[ 9 ottobre 2018 ]
Nel precedente Comunicato — QUALE COMPROMESSO —, quando la Nota di aggiornamento al Def non era nota, il Comitato centrale di P101 affermava che era probabile che l'eurocrazia avrebbe respinto il tentativo del governo di evitare lo scontro.
Ora abbiamo il Def e, malgrado i suoi profondi limiti, è stato bocciato dalla Commissione europea. Che succede adesso?
* * *
RESISTERE! RESISTERE! RESISTERE!
Comunicato n. 12 del Comitato
centrale di P101
Primo, l'Unione Europea non è
riformabile. Secondo, senza uscire dall'euro (e dall'UE) non si esce dalla
crisi. Terzo, senza questi passi l'Italia verrà ridotta ad uno stato semicoloniale,
con la definitiva scomparsa della democrazia e dell’indipendenza della
Repubblica. Quarto, con in palio il destino del Paese si vanno formando i due
blocchi principali che si daranno battaglia: quello “sovranista” di chi sta in basso, e quello di chi
sta in alto, capeggiato dalla grande borghesia globalista, deciso a cedere
all’Unione europea le ultime quote di sovranità politica.
E’ alla luce di questi quattro
punti che occorre dare un giudizio sulla recente Nota di aggiornamento del Def (Nadef).
1. Malgrado la Nadef non
preveda una Legge di bilancio che contempli la svolta radicale che serve al
Paese, nonostante essa sia figlia di una visione sostanzialmente liberista, essa
rappresenta di fatto una sfida all’Unione europea e va nella direzione della
rottura con la Ue. Anche se il deficit è previsto abbondantemente al di sotto
del 3%, con essa si cancellano il principio del pareggio di bilancio e le
assurde regole del fiscal compact. Si
cancella dunque, dopo un quarto di secolo, il dogma dell'austerità. Stanno in
questa inversione di tendenza le ragioni tanto del consenso popolare verso il
governo giallo-verde, quanto della brutale aggressione all'Italia annunciata da
Bruxelles.
2. Si tratta di una sfida che il governo, dal momento che spera
in un compromesso con l’eurocrazia, conduce in modo ondivago, spesso
contraddittorio, ciò che mette in luce le debolezze della maggioranza e del
peso che, al suo interno, possiede la Quinta
Colonna eterodiretta dal Quirinale, in stretto raccordo con Visco (Bankitalia),
Draghi (Bce) e la Commissione europea.
3. Per fare un compromesso, per quanto momentaneo, bisogna però
essere in due. E da Bruxelles e Francoforte non sembra si cerchi la tregua,
anzi. La lettera inviata a Roma dai due commissari Moscovici e Dombrovskis non
lascia spazio ad equivoci: la cupola eurista chiede la resa al governo
italiano. Una resa politica, prima ancora che sui decimali della manovra
economica. Qualora — come noi auspichiamo — questo atto di sottomissione non vi
fosse, ed il governo andasse
avanti sulla sua strada, l'oligarchia eurista è pronta ad azionare con forza
l'arma dello spread, già
abbondantemente evocata dalla nostrana e servile stampa di regime.
4. Che lo scontro sia tutto politico, che quest'arma serva ad
abbattere il governo e non a "salvare i conti", è dimostrato proprio
dalle cifre della Nadef. I disavanzi
previsti nel prossimo triennio — 2,4% nel 2019; 2,1% nel 2020; 1,8% nel 2021 — sono tra i più bassi degli ultimi quarant'anni. Ed anche ammettendo un discreto
scostamento da queste previsioni — assolutamente certo se si vorranno attuare
nel triennio i punti del programma di governo — il risultato della
stabilizzazione del debito in rapporto al pil (non la sua promessa
riduzione) appare del tutto
realistico.
5. Gli obiettivi di breve periodo della manovra giallo-verde
sembrano infatti tre: a) la stabilizzazione del debito, già in lieve
diminuzione del resto dal 2015; b) un moderato impulso alla crescita,
attraverso le tre misure cardine della manovra (modifica delle norme
pensionistiche, Reddito di cittadinanza e fisco); c) una significativa
riduzione, sia grazie alla maggiore crescita che alla modifica della
"Fornero", della disoccupazione, specie di quella giovanile.
6. Obiettivi, come si vede, piuttosto moderati sul piano
economico (anche se nel triennio si recuperano 97 miliardi rispetto ai deficit
precedentemente accordati da Renzi e Gentiloni), ma dirompenti su quello
politico. L'Ue non vuole la "crescita" dell'Italia, né che si
combattano (per altro flebilmente) la disoccupazione e la povertà. Essa vuole
la capitolazione politica. Ove questa non vi fosse, la sconfitta del blocco
eurista sarebbe evidente, contribuendo così a quel processo disgregativo
dell'Unione che prima arriva al punto di rottura e meglio è.
7. Come da tempo avevamo previsto, il campo di battaglia in cui
oggi si gioca il futuro dell'Unione Europea, a partire da quello dell'euro, è
l'Italia. Diverse sono le proposte del governo giallo-verde che non ci piacciono — basti
pensare alle inaccettabili misure repressive e manettare contenute nel cosiddetto
"decreto sicurezza — tuttavia la SINISTRA PATRIOTTICA non ha alcun dubbio
su quale lato della barricata stare. “Barricata” appunto, poiché solo
mobiltando il popolo, non tenendo quindi la battaglia confinata dentro i
Palazzi del potere, la nuova Resistenza diventerà Liberazione.
Comitato Centrale di Programma 101
8 ottobre 2018
7 commenti:
Poiché solo mobiltando il popolo, non tenendo quindi la battaglia confinata dentro i Palazzi del potere (proprio loro che del Palazzo ne hanno fatto un feticcio) la nuova Resistenza diventerà Liberazione. Ancora? Ma siete fissati, quale popolo, quale liberazione? Piuttosto bisognarebbe mobilitare (ammesso che sia possibile) il popolo contro i provvedimenti reazionari di questo Governo. Intanto occorrerebbe dirglielo.
Perché invece mobilitando il popolo contro i provvedimenti reazionari di questo governo, finendo così a far sponda a Bruxelles, sai quale grande liberazione invece arriverà.
Grande scelta strategica davvero, i sognatori radicali sempre accanto al nemico senza neppure capirlo.
Esatto. Questo e il tempo dei pragmatici e dei sovranisti. Calci in culo ai massimalisti! Lasciamoli alla finestra a rimirare l'avanzata della storia che fa a meno di loro.
Questo uso sommario, strumentale e un po' supetficiale della parola popolo glissa sui rapporti di forza e sulle gerarchie sociali. Popolo: basta la parola e tutte vacche sono bigie.
"Provvedimenti reazionari di questo governo"?; dov'eravate voi sinistrati quando i VOSTRI GOVERNI AMICI varavano DAVVERO leggi infami e reazionarie?;quelle si erano vere e proprie randellate ai lavoratori!; ma dirlo a voi è pressoché inutile,il vostro ruolo di ruota di scorta del grande capitale multinazionale vi porta ad essere quello che in fondo siete sempre stati:grilli parlanti utili alla causa……del Capitale!;arruolatevi definitivamente nel grande calderone variamente colorato di quella pseudo sinistra a voi tanto cara e toglietevi dai piedi, siete fastidiosi e quel che è peggio CONSAPEVOLMENTE COMPLICI delle èlites globaliste.
Sono stato preceduto, senza nemmeno rendersene conto (forse) la sinistra radicale che si pone come obbiettivo principale cacciare il governo Lega cinque stelle, sono truppe ausiliarie della rivoluzione colorata sorosiana.
Vi aspettiamo al varco.
Sei anni di carcere per chi blocca lo spostamento merci (leggi scioperi della logistica) e deportazione se immigrato è una norma a favore del "popolo" o dei padroni?
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