[ 20 marzo 2018 ]
Comunicato n.3 – 2018
di Programma 101
Comunicato n.3 – 2018
di Programma 101
Stop all'austerità: per
un governo M5S-Lega
Le forze della conservazione sistemica sono state
battute nelle urne. Ora vanno cacciate dal governo. Il loro tentativo di
confiscare la rivolta elettorale degli italiani va respinto. E' necessario
impedire il nuovo furto di democrazia a cui lavora la cupola eurista. Ma come?
(1) Le oligarchie sono al lavoro per imbrogliare di nuovo
le carte. Colpite al cuore dal tracollo di Pd e Forza Italia, esse cercano di
parare il colpo contando su tre fattori: a) l'opportunismo dei gruppi dirigenti
di M5S e Lega, b) la loro impreparazione allo scontro con l'UE, c) i diversi
interessi politici di queste due forze.
(2) Le prime mosse della fase post-elettorale mostrano
con chiarezza questi problemi, ma anche la difficoltà del blocco dominante a
delineare una propria linea. Di Maio e Salvini stentano ad uscire dalle
rispettive narrazioni della campagna elettorale, ma sia la presunta
"autosufficienza" del primo, che il supposto ruolo di leader della
coalizione di destra del secondo paiono maschere destinate a cadere. Al tempo
stesso i dominanti cercano di prendere tempo, o mettendo sotto la tutela
piddina i Cinque Stelle, o logorando le forze "populiste" per
arrivare ad una sorta di "governo di tutti" a garanzia dei loro
interessi e del rispetto dei vincoli europei.
(3) La forte richiesta popolare di un profondo
cambiamento politico rischia così di venire tradita. Certo, è questa
un'aspettativa mal riposta in forze interne all'orizzonte neoliberista, che
hanno ottenuto consensi proprio in virtù dell'assenza di alternative credibili.
Ma si tratta pur sempre di una potente domanda di mutamento degli indirizzi di
fondo della politica italiana. Una domanda che, non a caso, proviene in primo
luogo dai lavoratori e dai giovani che hanno votato in larghissima maggioranza
M5S e Lega. Una domanda che non può essere disattesa, pena il prevalere della
rassegnazione e l'arretramento di ogni ipotesi di alternativa al dominio delle
oligarchie euriste.
(4) La stessa ipotesi di nuove elezioni "a
breve" sarebbe di fatto un tradimento delle aspettative suscitate dal
voto. Tra gli elettori nessuno capirebbe la fuga dalle responsabilità di
governo dei vincitori, le èlite dominanti guadagnerebbero di nuovo tempo, e le
elezioni slitterebbero almeno di un anno. E' una prospettiva che il popolo
lavoratore non può permettersi, pena l'imposizione di nuovi e pesanti sacrifici
in nome dell'Europa. Inoltre, un governo che nascesse con lo scopo di arrivare
a nuove elezioni, avrebbe di certo nel suo programma un'ulteriore forzatura
maggioritaria, e dunque antidemocratica, della legge elettorale.
(5) Certo noi non cambiamo il nostro giudizio sui due
partiti usciti vittoriosi dalle urne, non attenuiamo la nostra critica alla
svolta moderata ed europeista di Di Maio, tanto meno quella al securitarismo ed
al liberismo (pensiamo solo alla flat tax) della Lega. Ma dev'essere chiaro a
tutti che oggi l'alternativa concreta è tra un governo di queste due forze - peraltro
l'unico governo politico che rispetti in qualche modo i risultati del voto del
4 marzo - e la ricaduta nella palude oligarchica, con governi definiti come
"tecnici", "istituzionali" o "del presidente", ma
sempre a tutela del vecchio blocco dominante. Possiamo essere indifferenti
all'esito di questa partita? Noi pensiamo di no.
(6) L'indifferenza sarebbe un gravissimo errore. Essa
significherebbe l'abbandono di un blocco sociale in formazione, schematizzando quello
dei cosiddetti "perdenti della globalizzazione", che verrebbe così
lasciato alla destra ed alle forze del campo liberista. Pur nella sua
inevitabile contraddittorietà, questo blocco sociale è unito su un obiettivo,
quello della fine dell'austerità. Ed è proprio sulla base di questo obiettivo
che un governo M5S-Lega acquisterebbe un senso ben preciso. Noi dubitiamo che
queste due forze abbiano il coraggio di intraprendere questa strada. Proprio
per questo vanno sfidate ad assumere il ruolo che il terremoto del 4 marzo gli
ha oggettivamente assegnato.
(7) Lo stop all'austerità avrà comunque un preciso banco
di prova, rappresentato dall'accettazione o meno delle cosiddette
"clausole di salvaguardia" che i governi della passata legislatura
hanno concesso alla tecnocrazia eurista. Si tratta di accettare o meno un
aumento dell'Iva di 3 punti (pari a 23 miliardi di euro), una mazzata ai
consumi, al potere d'acquisto delle famiglie, alla stessa "ripresina"
in corso. Ricusare e cancellare definitivamente queste clausole, non
disattivarle solo temporaneamente con altri tagli alla spesa pubblica, è dunque
il primo atto concreto per imporre lo stop alle politiche di austerità. Ed è un
fatto che solo un governo M5S-Lega, nonostante i sui evidenti limiti, potrebbe
procedere in tal senso.
(8) Sappiamo bene come quel passo non basterebbe. Ma
sappiamo anche che l'alternativa è la mera prosecuzione - vedremo in quali
forme - delle politiche di questi anni. Da sempre diciamo che si potrà uscire
dal disastro in cui il Paese è stato gettato solo con un'autentica sollevazione
popolare. Ma la via della sollevazione ha il suo terreno di coltura
nell'apertura dello scontro con Bruxelles. Se questo scontro in qualche modo si
aprirà avremo comunque fatto un passo avanti, impedendo così alle èlite di
riprendere ancora una volta il controllo della situazione. La partita politica
che si gioca in queste settimane è questa e solo questa. Da qui la nostra
posizione a favore di un governo M5S-Lega centrato sulla fine dell'austerità.
(9) Programma 101, nel ribadire la centralità del proprio
impegno per la costruzione di una sinistra nazional-popolare, patriottica e
libertaria, fa appello alla mobilitazione in questo importante passaggio della
vita nazionale. Qualora le èlite tentassero un golpe bianco, stile 2011, esse andranno
fermate in ogni modo. Se M5S e Lega venissero meno al mandato avuto per dire
stop all'austerità, il loro tradimento dovrà essere denunciato con altrettanta decisione.
Se un governo anti-austerità dovesse invece nascere — come noi auspichiamo — l'indipendenza del Paese andrà difesa con forza contro le ingerenze, sicuramente
pesanti, della cupola eurista di Bruxelles e Francoforte.
Roma, 19 marzo
9 commenti:
Consideriamo un ipotetico scenario a seguito della eventuale formazione di un governo M5S/Lega.
Tale governo si troverebbe ostacolato fino ad aperto ostruzionismo dal suo esterno, quindi in senso lato i partiti di opposizione in italia, i governi dei paesi UE che più contano, e l'intera struttura istituzionale UE, a partire dalla Commissione e dalla BCE, tralasciando di considerare gli organi istituzionali italiani a partire dal capo dello stato, dalla Corte costituzionale e altri organismi fondamentali.
Ma gli ostacoli alla sua azione proverrebbero dal suo stesso interno, dove le due forze politiche che concorrono a formarlo non solo hanno programmi del tutto divergenti, ma sono oggettivamente alternativi tra loro e quindi sempre nella condizione di farsi lo sgambetto reciproco.
Non vedo come sia possibile immaginare uno sbocco che non sia un totale fallimento che tuttavia verrebbe mediaticamente interpretato come dovuto alla propria litigiosità interna.
Dovremmo quindi chiederci se un tale scenario si possa considerare vantaggioso per la nostra causa.
A me pare di no, perchè il fallimento di questi due partiti genererebbe soltanto scoraggiamento, visto che, a causa della mancanza in questa tornata elettorale di liste apertamente sovraniste, l'unica alternativa sarebbe costituita proprio dai partiti tradizionali che finora hanno governato l'Italia.
L'elettore medio penserebbe che sono tutti gli stessi e che tanto vale astenersi o votare secondo un meccanismo clientelare.
Meglio quindi secondo me un governo M5S con il PD che trascinerebbe entrambi questi partiti a fondo, probabilmente determinando una chiusura molto anticipata della legislatura.
Se nel frattempo fossimo in grado di presentare una lista sovranista, allora ci si potrebbe giocare una competizione rispetto alla Lega divenuta a questo punto forse il partito più grosso, e la cosa si giocherebbe su un terreno favorevole, contrastando ad esempio il progetto "flat tax", ma in un panorama che si presenterebbe molto favorevole per quanto attiene i rapporti con la UE.
Non capisco perché si continui a considerare il M5S come un movimento politico anti austerità, a me sembra tutto il contrario; il movimento rappresenta la continuità ideologica del montismo, sono per la decrescita infelice per l' honestà e contro gli spreki.
Io tendo a farla più semplice.
Subito governo di scopo M5S-Lega. Lo scopo è questo: legge elettorale alla francese. Solo collegi uninominali (li crei al volo dividendo in tre quelli usati il 4 marzo), vince chi supera il 50% dei voti al primo turno (come già si fa per i sindaci dei comuni maggiori da venticinque anni), altrimenti ballottaggio fra i primi due la domenica dopo.
Sì, è una gran bella schifezza in termini di rappresentatività. Lo so, lo so. Ma in questo momento non c'è comunque spazio o tempo per creare un soggetto votabile per sincera convinzione. Siamo già in stato d'eccezione e da un bel pezzo. Non si può andare per il sottile.
Come dimostrano i risultati della quota uninominale, questo scenario trasformerebbe le nuove elezioni anticipate, da tenere al volo entro l'estate, in uno spareggio secco fra M5S e Lega. Bisognerebbe votare tatticamente al primo turno per favorire la vittoria di chi potrebbe farcela subito ed eventualmente al secondo turno a favore dei "populisti" contro i "moderati". Se il ballottaggio fosse tra due "populisti" o due "moderati", si resti tranquillamente a casa!
Ne uscirà un parlamento dove o uno dei due avrà la maggioranza assoluta, oppure, anche in uno scenario da Grande Coalizione grillo-leghista, i numeri saranno decisamente più ampi di ora.
Tutto dipende da Salvini. Deve avere le palle di rompere tempestivamente con Berlusconi e Meloni, più purgare nottetempo i seguaci di Maroni - altri berlusconiani certi - dalle file della Lega.
Ottima risoluzione, va assolutamente trovato il modo di inoltrarla ai gruppi parlamentari della Lega e dei 5 stelle.
Mandarla sulle mail, isttagram, twitter, di di maio e salvini.
PS la classe dominante si sta preparando il terreno anche per autocostruirsi un'opposizione filo eurista interna.... Potere al popolo e De Magistris.
Jack London
La candidatura di Bagnai con la Lega però era una cazzata...
NON SAPPIAMO SE CE NE SIA BISOGNO MA, PER LA PRECISIONE...
(1) Non siano d'accordo con Ippolito Grimaldi, quando scrive che M5S " rappresenta la continuità ideologica del montismo, sono per la decrescita infelice per l' honestà e contro gli spreki". Fosse così non solo noi, ma tutto il mondo non ci avrebbe capito un cazzo, ma proprio un cazzo del senso delle elezioni. Altro che terremoto! Avremmo, per Grimaldi, il risultato più stabilizzante e conservatore degli ultimi decenni. Mettiamo i piedi per terra.
(2) Non siamo d'accordo, anzi in totale disaccordo con D'Urso che ci vuole un sistema elettorale con ballottaggio alla francese.
Qui siamo ai limiti della follia! Quello è proprio il sistema che voleva Renzi (referendum del 4 dicembre 2016), e con lui i poteri forti. Si tratta del meccanismo maggioritario più truffaldino e antidemocratico in giro per l' Europa. Esempio: Macron che diventa Presidente col 23% dei consensi elettorali. Non scherziamo per favore!
Gentile Redazione
Sarò il primo a rallegrarmi di essermi sbagliato, non sarebbe la prima volta,attendiamo i fatti.
Grimaldi,
la cosa sta così: che noi facciamo una differenza tra la natura della cupola pentastellata e le ragioni per cui milioni di elettori hanno votato M5S. La cupola non vuole spezzare il sistema ordoliberista, tanti elettori M5S chiedono e vogliono cose che il sistema non può dare. Qui c'è una contraddizione che potrebbe diventare esplosiva...
Repetita Juvant....
la politica non fa per tutti, e noi siamo una testata politica che risponde ad un'organizzazione politica, che non si limita a chiacchierare di politica, ma che FA politica.
Non riesci a capire?
Proviamo a spiegarci meglio, ma non pensiamo si tratti del fatto che ci spieghiamo male.
Ma andiamo avanti.
Noi non abbiamo votato alle recenti elezioni per M5S. Perché? Perché M5S, nella sostanza, dopo la svolta recente. ha scelto di entrare nel perimetro neoliberista. A noi è quindi chiaro che la cupola pentastellata non vuole alcun serio e vero cambiamento di orizzonte.
Punto.
Ma milionate di italiani, anzitutto al Sud, laggiù dove la disoccupazione veleggia al 40% reale, e dove il tasso di povertà è alto quanto quello greco, han votato i 5 Stelle, non grazie ai cedimenti al neoliberismo della cupola, non grazie al moderatismo di Di Maio, ma malgrado questi fattori, volendo cioè esprimere protesta e bisogno di cambiamento.
Ecco che c'è quindi un conflitto tra la spinta sociale che ha spinto in alto M5S e quel che la cupola ha realmente in testa.
Agire su questo conflitto, questo significa fare politica.
AGire su questo conflitto significa sostenere la spinta dal basso, popolare, per cambiare orchestra e musica, ciò per impedire che i poteri forti riescano a fare quel che fecero con Monti.
Se poi la cupola stellata, una volta al governo, si calasse le braghe, a milioni capiranno ciò che tu hai già capito. Molto probabile, auspicabile, è dunque il collasso dei cinque stelle, con l'apertura ad una fase di azione diretta e non più delegata da parte di chi sta sotto.
La cupola, una volta al governo, romperà con i poteri forti e la Ue?
tanto di guadagnato...
Avremo uno scontro frontale con le élite, ed è quello che ci vuole per strappare il popolo dal suo torpore e salvare questo Paese.
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