[ 3 ottobre 2018 ]
Attività produttiva garantita sino a fine 2018, cassa integrazione per tutto il 2019 e poi un processo di reindustrializzazione e ricollocazione. Risultato: nessun licenziamento per i 318 lavoratori della Bekaert, la fabbrica ex Pirelli di Figline Valdarno che per la prima volta ha beneficiato del decreto governativo per ripristinare la cassa integrazione che il Jobs Act del governo Renzi aveva cancellato. Anche il cantante inglese Sting aveva espresso solidarietà agli operai e a luglio aveva deciso di suonare davanti alla fabbrica. L’accordo è stato firmato al ministero dello Sviluppo Economico nella notte dopo dieci ore di trattative. «Siamo riusciti a raggiungere un accordo, che ha evitato che l'azienda procedesse oggi 3 ottobre al licenziamento di tutti i lavoratori», ha confermato Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl.
L’intesa prevede anche un sistema di incentivazione all'uscita per ogni dipendenti che si differenzia a secondo della anzianità (meno di 15 anni, da 15 a 25 anni, oltre 25 anni) che vanno da 16, 20 e 24 mensilità e che diminuisce con il trascorrere dei 12 mesi. Per facilitare la ricollocazione per le aziende esterne all'attuale perimetro aziendale, ad ogni assunzione a tempo indeterminato riceveranno, in aggiunta a quanto già previsto dalla normativa attuale, 10.000 euro per ogni assunzione a tempo indeterminato. La proprietà ha anche accettato di mantenere una parte dell'attività e in particolar modo la produzione del `filo tubo´ consentendo che preparto e macchinari fossero disponibili per una reindustrializzazione con eventuali assunzioni.
Positivi anche i commenti della Cgil. «La determinazione del sindacato dei lavoratori e di un intera comunità ha pagato, la solidarietà ha vinto», ha detto Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze che ha lodato l’iniziativa del governo. «Al governo bisogna riconoscere che non solo ha accettato la nostra proposta, ma il ministro Di Maio è venuto di fronte ai cancelli e ha mantenuto ciò che ha promesso», ha spiegato il sindacalista. Calosi ha infine sottolineato che «abbiamo voluto mettere nell'accordo le quantità economiche che le imprese che reindustrializzeranno il sito di Figline metteranno come dote per chi assume: sono 40mila euro a lavoratore. Se assumeranno 100 lavoratori, saranno 4 milioni di euro che l'azienda darà come contributo. È come se lo stabilimento fosse regalato».
Infine Sting scriveva che potrebbe essere legale chiudere un’intera fabbrica per ragioni economiche, ma si chiedeva se fosse giusto. «Cosa faremo noi umani se il lavoro, come lo definiamo attualmente, non esistesse più? Identità, dignità umana e comunità sono parte integrante dell’equazione macroeconomica. A mio avviso, l’economia, scollegata per ragioni di opportunità dai bisogni umani di base, diventerà insostenibile a lungo termine. Ringrazio le persone di Figline, i lavoratori della Fabbrica Bekaert e il sindaco della città per aver condiviso con me la loro storia. Mi impegno a raccontare questa storia ovunque io pensi che possa essere utile».
«Al governo bisogna riconoscere che non solo ha accettato la nostra proposta, ma il ministro Di Maio è venuto di fronte ai cancelli e ha mantenuto ciò che ha promesso». [Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze]
Il CORRIERE DELLA SERA di oggi da conto dell'accordo appena raggiunto alla Bekaert di Firenze: nessun licenziamento, cassa integrazione per i 318 dipendenti, ciò reso possibile dal primo decreto del governo che reintroduce la cassa integrazione cancellata dal Jobs act di Renzi.
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BEKAERT: ACCORDO NELLA NOTTE
di Marco Gasperetti
Attività produttiva garantita sino a fine 2018, cassa integrazione per tutto il 2019 e poi un processo di reindustrializzazione e ricollocazione. Risultato: nessun licenziamento per i 318 lavoratori della Bekaert, la fabbrica ex Pirelli di Figline Valdarno che per la prima volta ha beneficiato del decreto governativo per ripristinare la cassa integrazione che il Jobs Act del governo Renzi aveva cancellato. Anche il cantante inglese Sting aveva espresso solidarietà agli operai e a luglio aveva deciso di suonare davanti alla fabbrica. L’accordo è stato firmato al ministero dello Sviluppo Economico nella notte dopo dieci ore di trattative. «Siamo riusciti a raggiungere un accordo, che ha evitato che l'azienda procedesse oggi 3 ottobre al licenziamento di tutti i lavoratori», ha confermato Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl.
L’intesa prevede anche un sistema di incentivazione all'uscita per ogni dipendenti che si differenzia a secondo della anzianità (meno di 15 anni, da 15 a 25 anni, oltre 25 anni) che vanno da 16, 20 e 24 mensilità e che diminuisce con il trascorrere dei 12 mesi. Per facilitare la ricollocazione per le aziende esterne all'attuale perimetro aziendale, ad ogni assunzione a tempo indeterminato riceveranno, in aggiunta a quanto già previsto dalla normativa attuale, 10.000 euro per ogni assunzione a tempo indeterminato. La proprietà ha anche accettato di mantenere una parte dell'attività e in particolar modo la produzione del `filo tubo´ consentendo che preparto e macchinari fossero disponibili per una reindustrializzazione con eventuali assunzioni.
Positivi anche i commenti della Cgil. «La determinazione del sindacato dei lavoratori e di un intera comunità ha pagato, la solidarietà ha vinto», ha detto Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze che ha lodato l’iniziativa del governo. «Al governo bisogna riconoscere che non solo ha accettato la nostra proposta, ma il ministro Di Maio è venuto di fronte ai cancelli e ha mantenuto ciò che ha promesso», ha spiegato il sindacalista. Calosi ha infine sottolineato che «abbiamo voluto mettere nell'accordo le quantità economiche che le imprese che reindustrializzeranno il sito di Figline metteranno come dote per chi assume: sono 40mila euro a lavoratore. Se assumeranno 100 lavoratori, saranno 4 milioni di euro che l'azienda darà come contributo. È come se lo stabilimento fosse regalato».
Il “concerto” di Sting del 18 luglio davanti alla fabbrica come atto di solidarietà dei lavoratori della Bekaert aveva sorpreso tutti. E lo stesso cantautore, che da tempo ha acquistato una tenuta nel Valdarno, aveva raccontato la sua esperienza in un lungo articolo sul Corriere della Sera.
«Stare sulla linea del picchetto ha una risonanza emotiva per me. – aveva scritto tra l’altro Sting -. Sono nato e cresciuto a Wallsend, una città nel nord-est dell’Inghilterra. C’erano solo due fonti di impiego nella città, una miniera di carbone (ora chiusa) e un cantiere navale alla fine della mia strada, famoso per aver costruito alcune delle navi più grandi e più belle del mondo, tra cui la «RMS Mauretania» e la «RMS Carpathia». Ma quando l’industria navale britannica declinò negli anni Ottanta e Novanta il cantiere navale a Wallsend chiuse, lasciando l’intera comunità senza lavoro. Questa è stata l’ispirazione per il mio spettacolo «The Last Ship», che ha fatto il tour della Gran Bretagna all’inizio di quest’anno». Ricordando poi che la storia di Figline e la storia della mia città natale non erano solo collegate, «ma anche indicative di una questione mondiale, che deve essere affrontata con urgenza dai nostri economisti e dai nostri responsabili politici. Ovviamente le fabbriche si chiuderanno, poiché certi prodotti fabbricati diventano obsoleti, tuttavia ciò che viene raramente riconosciuto è l’importanza e il valore economico delle comunità che sono supportate quasi interamente da quelle fabbriche. Le multinazionali sanno come trarre vantaggio dalle comunità cresciute intorno a un luogo di lavoro, non si dovrebbero assumere la responsabilità della sostenibilità di tali comunità?».
Infine Sting scriveva che potrebbe essere legale chiudere un’intera fabbrica per ragioni economiche, ma si chiedeva se fosse giusto. «Cosa faremo noi umani se il lavoro, come lo definiamo attualmente, non esistesse più? Identità, dignità umana e comunità sono parte integrante dell’equazione macroeconomica. A mio avviso, l’economia, scollegata per ragioni di opportunità dai bisogni umani di base, diventerà insostenibile a lungo termine. Ringrazio le persone di Figline, i lavoratori della Fabbrica Bekaert e il sindaco della città per aver condiviso con me la loro storia. Mi impegno a raccontare questa storia ovunque io pensi che possa essere utile».
5 commenti:
Eh sì, è proprio disdicevole andare dietro a queste destre nazionaliste, sì, proprio disdicevole,ma ci si rende conto?LUCIANO
Reddito di cittadinanza o reddito della miseria?
da Operaicontro
http://proletaricomunisti.blogspot.com/2018/10/pc-1-ottobre-reddito-di-cittadinanza-o.html
Direi che da quando è salito al potere questo governo avete perso il lume di ogni ragione. Da quando la FIOM-CGIL è garanzia di attendibilità? Sono anni ormai che campano sulle spalle dei lavoratori.
Non sono fra quelli che ingaggiano dispute con i sinistrati in quanto ritengo loro oramai completamente e definitivamente cooptati nel blocco dominante eurocratico, immarcescibili grilli parlanti oramai lontani e privi di quella sensibilità alla concretezza del divenire storico che li rende alquanto miopi o, peggio CONSAPELVOLMENTE COMPLICI delle élite multinazionali, ma definire questo sito e ciò che rappresenta alla stregua di un cieco e acritico difensore del governo in carica mi sembra davvero di una rozzezza insopportabile che va a braccetto(guarda caso)con la furiosa campagna delegittimante del blocco eurista verso i "fascio/leghisti rosso/bruni";ma come si può non capire che le istanze promosse da una coalizione nata da una spinta VERA delle masse sono sotto attacco proprio per la loro natura di prodromo a quell'inizio di contestazione della gabbia eurocratica che se non sostenuta andrà ad ingrossare le fila della rassegnazione e della passività così care al sistema?; conosco bene la vostra forma mentis forgiata in anni di fideismo e so che non cambierete MAI né linea di pensiero né opinione per cui cari sinistrati iscrivetevi in massa al partito di Martina e Renzi e all'Open Society di Soros loro l'opposizione ai fascio/leghisti la sanno fare meglio di voi.Luciano
Dal governo infatti, che va sostenuto ma solo criticamente, continuano ad arrivare sparate securitarie che mettono i brividi.
Fino a sei anni di carcere ai 'furbetti' del reddito di cittadinanza
Sembra una cosa sensata ma in realtà è i solito legalitarismo securitario politicamente corretto, una minaccia inaccettabile puntata contro gli ultimi che si vedranno costretti ad uno strettissimo controllo su criteri di povertà estrema già molto discutibili.
Giovanni
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