[ 29 ottobre 2018 ]
Il movimento No Tap continua a protestare in Salento contro la costruzione del gasdotto trans-adriatico e chiede le dimissioni dei politici del M5s. "Questa terra non è in vendita", si legge su manifesti e striscioni portati dagli attivisti sul lungomare di San Foca di Melendugno (Lecce) per manifestare contro la decisione del governo. Alcuni dei presenti hanno bruciato le proprie tessere elettorali e le foto dei parlamentari del M5s eletti in Salento, tra cui quella della Lezzi, diventata ministro per il Sud anche grazie ai voti dei cittadini pugliesi.
Protesta legittima contro questa "grande opera" inutile e costosa, promossa da multinazionali in affari con un regime corrotto, che rischia di creare danni al turismo rovinando le campagne e le coste salentine (per non parlare dei danni enormi del connesso tracciato del gasdotto SNAM appenninico già in costruzione) e che perpetuerà la nostra dipendenza dai combustibili fossili.
Protesta legittima, quindi, non solo motivata dall'opposizione di "trinariciuti ecologisti". Savini l'ha messa così:
Il problema è che questa seconda giustificazione, quella che tira in ballo "l'interesse nazionale" non sta in piedi. In poche parole è falsa. Per almeno quattro ragioni più una. Vediamole.
1. Contrariamente a quanto certa stampa russofoba scrive, l’Italia vanta già un’offerta abbondante e ben diversificata – il nostro paese, infatti, importa GNL e gas dalla Russia, dal Nordafrica e dal Mare del Nord.
2. Inoltre, in una prospettiva europea, "10 mld mc sono un volume marginale che non scalfirà la quota di mercato di Gazprom. Nonostante la crisi ucraina, la Russia ha infatti incrementato le proprie esportazioni di gas verso l’UE negli ultimi due anni (raggiungendo i 179 mld mc nel 2016, oltre il 30% dei consumi).
3. I sostenitori del TAP dicono che grazie ad esso gli italiani pagheranno di meno il gas. In verità l’impatto di TAP sui prezzi del gas sarà alquanto limitato. Salvo evoluzioni inattese, il livello dei prezzi hub in Europa continuerà infatti ad essere determinato dalla competizione tra volumi flessibili di gas russo disponibili in contratti di lungo termine (che sono stimati tra i 30 e i 50 mld m3) e import di GNL. In altre parole, per dare un’idea dei volumi in gioco, oscillazioni di import dalla Russia determinate da variazioni della domanda e dei prezzi possono essere tre, quattro, cinque volte maggiori rispetto all’intero import azero, che rimarrà dunque price taker. [1]
4. "Inoltre, il costo stimato per portare gas azero in Europa attraverso il SGC è di 7-8 doll./MBtu, ossia il doppio del costo marginale sostenuto dalla Russia (3,5-4 doll./MBtu). Questo raffronto conferma un dato già ampiamente noto, ossia che la diversificazione degli approvvigionamenti è costosa. In ogni caso, il progetto andrà avanti perché i membri del consorzio si sono assicurati contratti di compravendita dalla durata di venticinque anni". [2]
NOTE
[1] Price taker è chi, in economia, non ha possibilità di fissare o influire sul prezzo di un bene o servizio che egli produce o acquista, a causa della presenza di condizioni di mercato che rendono impossibile o irrilevante qualsiasi strategia per tentare di fissare o modificare il prezzo stabilito da altri.
Questa situazione si verifica qualora il price taker sia un operatore di mercato di piccole dimensioni, che controlla una quota di mercato (come venditore ma anche come acquirente) molto piccola perché il mercato è frammentato e diviso tra un gran numero di operatori, ognuno dei quali è nelle stesse condizioni di price taker, o per la presenza di una o più operatori di grandi dimensioni che controllano una quota rilevante di mercato.
In questi casi il compratore non ha il potere contrattuale per ottenere diminuzioni del prezzo di acquisto, mentre il venditore non ha il potere di alzare il prezzo perché perderebbe la clientela.
Il movimento No Tap continua a protestare in Salento contro la costruzione del gasdotto trans-adriatico e chiede le dimissioni dei politici del M5s. "Questa terra non è in vendita", si legge su manifesti e striscioni portati dagli attivisti sul lungomare di San Foca di Melendugno (Lecce) per manifestare contro la decisione del governo. Alcuni dei presenti hanno bruciato le proprie tessere elettorali e le foto dei parlamentari del M5s eletti in Salento, tra cui quella della Lezzi, diventata ministro per il Sud anche grazie ai voti dei cittadini pugliesi.
Protesta legittima contro questa "grande opera" inutile e costosa, promossa da multinazionali in affari con un regime corrotto, che rischia di creare danni al turismo rovinando le campagne e le coste salentine (per non parlare dei danni enormi del connesso tracciato del gasdotto SNAM appenninico già in costruzione) e che perpetuerà la nostra dipendenza dai combustibili fossili.
Protesta legittima, quindi, non solo motivata dall'opposizione di "trinariciuti ecologisti". Savini l'ha messa così:
«Se l'energia costa meno per famiglie e imprese è solo una buona notizia. Quindi quello che serve a fare pagare meno gli italiani va avanti. La TAP si farà».
Il problema è che questa seconda giustificazione, quella che tira in ballo "l'interesse nazionale" non sta in piedi. In poche parole è falsa. Per almeno quattro ragioni più una. Vediamole.
1. Contrariamente a quanto certa stampa russofoba scrive, l’Italia vanta già un’offerta abbondante e ben diversificata – il nostro paese, infatti, importa GNL e gas dalla Russia, dal Nordafrica e dal Mare del Nord.
2. Inoltre, in una prospettiva europea, "10 mld mc sono un volume marginale che non scalfirà la quota di mercato di Gazprom. Nonostante la crisi ucraina, la Russia ha infatti incrementato le proprie esportazioni di gas verso l’UE negli ultimi due anni (raggiungendo i 179 mld mc nel 2016, oltre il 30% dei consumi).
3. I sostenitori del TAP dicono che grazie ad esso gli italiani pagheranno di meno il gas. In verità l’impatto di TAP sui prezzi del gas sarà alquanto limitato. Salvo evoluzioni inattese, il livello dei prezzi hub in Europa continuerà infatti ad essere determinato dalla competizione tra volumi flessibili di gas russo disponibili in contratti di lungo termine (che sono stimati tra i 30 e i 50 mld m3) e import di GNL. In altre parole, per dare un’idea dei volumi in gioco, oscillazioni di import dalla Russia determinate da variazioni della domanda e dei prezzi possono essere tre, quattro, cinque volte maggiori rispetto all’intero import azero, che rimarrà dunque price taker. [1]
4. "Inoltre, il costo stimato per portare gas azero in Europa attraverso il SGC è di 7-8 doll./MBtu, ossia il doppio del costo marginale sostenuto dalla Russia (3,5-4 doll./MBtu). Questo raffronto conferma un dato già ampiamente noto, ossia che la diversificazione degli approvvigionamenti è costosa. In ogni caso, il progetto andrà avanti perché i membri del consorzio si sono assicurati contratti di compravendita dalla durata di venticinque anni". [2]
Quindi, anche volendo seguire la logica della real politik, o dell'interesse nazionale, il TAP è un'opera che va bloccata.
5. Lo è, secondo noi, anche dal punto di vista geopolitico. La TAP, scegliendo come fornitore l'Azerbaigian (paese filo occidentale, quindi ostile a Russia e Iran) nacque infatti come alternativa al gasdotto South Stream, che avrebbe in effetti rafforzato la posizione predominante della Russia come fornitore energetico per l'Europa del Sud.
NOTE
[1] Price taker è chi, in economia, non ha possibilità di fissare o influire sul prezzo di un bene o servizio che egli produce o acquista, a causa della presenza di condizioni di mercato che rendono impossibile o irrilevante qualsiasi strategia per tentare di fissare o modificare il prezzo stabilito da altri.
Questa situazione si verifica qualora il price taker sia un operatore di mercato di piccole dimensioni, che controlla una quota di mercato (come venditore ma anche come acquirente) molto piccola perché il mercato è frammentato e diviso tra un gran numero di operatori, ognuno dei quali è nelle stesse condizioni di price taker, o per la presenza di una o più operatori di grandi dimensioni che controllano una quota rilevante di mercato.
In questi casi il compratore non ha il potere contrattuale per ottenere diminuzioni del prezzo di acquisto, mentre il venditore non ha il potere di alzare il prezzo perché perderebbe la clientela.
11 commenti:
Bene aver ricordato che il proseguo del tap sarà il gasdotto snam. Un'opera ancora più folle che passa nel cuore dell'Appennino tra l'altro a L Aquila Amatrice Norcia Colfiorito. A quali interessi si sta piegando il governo?
c'e' poco da fare , l'italia e' sballottata tra interessi strategici politici economici e militari enormementi piu' grandi di essa .
E' evidente lo zampino americano per contrastare il north stream russo-tedesco
Mi vien da dire che siamo nella classica situazione , meglio la padella o la brace ?
Non vedo soluzione
Secondo me e' una decisione geopolitica che sta su un patto con Trump:noi facciamo il Tap,e loro ci ricomprano I btp venduti dalle anche ue
Forse si sta piegandi agli stessi interessi US ai quali si erano già piegati i ptecedenti governi. D'altronde non poteva nascere questo esecutivo senza quegli imprimatur. Ma siamo individui adulti e autonomi e sapiamo disvernere e decidere. Se invece si vuole una Patria di pecoroni, allora già c'è. Una patria di individui liberi e autonomi è un'altra cosa.
Dino G.
Se l'onesta' fosse davvero al primo posto nei comandamenti dei 5 stelle direbbero la verita' , e la verita' e' quella che questa opera la vogliono i signori americani e purtroppo noi 5 stelle dobbiamo acconsentire anche perche' all'occorrenza ci aiuterebbero contro la matrigna Europa che tanto male ci vuole .
Sarebbero molto piu' apprezzati perche' le bugie ( penali da pagare e altre scemenze) hanno le gambe corte , poi succeda quello che deve succedere compreso pagare il prezzo di sparire
Infatti la scemenza della penalità addotta da Di Maio ha un'altra conseguenza: accettare la logica per cui vi sia qualcuno al di sopra dello stato in grado di poterlo minacciare se non fa ciò che vuole. Solo un modo asettico per dissimulare la nostra condizione di debolezza.
Giovanni
PS. Nel frattempo in Brasile vince Bolsonaro, un ragionamento interessante sulla situazione è questo ripreso da Senia che ho visto nella barra qui accanto. Evidenzia tutti i rischi dell'attuale fase storica da cui noi non siamo certo esenti.
E Di Battista dov'e' , si e' perso nella foresta amazzonica ?
Giovanni,
l'articolo sul Brasile ripreso dal blog franco senia è da tagliarsi le vene.
Dietro ad un'abbagliante quanto cupa analisi non c'è politica, non c'è proposta e linea politica, se non una vacuo e disperato anarchismo.
Una cosa comunque l'articolo la dice giusta: la degenerazione sbirresca e la militarizzazione sociale in Brasile c'è già portato avanti dal Pt lulista, e Bolsonaro raccoglie i frutti....
@Rodolfo
(redazione: la precedente risposta conteneva diversi refusi, cortesemente cancellatela e tenete questa)
In effetti io mi riferivo a questo, la degenerazione sbirresca con in più l'intensificarsi degli aspetti più deleteri del capitalismo nella fase storica che si apre e che prima o poi colpiranno anche noi.
Ad una seconda lettura mi vengono proprio i dubbi che tu sollevi. Ci ho guardato ancora ed ho trovato un altro articolo che mi solleva parecchi dubbi e che non linko.
Molto meglio l'articolo di Formenti che però ho letto solamente dopo.
Ad ogni modo gli spazi che i vari partiti socialisti in sudamerica sono riusciti a ricavarsi all'interno della fase dell'unipolarismo statunitense meritano una analisi attenta.
Giovanni
Ieri le borse hanno recuperato e lo spread è sceso. Che ci sia stato uno scambio in cambio dell'approvazione di Tap?
Non condivido l'articolo del Chiavacci.
Che il gasdotto di cui TAP è un pezzo sia in sostanza il precipitato del south stream voluto ad ogni costo dall'amministrazione americana per chiudere l'accesso della Russia ai balcani e al sud europea non c'è dubbio.
Strano sovranismo quello che non vede come sia nell'interesse italiano appoggiarsi alla Russia per sganciarsi strategicamente dalla tutela nordamericana.
Posta un commento