Noi "sovranisti storici"
Una risposta a Mimmo Porcaro
Abbiamo dato ampio
spazio all'assemblea nazionale di presentazione del Manifesto
per la Sovranità Costituzionale. Avremo tanti difetti, ma quello del
settarismo sembra proprio di no.
Intervenendo sul contenuto del Manifesto, Programma 101
ha segnalato da un lato la larga convergenza con analisi e proposte che per
primi abbiamo avanzato, dall'altra la sua astrattezza politica, il suo
sostanziale vuoto strategico.
La lacuna
più grave, scriveva P101 agli inizi di febbraio, è che:
«da nessuna parte si scrive che
l’Italia deve uscire dall’eurozona e dall’Unione. Da nessuna parte si proclama a chiare lettere la
necessità dell’Italia di battere moneta propria attraverso una banca centrale
pubblica. Una mancanza che anche a noi ha lasciato di stucco. Data questa assenza, mentre tutti, da sinistra a destra, si
trastullano nell’illusione di poter “cambiare i Trattati”, la prospettiva (di
sapore gollista) di una Confederazione europea di nazioni sovrane ha un sapore
davvero sinistro».
Era fondata
quella critica? Ovviamente sì, come ci conferma la debole giustificazione del
passo indietro compiuto, pronunciata all'assemblea di Roma da Mimmo
Porcaro.
Scrive Porcaro:
«La seconda condizione (per la riuscita del progetto, ndr) è l’allontanamento da quello che io chiamo “sovranismo storico”, ossia da un atteggiamento culturale e politico che meritoriamente sottolinea e ribadisce il carattere antipopolare dell’ Ue e dell’Uem, ma proprio per questo tende, pur quando non vuole, a fare dell’exit e del recupero della sovranità nazionale un fine in sé e non un mezzo, impedendosi così di crescere oltre il proprio steccato e di aumentare la propria capacità di convincere (e rassicurare) quella grande maggioranza dell’elettorato che è necessaria a sostenere la rottura con le istituzioni comunitarie. Non si può costruire un partito sull’uscita dall’euro e sulla rottura con l’Unione. Non si costruisce un partito con largo seguito popolare su una serie di negazioni e su una prospettiva obiettivamente complessa che gli avversari hanno buon gioco a drammatizzare».
Ora Porcaro, secondo uno stile non
proprio originale, non fa nomi. Ma è chiaro che noi saremmo tra quei
"sovranisti storici" da cui allontanarsi. Certo, questo
"allontanamento" non riguarda solo noi. A occhio e croce dovrebbe
riguardare anche quel Mimmo Porcaro che nel 2014 sottoscrisse con noi il Vademecum
per l'uscita dall'euro, prodotto dall'allora coordinamento nazionale
della Sinistra contro l'euro.
Ma lasciamo perdere e concentriamoci
sugli argomenti adesso sostenuti, che a me sembrano fondamentalmente tre. Il
primo è che gli innominati "sovranisti storici" confonderebbero i
mezzi con i fini, il secondo è che insistere sull'uscita restringerebbe la
possibilità di crescita, il terzo è che non si costruisce un partito solo con
dei no.
Che dire? Si è compiuto un deciso
passo indietro - specie il gruppo di Rinascita
(di cui Porcaro fa parte) lo ha compiuto - e si tenta una maldestra difesa del
percorso intrapreso.
Confusione tra mezzi e fini? Porcaro
sa bene che non è il nostro caso. Sa bene che abbiamo sempre parlato di uscita
dalla Ue e dall'euro come condizione necessaria, ma non sufficiente ad uscire
dal disastro in cui è stato condotto il nostro Paese. Sa bene che abbiamo
sempre pensato ad un soggetto politico costruito su una nuova prospettiva
socialista. E sa bene che alcune delle nostre vecchie divergenze riguardavano
proprio questo punto, che ci differenziava ad esempio dall'impostazione di
Alberto Bagnai. Di chi parli dunque Porcaro proprio non sappiamo.
Il secondo argomento non è meglio del
primo. I sovranisti non sono cresciuti perché troppo radicali? Dovremmo allora
passare da un sovranismo esplicito ad un semi-sovranismo criptico e per
iniziati? Ma davvero si pensa che le persone siano così stupide? Potrei forse
capire se si fosse al governo, perché in quel caso ogni parola dell'ipotetico
ministro Porcaro potrebbe far sobbalzare lo spread. Ma non è questo il caso. Si
pensa forse di ottenere più consensi con una nuova forma di altreuropeismo?
Auguri, non resta che provare. La compagnia di sicuro non mancherà: da destra a
sinistra, passando per il centro sistemico imperniato sul Pd, son tutti su
questa linea. E questo mentre perfino dalla Germania si ammette cos'é stato il disastro
dell'euro per l'Italia.
Stefano Fassina |
Infine, certo che «non si costruisce un partito solo con dei no».
Ma non si costruisce neppure senza pronunciare dei no, senza indicare
chiaramente il nemico, in primo luogo quello individuato come principale nella fase politica in cui
si combatte. E, di grazia, quale sarebbe oggi questo nemico principale se non
la gabbia eurista che, legittimando il neoliberismo, fa da schermo al potere di
quell'oligarchia finanziaria che è il cuore e il simbolo di un sistema da
rovesciare? La verità è che ogni soggetto politico che ha lasciato un segno
nella storia ha sempre detto dei "sì" e dei "no". Si pensa
forse che sia adesso arrivata l'epoca dei "ni"? Noi non crediamo
proprio.
Ovviamente non siamo così sciocchi da
non considerare alcune esigenze tattiche. Riguardo all'Italexit, in decine di
nostri scritti abbiamo parlato dell'utilità di un Piano A e di un Piano B. Dunque, a prima vista,
potremmo essere d'accordo con Porcaro quando scrive che:
«Si tratta di non presentare l’exit come programma immediato, di avere per ogni evenienza un programma di governo sic stantibus rebus, e di definire contemporaneamente un piano A di uscita negoziata e di apertura ad una ricostruzione dell’Ue su basi confederali, ed un piano B di uscita unilaterale in risposta al precipitare di una crisi non altrimenti gestibile».
Bene, dov'è allora il problema? Il
problema è che nel Manifesto
per la Sovranità Costituzionale
il Piano B proprio non c'è. E' semplicemente scomparso, cancellato, defunto. Che
si dice allora a proposito dell'euro? Leggiamo:
«La sovranità costituzionale è, quindi, condizione per
abolire la tirannia del principio della libera concorrenza, subordinandolo
all’utilità sociale e alla dignità della persona. A tal fine, la moneta è
variabile politica decisiva, da portare al servizio del welfare e della
democrazia costituzionale».
Che
dire? Una scoperta sconvolgente, che non ci rivela però di quale moneta si stia
parlando. Peccato, sarà per un'altra volta. Magari, nel frattempo, qualcuno
potrebbe spiegarci che senso abbia parlare di sovranità se non si dice
chiaramente che bisogna liberarsi dal giogo eurista.
Ora,
noi saremo "sovranisti storici" (e siamo felici di esserlo), ma chi
pensa di nascondere le debolezze strategiche e le ambiguità politiche del Manifesto dietro a simili argomenti non
rende di certo un bel servizio alla sua causa.
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8 commenti:
"Si pensa forse di ottenere più consensi con una nuova forma di altreuropeismo?"
Non vogliono ottenere più consensi, mirano solamente a raccogliere gruppi di attivisti e militanti di sinistra che sono allo sbando. Per fare questo ne blandiscono i pregiudizi contribuendo ahimè a mantenerli in vita.
Insomma un operazione di raccolta non solo di vecchio ceto politico ma anche di vecchi gruppi di attivisti e militanti. Che tristezza.
Cosa dalla quale non verrà fuori nulla, me ne faccio amaramente una ragione.
Nell'immediato l'unica cosa che può interessare sono gli sviluppi dell'affare brexit che ancora non si capisce come andrà, ed il triste fatto che comunque vada non c'è di fatto nessun partito realmente popolare di dimensioni tali da poter influire nel gioco. Essi si accoderanno alla meno peggio come hanno sempre fatto.
Dimenticavo, ma hanno detto qualcosa sulla Grillo dei vaccini ed eutanasia?
Giovanni
Bravo Giovanni, sono d'accordo. La critica di L.M. è a mio avviso, fuorviante, perché si concentra su un elemento, quello della "uscita dall'euro e dalla Ue" che è giusto, ma non realizzabile senza un percorso che lo renda presentabile, mentre si trascura il fatto che la globalizzazione del capitale mondializzato non viola solo la nostra sovranità economica, ma perfino la sovranità sui nostri corpi. Una "sinistra contro l' Euro", o una "sovranista e costituzionale" che non abbia niente da dire su vaccini, tritorelina, eutanasia, è del tutto inadeguata allo scontro in atto.
(A.C.)
A.C. è sbagliato ciò che dici.
Ci si potrà certamente esprimere e prendere posizione su eutanasia, vaccini, la schifezza della tritorelina e tanto altro ancora. Ma a che servirebbe? Ciascuna di queste battagli è e resta isolata ed esprime solo un'opinione.
Qui il problema è che finchè le elite neoliberiste mondialiste la cui altra faccia è data dalle multinazionali, comandano e imprimono la loro volontà ai governi, non c'è nulla da fare.
Io ho una sola soluzione: uscire da Ue ed euro, prendendo il potere.
Poi si cambia tutto, si smette di obbedire e si fa una libera politica economica, sociale, culturale ecc.
E' quello che in questo blog, più volte, ho letto: nemico principale e nemico secondario.
Ps: Giovanni, secondo me, non voleva dire ciò che gli attribuisci
Caro Leonardo, il nostro errore e' stato proprio quello di abbandonare la formula tattica "sinistra contro l'euro". Ci avrebbe permesso di colpire a destra e a manca, smascherando, senza che nessuno avrebbe avuto da ridire, meccanismi confusionari pseudo istituzionali come questo di Fassina, Boghetta, e Senso Comune o politicisti come eurostop o pap.
Ringrazio per i commenti, comunque precisiamo.
Quello che volevo dire è che essi hanno deciso di rastrellare consenso in una nicchia di attivisti ancora accecati da idee anarcoidi antisovraniste, ma invece di dir loro "svegliatevi bambine" ne assecondano il conformismo allontanando invece gli altri.
Una cosa molto sciocca oltre che profondamente ingiusta.
Un esempio vecchiotto ma significativo è la disavventura di Fabrizio Marchi che per aver violato uno dei tabù che costoro si ostinano a blandire è stato malamente espulso dal loro gruppo facebook dopo essere stato volgarmente accusato di essere un caso psichiatrico (leggasi qui, il Giovanni che interviene nel post sono sempre io).
Se questo è il loro comportamento io posso solo concludere che questa è la solita sinistrella dannosa che prima scompare meglio è per tutti. Certo spero sempre di essere smentito ma i segnali sono tutt'altro che incoraggianti.
Per quanto riguarda i vaccini A.C. lega la questione al sovranismo, io mi limito a dire che è una questione molto importante in sé e che inoltre getta cupe ombre sul reale posizionamento politico della Grillo all'interno del governo.
Se una questione è importante un movimento politico come quello del manifesto deve prendere posizione obbligatoriamente, sappiano che anche il silenzio è una posizione perché perché chi tace acconsente.
Giovanni
caro Filippo, permetti, ma ho l'impressione che la mancata comprensione sia la tua. Tu non devi considerare la globalizzazione capitalistica e l' Unione Europea che ne è una manifestazione come un fenomeno "di destra" inteso nel senso della politica economica. la globalizzazione capitalistica attuale è un fenomeno totalitario, che investe economia, cultura, sessualità, famiglia, lingua, giustizia, informazione e anche tutti gli altri campi. Non è possibile affrontare questo sistema aspettando di aver conquistato "il potere". E' necessario affrontarlo nel momento in cui le contraddizioni emergono. Nello specifico della questione dei vaccini, ma anche sull'eutanasia ed altre questioni, tu non puoi dire alle famiglie che vedono la salute dei loro bambini messa in pericolo da queste pratiche sciagurate, e la salute di intere generazioni di bambini in pericolo "aspettate, quando avremo preso il potere, o cambiato l' Unione Europea, risolveremo il problema. Già oggi ci sono centinaia, o migliaia di famiglie che hanno tolto i bambini dagli asili ed altri che vorrebbero farlo; ci sono genitori che rischiano il carcere per aver fornito certificazioni false per salvaguardare la salute dei loro bambini. Questo problema va affrontato ora: ed essendo il sistema attuale totalitario, così facendo stiamo dando una risposta al sistema tutto. E' necessario che chi vuole opporsi al sistema in cui siamo immersi ne prenda atto, pena l'inutilità.
(A.C.)
NON E' AMMESSO SVICOLARE SULL'EURO
L’anonimo delle 18,56 ha scritto:
«Caro Leonardo, il nostro errore è stato proprio quello di abbandonare la formula tattica "sinistra contro l'euro"».
Si tratta di una critica che ha un senso e che comprendiamo.
Il fatto è che nell’autunno 2014, dopo che c’erano state alcune uscite (tra cui quella dello stesso Porcaro), il Coordinamento decise di tentare la costruzione di un vero soggetto politico. Da quel percorso è nato P101.
Quella scelta venne compiuta per rafforzare, non certo indebolire, la stessa battaglia contro l’euro e l’UE.
Sta di fatto che — lo testimoniano le vicende di questi anni — non abbiamo mai abbassato l’attenzione sul punto, la cui centralità abbiamo sempre ribadito in ogni attività di P101.
Una centralità che va riaffermata con forza oggi, perché — paradossalmente — proprio mentre le stesse vicende dell’autunno hanno mostrato a milioni di persone quanto sia stringente ed oppressiva la gabbia eurista, in diversi hanno iniziato a svicolare sul tema.
Un errore a nostro avviso gravissimo. Ed è per questo che gli abbiamo dedicato un articolo.
Leonardo Mazzei
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