini. Tutti hanno coscienza degli abusi, delle angherie, e dei veri e propri crimini sociali che commettono i dominanti, ma prevale ancora l’idea che contro non possiamo farci niente. Occorre vincere questa remissività, affermare che la pazienza ha un limite, che non tolleriamo più subire genuflessi le ingiustizie. Occorre mettere i colpevoli della tragedia sociale che subiamo sul banco degli imputati. Non è possibile che quando lo spread scende è tutto merito loro e quando esso sale, quando i salari e le pensioni scendono, quando i disoccupati e i precari aumentano e alcuni si ammazzano per disperazione... è tutta colpa dei mercati. Occorre smontare questo alibi, bisogna dimostrare all’opinione pubblica, con atti e fatti, che governi e governanti, in quanto messisi al servizio dei parassiti delle banche e della grande finanza predatoria, sono colpevoli della rapina sociale in atto e del dramma che vive la maggioranza dei cittadini.
Per questo abbiamo pensato ad istituire un TRIBUNALE POPOLARE SUI CRIMINI SOCIALI.
«Cari amici,
non vi sembra che siamo arrivati ad un punto di non ritorno?
Non ritenete che l’assalto per spremerci l’ultima goccia di energia abbia raggiunto la soglia oltre la quale la vita non è più vita?
Mentre i ricchi diventano più ricchi noi subiamo i licenziamenti, la precarietà più estrema, i tagli alle pensioni, alla sanità e ai servizi sociali.
Obbligati all’insolvenza siamo quindi vittime della ritorsione. Lo Stato e le banche ci espropriano la casa, ci pignorano le poche cose che abbiamo, ci sfrattano se siamo in affitto, ci tagliano il gas, la luce e l’acqua.
L'aumento vertiginoso dei suicidi tra il popolo lavoratore è il simbolo stesso di questa catastrofe sociale. Chi non ha più speranza preferisce la morte ad una vita senza dignità, all’umiliazione della miseria e del proprio fallimento.
Il fallimento, tuttavia, non è dei singoli cittadini che si tirano fuori dalla folle rincorsa ad un benessere aberrante, il fallimento è del sistema, di coloro che ci impongono la guerra di tutti contro tutti perché solo così essi possono dominare.
Dobbiamo dire basta! Resistere e non arrenderci!
Per tutte queste ragioni il MOVIMENTO POPOLARE DI LIBERAZIONE, ha intenzione di promuovere un TRIBUNALE POPOLARE SUI CRIMINI SOCIALI da celebrare entro la fine del 2012, un anno che si prevede ancor più difficile di quelli precedenti. Un Tribunale popolare per mettere sul banco degli imputati, non le vittime, ma finalmente i veri colpevoli della tragedia sociale in atto.
Se condividete anche voi questa idea fatevi sentire. Insieme stabiliremo i passi da compiere e come costituire questo Tribunale, se imputare organismi e istituzioni o anche singole persone».
PER ADERIRE invia una mail: movimentopopolarediliberazione@gmail.com
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1 commento:
In questo articolo si utilizza spesso il termine "Stato". Due osservazioni.
1) Quello di "Stato" è un concetto astratto, e come tale deve essere sempre inteso. Pertanto è sbagliato, oltre che pericoloso, usare il termine "Stato" per indicare l'avversario. Così facendo, tra l'altro, gli si fa un regalo, perché se ne favorisce l'identificazione, da parte dei cittadini, con un'Istituzione alla quale nessuno intende rinunciare (con l'eccezione degli anarchici).
2) Si dovrebbe sempre (sottolineo sempre) chiarire e porre in primo piano la differenza tra lo "Stato" e i contingenti detentori dei "poteri dello Stato". Non è una questione di lana caprina, ma un aspetto della comunicazione politica di estrema importanza.
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